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La singola competenza più importante di un buon Leader

Diversi anni fa, un gruppo di dirigenti Marriot mi stava aspettando nella sala riunioni di uno dei nostri hotel per aggiornarmi sul progetto di una nuova apertura, del quale ero molto entusiasta.

Il gruppo dirigente rappresentava tutti i principali reparti strategici dell’azienda: fattibilità, finanza, design, costruzioni, operatività…

Durante l’attesa, stavano argomentando in ogni modo possibile quanto il progetto fosse un’idea terribile.

Qualche minuto dopo, entrai dalla porta della sala, battendo entusiasticamente le mani e chiesi: “Allora, come vi sembra il mio progetto??

“Beh Bill sembra buono, molto buono, risposero tutti.”

Tutti, eccetto uno, un giovane dirigente che non aveva ancora aperto bocca.

Così, rivolgendomi a lui, chiesi: “Non hai ancora detto niente, cosa ne pensi?”

Al che il giovane cominciò con un elenco di tutte le ragioni per cui il progetto era un disastro, per altro, le stesse ragioni di cui ognuno intorno al tavolo stava discutendo qualche minuto prima che entrassi…

Dopo un attimo di silenzio risposi: “Sai cosa? Credo che tu abbia ragione, blocchiamo tutto.”

Una volta uscito, le mascelle di tutti i presenti caddero sul tavolo e quella fu la fine del progetto.

Oggi, a distanza di anni, racconto quella che ormai è diventata la versione Marriot della favola “i vestiti nuovi dell’imperatore”, per sottolineare ai miei l’importanza di DUE aspetti fondamentali:

1) la maggior parte delle persone farebbe qualunque cosa per non essere portatore di cattive notizie;

2) per fortuna, pochissime persone non hanno problemi a farlo.

La morale della favola è molto semplice.

Ascoltare è la singola la competenza più importante che un buon leader deve coltivare“.

Un leader che non ascolta con attenzione rischia di perdersi informazioni cruciali, di perdere (o peggio non ottenere mai) la confidenza necessaria che permette al suo staff di esprimere la propria opinione.

Ascoltare è anche lo strumento principale attraverso il quale permetti alle persone di crescere nel proprio lavoro e guadagnare fiducia nel prendere decisioni“.

J.W. “Bill” Marriot JR.

P.s. Se lo dice Bill Marriot che fattura 20 MILIARDI, tu chi sei per non ascoltare??

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Estate 2021: Chi l'avrebbe mai detto? IO.

Ci siamo.

Il calendario segna 1 settembre ed è giunto il momento di archiviare uno dei migliori mesi di agosto degli ultimi 20 anni.

Autostrade imballate con file d’altri tempi, hotel al completo dal mare alla montagna, città d’arte che danno un segno di vita registrando le migliori performance da 5 anni a questa parte, determinano un quadro generale sicuramente positivo.

Ovviamente, lo ripeto nel caso atterrassi adesso da Marte con spirito complottistico, un solo mese non basta a salvare una stagione, né tanto meno a recuperare un anno come il 2020.

Ma questo non significa che possiamo dare tutto per scontato.

Anzi, è proprio in questo momento che dobbiamo cercare di analizzare i dati, capire cosa è successo e provare a prevedere cosa succederà.

Punto primo: il turismo domestico è ripartito e il rimbalzo è stato molto potente.

Gli Italiani hanno compensato l’inverno di rinunce, viaggiando, spendendo e sfruttando ogni occasione per dimenticare mesi di chiusure e restrizioni.

Fiducia e voglia di viaggiare sono sicuramente due basi molto importanti da cui ripartire.

Punto secondo: non è tutto oro quel che luccica.

Infatti, anche se per chi ha saputo programmare è stata “un’estate da record”, non tutti meritano lo stesso posto sul carro dei vincitori.

Provo a spiegarmi meglio.

Passata l’ansia per la situazione sanitaria e registrati gli incassi insperati, si annusa nell’aria un clima di euforia generale che rischia di essere MOLTO pericoloso.

Ora, personalmente ritengo che il mio ruolo di divulgatore comporti anche la responsabilità di dire qualcosa di scomodo e impopolare.

Ed eccolo qua: il 2021 è stata un’epifania.

Non fa media con gli anni precedenti e non è indicativo di quello che succederà nei prossimi anni.

Come trattarlo in termini statistici?

Va preso come una stella cometa che capita una volta ogni 76 anni.

Quindi non dobbiamo festeggiare?

Tutto il contrario.

Va festeggiato da TUTTI come un EVENTO che ripaga parzialmente tutte le sofferenze subite negli ultimi 18 mesi.

Ma, se è vero che TUTTI possiamo festeggiare, quello che non può e non DEVE essere uguale per tutti è la REAZIONE, che ognuno deve calibrare in funzione propria condizione attuale.

Da una parte chi stava lavorando bene da anni, nel 2021 ha consolidato i risultati raggiungendo picchi mai toccati prima.

Questi sono gli Albergatori Pro che hanno il diritto e il dovere prendersi un momento per osservare il percorso compiuto, celebrare il risultato e guardare con fiducia al futuro.

Chi invece veniva da anni di stenti e numeri altalenanti, ha capito PER LA PRIMA VOLTA quale potrebbe essere il VERO potenziale del proprio hotel.

Per questi ultimi esistono due strade: vivere altri 76 anni di incertezza e risultati mediocri in attesa della prossima cometa, sperando che non arrivi prima un’altra pandemia a spazzare via tutto…

Oppure, capire come trasformare un episodio, in un sistema replicabile, che possa mantenere stabilmente i risultati del proprio hotel, su standard che fino pochi mesi fa considerava irraggiungibili.

Ora, ovviamente non c’è nemmeno bisogno che ti dica da che parte stare se ambisci a diventare Pro.

Ma ci tengo ad aggiungere un’ulteriore precisazione.

So benissimo che post come questo possono sembrare autocelebrativi e conosco perfettamente le possibili conseguenze.

Per farvi un esempio, quando IL 5 DI GIUGNO, ho rilasciato questa intervista prevedendo un estate da record, la scala degli aggettivi che mi sono stati attribuiti varia da ottimista a illuso, da megalomane a incosciente.

Ora, il bello dei numeri è che sono oggettivi.

Non hanno paura che il proprietario non conceda sconti, che le banche non concedano moratorie o che lo stato non conceda incentivi…

Semplicemente dicono ciò che succede (e succederà), a chi ha la capacità e il coraggio di leggerli.

Ecco perché, come sempre, ho alzato le spalle e ho proseguito il mio percorso.

Non perché io sia particolarmente menfreghista o distaccato (in passato ci soffrivo per queste cose), ma semplicemente perché, sono consapevole che la mia missione di far crescere il maggior numero di albergatori comporta anche, attirarsi critiche di questo genere.

D’altro canto, il fatto che io sia riuscito a prevedere quello che è poi accaduto, non è frutto di un talento naturale o di doti da cartomante.

E’ la normale conseguenza della possibilità di analizzare migliaia di report con dati previsionali analitici che mi consentono di leggere in anticipo gli andamenti di mercato.

Chiaramente anche questa (come tutte), è una competenza che si allena giornalmente e, a parità di dati, anche la capacità di leggerli FA LA DIFFERENZA.

Per concludere, in questi giorni ho letto veramente di tutto…

==> Politici che hanno celebrato un risultato acquisito assumendosene meriti;

==> Professionisti che stilano bilanci sommari frutto di chiacchere da bar;

==> Aspiranti consulenti che si fregiano di aver percorso migliaia di chilometri per seguire da vicino gli hotel, come se i chilometri percorsi fossero indice di competenza o un risultato da celebrare.

Per intenderci, il mio lavoro (e in generale quello di tutti i membri del Team Pro), non è andare a trovare i clienti per “fargli compagnia” (anche se con alcuni di loro mi trovo meglio che con i miei amici di infanzia).

Il nostro lavoro è conoscere il mercato meglio di chiunque altro e sapere suggerire agli albergatori che seguiamo, QUALI azioni compiere e QUANDO compierle per massimizzare i risultati.

Questo è quello che siamo bravi a fare ed è il motivo per cui veniamo pagati.

Questo è il motivo per cui VENTISEI clienti dei quaranta che seguiamo hanno ottenuto il record storico sull’estate appena conclusa.

Quindi, se stai cercando un motivo per iscriverti al prossimo corso a novembre, eccoti servito.

A Riccione non vivrai soltanto un momento di leggerezza e confronto con centinaia di colleghi illuminati che arriveranno da ogni angolo della penisola.

Non avrai soltanto l’occasione di apprendere dai principali esperti Italiani nelle specifiche discipline che affronteremo.

Ho un’altra promessa per te.

Ti prometto personalmente che sfrutterò ogni giorno e ogni momento che ci separa dalla data per cercare, studiare e interpretare OGNI informazione che potrà essere utile per preparare nel miglior modo possibile il 2022.

Ovviamente, in questo momento non so ancora se saremo in stato di emergenza e o se vivremo un nuovo rinascimento del turismo Italiano.

Quello che ti prometto è che metterò a disposizione tutta la mia esperienza, le mie conoscenze e il mio impegno per permetterti di ottenere il massimo risultato possibile per il TUO hotel.

Adesso tocca a te.

Se vuoi conoscere in anticipo il tuo futuro, ti basta iscriverti al corso!

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Case Study: cosa ci fa un Resort Balinese a Santa Caterina dello Ionio, in Calabria?

Oggi voglio raccontarti la storia di Marco Guido, un albergatore calabrese che, quasi 4 anni fa, ha rilevato, insieme ad un socio investitore, 6.000 ettari di lungomare sulla costa di Santa Caterina dello Ionio.

Marco, appassionato di viaggi e di oriente come me, ha un carattere vulcanico e un bel giorno ha trovato l’ispirazione e ha deciso di dar vita ad un villaggio, dove si respirasse un’aria esotica, del tutto lontana dalla realtà geografica in cui si trova.

Ora, a prescindere dal forte rapporto che ci lega da anni e dalla passione condivisa per l’isola di Bali, ormai conoscete il mio rapporto con il marketing strategico.

Per quanto un’idea possa accendere la fantasia, prima di essere trasformata in azione, deve essere validata dai numeri.

Fine.

Il Riva del Sol ha 73 bungalow e due ristoranti.

Marco ha deciso di rivolgersi a noi per liberarsi dai Tour Operator che, per i primi 3 anni di vita della struttura, hanno venduto il resort come un villaggio family oriented.

Ora, data la forte identità, l’obiettivo era vendere direttamente, senza intermediari.

Per farlo avevamo però la necessità di posizionare il resort in modo più mirato ed efficace.

Da un punto di vista esperienziale, avevamo davvero un grande vantaggio competitivo: appena varcate le soglie del villaggio, infatti, accedi ad luogo davvero unico, capace di farti dimenticare di essere in Italia.

Tutto è studiato nei dettagli per ricordare un villaggio balinese: dalla scelta materiali dei bungalow, al personale multietnico, al cibo, fino agli spettacoli.

Lo scopo, raggiunto, è far vivere agli ospiti un viaggio intercontinentale senza prendere un aereo, senza mai uscire dal resort.

Attenzione però.

Questa tipologia di struttura e i servizi offerti richiamano a gran voce il target delle coppie, o in generale quello che in gergo viene definito Adults Only.

Ora la domanda che dovresti farti anche tu è: come verificare se i tuoi attuali clienti, sono effettivamente il target ideale per la tua struttura?

Tutto parte da un’analisi dettagliata delle tue recensioni, in funzione del contesto competitivo.

Anche se può sembrare banale, hai mai fatto questo tipo di analisi?

Vediamo di cosa si tratta.

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Vai sulle diverse piattaforme come Google, Booking, Tripadvisor e ovunque tu possa trovare giudizi.

