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Sai in che anno siamo?

Quante cose sono cambiate negli ultimi 30 anni?

Se tra queste NON c’è il tuo modo di lavorare, hai un problema!

Corre l’anno 1987: i film si guardano in vhs e la musica si ascolta su musicassette o dischi, vanno in onda le prime puntate di Beautiful e dei Simpson, Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri vincolo il Festival di Sanremo con “Si può dare di più“, al cinema escono Dirty Dancing e Robocop, alla radio impazza la Bamba e il Napoli di Maradona vince il campionato.

Sulle scrivanie degli uffici i primissimi computer iniziano a sostituire le macchine da scrivere, le prenotazioni degli hotel si fanno al telefono, scegliendoli dall’elenco telefonico o dal catalogo dell’agenzia, e vengono annotate a matita su un planning cartaceo o, per i più visionari, con nastri di scotch colorato su un planning di alluminio.

Sei tornato con la mente a 30 anni fa?

Bene.

Non ti sembra passata un’eternità?

Spero proprio di sì, perchè 30 anni sono un’era geologica.

Adesso corre l’anno 2017: i film si guardano in streaming e la musica si scarica, tutto in contemporanea con l’uscita in America, tutto dallo smartphone che abbiamo in tasca, Google ha ormai ultimato i test per l’automobile che si guida da sola, in ogni casa ci sono in media 6 dispositivi connessi a internet e ogni giorno vengono mandate più di 200 miliardi di email, ovvero 2 milioni e mezzo al secondo.

Sulle scrivanie campeggia almeno un computer, spesso accompagnato da un tablet, le prenotazioni si effettuano con un click e con un altro click compaiono nel programma gestionale.

Come come?

Non hai un programma gestionale?

Usi ancora i vecchi planning degli anni 80?

E non usare la scusa “ho sempre fatto così”, perchè nessun lavoro viene ancora eseguito esattamente come 30 anni fa, perchè il tuo sì?

Ti immagini se i dottori operassero ancora con gli strumenti di una volta?

Se mi conosci e hai già letto gli altri miei articoli, sai che mi piace spiegarmi sempre con esempi concreti, e mai come adesso lo farò, per convicerti a gettare una volta per tutte matite e scotch colorati.

Ti consiglio di leggere fino in fondo anche se usi già un software gestionale, per essere sicuro di utilizzare tutti gli elementi fondamentali per ottimizzare la gestione del tuo hotel.

Procederò con un confronto di situazioni tra gestione manuale anni 80 e quella più tecnologica obbligatorio al giorno d’oggi.

Telefonata anni 80:

– Hotel Orchidea buongiorno, sono Daniele.
– Buongiorno Daniele, sono il signor Pulici, vorrei prenotare per questa estate.
– Salve signor Pulici, è già stato nostro cliente?
– Sì, l’anno scorso.
– Ah… bene!
– Mi piacerebbe avere la stessa camera.
– Si ricorda quale aveva?
– No… era una sul davanti.
– Ah, capisco, cercherò nello storico e le farò sapere se è disponibile, per quale periodo?
– Le solite due settimane di luglio.
– Ehm… quali? Le prime, quelle centrali o le ultime?
– Le ultime. Mi fa lo stesso prezzo, vero?
– Ehm… guardi, non ho sottomano l’importo che ha pagato l’anno scorso, devo controllare e le faccio sapere.
– Ah… va bene.
– La posso richiamare più tardi?
– Sì.
– A che numero?
– 0362.12345678
– La ringrazio, a tra poco.

Telefonata oggi:

– Hotel Orchidea buongiorno, sono Daniele.
– Buongiorno Daniele, sono il signor Pulici, vorrei prenotare per questa estate.
– Il signor Giancarlo?
– Sì, sono io.
– Che piacere risentirla, mi dica pure!
– Mi piacerebbe avere la stessa camera.
– Nessun problema, aveva la 102 fronte mare con la culla per la piccola Marta, le serve ancora?
– Sì, grazie per essersene ricordato!
– Se le interessano le ultime due settimane di luglio come l’anno scorso, riesco anche a farle lo stesso prezzo.
– Perfetto, grazie mille!
– Ci servirebbe una carta di credito a garanzia, possiamo utilizzare quella dell’anno scorso?
– Certamente.
– Benissimo, le mando subito la conferma tramite email, abbiamo già il suo indirizzo.
– Grazie mille, gentilissimo!
– Grazie a lei, saluti anche a sua moglie Irene e alla piccolina. A presto!

Riesci a cogliere l’abissale differenza?

Non ci può essere paragone tra un’agenda da sfogliare e un programma gestionale consultabile da qualsiasi “apparecchio” collegato a internet.

Telefonata anni 80:

– Hotel Orchidea buongiorno, sono Daniele.
– Buongiorno Daniele, sono il signor Pulici, ho una prenotazione per questa estate e vorrei modificarla.
– Certamente signor Pulici, in che periodo?
– A luglio.
– Che periodo di luglio?
– Le ultime due settimane.
– Un attimo solo che la cerco.
– …
– Trovata, mi dica pure.
– Quest’anno viene con noi anche la baby sitter e avrei bisogno di un’altra camera comunicante.
– Uhm… dovrei fare un po’ di spostamenti, la posso richiamare?
– Ah… va bene.
– La ringrazio, a tra poco.

Telefonata oggi:

– Hotel Orchidea buongiorno, sono Daniele.
– Buongiorno Daniele, sono il signor Pulici, ho una prenotazione per questa estate e vorrei modificarla.
– Certamente signor Giancarlo, mi dica pure.
– Quest’anno viene con noi anche la baby sitter e avrei bisogno di un’altra camera comunicante.
– Un attimo solo… Nessun problema, le ho spostato la camera, sempre fronte mare, che comunica con una singola.
– Sarebbe perfetto, grazie mille!
– Di niente signor Giancarlo, le mando subito la conferma di prenotazione aggiornata tramite mail.
– Gentilissimo.
– Tutto confermato allora, a presto e saluti a tutta la famiglia!

Come hai visto, anche in questo caso negli anni 80 non sarebbe stato possibile concludere la richiesta in un’unica telefonata, avresti dovuto cancellare con la gomma la prenotazione o togliere lo scotch dal planning e sperare che la camera di destinazione fosse libera, altrimenti avresti dovuto cancellare o spostare il nastro anche di quella.

Il tutto con un tempo di lavoro stimato di almeno 15-20 minuti, contro i pochi secondi dei giorni nostri, che oltre a soddisfare maggiormente il cliente, tolgono almeno 1 ora di lavoro di cancelleria al giorno.


Check-in anni 80:

– Buongiorno, sono il signor Pulici, ho una prenotazione.
– Ben arrivato signor Pulici, mi servirebbero i vostri documenti.
– Solo il mio o anche quello di mia moglie e mia figlia?
– Di tutti.
– Ah… adesso non li ho sotto mano, glieli posso portare dopo?
– Va bene…
– Avevo chiesto due cuscini in più in camera perchè ho problemi di cervicale, sono stati messi?
– Non saprei… mando qualcuno a controllare e in caso glieli faccio mettere.
– Ah… ok.
– Le posso chiedere di scegliere il menù intanto?
– Certo, le ricordo però che io sono vegetariano e mia moglie celiaca, è possibile avere un menù diverso?
– Ah… non saprei, mi informo in cucina e le faccio sapere.
– Va bene… Grazie.

Check-in oggi:

– Buongiorno, sono il signor Pulici, ho una prenotazione.
– Bentornato signor Giancarlo, tutto bene il viaggio?
– Sì, grazie. Vi servono i documenti?
– Non è necessario, abbiamo già i vostri dati dall’anno scorso.
– Perfetto.
– La camera è già pronta e abbiamo provveduto a mettere due cuscini in più come aveva chiesto l’anno scorso.
– Grazie mille!
– Abbiamo anche già avvisato la cucina dell’intolleranza di sua moglie e fatto preparare un menù vegetariano per lei.
– Ma siete degli angeli!

Ammetto di avere un po’ estremizzato l’esempio, ma è solo per farti capire l’immediatezza delle informazioni che puoi avere a portata di mano nella scheda di prenotazione all’interno del software gestionale, le cui preferenze vengono riportate sulle stampe per le governanti e la cucina.

Check-out anni 80:

– Salve, dovrei pagare il conto della 104.
– Certamente, ricevuta o fattura?
– Fattura.
– Sì… mi può dare l’intestazione?
– Ho i bigliettini da visita già in macchina, non potete prenderla dalla fattura dell’anno scorso?
– Purtroppo no.
– Va bene, vado in macchina e torno subito…

Check-out oggi:

– Salve, dovrei pagare il conto della 104.
– Certamente, va bene fattura come l’anno scorso?
– Sì, grazie. Le serve l’intestazione?
– Non è necessaria, abbiamo già tutti i dati.
– Perfetto!

Ok, ok, ho finito con i siparietti, ma spero che ti siano serviti a capire quanto sia fondamentale avere un software gestionale per “mandare avanti” un hotel al giorno d’oggi.

Sì, lo so, adesso starai pensando “Eh, ma ormai è una vita che lavoro così, non mi metto di certo a cambiare adesso!“.

Ti dirò, non è neanche del tutto sbagliato, perchè non dovevi pensarci adesso, ma già tanti anni fa.

Nulla ti vieta però di sostituire gradualmente la carta con il computer, un passo alla volta.

“E la crisi? Lo sai quanti alberghi chiudono ogni anno?

Sì, lo so, ma quella che si sta verificando adesso è una vera e propria selezione naturale, chi ha un hotel e lo gestisce senza competenze e senza aggiornarsi, per forza di cosa deve chiudere, solo chi ha voglia di innovarsi e cambiare può sopravvivere, ed è giustissimo così.

“I programmi costano una fortuna, dove li prendo i soldi?

Alt, ti faccio io una domanda: sai quanti soldi stai buttando via adesso?

Fammi elencare solamente alcune operazioni quotidiane che ti prosciugano tempo ed energie:

  • Lista arrivi: 10 minuti
  • Ordine del giorno per le governanti: 10 minuti
  • Inserimento schedine ed elaborazione istat: 30 minuti
  • Stampa per la cucina: 10 minuti
  • Stampa per i camerieri: 15 minuti
  • Inserimento nuove prenotazioni: 40 minuti
  • Spostamento/modifica prenotazioni: 60 minuti
  • Fare preventivi e rispondere mail: 120 minuti
  • Emissione conti: 60 minuti

Il tutto poi senza considerare gli inevitabili errori e l’incalcolabile valore delle statistiche che non puoi sapere.

Bene, solo queste operazioni ti portano via 6 ore al giorno.

6 ore al giorno!

42 ore a settimana!

Sai cosa vuol dire?

Vuol dire che stai pagando un dipendente solo per fare quello che un software gestionale ti può fare meglio e in pochi minuti.

Quanto ti costa all’anno un dipendente?

Ecco, adesso scommetto che un programma ti sembra miracolosamente economico.

Ma andando ancora più nel pratico, ti faccio vedere la schermata di prenotazione del programma che uso io:

La mia intenzione non è fare pubblicità, ma dato che spesso si ha paura di qualcosa solo perchè non la si conosce, ho voluto tranquillizzarti con uno screenshot.

Adesso non ti spaventa poi così tanto, vero?

