Francesco Roccato: La Leadership nell'Hôtellerie di Lusso tra Passione, Talento e Visione

Francesco Roccato: La Leadership nell'Hôtellerie di Lusso tra Passione, Talento e Visione
Trent’anni di carriera, un viaggio che attraversa il Canada, gli Stati Uniti, la Spagna e l’Italia. Francesco Roccato, Managing Director per il Centro-Nord Italia del gruppo Rocco Forte Hotels, è il protagonista di questa puntata di Late Check-Out, registrata nella suggestiva cornice della Rocco Forte House di Milano, in via Manzoni.
La sua storia inizia tra i fornelli. Cresciuto con la passione per la cucina, Roccato frequenta il Culinary Institute of Canada, sull’Isola del Principe Edoardo, con il sogno di diventare Executive Chef. E così inizia il suo cammino internazionale, che lo porta tra Canada, Spagna, Stati Uniti e Italia.
Nel 2008, durante l’apertura di un resort in Arizona, la crisi economica cambia il corso della sua carriera: il General Manager gli affida un doppio ruolo, Chef e Food & Beverage Manager. È la svolta.
Da lì in poi, Roccato lascia la cucina per dedicarsi alla gestione alberghiera a tutto tondo, portando con sé quell'approccio al dettaglio e alla gestione delle persone tipico di chi ha diretto grandi brigate di cucina.
Oggi guida cinque strutture iconiche: Hotel de la Ville e Rocco Forte House a Roma, Hotel Savoy a Firenze, Rocco Forte House Milano e l’imminente apertura del Carlton Hotel a Milano.
La leadership, per lui, parte da tre pilastri fondamentali: competenza, visione e umanità. “I ragazzi di oggi hanno bisogno di una visione chiara, di sapere perché lavorano e dove possono arrivare”, spiega.
Per questo, è solito intervistare personalmente tutti i candidati prima della selezione finale, anche solo per valutare l’attitudine e la personalità, ben consapevole che le competenze tecniche si possono insegnare, ma l’attitudine no.
Nel suo approccio, conta tutto: il background educativo, la capacità di relazionarsi, l’umiltà e la positività. “Lavoriamo in un mondo di grande pressione, con ospiti dalle altissime aspettative, ma il lavoro deve restare divertente e stimolante. Se non ci si diverte, è difficile resistere”.
L’investimento sulle persone è costante. Oltre alla formazione continua, ogni collaboratore ha un piano di sviluppo personalizzato, costruito con i manager per far emergere i talenti e prepararli alla crescita interna.
Roccato è convinto che la carriera si costruisca con pazienza e solide basi, ma anche con coraggio e determinazione: “Il rischio va preso, ma solo se hai costruito la tua struttura”.
L’età media dei team si è abbassata volutamente, per scommettere sui giovani, selezionati più per attitudine che per esperienza. “Ho abbassato volutamente l’età media, voglio dare ai giovani le stesse opportunità che io ho ricevuto”.
Il gruppo Rocco Forte punta molto anche sul benessere interno, con piani di welfare, assicurazioni sanitarie, possibilità di smart working per alcuni ruoli e un ambiente familiare che favorisce la retention.
Il turnover? Bassissimo. “Da noi puoi essere te stesso, senza maschere. E questo conta moltissimo”.
Ma la leadership, per Roccato, non si misura solo sulla gestione del personale: l’altro fronte è quello della performance. Ogni struttura viene monitorata quotidianamente attraverso KPI ben precisi: reputazione online, feedback degli ospiti, occupazione, ricavi per camera e soprattutto EBITDA. “La qualità però non si tocca mai. Piuttosto si fatica, ma non si sacrifica mai la qualità del servizio”.
L’esperienza dell’ospite è al centro, sempre più personalizzata e autentica. I clienti di oggi cercano esperienze uniche, che vadano oltre i soliti itinerari. “Abbiamo ospiti che tornano per la terza o quarta volta. Dobbiamo stupirli con qualcosa di nuovo, di autentico, che li faccia sentire speciali”.
Anche la competizione tra hotel di lusso viene vista come uno stimolo, non una minaccia. “Ben vengano nuovi player: il bello attrae il bello. È una competizione sana che spinge tutti a migliorare”.
Guardando al futuro, Roccato vede un’ospitalità sempre più legata alla bellezza autentica e all’esperienza umana, non all’ostentazione. La tecnologia, certo, è uno strumento utile, ma la relazione resta insostituibile:
“L’Intelligenza Artificiale aiuta, ma non potrà mai sostituire il tocco umano, la sensibilità, la capacità di risolvere con empatia un problema”.
E chiude con un messaggio chiaro alle nuove generazioni: “Non abbiate fretta. Costruite basi solide, siate umili, ma anche ambiziosi. Se avete fame di crescere e l’attitudine giusta, l’hôtellerie vi ripagherà con soddisfazioni immense”.
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