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Individua i tuoi competitor e procedi ad una lettura attiva delle recensioni (lettura attiva = con carta e penna alla mano).

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Poi leggi le tue per capire cosa stai facendo meglio degli altri e cosa devi migliorare, utilizzando i concorrenti diretti come metro di valutazione.

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In ultimo, prendi le recensioni migliori in termini di giudizio e classificale per tipo di cliente (in questo Booking e Tripadvisor ti danno un grande aiuto incentivando il cliente a definirsi).

Nota bene: aver fatto questa analisi una volta, in fase di apertura, non è sufficiente.

Se non fai questa analisi periodicamente la tua realtà rischia di diventare obsoleta, mentre i tuoi competitor si aggiornano sulla base di queste informazioni.

In quest’ottica è molto utile il supporto di un occhio esterno, qualcuno che non vive ogni giorno, tante, troppe ore al giorno, la tua struttura.

Qualcuno che riesca ad allargare la visuale, mostrandoti tutto quello che c’è intorno e capire, di conseguenza, sei stai andando nella direzione giusta.

Nello specifico, aggiornare l’immagine del resort, cambiare target in modo così radicale non è stato affatto semplice.

La paura principale di Marco e dei suoi collaboratori era come informare le famiglie, ormai fidelizzate, che non era più il luogo più adatto a loro.

La cosa importante era strutturare la corretta comunicazione, che desse ai clienti gli strumenti per capire da soli che quello non era il contesto ideale per le loro esigenze, che non c’erano i servizi adatti, specialmente per bambini piccoli.

❓

Cosa è stato fatto per rivoluzionare l’immagine del resort e diventare indipendenti dai Tour Operator?

  • Impostazione di un nuovo “sistema” di vendita diretta;
  • realizzazione di un nuovo sito internet dedicato al target selezionato in modo inequivocabile, mostrando subito l’unicità del resort;
  • creazione di offerte e pacchetti su misura per il target desiderato;
  • creazione di un listino per tipologie;
  • monitoraggio costante delle vendite;
  • implementazione e monitoraggio del sistema di Advertising per Google e Facebook, impostando le campagne con uno specifico focus sul target Adults Only;
  • gestione dei profili social e funnel di e-mail marketing per veicolare la customer journey.


Un cambio di target così radicale significa ripartire, avere a che fare con una start-up che deve rivedere tutta la sua organizzazione, la sua comunicazione e la vendita.

Non è un passaggio semplice, richiede impegno e la voglia di mettersi in gioco, assecondando le naturali potenzialità emerse dall’analisi della struttura.

Ma non solo.

Emotivamente è pesante da elaborare e affrontare.

Ti sembra un salto verso l’ignoto, di cui non hai ancora in controllo.

L’analisi della struttura, dei servizi offerti e dei competitor diretti, ha portato alla definizione del target ideale per questo tipo di resort, improntato ad uno standard di servizio internazionale.

Ma la paura di Marco, e della fidanzata Luisa, non era legata solo al cambio radicale di target.

L’obiettivo principale era riuscire, per la prima volta, a gestire la vendita diretta, slegandosi dai Tour Operator.

Risultato?

Grazie ad un supporto costante di Cristiana Bonacini, siamo riusciti ad abbandonare la clientela abituale di famiglie e a costruirsi una nuova rete di clienti, composta da coppie e gruppi di amici, arrivando velocemente ad avere, in soli 3 mesi più di 10.000 contatti in target.

Le recensioni sono migliorate e i clienti dimostrano di apprezzare particolarmente i nuovi servizi dedicati, che ogni giorno vengono affinati per essere sempre più in linea con le richieste ricevute.

L’aspettativa, prima dell’inizio della consulenza, era lo sviluppo di un percorso di crescita commerciale ed organizzativa, tale da permetterci di raggiungere il pieno potenziale del resort nel 2023.

Oggi, possiamo dire che le aspettative sono state abbondantemente superate.

Oltre ad avere ottenuto un’occupazione superiore alle previsioni del primo anno, i clienti target hanno incrementato enormemente la spesa per consumi extra.

Il nuovo format di intrattenimento con musica in piscina, complice anche la chiusura dei locali notturni, ha trasformato il resort in una meta ambitissima per la movida locale, generando nel week-end ricavi per consumazioni di bottiglie e drink paragonabili a quelli di una discoteca di grido.

Tutto questo in mezzo alle MILLE vicissitudini organizzative di un anno assolutamente irripetibile per ogni aspetto.

Ora, ovviamente siamo solo all’inizio di un percorso, che mira alla totale indipendenza già dal 2022, con ulteriore incremento di occupazione, retta media e consumi extra.

Ma le fondamenta sono state ristrutturate e il progetto ha un disegno ben definito.

A questo punto non ci resta che proseguire il nostro viaggio facendo a Marco i migliori auguri per il futuro.

Se anche tu hai in programma il rebranding del tuo hotel, prenota ora il tuo posto al corso di novembre prima che il prezzo aumenti!

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Comprare su internet con la partita iva

Ancora non ti fidi di comprare su internet?

Hai paura ad abbandonare i tuoi soliti fornitori?

Non ti preoccupare, ti spiego io come e dove comprare, garantendoti il risparmio, la fattura e soprattutto la stessa garanzia che ti da il tuo fornitore di fiducia.

So che spesso preferisci comprare di persona in un negozio “fisico”, dove puoi toccare con mano i prodotti e dove torni se non sei soddisfatto o se si rompe qualcosa, ma ti assicuro che oggi internet offre questo e molto di più, spendendo meno soldi e soprattutto meno tempo.

Ovviamente ci sono degli accorgimenti da seguire, non puoi andare allo sbando e sperare che vada tutto bene.

Ad ogni modo, quando ti serve qualcosa, ti consiglio sempre di inziare la tua ricerca on-line da Amazon.

Non credo sia necessario sottolineare che sia il più grande negozio del web, ma vorrei soffermarmi sull’account aziendale per poter ricevere la regolare fattura d’acquisto.

Una volta creato l’account su Amazon.it, basta che clicchi su “Il mio account” in alto a destra, poi nella sezione Impostazioni va su Gestisci il tuo numero di Partita IVA, qui potrai inserire tutti i dati della tua azienda e richiedere l’attivazione della tua partita iva per rendere il tuo account aziendale.

A me le mail di conferma richiesta e di accettazione sono addirittura arrivate nel giro di 1 minuto, suppongo che le tempistiche possano anche essere più lunge, ma sarà comunque una procedura molto rapida.

Una volta reso aziendale il tuo account, quando farai un acquisto sarà emessa in automatico la fattura italiana con la tua intestazione, motivo per cui se acquisti qualcosa per tuo uso privato, dovrai creare un altro account Amazon da semplice consumatore.

Per stampare o salvare la fattura in PDF basta andare ne “I tuoi ordini” e cliccare su Fattura in alto a destra.

E questa è l’anteprima di stampa:

Un altro vantaggio determinante degli acquisti su Amazon, è la garanzia.

Fino ad un mese dalla ricezione dell’oggetto, puoi richiedere un reso gratuito con il rimborso totale di quello che hai speso.

Puoi quindi acquistare in tutta tranquillità, provare per un mese la merce e se non è di tuo gradimento, fare una richiesta di reso schiacciando semplicemente il pulsante Restituisci o sostituisci articoli: ti verrà richiesto il motivo e la modalità di spedizione (tramite corriere o poste italiane, entrambi gratuiti) e in che modo vorrai che ti vengano restituiti i soldi (sulla carta di credito o in buoni regalo Amazon).

Io scelgo sempre la spedizione tramite posta perchè così non sono vincolato al passaggio del corriere, vado io all’ufficio postale quando ho altri giri da fare, e il riaccredito sul conto Amazon, perchè dopo qualche ora dall’invio del pacco ti verranno subito riaccreditati i soldi!

Non devi quindi aspettare che il tuo reso gli arrivi e puoi già spendere il credito per ricomprare lo stesso oggetto o qualsiasi altra cosa.

Ma non finisce qui, tutti i prodotti sono coperti inoltre dalla garanzia di due anni, per cui se qualcosa si rompe dopo qualche mese, non ti preoccupare, puoi richiedere ugualmente il rimborso.

Questa però volta non è una procedura automatica, devi fare richiesta telefonicamente o tramite chat dalla sezione Contattaci raggiungibile seguente link.

In questa pagina ti basterà selezionare l’oggetto, l’argomento e la modalità di contatto.

Io ho sempre scelto la Chat nelle due volte che mi è capitato di servirmene, ed in entrambe le volte mi è stato concesso il rimborso immediatamente!

Ti riporto la chat perchè io non ci avrei creduto se me l’avessero raccontato:

03:58 PM CEST (Amazon): piacere Daniele allora, il telecomando non funziona più, giusto? cosa è successo?

03:59 PM CEST Ciao, sì ho comprato poco più di un mese fa questo telecomando, ma non funzionano più i pulsanti di accensione e spegnimento (che comunque erano invertiti), io per urgenza ne ho già acquistato un altro da voi, sarebbe possibile restituire questo?

04:00 PM CEST (Amazon): ok, ho capito, ti faccio una etichetta per restituirlo e ricevi il rimborso quando rientra nel nostro centro, a posto così?

2 minuti netti!

Questo per un telecomando acquistato da poco più di 1 mese, ma è andata esattamente così anche per un lettore mp3 di quasi 2 anni.

Nonostante poi che mi sia stato detto che il rimborso sarebbe avvenuto solo quando l’oggetto fosse arrivato da loro, avendo scelto il riaccredito sul conto Amazon, mi è stato fatto solo dopo 2 ore dalla spedizione del pacco alle poste.

Sfido a trovare un qualsiasi tuo fornitore che ti faccia un servizio lontanamente paragonabile.

Ma oltre a tutto ciò, ti consiglio caldamente di sottoscrivere anche il servizio Amazon Prime, io stesso ce l’ ho su ben 3 account, che ti permette di avere la spedizione gratuita di un giorno sulla maggior parte degli articoli al costo di 19,99 € l’anno.

Avere Amazon Prime significa ordinare il pomeriggio e ricevere la merce la mattina successiva, in meno di 24 ore.

Praticamente spendi 20 € che ammortizzi tranquillamente se in un anno ti capita almeno 3 volte di aver necessità di una spedizione rapida.

Ti lascio immaginare i vantaggi di una spedizione così veloce, come può essere l’urgenza di rimpiazzare un telecomando perso, un forno a microonde rotto improvvisamente, una stampante che non ne vuole più sapere di lavorare o anche un cliente che ha bisogno dell’alimentatore del computer portatile che ha dimenticato a casa, vuoi mettere con pochissimo sforzo che servizio e che figurone fai?

Come sempre ti faccio un esempio concreto di un fatto realmente accaduto a me.

Una coppia anziana mia ospite l’anno scorso, si era portata dietro le cuffie da collegare alla tv, il marito essendo un po’ duro di orecchi non voleva disturbare gli appartamenti confinanti, però si sono accorti che non potevano collegarle al decoder di sky perchè ha due ingressi audio anzichè uno (le classiche prese bianche e rosse di audio destro e sinistro).

La moglie mi ha spiegato il problema e mi ha chiesto se potevo aiutarli in qualche modo.

Certo, avrei potuto dire di no, non rientrava lontanamente nelle mie responsabilità, ma se invece volevo fare quel passo in più che contraddistingue un servizio qualsiasi da uno eccellente?

Facile, ho cercato su AmazonSdoppiatore cavo audio per cuffie tv” et voilà, trovato il rarissimo cavetto, probabilmente reperibile solo in chissà quale negozio di nicchia (di solito si trova l’inverso, ovvero con due prese e uno spinotto), e con 5,99 € (compreso iva) ho fatto felice i due clienti e tutti quelli degli appartamenti limitrofi.