Inoltre, visto che parlo solo di quello che conosco in prima persona, preferisco prendere questo come esempio, se poi trovi altri programmi con le stesse funzioni, ben venga, l’importante è il risultato!

Ecco una rapida lista dei punti di forza.

  • Puoi inserire le informazioni per l’intestazione e il tipo di documento preferito dal cliente, per risparmiare tempo al check-out
  • Puoi inserire l’origine, ovvero il modo in cui un cliente è venuto a conoscenza del tuo hotel, per capire quale operazione di marketing sta funzionando di più
  • Puoi inserire la preparazione della camera da trasmettere sulla stampa per le governanti
  • Puoi inserire tutti gli acconti, le caparre e i depositi, per avere sempre sotto controllo il bilancio del cliente
  • Puoi inserire la prestazione di arrivo per non sbagliare il conteggio per la cucina;
  • Puoi inserire un campo note per ricordare a chiunque usi il programma, qualsiasi cosa da sapere riguardo il cliente
  • Puoi richiamare tutti i dati anagrafici per compilare le schedine di PS in automatico senza chiedere i documenti tutte le volte

Tutto ciò solo dalla scheda di prenotazione.

Sono tutte informazioni che adesso hai nell’agenda e che non sono consultabili mentre sei al telefono con il cliente, da qui la differenza di comportamento tra le conversazioni che ho riportato qui sopra.

Se invece analizziamo alcune altre funzioni, ecco i vantaggi delle principali:

  • Occupazione: per sapere subito quante camere libere e occupate hai in un determinato periodo, e sulla base di questo aumentare e diminuire i prezzi. Non mi vorrai dire ancora che usi quelle 4-5 stagionalità fisse per tutto l’anno, vero?
  • Ricerca retta: per fare un preventivo in 3 secondi e proporre tutti i tipi di trattamento che hai, senza dimenticarti nessuna offerta o pacchetto
  • Prenotazioni web: per inserire con un click le prenotazioni che arrivano dai portali o dal tuo sito, non starai mica usando servizi esterni che ti costringono ad inserire tutto a mano, vero?
  • Rifiuti: questa è una funzione che usano in pochi, ma è fondamentale. Quando un cliente non accetta un preventivo o tu gli neghi disponibilità, viene registrato un rifiuto
    In questo modo puoi capire, ad esempio, in un periodo in cui hai l’hotel pieno, se l’hai riempito con anticipo, rifiutando una marea di richieste, oppure se sei arrivato sotto data con l’acqua alla gola e hai dovuto svendere le camere vuote.

Ne capisci l’importanza?

Per non parlare delle strategie che si possono impostare nei listini prezzi, ovvero tutte quelle condizioni che solo tu proprietario o gestore sai e che solo tu puoi calcolare per fare un preventivo ad un cliente.

Beh, se invece di tenere tutti i segreti per te, perchè non inserirli nel programma e dare la possibilità a qualsiasi receptionist di fare un preventivo esattamente come lo faresti tu?

Ebbene sì, un software regala tempo libero anche a te!

Prima ho accennato anche alle statistiche che a mano non si possono calcolare, questo perchè sfogliare l’agenda delle prenotazioni per estrapolare dei dati è praticamente impossibile, ma non ti sarebbe utile sapere quale camera ti ha prodotto di più?

Quale canale pubblicitario funziona meglio e quale peggio?

Quali sono i periodi in cui puoi aumentare i prezzi senza perdere prenotazioni?

In quali periodi diminuirli per aumentare l’occupazione?

Non sarebbe meglio avere sempre la situazione sotto controllo per apportare delle correzioni ogni giorno anzichè accorgertene a fine stagione e pensarci l’anno dopo?

Ma ti faccio un’altra domanda:

quante richieste di preventivo, tramite mail o telefono, ricevi ogni giorno?

So per certo che fare preventivi è l’attività che ti porta via più tempo, e proprio per questo è fondamentale automatizzarne la procedura, per risparmiare tempo ed essere più efficienti.

Hai mai considerato che un potenziale cliente adesso può inviare un preventivo multiplo a decine di alberghi?

Secondo te, chi risponde per primo ha un vantaggio?

Io dico di sì.

Le ore di oggi equivalgono ai giorni di una volta.

Se rispondi dopo 4 ore, il tuo preventivo finirà nel mucchio in mezzo agli altri, perchè molto probabilmente chi te l’ha chiesto avrà già prenotato da qualche altra parte.

Questo mio articolo non vuole ovviamente essere esaustivo, per spiegare tutto quello che fa un software gestionale ci vorrebbero almeno 200 pagine, ma spero di averti trasmesso la voglia, o almeno la curiosità, di cambiare.

Se non cambi però, non fai un torto a me, ma al tuo hotel, ai tuoi dipendenti, ai tuoi clienti e alla tua famiglia.

Come sempre, i commenti qui sotto sono a tua disposizione per qualsiasi tipo di dubbio o chiarimento.

Che tu lo accetti o meno, il 2017 non è più come il 1987, quando bastava aprire la porta per avere l’albergo pieno, adesso grazie a (o per colpa di) internet non sei più in competizione con il tuo viale o con la tua città, ma con il mondo intero, sei sempre sotto giudizio con le recensioni on-line e la formazione, tua e del tuo personale, non è mai stata così FONDAMENTALE.

Quindi che fai, continui a fare quello che hai sempre fatto lamentandoti che c’è la crisi o prendi la situazione in pugno e fai vedere ai condottieri della carta e penna chi comanda?

Anche Robocop si è aggiornato, perchè tu no?

Adesso scusami ma devo scappare, stanno dando la mia canzone preferita alla radio e devo correre a registrarla con il mangianastri!

CONTINUA A LEGGERE

Cosa regali al tuo hotel per Natale?

Ti sei ricordato di pensare anche a “lui”?

Non ti preoccupare, puoi ancora rimediare!

Mi ero ripromesso di non iniziare l’articolo con “Ormai il Natale è alle porte…” ma non mi viene in mente altro, quindi…

Ormai il Natale è alle porte, se per te è alta stagione, sarai impegnato come non mai, e se sei chiuso, starai trafficando con la spedizione degli auguri ai tuoi clienti, chiedendoti:

“Meglio la mail? Una lettera? O magari una cara vecchia telefonata?”

Come quasi sempre, la risposta è: dipende.

So che può sembrare brutto, ma devi “catalogare” i clienti, perchè non tutti hanno lo stesso valore.

Clienti che soggiornano a lungo in bassa stagione, si meritano qualche attenzione in più, meglio optare per una bella lettera di auguri, o ancor meglio, un pacchettino con gadget in regalo e codice sconto per il prossimo soggiorno.

I clienti storici, ma proprio storici storici, quelli che ormai sono di famiglia, andrebbero anche chiamati, giusto per cordialità e qualche convenevole, corredati da qualche aneddoto accaduto durante le loro visite negli anni passati.

A tutti gli altri invece, puoi mandare una mail.

Come prima cosa devi avere un CRM, possibilmente integrato nel tuo programma gestionale, in alternativa ne puoi usare uno online.

Come sarebbe a dire che non sai cos’è un CRM?

Non hai letto il mio articolo?

Sacrilegio!

Corri subito a rimediare! Clicca qui!

“Ti senti a tuo agio con i termini email, imap, pop3, client, pec e crm?”

Bene, adesso che sai cos’è e quanto sia importante, se il tuo software non lo prevede, puoi utilizzare questo CRM online (che uso anch’io).

Si chiama MailChimp ed è gratuito fino a 2.000 indirizzi email e fino ad un massimo di 12.000 mail inviate al mese.

Va quindi benissimo per iniziare, e dico iniziare perchè se il tuo gestionale non prevede un CRM, ti conviene cambiarlo.

Ma non mi dilungo oltre perchè l’argomento di oggi non è questo, ma bensì il Natale.

O meglio, il Natale visto come scusa per regalare e regalarci qualcosa.

Tempo fa avevo scritto un articolo su come ormai sia semplice comprare su internet con la partita iva, e qual miglior periodo di questo per farlo?

Non sono un grande fan dei centri commerciali sotto le feste: un’ora per arrivarci, mezz’ora per parcheggiare, 3 ore per comprare, un’altra ora per tornare a casa.

No, thank you.

Preferisco stare una mezz’oretta al computer, qualche click e aspettare il corriere l’indomani.

Ormai uso questa “tecnica” anche con i miei nipoti, di 5 e 9 anni: gironzoliamo un po’ su Amazon, che per loro è come essere a Disneyland, indicando sul monitor praticamente qualsiasi cosa compaia.

Dopo qualche minuto la lista dei desideri inizia a farsi importante, è tempo di fermarsi, mettere un filtro sul prezzo e con qualche consulenza spicciola da parte mia, il regalo è deciso.

So che toglie la magia della sorpresa, ma evita il rischio di sbagliare e tutte le ore perse in giro menzionate poco fa.

Poi, il fatto che il regalo scelto dal nipote più piccolo, sia fisicamente più grande del pacco per il nipote più grande, sarà un effetto collaterale che dovrò gestire il giorno di Natale.

Oggi ti voglio “regalare” qualche idea che può facilitare la scelta dei regali, tutti ovviamente a tema tecnologico-alberghiero, altrimenti il blog cosa si chiama Hotel Informatico a fare?

So che mancano solo 3 giorni feriali, ma con Amazon Prime hai la spedizione di un giorno gratuita su più di 1 milione di prodotti, qualcosa lì nel mezzo ci sarà di sicuro!

E se non c’è, mi sa proprio che ti tocca uscire e passare mezza giornata in giro a pensare:

“L’anno prossimo compro i regali a novembre!”

“L’anno prossimo i regali non li faccio proprio.”

“Ma Daniele non poteva scriverlo prima st’articolo?”

Ecco, sta a vedere che adesso è pure colpa mia…

Ma torniamo a noi.

Ti proporrò delle idee che vanno bene sia per migliorare il tuo hotel, sia come regalo a chi è del nostro settore, ma in mezzo troverari anche qualche cosa un po’ più scanzonata.

Ok, iniziamo.

Parto dal concetto principale secondo cui un dipendente felice è un dipendente migliore, e migliorare il comfort dell’ambiente di lavoro non può che giovare al suo stato d’animo e a quello di chi lo circonda.

Un addetto al front o back office, tra cui suppongo faccia parte anche tu, passa ormai la maggior parte del tempo al computer, e quali sono le cose che armeggiate per tutto il tempo?

Te lo dico io: mouse e tastiera.

Di sicuro lavorare con il touchpad del portatile, con un vecchio mouse col filo o con una tastiera dell’anteguerra, non è il massimo, soprattutto perchè alla lunga portano ad infiammazioni ai tendini di mano e braccio, per poi potenzialmente sfociare nella temutissima sindrome del tunnel carpale.

Premetto che io sto in media 10 ore al giorno davanti al computer e per evitare affaticamenti del polso destro, uso il mouse anche con la sinistra, ma avendo sempre usato mouse e tastiere non ergonomici (quelli che costavano meno per intenderci), adesso sono costretto a mettere un bel tutore al polso destro.

Quindi, cosa ti posso consigliare?

Sicuramente di non risparmiare su queste periferiche, ma neanche di spendere tanto a caso.