E quanto tempo ci ho impiegato? 5 minuti.

E se fossi dovuto andarlo a cercare di persona? Non oso immaginare quanto tempo/pazienza/benzina avrei potuto sprecare!

E se non l’avessi fatto? Anziani scontenti e clienti adiacenti che si sarebbero lamentati del volume troppo alto.

Il tutto poi con 6 €, neanche stare a pensarci!

Ma non credere che Amazon venda solo elettronica, puoi trovare qualsiasi prodotto immaginabile.

Proprio adesso ho appena fatto una ricerca per un sedile di un sanitario che mi si è rotto e l’ho trovato!

Addirittura a 5 € in meno rispetto al prezzo del negozio specializzato di termoidraulica in cui sono dovuto andare a cercarlo (e neanche ce l’avevano).

Non ti basta come esempio?

Guarda allora questa affettatrice professionale o questo aspiratore della Karcher.

Certo, non puoi trovare proprio tutti i macchinari industriali che ti servono in hotel, ma di sicuro una buona mano Amazon te la da.

Magari è la volta buona che compri una stampante che non fa venire l’easurimento nervoso a chi la usa o un gruppo di continuità che quando salta la luce, non ti fa perdere il report con i costi e i ricavi del 2016 che ti è costato una giornata di lavoro.

Due consigli?

La stampante HP Laserjet P2035 che che grazie al doppio cassetto non rischierai più di stampare il menù sulle ricevute fiscali, o questo gruppo di continuità APC che ti permetterà di salvare tutti i tuoi documenti prima di spegnere il computer quando va via la corrente.

Ma non solo, cercando quello che ti serve su Amazon, grazie alle classifiche dei prodotti più venduti di ogni categoria, alle recensioni e alle domande degli altri utenti, potrai anche sostituire la svogliata consulenza dell’addetto del negozio di turno, che non ha l’interesse di spiegarti cosa è meglio per te, con una “consulenza fai da te” immediata ed esaustiva.

Indeciso su quale tv comprare?

Scegli quella più venduta o quella con il maggior numero di recensioni positive, non puoi sbagliare!

Per non parlare dei prodotti di nicchia che ti fanno dannare l’anima per trovarli, tra telefonate e giri a vuoto in mille negozi, come è successo proprio a me questo weekend, quando il cane di un cliente ha mangiato il telecomando del condizionatore.

Il condizionatore ha parecchi anni, la ditta che lo faceva non esiste neanche più, per scrupolo ho chiamato anche il mio tecnico ma non mi ha saputo aiutare, che fare allora?

Ho cercato “telecomando condizionatore teco” e comprato quello con il maggior numero di recensioni positive, domani mi arriva e vedremo se funziona, ma in caso negativo, lo mando indietro e ne prendo un altro.

Non è una comodità eccezionale?

Se invece proprio non ti va di anticipare i soldi senza avere subito in mano quello che compri, c’è un’altra alternativa, l’Unieuro.

Ebbene sì, sul sito dell’Unieuro è possibile acquistare on-line per poi pagare e ritirare direttamente in uno dei punti vendita che scegli.

Anche altri on-line store lo fanno, ma l’Unieuro è quello con i migliori prezzi e la maggiore diffusione di punti vendita.

Una volta scelto il prodotto, ti basterà cliccare su “Ritira in negozio” per concludere l’acquisto.

Quando il prodotto sarà disponibile al ritiro, ti arriverà la mail di conferma, così ti potrai recare di persona a ritirarlo e pagarlo, ovviamente sempre dietro emissione di fattura.

Se ti stai chiedendo:

Ma allora non conviene andare direttamente al punto vendita senza acquistare prima dal sito?

La risposta è NO.

Questo perchè la quasi totalità dei prezzi che vedi on-line sono scontati rispetto a quelli del negozio.

A me è capitato di vedere esposto lo stesso frigorifero che stavo andando a ritirare, a ben 70 € in più rispetto al prezzo on-line.

Quindi fa pure tutte le ricerche da casa e poi valuta bene dove e come acquistare.

Quando invece ti sentirai un po’ più smaliziato e pronto a comprare anche su siti che non conosci, puoi farlo comunque in tutta tranquillità se accettano il pagamento tramite PayPal.

Avere un account su PayPal è d’obbligo, per un semplicissimo motivo di sicurezza che ti spiego subito.

PayPal funziona come una sorta di intermediario tra te e il negozio on-line, perchè invece di dare i dati della tua carta di credito al sito dove acquisti, vieni reindirizzato sulla pagina di PayPal dove dovrai inserire utente e password del tuo account, PayPal si occuperà della transazione.

In questo modo i vantaggi sono 2:

  1. Non dai in giro i dati della tua carta di credito.
  2. In caso di mancata spedizione, merce danneggiata, errata o se non ne sei soddisfatto, sarà PayPal stesso a rimborsarti con il suo servizio di Protezione acquisti!

Ti assicuro che funziona perchè è successo proprio a me: ho acquistato delle magliette su di un sito, dopo un mese non mi erano ancora arrivate e il venditore non mi rispondeva, ho aperto un reclamo su PayPal e sono stato subito rimborsato.

Bello vero?

Quindi se vuoi, puoi fare una ricerca direttamente su Google o Trovaprezzi.it (un comparatore di siti tipo Trivago) e scegliere uno store on-line che accetti il pagamento tramite PayPal, fa solamente attenzione ai tempi e costi di spedizione che potrebbero essere elevati o troppo lunghi.

Giusto per tua informazione, questi sono alcuni dei negozi on-line più conosciuti ed affidabili:

RedCoon (redcoon.it), ePRICE (eprice.it), OnlineStore (onlinestore.it), ClickForShop (clickforshop.it) e Yeppon (yeppon.it).

Giunti alla fine, tiriamo come sempre le somme:

Vantaggi

  • Spedizione 1 giorno gratuita con Amazon Prime
  • Restituzione gratuita e rimborso totale fino a 2 anni
  • Consulenza fai-da-te” tramite recensioni e classifiche
  • Vastità di prodotti altrimenti introvabili
  • Emissione fattura automatica con account aziendale

Svantaggi

  • non pervenuti…

Vantaggi

  • Ritiro gratuito presso il punto vendita scelto
  • Nessun anticipo o carta di credito richiesti
  • Pagamento al ritiro

Svantaggi

  • Potrebbe richiedere qualche giorno

Vantaggi

Svantaggi

  • Controllare bene i costi e le tempistiche di spedizione

Bene, questo è tutto quello che devi sapere prima di iniziare a comprare su internet, ma se ancora non ti ho convinto o vuoi il mio parere su altri siti, contattami pure o scrivimi nei commenti!

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Le colonnine di ricarica per attirare nuovi clienti, aumentare ricavi e soddisfazione ospiti

Lo ammetto, fino a qualche mese fa non avevo la minima idea di come funzionassero le auto elettriche e di quante tipologie ce ne fossero.

Poi mi è capitato di leggere la biografia di Elon Musk e a quel punto, ovviamente, oltre a essermi convinto a volere una Tesla, mi sono avvicinato al mondo delle auto elettriche, confrontandomi con chi già ne aveva una, e sono sorti diversi problemi riguardanti la ricarica, soprattutto negli hotel, che è ovviamente l’argomento che ci interessa di più.

Proprio poco tempo fa, avevo pubblicato sul nostro gruppo Facebook, il video del proprietario di una Tesla che si lamentava di un grande hotel in Romagna, reo di avergli garantito una stazione di ricarica per la Tesla, ma al suo arrivo, scoprì che non aveva assolutamente una potenza di ricarica sufficiente.

So che ancora non ti è chiaro, vedremo tra poco tutto con ordine, ma avere una potenza di 4kw rispetto a quella standard di 22kw, significa che è il 20% di quello che ci si aspetta.

Vediamo quindi come evitare di fare questi scivoloni e sfruttare le colonnine di ricarica per attirare nuovi clienti, aumentare ricavi e soddisfazione degli ospiti.

Partiamo col definire quante tipologie di auto elettriche, necessario per capire quelle che effettivamente hanno bisogno o meno di una ricarica.

Le tipologie sono tre:

  • ibride mild/full
  • ibride plug-in
  • elettriche

Le ibride mild e full hanno un motorino elettrico a supporto del motore termico.

Non hanno bisogno di ricarica perché recuperano energia in frenata.

Fonte Bmw.com

Discorso leggermente diverso per le ibride plug-in, in cui la batteria lavora insieme al motore, ma può essere anche utilizzata anche in modalità totalmente elettrica per circa 70-80 km

Questa tipologia di motore ha necessità di ricarica ma senza ansia, perchè se finisce la batteria, il motore tradizionale continua a funzionare.

Fonte Bmw.com

Le ibride plug-in e le mild/full ci interessano relativamente perché non necessitano di trattamenti particolari.

Le auto elettriche invece hanno un unico motore elettrico e, ovviamente, hanno bisogno di ricarica per non rimanere a piedi.

Fonte Bmw.com

Fatta questa premessa, vediamo adesso l’impatto che hanno le macchine elettriche sul mercato.

Nel 2021 sono state immatricolate 67.255 auto elettriche (+107% sul 2020) e 69.499 ibride plug-in (+153,75%).

Le auto con la spina raggiungono il 9,35% sul mercato totale, contro il 4,33% del 2020. (fonte ANSA).

Tradotto: 1 auto ogni 10 è elettrica.

Quello che ci interessa capire, è che è un trend in forte aumento e durante il 2021 i punti di ricarica aumentati del +35%, secondo motus-e.org, al 31 dicembre 2021, in Italia ne risultano installati 26.024.

Fonte: motus-e.org

E’ molto importante capire le tipologie di ricarica, perché spesso gli hotel pubblicizzano le colonnine ma senza darne alcuna specifica.

Purtroppo può capitare che l’automobilista arrivi in hotel e si trova di fronte ad una presa industriale o addirittura a una normalissima schuko (presa tedesca).

Facciamo quindi chiarezza sui quattro modi di ricarica.

Il modo uno è una presa schuko, va bene per la bici, monopattini, motorini ed eroga una potenza di ricarica fino a 2,3 kW.

Questo è il modo più semplice non è adatto per le auto elettriche.

Il modo due sono invece le prese industriali monofase e trifase (quelle blu e quelle rosse, per capirci), si possono utilizzare per ricaricare i veicoli, ma non è ancora il modo più ideale.

Veniamo finalmente al modo tre, ovvero wall box e colonnine con ricarica tra 11 e 22 kW, con la classica presa, quella che si vede in qualsiasi pubblicità di auto elettriche.

Questo è l’unico modo che fa felici i clienti.

E non solo, dato che le colonnine e la wall box sono collegate in modo fisso all’impianto elettrico, in caso di malfunzionamento, hanno un sistema di emergenza che evita di far incendiare ed esplodere la macchina del tuo ospite.

Cosa sempre molto gradita.

L’ultimo modo è invece il quattro, la ricarica super veloce fino a 250 kW, ma in questo caso parliamo perlopiù di stazioni pubbliche, e, soprattutto, non tutte le auto elettriche supportano la ricezione di questa potenza.

Facciamo un po’ di luce anche sulle unità di misura, molto importanti per capire i tempi di ricarica.

E’ fondamentale capire chi sono i tuoi clienti, perché se stanno una settimana e non usano l’auto, va benissimo una colonnina a bassa potenza che impiega una notte per la carica completa.

Se invece il tuo albergo è in una zona di passaggio, dove il soggiorno medio è basso, è allora necessario che la colonnina eroghi più potenza per poter ricaricare l’auto in qualche ora.

Ma facciamo un esempio con la 500, che ha una batteria di 42kWh, e una colonnina di ricarica a 11 kW.

Il tempo di ricarica si calcola molto facilmente, dividendo la capienza della batteria per la potenza di ricarica.

Quindi 42:11= 3,8 ore per caricare da 0 a 100, ma è abbastanza raro che un cliente arrivi in albergo con la macchina completamente scarica.

L’importante è sapere che con una colonnina da 11 kW mediamente necessita 3 ore e mezzo per ricaricare dal 20% all’ 80%, che sono le due soglie consigliate per ricaricare le batterie.

Piccolo consiglio: tra il 20 e l’ 80% e la soglia di ricarica consigliata per qualsiasi tipo di batteria, anche per i cellulari.

Altro esempio, la Tesla Model 3, ha la batteria un po’ più capiente, 75kWh, e una colonnina da 7,4kw.

In questo caso saranno necessarie 10 ore, ovvero un’intera notte intera.

Ricapitolando, se hai un albergo con soggiorni medio-lunghi, la potenza di ricarica è abbastanza irrilevante, se invece hai, ad esempio, un ristorante o una SPA aperti agli esterni, che quindi stanno solo qualche ora, ti consiglio di valutare una colonnina con potenza maggiore per avere un tempo di ricarica minore.

Ricordati sempre che chi ha un’auto elettrica, sa benissimo la capienza della propria batteria e i relativi tempi di ricarica.

E, a proposito di questo, è altrettanto importante sapere che una colonnina da 11kw collegata a due auto, non le caricherà contemporaneamente a 11kw, ma alla metà.

Ma parliamo ora dell’aspetto economico, ti riporto qualche cifra di riferimento per darti un ordine di grandezza, ma, ovviamente, ci sono da tutti i prezzi.

  • Colonnina standard, con potenza, 3,7 kW o 7,4 kW, parte da circa 500 €.
  • Colonnina fast, da 11kw a 22kw, può costare fino a 2.000 €.
  • Colonnina superfast, oltre i 50 kW, ha un costo tra i 10.000€ e i 15.000€.

Ti faccio notare però una cosa, non sta scritto da nessuna parte che devi dare la ricarica gratuita.

O meglio, puoi decidere di dare una colonnina standard gratuita e una a carica veloce a pagamento.

Come si può fare col Wi-Fi: quello base senza una velocità garantita è gratuito per tutti, e quello superveloce è invece a pagamento.

Nel caso decidessi di fare questo investimento e di far pagare le ricariche, avrai anche un ROI (ritorno di investimento) facilmente determinabile, perché tracciando con il tuo software gestionale tutti gli addebiti di ricarica, saprai subito quanto hanno speso i tuoi clienti e capire se ti sei ripagato la colonnina.

Ok, una volta fatti questi ragionamenti, quali sono i passaggi per fare l’installazione?

  1. Il primo è verificare col tuo commercialista se ci sono contributi regionali e come fare per ottenerli.
  2. Il secondo è il sopralluogo del tuo elettricista, per capire quale colonnina può reggere il tuo impianto (per evitare di comprarne una da 22kw e scoprire che non passano i cavi).
  3. Il terzo è contattare il tuo fornitore di elettricità, perché prima di andare a cercarne un altro, è meglio sentire chi te la fornisce già, per capire se ha qualche offerta o qualche piano conveniente.

Una volta che sappiamo il nostro fornitore cosa ci offre, possiamo contattare anche altri fornitori, per capire se l’offerta che ci ha fatto è buona.

Non posso darti un fornitore che vada bene per tutti, perché ovviamente ce ne sono tanti e soprattutto la cosa fondamentale, è avere un’assistenza in loco.

Da priorità ai fornitori che hanno la possibilità di intervenire per un guasto anche ad agosto e durante i giorni festivi.

Scommetto che la domanda a cui starai pensando adesso è:

Ma quanto mi costa far caricare un’auto?

Come dicevo prima, le auto si tendono a caricare sempre dal 20% all’80%, di fatto quindi, il 60% della batteria.

Considerando una 500 dovrà ricaricare circa 25kwh (il 60% di 42), per una Tesla circa 45kwh (il 60% di 75).

Assumendo il costo di 0,30 € al kw, otterremo una forbice che va dai 7,5 € ai 13,50 €.

Volendo stare più cauti, considerando che se la ricarica è gratis, la tentazione di fare il 100% è tanta, possiamo assumere un valore medio di 10 € di energia consumata ad auto.

Ecco, adesso che sai quanto costa l’impianto e caricare un’auto, puoi valutare con maggiore serenità e con la calcolatrice in mano, se effettuare l’investimento o meno.

Adesso mi fermo un attimo per fare una piccola parentesi sulla Tesla.

E’ necessario farlo perché Tesla è sinonimo di macchina elettrica tanto quanto l’iPhone lo è di smartphone.

Inoltre, Tesla non è più esclusivamente una macchina elitaria, di conseguenza, i “teslari” sono sempre di più.

Questo perché nel 2021 è uscito un nuovo modello, la Model 3 che abbiamo visto negli esempi, che parte da 50.000 €, come un Q5 o suv simili BMW e Mercedes.

Ma perchè le Tesla devono interessare così tanto a te albergatore?

Molto semplice, perchè esistono i Destination Charger e i Supercharger, ovvero delle colonnine di ricarica dedicate alle Tesla.

La cosa interessante, è che entrambi vanno richiesti sul sito Tesla e forniti gratuitamente, a proprie spese c’è solo l’installazione.

Ma non è questo il vero motivo.

Il vero vantaggio è che i punti di ricarica vengono visualizzati direttamente sul navigatore della Tesla, dando una grande visibilità presso tutti i possessori di quest’auto.

Per fare un esempio, ho creato un ipotetico itinerario da Milano a Taormina: il navigatore mi fa vedere ogni quanto devo fermarmi per ricaricare, e, quasi sempre, i Supercharger sono nei pressi di un centro commerciale o hotel/ristorante.

Praticamente è il navigatore Tesla che ti porta i clienti in casa.

Quindi se hai un albergo con anche ristorante o bar nei pressi di un’uscita autostradale, il Supercharger sicuramente attira, se non tutti, quasi tutti i proprietari di Tesla che sono di passaggio.

Arrivati in Sicilia, a Taormina vediamo che c’è questo hotel in cui mi dice che ci sono ben due Tesla connector fino a 22 kW.

Secondo te, qualsiasi proprietario di Tesla che deve dormire a Taormina, che hotel sceglierà?

Esatto.

Ad oggi, la rete di ricarica pubblica è talmente mal gestita, che chi è in viaggio non guarda più neanche il brand, il posizionamento o le tariffe.

Un elettro-automobilista che sa di poter dormire tranquillo perché il tuo servizio di ricarica è efficiente, verrà da te a prescindere da tutto il resto.

Una volta finito di leggere questo post, per curiosità controlla sul sito Tesla quali sono i destination charger della tua città, e se intorno al tuo albergo non ce ne sono, sarebbe una buona idea far richiesta per averne uno e comparire sulla sul navigatore della Tesla, con tutta la visibilità che ne consegue.

Se sei di Palermo, fallo subito! Sei l’unico!

Oggi avere la colonnina non è ovviamente obbligatorio, è un servizio in più che ancora non è scontato.

Dal 2035 però, dovrebbero addirittura smettere di produrre auto endotermiche, e nei prossimi anni ci saranno sempre più auto elettriche, quindi mettere le colonnine tra 5-6 anni quando ce l’avranno tutti, non sarà più un elemento differenziante, ma sarà semplicemente una cosa scontata.

Invece metterle adesso e, soprattutto, comunicare correttamente, è sicuramente un punto di forza molto apprezzato, perché i possessori di auto elettriche sono disperati quando vanno in albergo e si ritrovano colonnine di ricarica deboli o non disponibili.

Bisogna trasformare una necessità in un punto di forza del tuo albergo.

Come il Wi-Fi qualche anno fa, quando ancora non era così fondamentale e l’importante era solamente avercelo.

Ma vediamo un’altra parte interessante.

Trucchi e suggerimenti.

Innanzitutto la posizione della colonnina, è sempre bene che sia al coperto o all’ombra e vicino al contatore.

Questo perché il sole surriscalda la colonnina e fa scattare l’elettronica di protezione, che legge questo surriscaldamento come un eccesso di corrente e ne diminuisce la potenza.

E proprio questo potrebbe essere successo nel video di prima.

E’ bene poi installare la colonnina vicino al contatore, per avere più stabilità di tensione della corrente.

Altra cosa da non sottovalutare, dato che oggi come oggi, le colonnine non sono molto utilizzate, è importante testarne ogni tanto l’efficienza, per evitare brutte sorprese al cliente che la usa dopo un po’ di inattività.

Ovviamente è fondamentale informare anche la reception di come funziona la ricarica, altrimenti alla prima richiesta telefonica, vanno tutti nel panico.

E non solo, anche nel sito del tuo albergo è importante che le informazioni siano chiare.

Purtroppo mi capita spesso di vedere pagine inutili con informazioni propagandistiche del vivere green, ma se uno l’auto elettrica ce l’ha, quella scelta l’ha già fatta, non gliene frega nulla di quello che pensi te, gli serve solo sapere:

  • la potenza di ricarica
  • il numero di colonnine
  • se è a pagamento o gratuita
  • se è necessaria la prenotazione

Non ho ancora trovato una pagina di un sito in cui siano presenti tutte queste informazioni.

Avere invece una pagina dedicata, seo oriented, che si posizioni su hotel+nome città+colonnine ricarica aumenterebbe notevolmente la visibilità del tuo hotel e l’efficacia della comunicazione.

Da poco anche Booking.com ha inserito la possibilità di segnalare la stazione di ricarica, purtroppo però senza alcun dettaglio di quelli che abbiamo appena visto.

E a tal proposito, segnalo con piacere un nuovo progetto che si chiama “Eviaggio“.

EViaggio è un portale che è stato creato da una persona che ho avuto modo di conoscere, perché è il classico elettro-automobilista, stufo di queste imprecisioni e informazioni inutili sui vari siti, ha così deciso di crearsi da solo il proprio portale: EViaggio.it.

Di proprio pugno ha inserito tutti gli hotel con le colonnine di ricarica presenti nelle varie app, inserendo le informazioni veramente utili ai viaggiatori: il tipo di connettore, la potenza di Kw, il numero di prese, il link a Booking.com.

Se hai già una colonnina, controlla se il tuo hotel è già presente sul portale e rivendicane la proprietà, completando in modo gratuito la scheda con le varie informazioni e foto.

Oltre a questo portale dedicato, puoi segnalare la tua stazione di ricarica anche sulle varie app usate dagli automobilisti elettrici, le più diffuse sono:

NextCharge – PlugShare – Chargemap

Torno a dire, è importante farlo adesso, sia per avere un vantaggio competitivo, sia per dare un buon servizio che ad oggi quasi nessun albergo può garantire.

Oltre a questo, non ti farai cogliere impreparato quando diventerà praticamente obbligatorio avere delle colonnine in hotel.

Bene, siamo giunti alla fine, qui sotto puoi vedere la registrazione del webinar da cui è nato questo articolo:

Se hai qualche domanda o dubbio, ti invito a scrivermi sul nostro gruppo Facebook Albergatore Pro.

Ti aspetto!


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Anatomia del tuo sito web

Quanto tempo hai speso per progettare i tuoi depliant?

Hai dedicato la stessa attenzione al tuo sito web?

Oggi ti spiegherò come analizzare il tuo sito web, in modo semplice e veloce, per capire cosa c’è che non va e come migliorarlo, anche se non hai alcuna competenza informatica.

Spesso, purtroppo, la realizzazione del sito web degli hotel viene interamente delegata al webmaster di turno, a cui non vengono date direttive precise, se non fare “un bel sito da non spenderci troppo”, ma lui di hotel e turismo potrebbe non capirne nulla e fare solamente un sito bello ma inutilizzabile al tuo scopo, cioè convertire i visitatori in clienti.