Questa è la configurazione che uso io da qualche mese:

Tastiera e mouse di destra: Logitech MK710 e Marathon Mouse M705

Mouse di sinistra: Logitech MX Anywhere 2

Sì, ho due mouse, prima ne avevo uno e lo spostavo da destra a sinistra quando dovevo cambiare mano, ma poi ho preferito optare per questa soluzione, meno economica, ma più pratica.

Per proseguire con la postazione pc, dopo esserti preso cura degli arti superiori, è bene concentrare l’attenzione sulla vista.

Anche i monitor sono molto trascurati, ma uno di scarsa qualità può affatticare molto gli occhi e alla lunga creare veri e propri problemi alla vista.

Il monitor deve essere innanzitutto abbastanza grande, ormai i 21 pollici in 16/9 costano come i 17 di una volta, e in particolare ti consiglio questo Philips 221B6LPCB perché può essere ruotato in verticale, veramente utile se hai molte camere e vuoi vederle tutte contemporaneamente nel planning.

Che dici, non viene già più voglia di lavorare con tutta sta roba?

Ma se vuoi, puoi anche rimanere negli anni 90.

Mi viene male al collo, occhi e mani al solo pensiero…

Risolti i problemi ai tendini e agli occhi, rimangono da sistemare collo e schiena, ma per questi ti propongo una soluzione un po’ più “naif”, attuabile solamente nel back office…

Le sedie? Roba vecchia!

Wellness ball!

Anni fa la Technogym se n’è uscita con sta palla da usare al posto della sedia con lo scopo di avere una corretta postura alla scrivania.

Ecco, nell’immagine qui sotto, io la maggior parte del tempo stavo seduto come quello a sinistra, tu invece?

Con la Wellness ball si dovrebbe assumere “automaticamente” la postura corretta, anche perché o rimani in equilibrio o cadi, ma investirci quasi 300 € è forse eccessivo…

Dato che è una cosa che mi ha sempre incuriosito, ho deciso di comprarne una simile a 20 €, nel caso funzioni veramente e ne dovessi trarre sostanziali benefici, farò un pensierino anche a quella originale, alla fine la salute non ha prezzo.

Adesso sto usando quella simile proprio da pochi giorni e per il momento ho solo un gran male ai lombari.

Suppongo serva un periodo di adattamento, spero che la situazione migliori nei prossimi giorni…

Magari la puoi regalare a qualcuno che va in palestra, così alla peggio la usa per fare gli esercizi in casa.

Bene, abbiamo finito la sezione “workstation“, passiamo alla tecnologia spicciola.

Informaticamente parlando, l’aspetto più importante è senza alcun dubbio il backup.

Sì, ok, c’è il cloud, ma per i file di grossa dimensione e la connessione che in Italia è quel che è, avere un caro vecchio backup a portata di mano, male non fa.

Iniziamo con un hard disk esterno.

Le dimensioni contano e un terabyte (ovvero mille megabyte) è più che sufficiente per ogni utilizzo.

Ti consiglio questo Western Digital, di cui ne sono un felice utilizzatore.

Come garanzia sulla qualità, ti interesserà sapere che la Western Digital è il principale produttore mondiale di dischi rigidi, con i suoi 96.000 dipendenti e 16 miliardi di fatturato.

Quindi quando si parla di hard disk, si parla di Western Digital.

Se parliamo invece di pendrive, parliamo di SanDisk e ti posso consigliare questo Cruzer Ultra Flair da 32gb.

No, questa volta non ce l’ho io, bensì mia sorella, lo sta usando da mesi senza avere problemi e, considerando che qualsiasi cosa elettronica nelle sue mani dura poche settimane, ha già raggiunto un traguardo importante.

Ma oltre alla marca, sono fondamentali altre 2 caratteristiche:

  • La velocità: essendo USB 3.0 trasferisce i dati 10 volte più velocemente delle chiavette usb 2.0 tradizionali, a patto di avere una porta USB 3.0 nel computer.

Distinguerle è molto semplice, le 3.0 sono blu, le 2.0 nere.

  • Il gancio: avendo una sorta di gancio in fondo, la puoi mettere nell’anello del portachiavi o attaccarci un laccetto per staccarla più facilmente dal computer.
    Inoltre è impossibile perdere il tappino, non ce l’ha 😀

Se invece vuoi che l’utilizzo principale sia come portachiavi, allora è meglio la Kingston DataTraveler, che io ho (una delle tante), perché è più sottile e in tasca non si sente (sempre usb 3.0 da 32gb):

Ok, direi che anche con l’archiviazione di massa siamo a posto.

Passiamo al bureau della reception.

Che ne dici di una cornice digitale?

Sono in giro da qualche anno, ma non hanno mai riscosso un grande successo, a mio avviso però, in alcune situazioni possono rivelarsi molto utili.

Ti dico quali.

Immagina di metterne una in reception e di proiettare foto e video del tuo hotel e della tua zona, sarebbe un’idea carina alla vista e di intrattenimento per i clienti in fila.

Almeno renderà l’attesa dei clienti più piacevole.

E non solo, hai mai pensato in quale altro posto del tuo hotel i clienti rimangono ad aspettare in piedi?

Fuori dall’ascensore!

Ne puoi anche appendere una proprio lì fuori e far passare dei video promozionali dei tour organizzati e delle attrazioni vicine all’hotel, delle quali, magari, tu ne vendi i biglietti.

Questa cosa mi è venuta in mente durante il mio ultimo viaggio in America.

Ad una stazione di rifornimento benzina, tutte le pompe erano dotate di mini tv che trasmetteva spot pubblicitari e io, essendo costretto a stare lì in piedi, sono obbligato a guardare.

Geniale!

Ecco, l’attesa dell’ascensore si può tranquillamente paragonare a quella del rifornimento, perchè non sfruttarla?

Se poi vuoi girare qualche spot fatto in casa sui drink del tuo bar o le prelibatezze del ristorante, non sarò di certo io a impedirtelo!

Se ti è piaciuta questa idea e vuoi fare le cose in grande, puoi anche appendere una tv dove vuoi e tramite Chromecast trasmettere qualsiasi audio e video dal tuo computer.

Tranquillo, ti spiego subito come funziona.

Chromecast è un dispositivo che si collega alla presa hdmi della televisione e tramite la tua rete wifi, trasmette quello che vuoi dal computer.

In pratica è come se avessi la tv collegata al computer.

Così puoi trasmettere un video di youtube della tua città sul televisore della hall o una playlist audio dal cellulare.

Ebbene sì, puoi trasmettere qualsiasi cosa anche dallo smartphone e dal tablet!

Io lo uso a casa per guardare sulla tv i film che ho sul computer usando il cellulare come telecomando. Il top.

Di sicuro con questo regalo non sbagli!

E a proposito di audio, quando si entra nel tuo hotel, si sente solo il rumore del frigo del bar e dei receptionist che parlano al telefono?

In sala da pranzo si sente solo lo sferragliare delle posate, piatti e bicchieri?

Non sarebbe meglio un po’ di musica di sottofondo?

Io dico di sì.

Ovviamente quando si parla di audio, si parla di Bose.

No, no, non ti sto dicendo di fare un impianto audio con mille casse al soffitto, basta UN diffusore Bose per cambiare atmosfera, te ne posso consigliare 3, scegli pure in base al tuo badget:

No, non considerare neanche altre marche, se vuoi che UN solo diffusore ne sostituisca QUATTRO, Bose è l’unica scelta.

Inoltre sono tutti modelli wifi, quindi li puoi mettere dove vuoi e comandarli dal computer della reception.

Ti dirò, fanno pure arredamento.

Un momento, non sai che musica mettere?

Dovresti farti dare le canzoni dai tuoi figli?

Non ti preoccupare, Spotify ti risolve il problema.

Spotify è un servizio di streaming musicale, sia a pagamento (10 € al mese), che gratis (con qualche pubblicità ogni tanto), dove puoi scegliere tra una vastità infinita di brani, oppure farti consigliare la playlist più adatta al momento della giornata: pop la mattina, lounge verso l’ora dell’aperitivo e più rockeggiante la sera quando ci sono le feste.

Un regalo un po’ più impegnativo, ma che da fiero utilizzatore non posso che consigliartelo, è uno smartphone dual sim.

E sì, perchè è fondamentale dividere la vita privata da quella professionale, e avere due cellulari non è il massimo della comodità.

Se ce li hai, sai bene di cosa sto parlando.

Con un dual sim invece, puoi utilizzare due sim con due numeri diversi contemporaneamente, e spegnerne all’occorrenza l’una o l’altra, quella del lavoro quando sei a casa e hai bisogno di staccare, o quella privata quando sei in riunione e puoi ricevere solo chiamate di lavoro.

Pur avendone uno, non ti posso consigliare di comprare il mio perchè è un Samsung Galaxy S5 proveniente dagli Emirati Arabi Uniti comprato su un sito inglese.

Purtroppo i top di gamma Samsung dual sim non sono commercializzati in Europa e anni fa quando l’ho acquistato, ho dovuto agire per vie traverse.

Ti posso comunque consigliare un ottimo Huawei P8 lite Dual Sim, acquistabile ovviamente su Amazon Italia.

Non storcere il naso se non hai mai sentito dire Huawei (si pronuncia uauei), è sì una marca cinese, ma è il terzo produttore mondiale di smartphone, proprio dietro ad Apple e Samsung, decisamente avanti rispetto a Nokia, LG, HTC, Motorola e qualsiasi altra marca di cellulari che conosci, a meno che non sia fallita.

Passiamo ora ad una situazione che mi capita spesso di vedere:

Hotel chiuso, riscaldamento spento e stufetta scaldabagno sotto la scrivania.

So che ti sembra la soluzione più pratica e veloce per riscaldare l’ambiente, ma partiamo dall’inizio.

La maggior parte delle volte che mi ritrovo in questa situazione, succede perchè il titolare di turno va in albergo apposta per rispondere alle mail o per inserire le prenotazioni nel software gestionale.

Mi sembra superfluo dire che non sia l’unica soluzione, nè tanto meno la più comoda, ma preferisco precisarlo ugualmente.

Le email non esistono solo sul computer della reception, si possono tranquillamente scaricare da qualsiasi computer, se vuoi sapere come, ti rimando all’articolo dedicato che avevo scritto tempo fa, clicca qui per leggerlo.

L’utilizzo del programma gestionale è un po’ diverso, in nessun caso però sei obbligato ad andare apposta al freddo e al gelo, ti basta un desktop remoto, e anche in questo caso, ho già spiegato tutto qui: “Desktop remoto o cloud?“.

Ma non era qui che volevo arrivare, bensì alla stufetta scaldabagno.

Sai quanto consuma?

2.000 Watt.

DUEMILA WATT!

Prova a pensare quanto possa consumare tenendola accesa 8 ore al giorno.

L’alternativa a basso consumo che ti propongo è una stufa alogena.

Ha 3 potenze, ognuna di 400 watt, è girevole e non fa rumore, cosa vuoi di più?

Per un utilizzo ravvicinato (da sotto la scrivania) è sufficiente tenerla al minimo, ovvero 400 watt contro i 2.000 dello scaldabagno.

Non male, vero?

Che dire, mi sembra di averti fornito molte idee, per tutte le situazioni e tasche, adesso tocca a te!

Se invece hai bisogno di un parere su qualcos’altro, scrivi pure nei commenti!

A presto e Buone feste!


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Google AdWords o Facebook ADS?

Necessità urgente o bisogno latente, questo è il problema.

Ma è un problema tuo o dei tuoi clienti?

All’angolo rosso: nato nel 1997 in California dai genitori Larry Page e Sergey Brin, risponde a 3 miliardi e mezzo di domande ogni giorno, scelto dall’80% di utenti per le proprie ricerche, annovera servizi come YouTube, GMail, Maps, Chrome e Android, signore e signori, il sito più visitato al mondo: Google!

All’angolo blu: nato nel 2004 ad Harvard, ideato dal 19enne Mark Zuckerberg come ripicca per essere stato lasciato dalla ragazza, conta 1,2 miliardi di utenti attivi ogni giorno, registra quotidianamente 500 mila nuovi profili, nel 2012 ha acquisito Instagram e nel 2014 WhatsApp, signore e signori IL social network per eccellenza: Facebook!

Praticamente il 90% del tempo che passi su internet, usi un prodotto di Google Inc. o Facebook Inc.

Bene, fatta la doverosa premessa, suppongo tu abbia già capito chi siano i due big player della rete.

La domanda sorge quindi spontanea:

E’ meglio fare pubblicità su Google AdWords o su Facebook ADS?

Prima di rispondere, ti spiego brevemente i due tipi di sponsorizzazioni.

Anzi, ancor prima, ti spiego l’origine dei termini AdWords e ADS.

Sono semplicemente abbreviazioni della parola inglese “advertising“, che vuol dire “pubblicità“.

Quindi ADS sta per il plurale ADvertisingS e AdWords significa letteralmente “pubblicità di parole”.

Ma torniamo a noi.

Google mette a disposizione AdWords, un sistema di annunci pubblicitari basato sul PPC (Pay Per Click), ovvero paghi solo se l’utente clicca sul tuo link.

E’ molto vantaggioso perché paghi solamente le visite vere al tuo sito, a prescindere da quante volte venga visualizzato il tuo annuncio.

Per poterlo utilizzare è sufficiente un account Google, come GMail, e andare su http://www.google.it/adwords.

Certo è che, se hai molte visualizzazioni e pochi click, significa che il tuo annuncio non è “accattivante”, non convince chi lo visualizza a cliccarci sopra, oppure è semplicemente visto da persone fuori target e non interessate al tuo prodotto, ma questo te lo spiegherò meglio più avanti.

Gli annunci possono comparire come testo nella ricerca di Google, li riconosci perché sono i primi risultati a comparire e hanno la scritta Ann. di fianco.

Oppure con delle immagini (display) all’interno di siti partner (qui sotto puoi vedere i banner di Infostrada e Amazon in un sito di cellulari).

Facebook risponde con ADS, che ti permette di far comparire dei post consigliati sulla bacheca degli utenti in base al target che imposti, potendo pagare visualizzazioni e click.

Funziona sia su Facebook che su Instagram, gli annunci si creano entrambi dal pannello di Facebook raggiungibile al link: https://www.facebook.com/ads, oppure cliccando direttamente sul pulsante “Metti in evidenza il post” che trovi in basso a destra nei post della tua pagina.

Fin qui ti sembra tutto familiare, vero?

Tutti noi siamo costantemente bombardati di pubblicità, avrai sicuramente già visto i vari tipi di inserzioni, ma magari non avevi fatto caso che fossero a pagamento o non sapevi che puoi farle anche tu.

Purtroppo oggi il web è talmente saturo di pubblicità che sono stati addirittura creati dei plugin per i browser che la bloccano, chiamati AdBlock.

Per lo più vengono utilizzati per non far aprire i pop-up o altre finestre esterne al sito che si sta visitando.

Sono una gran scocciatura, vero?

Negli anni ho sperimentato diversi servizi, ma non ne ho mai usato uno perché finiscono sempre per bloccare anche il contenuto “vero” di un sito, impedendone la corretta navigazione.

In generale sono comunque usati da una piccola percentuale di utenti, non te ne preoccupare troppo, le tue inserzioni non ne risentiranno!

Oppure, se vuoi andare sul sicuro, puoi sempre inventarti soluzioni “alternative” come questa:

Torniamo quindi alla domanda: meglio Google AdWords o Facebooks ADS?

Inizialmente volevo tirare avanti e rispondere solo a fine articolo, ma dato che la risposta è “dipende”, sono sicuro che mi avresti odiato.

Eh sì, dipende perché sono due tipologie di pubblicità diverse, in quanto AdWords va a soddisfare una necessità urgente, Facebook va invece ad agire su di un bisogno latente.

Tranquillo, non sono concetti psicologici, te li spiego subito con degli esempi concreti.

Quando ti metti su Google e scrivi ad esempio “Cellulare Samsung“, vuol dire che in quel momento ti interessa cercare notizie relative ad uno smartphone, ti compariranno quindi degli annunci sponsorizzati che li vendono.

Per “necessità urgente” si intende quindi una ricerca scaturita volontariamente da chi la effettua.

Nel tuo caso, se uno cerca “hotel nometuacittà”, molto probabilmente ha già l’idea di andare in vacanza o di fare un viaggio e sta valutando la tua destinazione, proprio per questo motivo, intercetteresti una richiesta con alta probabilità di conversione.

Con AdWords definisci il target di destinazione in base alle parole chiave (keywords) che l’utente stesso ricerca, ognuna con un costo diverso, perchè, come puoi immaginare, più un termine è ricercato, più c’è concorrenza, più il prezzo sale.

Se vuoi fare una prova, puoi andare sul Keyword Planner, inserendo i termini di ricerca e cliccando su “Trova Idee” ti verranno elencate una serie di combinazioni di parole chiave inerenti alle tue, con indicati il numero medio di ricerche mensili e l’offerta consigliata da impostare per ogni singolo click.

Da questa tabellina si evince che “hotel Riccione 4 stelle” è molto ricercato, l’offerta consigliata è quindi di 1,03 €, non proprio economica.

Così facendo però, ti assicuri la visita sul tuo sito di una persona che cerca un hotel 4 stelle a Riccione, e se ti giochi bene le tue carte (e hai un hotel a 4 stelle), potresti convertirla tranquillamente in un contatto o in una prenotazione.

Se vuoi approfondire meglio come avviene il calcolo del costo degli annunci AdWords, puoi leggere il mio articolo “Chi più spende non vince“.

Con Facebook ADS il discorso cambia.

Sì perchè gli annunci ti compaiono in base ai tuoi interessi e a quelli dei tuoi amici, alle pagine che segui e a tanti altri parametri che ti permettono di identificare molto precisamente il tuo pubblico target.

Puoi andare su https://www.facebook.com/ads e scoprire tu stesso quanti sono i parametri tra cui scegliere.

Come puoi vedere nell’immagine qui sotto, puoi scegliere innanzitutto il luogo, l’età, il sesso e la lingua parlata dal pubblico che vedrà il tuo annuncio, ma c’è molto di più.

L’ultima voce “Targetizzazione dettagliata” è la vera arma.

Puoi scegliere una miriade di parametri, tra cui:

  • Persone che vivono in un nucleo familiare (per rivolgerti alle famiglie).
  • Amici di persone che stanno per compiere gli anni (magari potresti scegliere questa caratteristica insieme a quella di un pubblico maschile dai 18 ai 50 anni per invogliare a regalare alla loro ragazza/moglie un ingresso nella tua spa).
    Non sottovalutare il valore trust di una pagina che piace ad un tuo amico, non ti da una sicurezza in più sapere che qualcun altro che conosci ha già approvato il servizio che stai per acquistare?
  • Anniversario imminente (se vuoi proporre un weekend romantico).
  • Interessi: vacanze, ecoturismo, laghi, montagna, spiagge (non credo sia necessario aggiungere altro).
  • Chi viaggia per lavoro, viaggiatori frequenti, viaggiatori internazionali abituali (anche qui non aggiungo altro).

E mi fermo qui, non voglio dilungarmi troppo o scendere nel dettaglio, ma volendo fare un esempio con i parametri che ho appena citato, potresti creare un pubblico composto da:

Donne (tanto sono loro che decidono), età 30-45 (in modo da garantire, si spera, un’indipendenza economica), che sono fidanzate/conviventi/impegnate (per esser sicuri che abbiano qualcuno da costringere ad andare in vacanza), che abbiano come interesse vacanze e spiagge (a patto che ovviamente tu abbia un hotel al mare) , che siano viaggiatrici frequenti (tanto per non sbagliare), e, ciliegina sulla torta, che sono appena tornate da una vacanza (momento di massima nostalgia in cui si pensa già al successivo viaggio).

Con questa selezione hai scremato i 31 milioni totali in poco meno di 3 milioni, ma nulla ti vieta ovviamente, ti restringere ulteriormente il campo.

Minore sarà il pubblico, migliore sarà il tuo target.

Ti consiglio vivamente di farti un giro su Facebook ADS per vedere tutti i criteri di selezione, perché sono veramente tanti e a volte inquietanti…

Che lo vogliamo o no, c’è poco da fare, il “grande fratello” ci osserva sempre, George Orwell ci aveva visto lungo…

So che può darti fastidio sentirti osservato o privato della tua privacy, ma alla fine è solo pubblicità.

Io preferisco vedere pubblicità di cose che mi interessano piuttosto di cose che “nun me pò fregà de meno”.

Dato che sono un maschio e pratico thai-boxe, preferisco vedere un annuncio di un bel paio di guantoni, piuttosto che quello dei nuovi assorbenti con le ali.

O no?

A dar man forte a questo concetto, entra in campo anche il remarketing.

Il remarketing è lo strumento di marketing più forte che ci sia perchè ti propone annunci display, nel caso di Google, e post, nel caso di Facebook, relativi a siti che hai visitato e quindi di tuo interesse.

Hai presente quando guardi un orologio su Amazon e continui a vederlo ovunque?

Ecco, quello.

Immaginalo applicato al tuo hotel.

Un potenziale cliente visita il sito del tuo hotel e quando esce e continua a navigare altrove, continua a vedere la tua pubblicità, non dici che prima o poi cederà per lo sfinimento?

Scherzi a parte, è uno strumento molto forte, anche solo come promemoria.

Quante volte ti è capitato di dire: “Sì, sì, adesso lo faccio, finisco sta roba…” e poi te ne sei dimenticato?

Sappi comunque che se sei su Booking.com, loro lo stanno già facendo per te.

Ho fatto una breve ricerca di un hotel a Chicago, dove mi recherò a ottobre, e sono tornato sul sito di cellulari che ti ho fatto vedere prima, et voilà!

Al posto della pubblicità di Infostrada, ecco quella di Booking con gli hotel che ho appena visto.

Non ti sto a fare l’esempio anche su Facebook perchè il funzionamento è lo stesso.

Un consiglio che ti do, a prescindere dal sistema che utilizzerai, è quello di indirizzare sempre la campagna pubblicitaria su una landing page.

Come cos’è una landing page?

Una landing page è una pagina di atterraggio dedicata, dove finisce l’utente che ha cliccato sul tuo annuncio, o qualsiasi altra call-to-action (chiamata all’azione).

Questo è un passaggio fondamentale, ne vale della resa dell’intera campagna.