Questo accade perché il titolare non ha nozioni informatiche e quindi si sente in dovere di non preoccuparsene più di tanto, perché il suo lavoro è prendere prenotazioni (e può anche essere giusto), si limita quindi a rimediare qualche foto, il listino prezzi e per i testi “prendili da un altro sito”.

Ma andiamo con ordine.

Il fattore più importante: le foto

Non è assolutamente facile farle, conviene affidarsi ad un professionista (guai a te se usi il cellulare), le puoi far fare ad un amico/parente solo se ha una reflex e le sa post-produrre, altrimenti spendere 500/1.000 € in un servizio fotografico è assolutamente la scelta migliore, avrai un ritorno d’immagine e di investimento ben maggiore.

Aspetta una bella giornata di sole, valuta se fare le foto la mattina o il pomeriggio a seconda dell’inclinazione della luce, e non dimenticarti di far comparire anche delle persone, l’effetto sarà completamente diverso rispetto ad un bureau o una piscina vuoti.

Provare per credere!

Spero che la tua attenzione non si sia concentrata troppo sulla photoshoppata di scarsissima qualità che ho fatto, ma sulla resa ben diversa che hanno il prima e il dopo.

Se il tuo hotel non ha molto da offrire, non ti preoccupare, usa foto della tua città, di un parco giochi, del mare/lago/montagna o di qualsiasi altro motivo che possa spingere un cliente a venire da te, perchè non stai vendendo camere, stai vendendo un’esperienza.

Un cliente non viene da te per stare in camera, ma per sciare, andare al mare, fare un’escursione, andare ad un evento o ad un parco divertimenti, punta tutto su questi fattori se la tua struttura non ha molto da offrire.

Paradossalmente colpisce molto di più un sito che ha la foto di un tramonto in spiaggia o dell’alba sul Monte Bianco, che non quelle di un grand hotel con piscina e idromassaggio in camera, perchè se vado in montagna o al mare, sarà più il tempo che passerò a sciare o in spiaggia che non in camera.

Il secondo fattore: la velocità

Già, puoi avere il sito più bello del mondo con delle foto spettacolari, ma se ci mette più di 5 secondi a caricare (in rete i secondi equivalgono alle ore), la maggior parte degli utenti fuggirà.

Non voglio andare troppo nel tecnico, che non è lo scopo del mio blog, ti consiglio semplicemente uno strumento da utilizzare per capire cosa migliorare all’interno del tuo sito, sarà poi il tuo webmaster a prendersi il “cicchetto” e a rimediare.

Come sempre ti viene in aiuto Google, questa volta con il suo servizio PageSpeed Insights, dove basta inserire l’indirizzo del tuo sito e Google lo analizzerà, dandoti un voto e segnalandoti cosa è fatto bene e cosa no.

A dire il vero, è una cosa che dovrebbe verificare chi ti ha fatto il sito prima ancora di metterlo online, ma si sa, non tutti fanno le cose per bene, e come albergatore dovresti essere abbastanza abituato a dire agli altri come fare il proprio lavoro, dico bene? 😀

Ok, adesso hai un sito veloce e delle foto che parlano da sole, cos’altro aggiungere?

L’arte del copywriting: scrivere per vendere

Ovviamente anche i testi hanno la loro importanza, ma non bisogna dilungarsi troppo, perchè “la gente non legge”, quindi utilizza gli elenchi puntati quando parli dei tuoi servizi, lascia solamente qualche paragrafo che descriva l’esperienza che vivrà il cliente quando soggiornerà da te, non soffermarti in modo prolisso a tessere le lodi del tuo hotel.

Devi trasmettere delle emozioni a chi legge, e anche in questo caso non sarebbe male affidarsi ad uno specialista di copywriting, alleggerirai il tuo webmaster di un lavoro non di sua competenza, facendolo fare a chi per mestiere scrive per vendere, non credo sia necessario sottolinearne i vantaggi.

Un esempio?

Che dici, compreresti degli stivali di seconda mano o retro chic?

La differenza tra questi due annunci si fa molto più sentire tra un sito semplicemente descrittivo e uno orientato alla vendita, ti lascio indovinare quale dei due ti possa far raddoppiare il tuo fatturato!

Design responsive: scontato ma non troppo

Ormai lo danno tutti per scontato, ma non è sempre così, è bene che ti assicuri che il tuo sito sia responsive.

Sicuramente avrai già sentito questo termine ma se di ben preciso non sai cosa significa, te lo spiego subito.

Innanzitutto responsive significa dinamico, ciò vuol dire che il sito si adatta alla dimensione della finestra in cui viene visualizzato.

Erroneamente viene associato alla versione per cellulari, ma in realtà lo scopo del design responsivo è essere fruibile su qualsiasi dispositivo a qualsiasi risoluzione.

Anni fa venivano fatte due versioni del sito, una desktop per i computer e una mobile per i cellulari/tablet, ma in questo modo si dovevano fare due siti separati, quindi il doppio della spesa, e ogni modifica andava fatta due volte, quindi il doppio del lavoro, assicurati che non sia ancora questo il tuo caso!

Per vedere se il tuo sito è responsive, basta aprirlo da computer e iniziare a ridimensionare la finestra, se rimane sempre leggibile, non ti devi preoccupare di niente, se invece le scritte e le immagini vengono tagliate, allora hai un problema.

Se preferisci fare un test più approfondito, indovina un po’ chi lo fa?

Esatto, Google.

Puoi eseguire il Test di compatibilità con dispositivi mobili e scoprire quanto è mobile friendly il tuo sito.

Convertire: da utente a cliente

La permanenza sul sito di un hotel è molto bassa, in media vengono visitate 2-3 pagine, il cui tempo di visualizzazione è inferiore al minuto, quindi mediamente un utente rimane sul tuo sito circa 2 minuti.

Alla luce di questo, mi sembra doveroso sottolineare la necessità di non fargli perdere tempo a districarsi tra mille menù e sottosezioni, limitati ad un menù semplice con le voci: camere – prezzi – offerte/prenota subito – dove siamo – contatti, al massimo un’altra pagina dedicata alle informazioni sul territorio o ai punti di interesse della tua zona.

La pagina dei prezzi è la più visitata, tienine conto quando decidi come progettarla, e soprattutto evita di mettere il listino in favore del widget “Prenota ora“, ovvero quell’immagine o componente grafico che rimanda alla prenotazione online sul tuo booking engine, perchè ce l’hai vero il booking engine?

Se non ce l’hai, aspetta il mio prossimo articolo in cui ne parlerò.

Questo widget deve essere presente nella homepage e in tutte le altre pagine del sito, in modo che non appena hai convinto l’utente a prenotare, con le tue foto mozzafiato e i testi di un maestro del copywriting, gli basterà un click per confermare, altrimenti rischierai di perdere l’attimo e farlo vagare per il tuo sito finchè non perde la pazienza e se ne va.

Hai mai pensato a quante prenotazioni puoi aver perso in questo modo?

Lo stesso discorso vale per il modulo di richiesta informazioni, deve essere presente in tutte le pagine, perchè ci deve sempre essere un modo immediato per poterti contattare e/o prenotare, non basta il link alla mail in cima o in fondo alle pagine, perchè non tutti hanno un client di posta installato sul proprio cellulare/tablet.

Ti consiglio inoltre di non richiedere troppe informazioni, l’ideale è solo l’email e il messaggio, al massimo puoi aggiungere il nome, ma sappi che ogni campo in più, disincentiva esponenzialmente le persone a compilarlo.

Assolutamente vietati i captcha, ovvero quei sistemi di sicurezza che ti obbligano a riscrivere le parole di un’immagine confusa. Servono per verificare che tu sia un essere umano e non un bot, ovvero quegli automatismi che ti bombardano di finte richieste, ma a fronte di qualche mail di spam, è sempre meglio agevolare gli utenti umani.

Quante volte ti è capitato di perdere la pazienza con uno di questi affari?

Giusto un po’ di SEO

Apro una piccola parentesi sulla SEO, acronimo inglese di Search Engine Optimization, ovvero ottimizzazione per i motori di ricerca, piccola parentesi perchè il discorso è molto ampio e tecnico, soprattutto non di tua responsabilità.

Tra le cose che puoi fare, è avere una sezione in cui parli approfonditamente del tuo territorio e dei luoghi di interesse vicino a te, a differenza di tutto il resto del sito, qui puoi dilungarti quanto vuoi, per 3 motivi:

  1. Chi legge ha veramente interesse nel sapere tutto quello che c’è da vedere
  2. Più scrivi, più dai l’idea di conoscere il tuo territorio e quindi infondi fiducia e autorità
  3. Hai più possibilità di intercettare le visite di chi cerca informazioni sulla tua zona

Se te la senti, puoi anche scrivere un blog.

Attento però, scrivere non è per niente facile, servono diverse conoscenze e soprattutto costanza, perchè come in tutto, inziare una cosa e lasciarla a metà è molto peggio che non iniziarla affatto.

Avere un blog rafforza ulteriormente i 3 concetti che ho appena citato ed è il miglior strumento per fare SEO, perchè aggiungeresti sempre nuovi contenuti al tuo sito (Google ne è felicissimo), aumentandone il valore e scalando le posizioni nella SERP, acronimo di Search Engine Result Page, ovvero pagina dei risultati del motore di ricerca.

Se analizzi la SERP di una ricerca di hotel, noterai che i primi 4 annunci hanno la scritta  Ann.  di fianco, significa che sono annunci a pagamento, sono i pay per click di Google AdWords, continuando subito sotto, vedrai la piantina con altri 3 risultati di hotel.

Ciò significa che prima di arrivare ai risultati organici della ricerca (quelli non a pagamento basati sulla SEO), l’utente deve fare parecchia strada, e quasi sempre si ferma prima o al massimo arriva al terzo risultato.

Dato che il posizionamento nella ricerca organica tramite SEO è un processo lungo e faticoso, valuta bene quanto vuoi spenderci (sia in soldi che in tempo) e magari investi in pay per click di AdWords per avere dei risultati immediati e ad inizio pagina.

Quindi, ricapitolo i punti per avere un sito perfetto:

  • Foto
  • Velocità
  • Copywriting
  • Design responsive
  • Conversione
  • SEO

Eh, ma quanto mi costa tutta questa roba?

Tanto.

Ma quanto vale?

Molto di più.

Se fai realizzare ogni aspetto che ti ho spiegato da uno specialista del rispettivo settore (fotografo, copywriter, grafico, webmaster, seo specialist) puoi arrivare a spendere anche 5.000 €, ma avrai la certezza matematica che un sito fatto a regola d’arte ti restuirà 5.000 € di prenotazioni in molto meno tempo di quello che immagini.

Che aspetti allora, corri a controllare il tuo!

Se vuoi, io sono qua a disposizione per analizzarlo e darti le indicazioni giuste.

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Come funziona il wifi?

I tuoi clienti si lamentano del wifi e tu non sai cosa fare?

Non ti preoccupare, è molto più semplice di quel che pensi!

Scommetto che il tuo peggior incubo, o almeno uno della top five, è quello dei clienti che si presentano al bureau con il cellulare/tablet/computer lamentandosi che internet è lento o che non si riescono a connettere al wifi.

La maggior parte delle volte è solo un problema di password, quasi sempre non vengono rispettate le maiuscole, quindi il mio primissimo consiglio è quello di usarne una tutta minuscola con qualche numero alla fine, giusto per rispettare un minimo di criteri di sicurezza.

Te lo dico per esperienza personale, perchè qualche anno fa, quando anch’io ho deciso di dare il wifi ai miei clienti, ho avuto l’ingenuità di impostare una password di livello di sicurezza medio/alto: “E$tate2011!“.

Ho usato il simbolo del dollaro al posto della “s” ed il punto esclamativo alla fine per avere due caratteri speciali che rafforzassero la password, ma dopo le mille difficoltà e domande, tra cui: “Ma il simbolo del dollaro va maiuscolo o minuscolo?” mi sono arreso e l’ho cambiata con “estate2011“, in barba ad ogni minimo standard di sicurezza, il mio tempo vale di più!

Quindi per un quieto vivere e per risparmiare lamentele e interventi tecnici sui dispositivi dei clienti, assicurati di avere una password facile da digitare e da ricordare.

Modificarla è molto semplice, bisogna però sapere indirizzo ip, utente e password dell’access point o del router.

Tranquillo, adesso ti spiego tutto.

Innanzitutto l’ip (internet protocol)  è un numero che identifica ogni periferica collegata in rete, è formato da 4 blocchi di numeri e, salvo configurazioni particolari, si presenta come 192.168.1.xxx, dove soltanto l’ultimo blocco di numeri cambia e aumenta ogni volta che viene associato ad un nuovo dispositivo.

L’ip viene assegnato a tutti i dispositivi non appena si connettono, come quando fai la fila alle poste e sei identificato dal numero che prendi appena entri.

Normalmente i router hanno preimpostato l’ip 192.168.1.1 oppure 192.168.1.254, prova a digitarli nella barra degli indirizzi del tuo browser (Chrome, Firefox, Internet Explorer, ecc…) e da invio, se non compare nulla, vuol dire che l’ip è sbagliato, incrocia le dita e guarda sotto al router nella speranza che ci sia un adesivo con scritto qual è l’indirizzo corretto.

Una volta raggiunto da browser il modem, ti verranno chiesti utente e password, se non li sai e non ci sono scritti sotto al router, puoi provare queste combinazioni più diffuse:

Utente: Admin – admin – Administrator – Admin

Password: Admin – admin – nomeoperatoretelefonico – oppure lascia il campo vuoto.

Se ancora non riesci ad entrare, cerca su Google il modello esatto del tuo router e sicuramente troverai qualche forum che ne parla.

Una volta entrato nella pagina di configurazione, basta che cerchi i parametri Wifi e nel campo password inserisci quella che preferisci, se vuoi puoi cambiare anche il nome della rete, ovvero il nome che vedi quando ti colleghi con il cellulare, basta che cerchi il campo SSID (service set identifier), normalmente è appena sopra la password.

La stessa procedura vale anche per gli access point.

Superato il primo scoglio della password, a volte potresti avere veramente problemi di rete, ma per scoprirlo è necessario spiegarti come funziona una rete, e vedrai che dopo ti sarà tutto molto più chiaro.

Quando spiego mi piace sempre fare esempi concreti per rendere meglio l’idea, ecco, immagina la rete dei tuoi computer come le tubature dell’acqua di casa, i rubinetti sono i cavi di rete collegati ai computer e gli irrigatori sono gli access point.

Ora, se in una camera il segnale del wifi è debole o assente, è come se il getto dell’irrigatore non arrivasse fin lì, per risolvere hai 3 soluzioni:

  1. Sposti l’access point per raggiungere meglio ogni punto.
  2. Metti uno access point più potente.
  3. Aggiungi un altro access point.

Faccio un passo indietro, cos’è un access point?

Un access point è un dispositivo che rende wireless il segnale internet che arriva tramite cavo, come appunto un irrigatore che riceve l’acqua tramite il tubo e la irradia sul prato.

Dato che il loro prezzo è veramente esiguo, parliamo di 35/45 €, ti consiglio di metterne almeno due o tre ad ogni piano, per ridurre al minimo le lamentele dei clienti. Ti sconsiglio invece di mettere i range extender, che altro non sono che ripetitori di segnale wifi, ovvero dei dispositivi che prendono il segnale wireless dell’access point e lo ritrasmettono, ma così facendo se il segnale che arriva è già debole o per qualche problema non arriva proprio, a catena non arriverà da nessun’altra parte.

Quindi nel limite del possibile, fa sempre arrivare un cavo di rete ad ogni access point e ti assicuro che ridurrai al minimo problemi e malfunzionamenti.

Su Amazon puoi tranquillamente trovare degli ottimi TP-Link, che io stesso uso e che non mi hanno mai dato problemi.  Il TL-WA801 ha 2 antenne e il TL-WA901 ne ha 3, quindi il segnale è più potente.
L’installazione è molto semplice, basta collegare l’alimentazione, il cavo di rete ed il gioco è fatto.

Diffida da progettisti che ti propongono degli access point da centinaia di euro, non servono ai tuoi clienti che devono pubblicare le foto su Instagram o guardare un video su Facebook.

Di tutti gli alberghi che ho girato, veramente in pochi avevano una wifi perfettamente funzionante e performante che non mi facesse imprecare.

Qualche anno fa sono stato all’Hotel Lungolago di Lecco, che cito volentieri, in cui sono riuscito a guardare tranquillamente la partita del Milan sul mio tablet in camera, cosa che se non fossi riuscito a fare, avrei dovuto cercare un ristorante con Sky e assicurarmi di essere lì in orario, cosa praticamente impossibile quando si viaggia con la fidanzata, e pianificare la serata in funzione di questo, anzichè godermi la partita in camera ed uscire tranquillamente dopo.

Sicuramente questa esperienza mi fa ricordare con piacere quell’hotel e se tornerò a Lecco, soggiornerò sicuramente lì, ovviamente non solo per il wi-fi, ma di sicuro è un elemento che fa pendere l’ago della bilancia.

Se parliamo di estero invece, il top in assoluto l’ho trovato all’hotel La Quinta Inn di San Josè, nel cuore della Silicon Valley (e dove sennò?), dove ho soggiornato l’anno scorso mentre giravo la California.

Lì ovviamente non si possono permettere alcun tipo di problema di connessione, e per ovviare a ciò hanno messo un access point ogni 3-4 camere.

Ma torniamo a noi.

Adesso che il segnale arriva ovunque e anche un babbuino riuscirebbe ad inserire la password, è arrivato il momento di testare la tua effettiva velocità di connessione, ovvero quanta acqua arriva al tubo principale.

Farlo è molto semplice, basta che vai su un computer collegato direttamente al router tramite cavo, assicurati di non stare scaricando niente e che nessun altro sia collegato (a costo di staccare tutti i cavi tranne il tuo), poi va sul sito www.fast.com, qui vedrai una serie di numeri aumentare fino a fermarsi, il numero che vedrai alla fine sarà la tua velocità massima in Mbps (Megabit per secondo).

Esistono diversi tipi di connessione: adsl a 7Mbps e 20Mbps, fibra a 30/50/100/200Mbps, ma questi numeri non li vedrai mai nel test perchè c’è sempre un minimo di dispersione del segnale (normalmente un’adsl a 7 segna 5, una a 20 segna 15).

Una volta che hai ottenuto questo valore, prova a fare la stessa cosa in wireless nel punto più remoto dell’hotel, in questo modo vedrai quanta dispersione di segnale c’è nella tua rete interna.

In caso di differenze maggiori di 5Mbps, è il caso di far controllare le prese a muro e i cavi, a me è successo di avere addirittura la velocità a 1Mbps, e semplicemente cambiando la presa a muro del telefono ho iniziato a viaggiare a 5Mbps.

La velocità minima per fa navigare i tuoi clienti senza farli sbuffare è di almeno 5 mega, ma dipende sempre da quant’è la tua capienza massima, ovviamente più clienti hai, più veloce deve essere la tua connessione (più irrigatori hai, più acqua deve arrivare), ma in nessun caso ti puoi permettere di scendere sotto questo valore.

Proprio in questo periodo in Italia stanno potenziando la connessione in fibra ottica, se la tua città e il tuo viale sono raggiunti, ti consiglio assolutamente di farla, i benefici che ne riceverai vanno assolutamente oltre la differenza (minima) di prezzo.

Per esperienza personale ti suggerirei di scegliere Telecom, altrimenti in caso di problemi le altre compagnie telefoniche li scaricheranno su di lei, prolungando i tempi di disservizio, come è appena successo a me con Fastweb che mi ha isolato la linea per ben 9 giorni… Immaginati la felicità dei miei clienti!

Un altro consiglio che ti do, è quello di avere due connessioni internet separate, una dedicata ai clienti e un’altra ad uso esclusivo di reception ed uffici, in modo che se un cliente sta guardando una partita sul tablet e un’altro sta scaricando un film sul computer, riuscirai ugualmente a scaricare la posta ed usare il channel manager sulla tua linea.

Bene, adesso che ti ho spiegato come funziona il wifi, ti dico i controlli da fare in caso di malfunzionamenti.

Tutto ha sempre inizio con qualcuno che esclama:

Non va internet!

L’affermazione è piuttosto generica, ma i controlli da fare sono molto semplici.

Esegui il test di www.fast.com da un computer collegato direttamente al router. Se non funziona ci potrebbero essere veramente dei problemi di linea, controlla se ci sono luci rosse sul modem, in caso spegnilo e riaccendilo dopo 30 secondi, attendi 2 minuti che riparta e ripeti il test, se ancora non da segni di vita, chiama pure il tuo operatore telefonico.

Se invece funziona, vuol dire che internet c’è, il problema è da qualche altra parte.

Verifica dov’è collegata la periferica che non ha internet, se è collegata in wireless, spegni e riaccendi l’access point a cui è collegata, se è collegata tramite cavo, assicurati che entrambe le estremità siano ben connesse a computer e presa a muro.

Per continuare l’analogia col sistema idrico, se un irrigatore non va, devi prima controllare se l’acqua è aperta (test su www.fast.com), poi verificare che il tubo sia attaccato (cavo di rete scollegato o access point in errore).

Facile no?

Almeno in questo modo evitarai chiamate d’urgenza al tuo tecnico che ti chiederà 80 € solo per riavviare il router.

Ricordati sempre di fare una “mappa” della tua connessione di rete, con gli ip e password degli access point e router, stampala e attaccala al modem, così in caso di necessità, non perderai o farai perdere tempo al tecnico di turno per indovinare la password di ogni periferica.

Questo è l’esempio di una configurazione ideale:

L’elemento che vedi nell’immagine e ti suona nuovo è lo switch, è semplicemente una presa multipla di rete, praticamente come una ciabatta, che non richiede alcuna configurazione, basta collegare i cavi di rete.

Ti può essere sicuramente utile se ad esempio in reception hai una presa di rete ma hai due computer e una stampante. In questo caso basta che colleghi tutti i cavi di rete allo switch e colleghi lo switch alla presa a muro con un altro cavo di rete.

Il costo degli switch è ancora più irrisorio di quello degli access point, con 20 € ne puoi prenderne uno della TP Link su Amazon (no, non mi pagano quelli della TP Link, sono semplicemente quelli più efficienti e a buon mercato che io stesso utilizzo 🙂 ).

Bene, direi che con questo ho terminato, spero che adesso ti sia più chiaro come funziona il wifi e tutte le diavolerie moderne ad esso collegato, ma se hai dei dubbi non esitare a commentare qui sotto o a contattarmi.

A presto!

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Desktop remoto o cloud?

Preferisci la sicurezza o il risparmio?

Ecco come semplificarti la scelta…

Sicuramente avrai sentito parlare di desktop remoto e cloud, soprattutto di quest’ultimo, ma non hai ben chiaro di cosa si tratti e non hai idea di quello che sia meglio per il tuo hotel?

Non ti preoccupare, adesso ti spiego tutto.

Il desktop remoto è un programma che ti permette di collegarti su un computer proprio come se lo stessi usando lì davanti. Questo però significa che se qualcun altro lo sta utilizzando in quel momento, la sua sessione verrà bloccata in favore della tua, e lui si ritroverà davanti la schermata di login di Windows.

Logica diversa dai vari programmi di teleassistenza (come Teamviewer o Ammyy) che ti permettono invece di usare il computer mentre l’altra persona può guardare ed intervenire.