Se ad esempio crei una campagna su un’offerta di Pasqua e poi chi ci clicca sopra viene sbattuto sulla pagina principale del tuo sito, c’è rischio che non sapendo dove andare, prende e chiude il sito.

Ti ritroveresti quindi con molte visite, segno che gli annunci sono efficaci e la gente li clicca, ma con poche conversioni perché una volta arrivati sul tuo sito, l’utente si sente spaesato e chiude.

In questa situazione è molto importante la collaborazione del tuo webmaster, che ti deve creare di volta in volta le landing page dedicate ad ogni singola offerta.

Nel caso non sia possibile (piuttosto probabile), perlomeno dirotta l’utente sulla pagina del tuo booking engine con le date dell’offerta, così almeno avrà la possibilità immediata di prenotare, senza il rischio di girare a vuoto.

Ti consiglio di far finire su una landing page anche le inserzioni di Facebook, piuttosto che puntare ad aumentare il numero di fan della pagina, questo perché Facebook da sempre meno visibilità dei tuoi post “organici” (non a pagamento), per incentivare, manco a dirlo, quelli a pagamento.

Rischieresti altrimenti di pagare per avere un pagina con migliaia di fan che però non visualizzano i tuoi post.

Molto meglio, a questo punto, inserire nella landing page un campo da compilare con l’indirizzo mail, così almeno avrai un contatto da utilizzare nella tua newsletter, che avrà sicuramente un percentuale di lettura maggiore rispetto a quella dei post della tua pagina Facebook.

Quindi, chi è il vincitore?

Il vincitore sei tu!

Esatto, proprio te, perchè in entrambi i casi, se correttamente configurate, le campagne ti possono portare ottimi risultati.

L’unica cosa che cambia, è il momento.

Puoi infatti puntare su AdWords nel periodo in cui vengono effettuate più ricerche su Google, per sapere con esattezza qual è il momento giusto, puoi consultare i Trends di Google, e utilizzare Facebook ADS quando la richiesta scarseggia e sei tu che devi invogliare i tuoi futuri clienti.

Nell’immagine qui sotto ho fatto una veloce ricerca nell’ultimo anno delle parole chiave “hotel Riccione” e “hotel a Riccione“.

Come vedi vince nettamente “hotel Riccione”: a partire da febbraio le ricerche iniziano la scalata, meglio quindi AdWords, da settembre invece sono in caduta libera, momento giusto per fare campagne su Facebook.

La cosa più importante, come sempre, è quella di testare i vari metodi e misurarne i risultati, è inutile che ci spendi 1.000 € e poi non sai quante prenotazioni ti hanno portato.

Quindi investi, testa, sbaglia, cambia finché non trovi la TUA formula vincente, qualsiasi consulente che ti garantisce dei risultati, sappi che ti sta mentendo!

Adesso che hai chiaro tutti gli aspetti, ricapitoliamo quelli principali.

Google AdwordsFacebook ADSVisualizzazioneRicerca volontaria su GooglePost sponsorizzati su facebook e instagramTargetingAttraverso keywordAttraverso interessi tuoi e dei tuoi amiciPagamentoPay per clickPay per click e impression (visualizzazioni)RemarketingBanner su siti partnerPost sponsorizzati su facebook e instagram

Bene, direi che non ho altro da aggiungere, dalla California è tutto, a voi studio!

P.S.

Ebbene sì, sono stato nelle sedi di Google e Facebook nella Silicon Valley.

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Booking.com è veramente il cattivo?

Per te Booking.com è “l’origine del male”?

Ti spiego allora come conoscere il tuo “nemico” e i 7 segreti per giocare nella stessa squadra!

Nel lontano 2004 a quest’ora ero attaccato al telefono per cercare di vendere pubblicità internet agli hotel della provincia di Rimini, ovvero il peggio che potesse offrire l’epoca:

VENDERE al TELEFONO + PUBBLICITA’ su INTERNET + ALBERGATORI della ROMAGNA.

Tutti i peggiori componenti che potesse racchiudere un lavoro, all-in-one.

Ovviamente sono durato meno di un anno.

Questa esperienza mi ha insegnato che è prassi per gli albergatori ritenere nemico chiunque chieda soldi per servizi “intangibili”, ovvero per tutto ciò che avviene su internet.

Ok pagare i fornitori di carne e pesce, passi anche la pubblicità su un giornale, un cartellone o depliant, ma web marketing…vade retro!

E’ relativamente semplice convincere un albergatore a pagare fior fior di quattrini per un cartellone sulla statale, così si sente soddisfatto e orgoglioso tutte le volte che ci passa davanti, peccato però che il suo ROI (ritorno di investimento) è praticamente incalcolabile.

Se invece Booking.com gli chiede il 15% di commissioni per una prenotazione già incassata il mese prima, viene visto come satana.

Perchè?

Perchè “con le commissioni che ci mangiano tutti i ricavi, non campiamo più. Ormai lavoriamo noi per le OTA!”

Ti assicuro che la situazione non è così tragica, ma tu sei sicuro di conoscere fino in fondo il tuo “nemico”?

Io dico di no, e dato che si ha paura di una cosa quando non la si conosce, eccomi qua a spiegarti tutto sul tuo più grande nemico/amico.

Direi di iniziare dalle commissioni, ovvero l’importo che Booking ti chiede a fronte di una prenotazione arrivata tramite il loro portale, normalmente il 15%.

E’ molto il 15%?

Dipende.

Se ti arriva una prenotazione da Booking.com di 2 notti a 200 €, cosa vuol dire?

Vuol dire che tu a Booking pagherai 30 €, ovvero il 15% di 200 €, che altro non è che il costo acquisizione clienti.

Bene, assodato questo concetto e questo facile calcolo, sai dirmi quante prenotazioni ti hanno portato i 2.000 € spesi in cartelloni e riviste?

Ovviamente è un calcolo quasi impossibile da fare, dovresti sapere esattamente chi sono i clienti che hanno prenotato dopo aver visto la tua pubblicità.

Stesso discorso, ma più misurabile, vale per i banner sui vari portali turistici, quei 3.000 € che spendi in anticipo, sai quante prenotazioni ti garantiranno?

E il tuo sito?

I 400 € di manutenzione l’anno e i 700 € di canone del booking engine quanto ti rendono?

Ti faccio una veloce tabellina riassuntiva di quanto dovrebbe essere il fatturato di ogni azione di marketing per pareggiare il 15% di commissioni di Booking.

AZIONE DI MARKETINGSPESAPROIEZIONE FATTURATO Cartellone e rivista 2.000 € 13.300 € Banner sui portali 3.000 € 20.000 € Sito e booking engine 1.100 € 7.300 €

Mi spiego meglio.

Se Booking ti procura 20.000 € di prenotazioni, gli dovrai corrispondere il 15%, ovvero 3.000 €, che è la stessa spesa per i banner sui portali, ma sei sicuro che anche loro ti procurino 20.000 € di prenotazioni?

Capiamoci, qualsiasi azione di marketing è valida se ti porta almeno un euro di ricavo (attenzione, ricavo non fatturato) in più di quello che hai speso.

Sono convinto che sei d’accordo con me quando affermo che se spendi 500 € per una campagna su Facebook che ti porta 600 € di ricavo, puoi spenderne anche 50.000 € che comunque avrai 60.000 € di ricavo.

Ok, ok, l’ho sparata grossa, ma la logica rimane comunque quella, e io mi chiedo, perchè non lavorare con Booking.com che vuole essere pagato solo a prenotazione saldata?

E’ come avere un negozio con la merce in conto vendita: non vendi, non paghi.

Non ti senti ancora sicuro?

Facciamo così, io ti spiego tutti i trucchi per massimizzare i guadagni di Booking.com, poi valuti tu cosa fare, ci stai?

Bene, partiamo!

Un passo indietro prima…

Cosa sono le OTA?

OTA sta per Online Travel Agency, ovvero Agenzia di Viaggio Online, hanno ormai soppiantato le care vecchie agenzie viaggi, quelle che si pagavano con le care e vecchie lire del vecchio conio.

Con le classiche agenzie stipulavi un contratto, finivi nel loro catalogo e gli davi delle camere in allotment, magari in vuoto per pieno, ovvero battezzavi delle camere che davi in completa gestione a loro e ti venivano pagate tutte in anticipo ad una cifra più bassa del tuo listino, stava poi a loro farle rendere al meglio, ma tu intanto eri tranquillo perché quelle camere erano già tutte vendute e non te ne dovevi più preoccupare.

Ovviamente c’erano e ci sono anche altri tipi di accordi, ho solo voluto fare un esempio per far capire ai meno esperti o ai più giovani come funzionava prima che ci fosse internet.

Adesso invece, le OTA non ti pagano nulla in anticipo e non devi pagare nulla per essere presente sul loro portale, dovrai solamente pagare una commissione per ogni prenotazione andata a buon fine attraverso il loro portale.

Quindi nessuna prenotazione = nessuna spesa.

Questo è molto vantaggioso perché non devi investire nulla per essere su Booking.com e in cambio hai una visibilità mondiale che con il tuo sito non raggiungerai mai.

Ma perchè tutti se ne lamentano?

Eh, bella domanda, principalmente perché lo sport nazionale italiano è lamentarsi, in secondo luogo perché a nessun albergatore piace pagare “esplicitamente” per ricevere una prenotazione, ma in pochi capiscono che ogni cliente ha SEMPRE un costo di acquisizione.

Ne ho parlato in modo approfondito nel mio articolo Chi più spende non vince”, dove ho spiegato che non ha importanza quanto tu spenda in marketing, né quanti contatti o visite hai sul tuo sito, conta quante prenotazioni effettive ricevi, sulla base di questo puoi calcolare la differenza tra spesa di marketing / ricavo prenotazioni e capire che se il ricavo è maggiore della spesa, allora puoi investire più soldi che puoi su quel canale, perché sei certo che te ne ritorneranno di più.

Ma non mi dilungo oltre, se preferisci una spiegazione più esauriente, fermati un attimo qui.

Tornando a noi, Booking.com ti chiede una commissione del 15% solo a cliente partito e a pagamento ricevuto, che è la condizione migliore che tu possa desiderare, perchè non paghi per le visite sul tuo sito, nè per le richieste di preventivo, nè tanto meno per le prenotazioni confermate, paghi a fine mese solamente dopo che il cliente è partito e ti ha saldato il conto.

A fronte di una visibilità mondiale e a queste condizioni di pagamento, sembrerebbe una follia non essere presenti sul portale, ma a conti fatti, il 15% di commissioni può essere tanto e rischia veramente di assorbire il tuo margine di ricavo, ma non è così drastica la situazione, ci sono diversi accorgimenti da seguire per rendere Booking.com il tuo miglior collaboratore.

Ti presento quindi senza indugio…

I 7 trucchi per guadagnare (per davvero) con Booking.com

1) Innanzitutto non sei obbligato a dare l’intera disponibilità di tutte le tue camere, puoi scegliere solo alcune tipologie, magari quelle che fai più fatica ad affittare, mantenendo la gestione diretta di quelle che ti rendono di più.