Per poter avere più sessioni di lavoro contemporanee, è necessario avere Windows server, ma lo approfondirò più sotto.

Il famoso cloud invece, non è altro che uno spazio web riservato, in cui puoi tenere tutti i tuoi file e a cui puoi accedere da qualsiasi dispositivo abbia una connessione internet.

Esempi di app in cloud famose sono DropBox, Google Drive, Microsoft OneDrive e ovviamente l’Apple iCloud.

L’unione di desktop remoto e cloud, ti permette di collegarti su di un computer che fisicamente non hai, ma che è in gestione a delle webfarm (letteralmente “fattoria di server“).

Bene, adesso che ti ho fatto confusione con tutti questi termini, ti spiego meglio di cosa sto parlando.

Innanzitutto la prima cosa da capire è l’importanza di questo sistema.

Prendiamo ad ipotesi una configurazione standard : due computer in reception, uno nel back office ed uno al bar/ristorante. In questo caso dovresti avere 4 computer “buonini” per evitare rallentamenti e attese alla reception/telefono quando ti viene chiesto un conto o un preventivo, e dovresti far installare e configurare Windows con tutti i relativi programmi su di ognuno.

Se invece optassi per le gestione in desktop remoto, potresti utilizzare 4 computer degli anni 90, perchè non avrebbero importanza le loro caratteristiche tecniche, in quanto i pc servirebbero solo per collegarsi ad un computer centrale (server) e di conseguenza in locale non dovrebbero fare alcuna elaborazione.

Immaginali come una sorta prolunga di monitor, mouse e tastiera attaccati al computer principale.

Potresti anche usare dei computer con Linux, che essendo un sistema operativo gratuito, ti evita l’acquisto delle licenze di Windows: lo scarichi dal sito e lo installi, stop.

Essendo un software libero, ci sono diverse versioni di Linux, se non hai la minima idea di quali siano e quale possa fare al caso tuo, da questa pagina in base a 4 domande, ti verrà consigliata quella più adatta a te, con il relativo link al download: https://www.linux.it/distro/.

Io ad esempio uso Ubuntu (la più conosciuta tra le tante versioni di Linux) e mi collego al mio computer principale con Remmina, che è la versione per Linux del desktop remoto.

Per dovere di cronaca, preciso che io nel mio piccolo lo faccio solamente per una questione di sicurezza:
ho comprato on-line il portatile che costava meno (se lo scegli con FreeDOS, ovvero senza Windows, risparmi ancora di più), ci ho installato Linux Ubuntu e lo uso solamente per collegarmi al mio portatile “vero”, che è al sicuro e non lasciato esposto in reception.

Così se qualche malintenzionato me lo dovesse rubare, si ritroverebbe con un portatile che a malapena si accende, senza alcun programma o file personale all’interno.

Scommetto che ora starai pensando: Sì, ok, ma dov’è la fregatura?

La “fregatura”, anche se non è proprio il termine adatto, è la necessità di dover acquistare un computer molto performante con Windows Server installato, che tra acquisto e configurazione ti costerebbe di circa 2.500/3.000 €.

Le versioni di Windows Server non vanno di pari passo con quelle “normali” di windows, le ultime sono Windows Server 2008 e Windows Server 2012, e a breve (proprio questa estate) uscirà anche Windows Server 2016.

Windows Server permette attraverso le CAL (Client Access License) la connessione contemporanea di più utenti sullo stesso computer, ognuna costa circa 35 €, ovvero 1/3 di una licenza Windows completa, quindi più computer hai, più risparmierai in licenze, permettendoti così di affrontare l’acquisto di un computer server.

Ma è bene sottolineare anche gli aspetti di sicurezza e manutenzione.

Sicurezza perchè, come ho detto poco fa, non avendo nulla in locale, se malauguratamente i computer di reception, uffici o bar venissero rubati o danneggiati, non perderesti alcun dato.

Manutenzione perchè essendo tutto centralizzato sul server, tutte le installazioni e configurazioni di programmi andrebbero fatte una sola volta, e inoltre se un computer dovesse rompersi o avere dei problemi, basterebbe collegarne un altro, accedere al server con lo stesso utente, et voilà, tutto come prima, non sarà necessario riconfigurare nulla!

Bello vero?

Purtroppo mi capita spesso di essere contattato da miei clienti perchè hanno un computer fuori uso, e non sanno come fare con i programmi gestioniali di hotel, controllo accessi, tv interattiva, centralino, irrigazione e quant’altro ci fosse installato sopra, il tutto ovviamente di sabato o domenica.

Questo scenario si può evitare con una gestione centralizzata, o meglio, si ridurrebbero al minimo i rischi, dato che anche i server sono dei computer e si possono rompere, ma ciò capita veramente di rado e con un sistema di mirroring (una copia continua di tutto il contenuto del server su un altro computer o hard disk) e un gruppo di continuità, puoi stare tranquillo che solamente un incendio potrebbe scalfirlo 😛

Ammetto però che l’acquisto, la configurazione e la manutenzione di un server performante potrebbero non essere sempre la soluzione economicamente più adatta, dipende sempre dalla grandezza della tua attività.

Ma c’è un’alternativa: il cloud server.

E quindi: cos’è il cloud server?

Adesso che ti ho spiegato cos’è un server, cos’è il desktop remoto e il cloud, riesci ad unire i puntini?

Tranquillo, ti aiuto io.

Il cloud server è sempre un computer, ma anzichè comprarlo e tenerlo in ufficio, lo affitti presso le aziende che offrono questo servizio (webfarm).

Praticamente ti ci connetti sempre in desktop remoto, ma anzichè farlo in locale sul tuo server, ti colleghi tramite internet su uno dei server della webfarm, che a fronte di un canone mensile si occuperà dell’installazione e manutenzione del computer a te dedicato, evitandoti quindi l’esborso iniziale per il suo acquisto e la preoccupazione di malfunzionamenti o furti.

Un’ottimo servizio lo fornisce Hotel Cloud, che a partire da circa 100 € al mese offre l’utilizzo di un server in cloud, con assistenza 7/7 e backup, così da non doverti preoccupare più di nulla.

Addio computer che si surriscaldano, alimentatori bruciati e hard disk rotti!

E a sto giro qual è la fregatura?

Questa volta il lato negativo è la connessione internet, perchè dovendola utilizzare per collegarti, se non ne hai una veloce e stabile, avrai più problemi che benefici, quindi lascia perdere da subito questa soluzione.

Purtroppo dal punto di vista della connessionte internet, in Italia siamo ancora nel terzo mondo, se vuoi intraprendere questa soluzione è bene che ti assicuri col tuo provider di avere una banda minima garantita, in modo che sotto una certa velocità non scenda mai, e di avere una connessione di backup in caso di assenza di linea.

Magari potresti pensare di avere un’adsl Telecom ad uso esclusivo tuo e degli uffici, e un’altra Fastweb (unico altro operatore telefonico che ha posato dei cavi di proprietà) da far usare ai clienti, così, oltre a non risentire dell’utilizzo della banda da parte loro, se una delle due linee ha un black out, puoi sempre usare l’altra di emergenza (sperando che almeno quella sia attiva).

Se vuoi approfondire l’argomento internet, leggi il mio articolo Come funziona il wifi?

Quindi in sostanza, più computer hai, più ne trarrai benefici, economici e gestionali, dall’utilizzo del desktop remoto.

Un altro vantaggio di cui non ho ancora parlato, è la possibilità di collegarsi da qualsiasi luogo: anche se sei a casa, al bar o in vacanza (perchè il vero albergatore è sempre operativo), puoi tranquillamente collegarti in desktop remoto dal tablet o smartphone e consultare la disponibilità delle tue camere sul tuo computer.

Comodo vero?

Ma ricapitoliamo i pro e i contro delle varie gestioni:

Configurazione standard senza desktop remoto

PRO

  • Gestione e manutenzione dei computer più facile.

CONTRO

  • Necessità che tutti i computer siano performanti;
  • Necessità di configurazione singola di ogni computer;
  • Acquisto licenza Windows per ogni computer;
  • Notevoli disagi in caso di malfunzionamenti/furti/reinstallazioni.

Consigliata a chi ha pochi computer, massimo 3-4.

Configurazione con desktop remoto in locale

PRO

  • Velocità e stabilità della connessione di rete, in quanto viene usata quella interna del tuo hotel;
  • Possibilità di usare vecchi computer con Linux, abbattendo costi di acquisto di nuovi computer e licenze di Windows;
  • Unica configurazione centralizzata nel server;
  • Possibilità di accedervi da qualsiasi dispositivo abbia una connessione internet;
  • Sicurezza dati più elevata perchè risiedono tutti sul server;
  • Nessun problema in caso di sostituzione dei computer.

CONTRO

  • Acquisto del server;
  • Necessaria configurazione e manutenzione da parte di un tecnico specializzato.

Consigliato a chi ha più di 4 computer e una connessione internet lenta o instabile.

Configurazione con desktop remoto in cloud

PRO

  • Tutti quelli del desktop remoto in locale;
  • Manutenzione delegata alla webfarm;
  • Canone affitto mensile molto meno impegnativo dell’acquisto di un server fisico.

CONTRO

  • Dipendenza dalla connessione internet.

Consigliato a chi ha più di 4 computer e una connessione internet veloce e affidabile.

Che ne dici allora? Tu che tipo di desktop remoto sei?

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Ti senti a tuo agio con i termini email, imap, pop3, client, pec e crm?

Se la risposta è no, questo è l’articolo che fa per te.

Se invece la riposta è sì, ti consiglio di leggere ugualmente il mio articolo per essere sicuro di stare facendo tutto nel miglior modo.

Le lettere cartacee hanno ancora, in parte, la loro importanza, ma è ancor più importante gestire al meglio la corrispondenza tramite internet, per risparmiare tempo prezioso e massimizzare i risultati.

Tu lo stai facendo?

So che sei inondato di mail di pubblicità (SPAM) e di altrettante, spero, richieste informazioni, ed è necessario quindi ottimizzare le procedure di risposta ed invio preventivi, sia per far risparmiare tempo a te e ai tuoi collaboratori, sia per essere il primo a rispondere ai tuoi potenziali clienti ed avere un vantaggio sui tuoi competitor più lenti.

Oggi ti anticipo che sarò un po’ più tecnico del solito, ma non preoccuparti, sono procedure che sono sicuro riuscirai a fare, in caso contrario, scrivimi pure nei commenti.

Inizio facendo una piccola parentesi sul CRM, acronimo di Customer Relationship Manager, ovvero Gestione delle Relazioni con i Clienti.

Semplificando il concetto, è un sistema o software che in automatico manda le email ai tuoi clienti in base alle regole che decidi tu, che possono ad esempio essere:

  • mail di benvenuto una settimana prima dell’arrivo;
  • mail di arrivederci e richiesta recensione 3 giorni dopo la partenza;
  • mail di auguri per le festività o il compleanno;
  • newsletter in caso di offerte mirate, eventi o qualsiasi altra novità che possa interessare a quello specifico cliente.

Oltre a questo, il CRM ti permette di inviare preventivi multipli in un batter d’occhio, prima ancora di chiudere il telefono col cliente o prima che, chi te lo ha chiesto, continui a vagare su siti di altri hotel e ad inviare richieste informazioni come se piovesse.

Come avrai capito il CRM è LO strumento indispensabile per automatizzare gran parte della corrispondenza, non mi dilungo oltre perchè i servizi che lo fanno sono tanti, l’importante è che ne scegli uno integrato al tuo gestionale dell’hotel, in modo che i dati dei clienti e delle prenotazioni siano condivisi, e tu non debba fare il doppio lavoro per copiarli nel CRM esterno.