2) Non sei neanche obbligato a rendere disponibili le tue camere da quando apri a quando chiudi l’hotel, puoi decidere di venderle solamente nei periodi di bassa stagione, ti ricordo che la spesa più grande per un albergo è avere una camera vuota.
Una volta calcolate le spese di gestione di una camera e considerate le commissioni, aggiungici qualche euro di ricavo e pubblica quel prezzo online, in cambio riceverai camere occupate, qualche euro di ricavo, potenziali clienti che torneranno e, sempre potenziali, recensioni positive.

3) Se offri anche il servizio di mezza pensione e pensione completa, puoi vendere su Booking.com solamente il bed & breakfast, poi una volta arrivato il cliente, puoi proporgli in upselling la pensione completa o mezza pensione. Non ti preoccupare, le commissioni le dovrai pagare solamente sull’importo del B&B prenotato dal portale.

4) Con lo stesso concetto, nulla ti vieta di fare upselling anche della camera. Se ti arriva un cliente di Booking.com che ha prenotato una standard, offrigli una superior o una suite, magari a prezzo scontato, così oltre alla sua soddisfazione immediata, riceverai molto probabilmente anche un’ottima recensione e avrai incassato in più anche il costo del cambio tipologia.

5) Considera anche che tutto ciò che consuma o acquista il cliente che hai in casa, diventa un ricavo aggiuntivo, chiamato ancillary revenue.
E allora non fare il timido!
Cerca di essere un buon venditore e proponi escursioni, biglietti dei parchi, tour guidati, pasti al tuo ristorante, trattamenti nella tua spa, ingressi nella tua piscina o qualsiasi altra cosa che i clienti possono acquistare da te.

E’ come andare in bagno all’autogrill, qualcosa lungo il biscione lo compri per forza!

6) Fai solo camera e colazione, hai tutte le tipologie uguali e non puoi applicare i 3 precedenti consigli?
Non ti preoccupare, ho in serbo qualcosa anche per te.
Su Booking.com puoi impostare il minimum stay, in modo da evitare che ti prenotino solo la notte di Capodanno o di Ferragosto, e soprattutto, avendo un soggiorno garantito più lungo, le spese fisse della camera avranno meno influenza sul prezzo finale, questo ti permetterà di avere un maggior ricavo e riducendo l’impatto delle commissioni.
Basterebbe, ad esempio, che una prenotazione ti stia 2 giorni anziché 1 e avrai in meno le spese di cambio biancheria del secondo giorno.

7) L’ultimo consiglio ti potrà sembrare scontato, ma purtroppo non lo è.
Il tuo profilo su Booking.com deve essere impeccabile, ci devono essere molte foto di tutte le camere e bagni (almeno 4 per tipologia ad una risoluzione di 2.048*1536 pixel), oltre a quelle della struttura, ma niente cellulare o cugino con la reflex!
Investi qualcosa e falle fare a chi fotografa di mestiere.
Non dimenticare anche che tutti i servizi dichiarati devono corrispondere a realtà, meglio evitare brutte sorprese.
Ricontrollali ogni anno, capita spesso che cambino o che ne vengano aggiunti nuovi.

Quindi ricapitolando…

Le regole da seguire per far rendere al massimo Booking.com
(o qualsiasi altra OTA)

  • Dare disponibilità delle tipologie di camera più invendute.
  • Dare disponibilità in periodi di bassa richiesta.
  • Fare upselling con la mezza pensione o pensione completa.
  • Fare upselling con camere superiori.
  • Massimizzare l’ancillary revenue.
  • Utilizzare il minimun stay.
  • Avere un profilo con foto professionali.

Bene, adesso che hai imparato le basi, ti spiego…

Come aumentare le prenotazioni su Booking.com

Molti ti diranno di migliorare il “ranking”, ovvero il posizionamento su Booking.com, aumentando il numero di camere disponibili, la percentuale di commissioni e mantenendo la parity rate, tutto vero, ma in questo modo migliori solo la tua posizione nella schermata principale, non appena un utente seleziona i filtri e gli ordinamenti di prezzo, voto, servizi o qualsiasi altra opzione, ecco che tutto il tuo lavoro viene vanificato e verrai comunque scavalcato da chi ha voti più alti, prezzi più bassi o è più vicino al centro.

Quello che puoi fare, è invogliare alla prenotazione con politiche di cancellazione il più “soft” possibili.

Ovviamente se non chiedi nessuna caparra e dai la possibilità di cancellare fino al giorno prima senza alcun costo, una persona ti prenoterà senza pensarci troppo, perchè “tanto la posso cancellare quando voglio senza pagare”.

Vero, ma la percentuale di cancellazioni è sempre molto inferiore rispetto alle prenotazione effettive, quindi non ci perdi nulla, anzi, sta a te evitare le cancellazioni contattando il cliente tramite mail, ringraziandolo e dandogli informazioni utili sul tuo hotel e sulla tua località, in modo da instaurare un rapporto che disincentiverà la voglia di cercare altri hotel.

Perché un conto è ricevere la solita mail standard di conferma prenotazione da Booking, un conto è ricevere anche una mail personalizzata dal tuo hotel in cui ringrazi il cliente per la prenotazione, gli chiedi conferma della preparazione dei letti e gli comunichi altre informazioni interessanti sul suo futuro soggiorno.

Poi quando la data si avvicina, gli puoi mandare un mail con le istruzioni per raggiungere l’hotel, gli eventi del tuo territorio in quelle date e iniziare già a proporre l’upselling di trattamento e camera.

Quanto scommetti che così facendo la percentuale di cancellazione diminuirà drasticamente e aumenterà il ricavo?

Certamente devi creare la politica di cancellazione in base alla tua realtà, un buon compromesso può essere quello di lasciarla gratuita fino a una settimana prima, successivamente potrai decidere di addebitare la prima notte o parte del soggiorno.

In questo modo hai una settimana per riaffittare la camera disdetta, che è una finestra temporale quasi sempre sufficiente.

Se vuoi, puoi anche affiancare alla tariffa standard anche una non rimborsabile, ovvero “paga tutto e subito”, avrai così un incasso garantito a scapito di un piccolo sconto per giustificare il pagamento anticipato.

Hai presente le prenotazioni dei voli?

Vuoi cancellare o modificare la prenotazione? Paghi di più.

Vuoi spendere meno? Paghi subito e te la tieni così com’è.

Un’altra arma che puoi usare, sono le promozioni.

Aumenteranno visibilità e ranking, per quel che possa servire, del tuo hotel nella homepage di Booking.com, e diciamolo, un’offerta attira sempre, anche solo per il nome.

Dall’extranet puoi crearne di 5 tipi:

  • Offerta base, un semplice sconto.
  • Last minute, direi che non c’è bisogno di aggiungere altro.
  • Prenota prima, sconto a chi prenota con un certo anticipo.
  • Offerta del giorno, sconto a tempo limitato.
  • Notti gratis, offri notti gratuite a chi soggiorna in bassa stagione.

Per ognuna di queste offerte, puoi decidere diversi parametri:

  • Se renderla visibile a tutti o solo agli iscritti alla newsletter di Booking.com.
  • Il soggiorno minimo per poterla utilizzare.
  • La percentuale di sconto.
  • Su quali tariffe applicarla.
  • Quali camere ne potranno usufruire.
  • Il periodo di validità.
  • I giorni e gli orari di visibilità su Booking.com.
  • Se richiedere la carta di credito.

Come vedi le configurazioni sono veramente tante, sta a te configurare l’offerta più giusta per non rimanere con le camere vuote, perché come ben sai, una camera vuota oggi, non la puoi vendere domani.

Fino ad ora ho sempre parlato di Booking.com perché è di gran lunga la OTA più utilizzata nel mondo, con 40 milioni di utenti unici mensili stimati nel 2017, ma il discorso non cambia per le altre, se vuoi puoi aderire a tutti i portali che vuoi, a patto di avere un channel manager.

E allora la domanda sorge spontanea…

Cos’è un channel manager?

Un channel manager è una programma che ti permette di aggiornare contemporaneamente tariffe e disponibilità su tutti i portali, senza fare nessuna procedura aggiuntiva al tuo normale lavoro.

Io ti consiglio di averlo anche se sei solo su Booking.com, perchè altrimenti sei costretto tutte le volte a modificare a mano i prezzi e le disponibilità dall’extranet, che ti porta via una marea di tempo e soprattutto rischi di andare in overbooking se ti prenotano al telefono o tramite mail e non ti sei accorto che l’ultima camera te l’hanno già affittata online.

L’ideale, come sempre, è avere un channel manager integrato al tuo programma gestionale, perché in questo modo appena inserisci una prenotazione o modifichi un prezzo sul tuo software, in automatico partono le modifiche su tutti i portali (così averne 1 o 10 non ti cambia nulla), e soprattutto quando ricevi una prenotazione, devi solo fare un click per assegnare la camera, anziché riportare a mano tutti i dati (date e tariffa prenotazione, nome, indirizzo email, dati carta di credito, ecc…) se utilizzi un channel manager esterno.

L’unico avvertimento che ti devo dare, è quello di fare attenzione al cambio camera, perchè dovendo dare ai portali la disponibilità totale per tipologia, se un giorno hai libera una doppia e il giorno dopo ne hai libera un’altra, per il sistema hai una doppia libera per 2 giorni consecutivi, accetterà quindi una prenotazione di una doppia per 2 giorni e il cliente sarà costretto a cambiare camera.

Nell’esempio che ti riporto qui sotto, c’è una camera doppia libera venerdì 12 e una sabato 13, non è la stessa ma per le OTA risulta una camera libera per due giorni, per cui ti potrà entrare una prenotazione da venerdì a domenica.

Già viaggiare per due giorni è quasi più uno stress che non un piacere, se poi bisogna anche cambiare camera per una notte, mi sa proprio che la soddisfazione del cliente andrà a farsi benedire.

No buono.

L’unica cosa che puoi fare per limitare il problema, è associare solo una camera ad ogni tipologia, in questo modo Booking.com non potrà sbagliarsi e riuscirà a gestire le tue risorse come singole camere.

Sì, lo so che se hai 60 camere non puoi avere 60 tipologie diverse, ma è altresì vero che più camere hai, maggiore sarà la possibilità di evitare il cambio camera facendo degli spostamenti, quindi non fasciamoci subito la testa.

Magari se hai solo 2 suite, puoi renderne disponibile solamente una e di volta in volta spostare la prenotazione in quella che gestisci direttamente, in modo da tenere quella riservata a Booking.com sempre libera.

La mia premura era solo quella di metterti in guardia su questa eventualità, purtroppo una soluzione definitiva non esiste.

Ma passiamo ad un altro quesito esistenziale.

Le recensioni sostituiscono le stelle?

Sì.

So che non ti aspettavi una risposta così secca, ma tu prenoteresti un cinque stelle con una media voto di 6 o un tre stelle con una media voto di 9?

Ecco, vedo che hai già confermato la mia tesi.

Non sto però parlando delle recensioni di TripAdvisor, Google o Facebook, perchè non sono attendibili al 100%, in quanto possono essere scritte da chiunque, anche da chi non ha mai soggiornato da te.

Quelle di Booking.com invece, sono scritte solamente da chi ha realmente soggiornato nel tuo hotel, motivo per cui sono le più affidabili e di conseguenza le più importanti.

Quindi, mi raccomando, dedica la massima attenzione alla recensioni su Booking.com, correggi subito gli errori che ti fanno notare e rispondi in modo garbato alle critiche, che siano giustificate o meno, ricordati sempre che non stai parlando a chi ti ha scritto la recensione negativa, ma a tutti i futuri potenziali clienti che stanno leggendo la tua risposta.

Bene, se riesci a seguire tutti questi consigli, sono sicuro che, oltre a lavorare meglio e a guadagnare di più, avrai sempre meno bisogno delle OTA.

“Ma come, ci insegni a usare Booking.com e poi ci dici che non dobbiamo farlo?”

Effettivamente sì, lo ammetto.

Per quanto tu possa ottenere il massimo da Booking.com, lo scopo finale rimane sempre quello di disintermediare le prenotazioni e lavorare solo con quelle dirette.

Quello che non tutti considerano è che un cliente di Booking.com oggi è un tuo cliente diretto domani, se lo istruisci a dovere.

E sì, perché non è raro che anche i clienti più fedeli continuino a prenotare lo stesso hotel da Booking.com perché credono che sia il sito del tuo hotel o semplicemente perché compare prima nei risultati di Google.

E’ obbligatorio chiedere l’indirizzo mail ai clienti provenienti dalle OTA (Booking ne fornisce uno generico, come 530364@guest.booking.com, e tutte le mail passano dal suo extranet), ed inviare periodicamente e secondo una logica, offerte e promozioni riservate che sono prenotabili solo sul tuo booking engine del tuo sito.

Se sei bravo ad “addestrare” i tuoi clienti, potrai ricevere le loro future prenotazioni direttamente tramite telefono, mail o booking engine,

Come?

Non hai un booking engine?!

Fermati immediatamente!

Prima di proseguire, vai qui “Anatomia del tuo sito web”, io ti aspetto.

Bene, una volta fatta distinzione tra il sito del tuo hotel e la tua pagina su Booking.com, bisogna affrontare il discorso del posizionamento su Google.

Hai mai provato a cercare il nome del tuo hotel su Google?

Se lo cerchi, vedrai come prima cosa la pubblicità PPC (pay per click) di Booking.com, ed essendo prima del tuo sito ufficiale, è molto facile sbagliarsi, soprattutto per gli utenti poco avvezzi al web.

Per contrastare questa situazione, puoi registrare il marchio del tuo hotel e fare esplicita richiesta a Booking.com di interrompere la pubblicazione di annunci con il tuo nome.

In alternativa, puoi fare anche tu una campagna PPC di AdWords con il nome del tuo hotel, che in gergo si chiama brand protection, così il link al tuo sito comparirà prima di quello di Booking.com.

Certo, pagherai ogni click, ma almeno sarai sicuro di catturare tutte le visite di chi ti cerca sul web, perché chi cerca il tuo nome su Google, ti conosce già e vuole proprio te, sarebbe un peccato regalare un potenziale cliente a Booking.

E’ come se qualcuno ti telefonasse e rispondesse Booking.com.

Ti sembra logico?

Bene, a quanto pare siamo arrivati alla fine anche questa volta, e dire che ero partito con l’idea di scrivere una guida all’uso dell’extranet di Booking!

Sono però certo di aver scritto un articolo molto più utile e sicuramente ti ha fatto ricredere sui preconcetti che avevi sulle OTA e ti ha dato delle certezze sul loro utilizzo.

Non ti sembra tutto meno nebuloso adesso?

Non ti senti come Scooby Doo quando a fine puntata smaschera il fantasma e scopre che è solo una persona?

Adesso che hai “smascherato” tutti gli aspetti fondamentali di Booking.com, e di tutte le OTA, non avrai più “paura” dei portali!

Come sempre, mi fa piacere confrontarmi con te se hai qualche dubbio o vuoi approfondire un qualsiasi aspetto, sentiti libero di commentare qui sotto!


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Sei l'oracolo o l'eletto del bureau?

Domini la tecnologia o ti fai sopraffare?

Io intanto ti spiego come funziona tutto l’ambaradan

Scommetto che una delle cose più frustranti sia quando qualcosa smette di funzionare e il collaboratore di turno viene ad invocare il tuo aiuto.

Sei lì bello agile e tranquillo a fare i conti, quando senti provenire da lontano un grido disperato: “non funziona più la stampante!“, come se fosse colpa tua o potessi ripararla con la sola imposizione delle mani.

Ora, sarai d’accordo con me nell’affermare che problemi di questo tipo non ti devono minimamente sfiorare, non è in alcun modo compito tuo andare sotto la scrivania per vedere che problemi ha la stampante, ma so per certo che almeno una volta ci sei andato…

E’ colpa tua invece, se l’ecosistema che lasci usare al tuo personale non è nelle condizioni ottimali.

E’ un po’ come fare il coast-to-coast da New York a Los Angeles con un macchina scassata: per andare va, ma non sai mai fino a quando…

Tu faresti 4.500 km con la tua famiglia senza prima far controllare la macchina?

Ecco, appunto.

Con gli strumenti del lavoro è la stessa cosa.

Come è la stessa cosa rimanere in panne nel deserto o senza stampante (o inchiostro) a ferragosto.

Puoi quindi scegliere se essere l’oracolo o l’eletto del tuo bureau, ovvero, puoi eleggere la persona migliore a responsabile della parte tecnica, oppure occupartene tu ogni volta.

Meglio delegare, vero?

Non ci vuole mica tanto!

Basta che recluti un buon tecnico informatico che sia sempre reperibile (lui o chi per lui), e che conosca la tua situazione.

In fondo se non va più l’acqua calda, i tuoi dipendenti sanno che devono chiamare l’idraulico, no?

Perché allora devono venire da te quando hanno problemi con i computer?

L’importante è che prima ti assicuri di partire da una situazione ottimale, in cui tutto sia funzionante, chiaro e ordinato.

Investici qualche giorno quando sei chiuso o fuori stagione.

So che ti piacciono i numeri e a ma piace essere sempre concreto, così in questo articolo ti dirò esattamente cosa fare e quanto costa “comprare” la pace nel tuo back office.

Prima però voglio darti una piccola fotografia della situazione attuale, giusto per farti rendere conto che non sei l’unico messo così.

Per lavoro ho girato parecchi alberghi in tutta Italia, non per dormirci, proprio per lavorarci, e sì perché per 8 anni ho fatto il tecnico installatore di software gestionali per hotel e sono stato testimone di diverse situazioni che, nonostante si ripetessero sistematicamente, mi hanno lasciato sempre e comunque basito.

Hotel di 4 stelle con computer della seconda guerra mondiale, lenti e pieni di polvere, stampanti tenute insieme con lo scotch o decine di stampanti installate di cui ne funziona forse una, e neanche sempre.

Spesso mi sono sentito come il protagonista del film “The imitation game“, alle prese con un super computer per la decriptazione dei codici segreti nazisti durante la seconda guerra mondiale…

Purtroppo, e lo dico con la morte nel cuore, la mentalità diffusa e impossibile da sradicare è: “Finché funziona non si cambia“.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che finché un computer si accende, non ha importanza quanto tempo ci impieghi ad avviare Windows o il programma gestionale, si tiene.

Non ha importanza se ogni volta si blocca la stampante e bisogna farla ripartire a calci, finché stampa va bene.

Proprio la settimana scorsa sono andato in un resort con campo da golf annesso, il cui server (che è il computer principale che regge tutta la baracca) aveva ben 14 anni!

Da una parte c’era il ragionamento del gestore: “se ha funzionato per 14 anni, perché cambiarlo?”.

Dall’altra il mio o del tecnico di turno: “come diavolo ha fatto a funzionare per 14 anni? Bisogna cambiarlo subito!”

Scommetto che anche tu non cambieresti nulla, ma hai mai pensato alla frustrazione e al tempo perso dai tuoi dipendenti che devono lavorare con gli strumenti obsoleti e mal funzionanti che tu gli dai?

Quello che mi fa più rabbia, è che spesso basta veramente poco per migliorare la situazione, varrà pur la pena spendere qualche spiccio per far lavorare meglio, più velocemente e con meno stress i tuoi dipendenti?

Non è meglio anche per te che gli altri lavorino meglio?

Quello che molti, anzi, quasi tutti gli albergatori non capiscono, è che se per fare un conto davanti alla fila di clienti ci vuole un quarto d’ora perché il computer si blocca o la stampante si inceppa, è il TUO hotel a rimetterci!

Prova ad immaginare questi due scenari:

Conto in 30 secondi, receptionist efficiente, fila che scorre velocemente, clienti non irritati.

Conto in 10 minuti, receptionist frustrato, fila ferma, clienti in attesa spazientiti.

Sarò venale, ma tutto il tempo che una stampante ci mette in più per stampare e quello che impiega un computer quando si blocca, indovina un po’, lo paghi tu!

E sì, perché sono tutti ostacoli che rallentano e peggiorano il lavoro dei dipendenti che paghi.

Vuoi che sia più preciso?

Il tempo ottimale di elaborazione e stampa di conti, o di qualsiasi altra stampa, è di circa 10 secondi, che moltiplicato per un numero medio di stampe al giorno, che possiamo stimare a 30, otteniamo 5 minuti.

Se invece il computer si blocca, la rete è lenta e la stampante si inceppa, puoi arrivare tranquillamente ad impiegarci in media 1 minuto, cioè mezz’ora al giorno!

Vuol dire che in un mese i tuoi dipendenti impiegano 15 ore a tribolare per colpa tua.

Paghi due giorni di stipendio al tuo computer!

E sai quanto ti costa sistemare tutta questa situazione?

Te lo dico subito.

Innanzitutto devi valutare se i tuoi computer sono vecchi o se basta formattarli per farli funzionare decentemente, spesso può semplicemente capitare che dopo anni di utilizzo, si siano solamente appesantiti a forza di installare e disinstallare miliardi di programmi.

In tal caso, una bella formattata e via come nuovi!

Sì ma come faccio a capire se il mio computer è vecchio?

Se l’hai comprato più di 10 anni fa, è vecchio e ormai ne avrai ammortizzato l’investimento.

Se ha Windows XP, è vecchio. Punto.

Se ha Windows Vista, fattelo subito formattare con Windows 10.

Se invece è più recente, basta che controlli che processore ha (tanto per farla semplice):
clicca con il tasto destro del mouse sull’icona “Questo pc” o “Computer” che hai sul desktop (di solito è la prima icona in alto a sinistra) e va in “Proprietà“, ti si aprirà una schermata simile a questa qui sotto del mio computer.

Individua il tipo di processore che hai: i3 buonino, i5 buono, i7 ottimo, qualsiasi altra cosa => no buono.

Quindi, se e solo se, hai un computer con un processore i3-i5-i7 puoi valutare di fartelo semplicemente formattare ed installare Windows 10.

No, gli altri sistemi operativi non vanno bene.

Così facendo avrai un costo di circa 120 € per le due ore di lavoro di un tecnico, più la licenza di Windows 10 a circa 150 €, a meno che tu non abbia ancora un cd di installazione di Windows 7, ma ne dubito.

Costo totale “ringiovanimento” computer: 270 €.

Se invece il computer è vecchio, ne devi comprare un nuovo, la spesa si aggira attorno ai 500 €, ma fa sempre attenzione alle offerte a poco prezzo, perché spesso non comprendono il sistema operativo.