Bene, fatta questa parentesi, ti dovresti essere alleggerito di un bel po’ di lavoro, ma nel caso non ti volessi “tecnologizzare”, ti spiego meglio tutto il panorama della gestione email.

Come anticipato, questa volta per forza di cose sarò un po’ più tecnico, sono comunque procedure semplici alla portata di tutti, ma nel caso non fossi sufficientemente chiaro, sarò ben lieto di rispondere personalmente ai tuoi dubbi, lascia pure un commento in fondo alla pagina.

Inizio spiegandoti la differenza tra pop3 e imap.

Sono entrambi sistemi di gestione della posta, il pop3 veniva usato prevalentemente agli albori di internet, quando la posta veniva letta solo ed esclusivamente da un computer, dove veniva scaricata e di conseguenza cancellata dal mail server.

In questo modo però si hanno 2 grosse controindicazioni:

  • Le mail risiedono esclusivamente sul computer da cui si scaricano, quindi da nessun’altra postazione si possono leggere.
  • Se quel computer ha dei problemi, tutti i messaggi saranno persi per sempre.

L’imap al contrario, ti permette di leggere la posta da qualsiasi computer/smartphone/tablet ed averla sempre disponibile.

Quindi puoi consultare la tua mail info@tuohotel.it da tutti i computer di reception, backoffice o dal cellulare, vedendo subito se ad una richiesta è gà stata data una risposta.

Non credo sia necessario aggiungere altro per convincerti che l’imap sia la scelta giusta e obbligatoria, assicurati di averla anche tu, purtroppo non è sempre così scontato, e alcuni provider, come Aruba, la fanno pagare come supplemento…

Ok, adesso vediamo concretamente come gestirla.

Il miglior client di posta (programma di gestione email) è Windows Live Mail, l’erede del caro vecchio Outlook Express.

E’ gratuito, basta che scarichi l’installer Windows Essentials che trovi cliccando qui (è un piccolo file nominato wlsetup-web.exe), lo esegui, clicchi su Seleziona i programmi da installare e nella schermata successiva togli la spunta a tutti i programmi tranne ovviamente a Mail.

Una volta terminato il download successivo, il programma verrà installato automaticamente.

Per la configurazione ti invito invece a rivolgerti a chi ti segue già per i computer.

L’alternativa a pagamento di Live Mail è Outlook, compreso nella suite di programmi di Microsoft Office, ma te lo sconsiglio, perchè oltre ad essere a pagamento, il prezzo per le piccole imprese va dai 279 € ai 539 €, ha delle funzioni in più che a te non servono e quelle invece che ti servono sono più macchinose da usare.

L’alternativa gratuita è invece Thunderbird, creato dagli sviluppatori di Mozilla, quelli di Firefox per capirci.

Puoi effettuare il download sul sito ufficiale www.mozilla.org/it/thunderbird.

In questo caso ti verrà scaricato subito l’intero programma, potrai tranquillamente eseguire il setup non appena finito il download, senza il rischio di installare altri software.

Per la configurazione vale lo stesso discorso, puoi farti seguire dal tuo tecnico di fiducia.

Thunderbird ha purtroppo la pecca di non gestire le firme multiple, ti spiegherò più sotto questa grave mancanza.

Se invece ti scoccia dover configurare un client di posta tutte le volte su ogni nuovo dispositivo, ci sarebbe anche un’altra opzione, GMail.

Ma no, non ti sto dicendo di mandare le mail da tuohotel@gmail.com, anzi, casomai stessi utilizzando qualsiasi indirizzo che non sia @tuohotel, smetti subito!

Nel canone annuale di dominio e hosting del tuo sito, sono sempre comprese le caselle di posta, ma se così non fosse o il tuo webmaster te le fa pagare extra, dammi il suo contatto che ci parlo io!

Ok, sono calmo.

Dicevo, GMail può essere molto comodo, perchè esiste la possibilità di usare il suo client di posta on-line per inviare e ricevere email dal tuo indirizzo.

Ma come?

Ebbene sì, creando un profilo Google My Business puoi delegare a Google l’intera gestione di qualsiasi casella di posta.

Quindi niente più installazioni, configurazioni e malfunzionamenti, basta andare su GMail.com o installare l’app sul telefono/tablet ed il gioco è fatto!

Ovviamente, come ogni cosa troppo bella, ha degli aspetti negativi:

  • Google My Business è a pagamento, ogni casella di posta costa 4 € al mese.
  • Una volta configurato GMail, sarà possibile inviare e ricevere mail solamente da lì, non potrai più usare i programmi che usavi prima.

Quindi valuta bene se nella tua realtà è una cosa conveniente o meno.

A prescindere dal sistema che utilizzi, un altro aspetto fondamentale per velocizzare ed ottimizzare le risposte sono i modelli predefiniti.

Molte persone che conosco, e probabilmente anche tu, hanno una cartella con dei file word precompilati a seconda della camera o retta, da copiare e incollare nella mail di preventivo, in cui basta cambiare il periodo e il prezzo per rispondere alla richiesta ricevuta.

Ma se ti dicessi che puoi saltare questo passaggio?

E’ possibile infatti creare dei modelli da utilizzare direttamente nei client di posta, in modo da evitare di andare ad aprire i vari preventivi in word e fare copia/incolla.

Ecco le procedure a seconda dei programmi utilizzati:

Live Mail

Scrivi una mail di preventivo standard, una volta terminata vai su File > Salva come File, seleziona il percorso in cui la vuoi salvare (ti consiglio di creare una cartella apposta), dagli un nome intuitivo (ad esempio: preventivo doppia standard) e dal menù a tendina scegli File HTML.

Ripeti la procedura tante volte quanti sono i preventivi che vuoi preimpostare, così alla fine il risultato sarà una cartella con questo contenuto:

preventivo doppia standard.html
preventivo doppia superior.html
preventivo family.html
preventivo junior suite.html
ecc…

Adesso dal menù principale di Live Mail va su File > Opzioni > Mail, poi nella tab Firma clicca su Nuovo, metti il pallino su File in basso e clicca su Sfoglia per andare a selezionare uno dei modelli che hai appena creato.

Come sopra, ripeti la procedura per tutti i modelli che hai creato.

Infine per utilizzarli quando rispondi alle mail, basta andare in Inserisci >Firma e selezionare quella che vuoi, comparirà magicamente nel corpo del messaggio il preventivo già fatto, ti basterà cambiare periodo e prezzi per inviare in pochissimi secondi la risposta.

GMail

Su GMail la logica è simile ma va prima abilitata l’opzione.

Dall’icona con l’ingranaggio in alto a destra, vai su Impostazioni, poi su Labs e cerca la voce Risposte predefinite, metti la spunta su Attiva e clicca su Salva modifiche.

Adesso basta che inizi a scrivere una nuova mail creando il preventivo come vuoi, puoi anche incollare il contenuto di un documento word se ce l’hai già.

Alla fine clicca sul triangolino in basso a destra, poi va sulla voce Risposte predefinite e Nuova risposta predefinita per salvare il modello col nome che preferisci.

Come immaginerai, dovrai ripetere la procedura per ogni modello che vorrai salvare.

Per utilizzarli invece, apri una nuova mail, clicca sempre sulla freccia in basso a destra, va in Risposte predefinite e seleziona dall’alto nella sezione Inserisci quale vuoi utilizzare (non chiedermi perchè è scritto in grigio così chiaro…).

Potranno sembrarti molti 4 € al mese per ogni casella email, ma ti assicuro che togliersi il pensiero per sempre di configurare tutti i client di posta e le firme, vale anche di più.

Thunderbird

Purtroppo Thunderbird prevede solamente l’utilizzo di una firma unica, non fa quindi al tuo caso se vuoi usare la procedura che ti ho appena spiegato.

Fin qui ti ho spiegato come fare a gestire le email, ma data la grande mole che ne arriva tutti i giorni, non sarebbe meglio limitarle il più possibile?

Puoi innanzitutto diminuire le mail di richiesta aumentando le prenotazioni dirette.

In che modo?

Inserendo un booking engine sul tuo sito, in modo che gli utenti possano sapere subito prezzi e disponibilità.

Come per il CRM, non mi soffermo sul booking engine, ma per le poche, spero, persone che non sanno cosa sia, spiego velocemente che è un sistema di prenotazioni on-line che permette alle persone di effettuare la prenotazione direttamente sul sito, senza il tuo minimo intervento.

Anche in questo caso ti consiglio di averne uno integrato al tuo software gestionale, altrimenti ti ritroverai a fare il doppio lavoro manuale di inserire le prenotazioni sul tuo programma e scalare la disponibilità sul booking engine esterno ogni volta che inserisci o modifichi una prenotazione.

Oltre a tramutare mail di richiesta in prenotazioni dirette, il booking engine ti aiuta anche a disintermediare quelle provenienti dalle OTA (Online Travel Agency) come Booking, Expedia e compagnia bella.

Tu ti tieni il tuo 15% di commissioni e vendi le camere da solo sul tuo sito, cosa c’è di meglio?

Bene, assodato questo fondamentale concetto, passo a consigliarti un piccolo e semplice trucco per dare priorità alle mail importanti.

Crea un indirizzo mail dedicato esclusivamente alle prenotazioni ed utilizza quello sui vari portali e per la richiesta informazioni del tuo sito, in modo che tu o la tua reception possiate dare la massima priorità alle mail provenienti da quell’indirizzo, senza la scocciatura di districarvi tra le decine di mail di spam.

Fatti predisporre prenotazioni@tuosito.it (oppure booking@tuosito.com) e fa in modo che quando arriva una mail, compaia una notifica video e sonora sul computer o smartphone, e a quelle mail va risposto prima di fare qualsiasi altra cosa!

Quando rispondi col preventivo però, utilizza la tua classica mail info, in modo da instradare tutte le successive risposte su quell’indirizzo, lasciando così libera l’altra mail solo ed esclusivamente alla ricezione di richieste.

Infine, faccio una piccola parentesi sulla PEC (Posta Elettronica Certificata) che è obbligatoria per le imprese ed ha lo stesso valore legale di una raccomandata.

Ti voglio parlare della PEC solo perchè è un discorso molto semplice ed economico, ma spesso la gestione viene delegata ad altri che ti fanno spendere soldi inutilmente.

Innanzitutto evita di creare l’indirizzo PEC sotto il dominio del tuo sito, ad esempio nometuasocietà@pec.tuosito.it, questo perchè se cambi gestore del tuo sito, perderai la casella, dovrai rifarla e ridarne comunicazione alla camera di commercio.

Ti metto in guardia perchè purtroppo al tempo non ci avevo pensato ed è capitato anche a me, avevo il sito su Aruba e quando sono passato a Siteground (il miglior hosting che esista) ho dovuto rifarla e ricomunicarla.

Il modo più veloce ed economico di creare una casella PEC è andare su www.pec.it, è un servizio gestito da Aruba (disastrosa per gli hosting ma per la PEC va più che bene), scegliere l’opzione standard da 5 € all’anno (gli altri piani tariffari non ti servono) e creare l’indirizzo nometuasocietà@pec.it.

Tutto qua, non servono degli studi per registrare la casella PEC, ma anche se non te la senti di farlo, ricordati che il suo costo è di 5 € l’anno, non farti fregare!

Diffida anche dai siti che te la danno gratuita, perchè lo sarà solo il primo anno e negli anni successivi te la faranno pagare con gli interessi…

Bene, anche per questa volta è tutto, ma prima di salutarti, come sempre ti lascio il riepilogo delle cose da avere per ottimizzare ed automatizzare la gestione delle email:

  • Booking engine
  • CRM
  • Gestione imap della posta
  • Firme precompilate con i preventivi
  • Mail dedicata alle richieste di preventivo

Spero di essere stato esaustivo e non troppo tecnico, in caso contrario chiedimi pure delucidazioni nei commenti.

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