In questi casi viene utilizzato il termine Freedos, come in questo super computer in vendita su Amazon a 264,99 €, che, per l’appunto, non avendo il sistema operativo, dovrai aggiungere 150 € più il costo del tecnico per fartelo installare. Occhio!

Bene, sistemati i computer, occupiamoci ora delle stampanti.

Tranquillo, qui ti faccio spendere molto meno.

Se vuoi veramente risparmiare, puoi puntare all’HP Envy 4520, con 40 € ti porti a casa, anzi, in hotel, una buona stampante a getto d’inchiostro con scanner e soprattutto wi-fi!

Ti consiglio vivamente di puntare ad un modello wi-fi perché così potrai metterla in qualsiasi punto raggiunto dal segnale wireless della tua rete (lo so che altrimenti sotto il bureau non hai posto o non arriva il filo), e stampare in tutta tranquillità da qualsiasi computer. Boom!

Se invece vuoi fare le cose per bene, con poco meno di 300 €, puoi prendere l’HP Officejet PRO 8610, ovviamente wi-fi, ma laser, cosa significa?

Significa che stamperai molto più velocemente e risparmierai nell’inchiostro, dati che grosso modo le cartucce costano sui 20-30€ e garantiscono circa 250 pagine, i toner si aggirano sui 70€ ma ti stamperanno 2.500 pagine.

Praticamente dopo aver speso quasi 10 volte in più per una stampante laser, nel tempo rientrerai dell’investimento risparmiando con i toner anziché le cartucce, senza poi considerare la velocità guadagnata, perché, come non perdo occasione di sottolineare: il tempo è denaro.

Il tutto, senza considerare la caratteristica più comoda: i cassetti.

Quante volte ti è capitato di stampare per sbaglio un report sulle ricevute o un conto su carta bianca?

Ecco, anziché ricordarti tutte le volte di mettere il foglio giusto, puoi risolvere questo problema con un’unica stampante che gestisce più cassetti, così in uno ci tieni i fogli bianchi e nell’altro quelli fiscali delle ricevute, comodo no?

Ne puoi aggiungere anche più di uno se vuoi, li trovi sempre su Amazon: Vassoio carta da 250 fogli.

Ovviamente nulla ti vieta di comprare due stampanti da 40€ anziché spendere 350€ per una a due cassetti, a te la scelta.

Forse hai notato che le stampanti che ti ho consigliato non hanno la funzione fax, non è un caso.

Non mi dire che mandi ancora i fax come negli anni 90?

Alt, non ti sto dicendo che non serve mandarli, ma dato che purtroppo ancora ce n’è la necessità, perché non usare un pratico servizio online?

Ne esistono tanti, ti posso consigliare quello che uso io, si chiama Clouditalia Orchestra, non per un motivo in particolare, ma semplicemente perché usandolo in prima persona, so che funziona bene e costa pochissimo.

La registrazione è gratuita, ti permette di scegliere un numero di fax tra quelli disponibili e puoi caricare il conto anche di soli 3€ alla volta.

Il funzionamento è molto semplice: i fax ti arrivano in pdf al tuo indirizzo email e per spedirli basta che carichi un pdf o un file word sul loro sito, il tutto per neanche 10 centesimi ad invio.

Questo è il dettaglio del mio ultimo fax inviato.

Quindi: costo irrisorio, niente canoni, e soprattutto comodità assoluta, sia perché i fax ti arrivano via mail, sia perché, di conseguenza, puoi decidere tu di volta in volta se stamparli o meno.

Ma non finisce qui, dato che per inviarli puoi caricare direttamente i file sul sito di Clouditalia Orchestra, non sei neanche obbligato a stamparli prima, come faresti con un fax tradizionale, e inoltre verranno ricevuti ad una qualità molto superiore a quella standard.

Hai presente i pdf dei contratti che ti mandano da stampare, compilare, firmare e rinviare?

E se ti rendessi tutto più semplice?

Esiste un lettore di pdf, molto più leggero di Adobe Reader, si chiama Foxit Reader, ti permette di scrivere e mettere la tua firma direttamente sui documenti!

Giusto ieri, l’ufficio del mio commercialista mi ha inviato il pdf degli studi di settore da rimandare compilato.

Scommetto che tutti tranne me, l’avranno stampato, compilato a mano, scannerizzato e reinviato (chissà poi in che condizioni).

Io invece con Foxit Reader e la funzione “Macchina da scrivere” ho compilato i campi, salvato e rispedito!

Qui sotto ti riporto lo screenshot con dei dati di prova, giusto per farti capire meglio come funziona.

E non solo, con la funzione “Inserisci firma” puoi inserire o disegnare la tua firma direttamente sul documento!

Sai quanto tempo, carta e inchiostro che risparmi?

E con questo direi che abbiamo chiuso l’argomento pc/stampante, ora non resta che affrontare il tallone d’Achille (o da killer) di ogni singolo albergo esistente al mondo…

Anche il wi-fi rientra nella categoria delle “cose che ti fanno paura perché non le conosci“, ne ho spiegato approfonditamente il funzionamento in uno dei miei primi articoli “Come funziona il wi-fi?“, ti consiglio di leggerlo prima di proseguire.

Dato che in questo articolo sto parlando principalmente dello stress causato dalla tecnologia obsoleta o mal funzionante, ti posso ribadire 2 concetti:

  1. Fatti fare dal tuo tecnico di rete, uno schema con tutti gli ip e password di ogni periferica connessa alla tua rete (se non hai capito il significato di questa frase, basta che la ripeti pari pari al tuo tecnico), ti velocizzerà in maniera stratosferica qualsiasi intervento di assistenza.
    Per avere un riscontro immediato, puoi usare l’app Fing, puoi scaricarla sia per Android che per iPhone, ti permette di avere subito una lista di tutto quello che in quel momento è collegato alla tua rete. Sarebbe bene che te, o chi per te, sappia cosa sia ogni voce.

2. Non deve esserci neanche un angolo scoperto dal segnale wi-fi, soprattutto nell’ufficio da cui ti colleghi. Aggiungere un access point ti costa veramente poco, questo ad esempio lo trovi a 30 € TP-Link WA801ND.
Scommetto che i tuoi esaurimenti nervosi valgono molto di più!

Vorrei parlarti anche delle telecamere di sorveglianza, sia perché sono indispensabili, sia perché voglio estirpare l’idea che si debbano usare sistemi complessi, ingombranti e costosi.

Nulla di più sbagliato!

Ti bastano 50 € e un computer/smartphone/tablet.

Nello specifico, ti posso consigliare la HiKam, un’interessante azienda che fa solo 3 videocamere, tutte recensite con più di 4 stelle su Amazon:

HiKam Q8 interna, 43 €

HiKam A7 esterna, 99 €

Una volta collegate e installate, ti basterà l’app sul cellulare o accedervi direttamente da pc per vedere le immagini in diretta.

La caratteristica più importante però, comune un po’ a tutte le videocamere di sorveglianza, è la possibilità di avvisarti ogni volta che viene registrato un movimento.

Molto utile se abiliti questa funzione di notte o quando hai l’hotel chiuso, ti arriveranno tramite mail le foto scattate nel momento in cui la telecamera rileva un ladro.

Altroché Civis!

Ti ho consigliato quelle della HiKam perché ho letto recensioni eccellenti su Amazon, quella che uso io è invece la Foscam 9831, costa 114 €, l’ho acquistata 4 anni fa e non mi ha mai dato problemi.

Sempre in argomento videocamere, ma sotto un aspetto un po’ meno serio, parliamo adesso di telecamera a 360°.

Non so se hai mai visto su Facebook i video a 360°, sono una novità relativamente recente, di circa un annetto fa, e sono molto coinvolgenti.

Praticamente mentre guardi il video, puoi ruotare l’inquadratura con il mouse, se sei sul pc, o muovere intorno a te lo smartphone se lo stai guardando da mobile.

Te ne riporto qui sotto uno molto carino fatto da Jeremy Clarkson di Top Gear durante una corsa in macchina in mezzo a dei set cinematografici abbandonati nel deserto del Marocco:

Purtroppo non esistono ancora esempi inerenti agli hotel, perché non lo fai tu per primo?

Le occasioni possono essere molteplici: una festa, il paesaggio da un balcone o dal tetto, la piscina o qualsiasi altra situazione che può suscitare interesse al pubblico di Facebook.

Lo so, lo so, ti ho già letto nel pensiero: Eh, ma quanto mi costa sto scherzo qua?”

Non tanto a dire il vero, puoi partire con la LG 360 CAM a 179 € o puntare alla fascia medio alta con la Ricoh THETA S a 378 €.

Pensavi già a migliaia di euro, vero?

Fossi in te non sottovaluterei questo aspetto di marketing, essere i primi a fare qualcosa non è mai sbagliato.

Immagina poi la curiosità che susciterai nei tuoi ospiti durante le “feste a 360 gradi“, pioveranno like e condivisioni come non vi fosse un domani!

Ritorno d’immagine infinito.

Dato che siamo in argomenti più leggeri, ho anche un’altra “frivolezza” da consigliarti.

Quante volte ti capita che i tuoi clienti ti chiedano di ricaricare il proprio cellulare dietro al bureau?

Sono sicuro che ci saranno volte in cui ti ritrovi il bureau pieno di smartphone in carica e le prese sono finite, come risolvere?

Con 39 € e una stazione di ricarica!

Questa ad esempio è in legno, che fa anche da arredamento: Upow CS007.

Ma se sei in vena di acquisti e vuoi regalare qualcosa a te stesso, ai tuoi dipendenti o al tuo hotel, ti consiglio di leggere il mio articolo natalizio “Cosa regali al tuo hotel per Natale?“.

Bene, spero proprio di averti dato una bella visione d’insieme di quello che ti serve per vivere e lavorare meglio, sono sicuro che con i prezzi alla mano, ti sarai reso conto che non conviene mai spremere fino alla fine i computer e compagnia bella.

Come si dice sempre, prevenire è meglio che curare, vero?

Come sempre, se hai domande o curiosità sul funzionamento di qualsiasi altra diavoleria moderna che hai in hotel, scrivi pure nei commenti!

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Non aprite quella mail...

Come non farti prendere in ostaggio l’intero hotel per colpa del portiere notturno

(ed evitare di pagare il riscatto agli hacker)

No, non ho per niente esagerato, è veramente possibile che il tuo hotel venga “sequestrato” da un hacker, ma basta veramente poco per evitarlo.

Ti piacerebbe sapere come?

Io son qua apposta!

Forse prima ci sarebbe una piccola precisazione da fare, in realtà basterebbe non aprire gli allegati, ma per sicurezza è meglio non aprire neanche le mail.

Ovviamente non sto parlando di tutte le mail, ma solo di quelle sospette.

Come?

Non sai come capire quali sono quelle sospette?

Ecco a cosa devi fare attenzione.

Questa ad esempio, è una mail che mi è arrivata la settimana scorsa, noti qualcosa di strano?

So che avresti voglia di aprire quello zip perché stai veramente aspettando un pacco da Amazon, ma aspetta un attimo e ragiona.

Innanzitutto non ha senso allegare uno zip, che sia una mail di un corriere, della banca o della carta di credito, nessuno mai ti invierà un allegato zippato.

Inoltre non c’è alcun logo della DHL, succede spesso che non ci siano loghi, questo perché meno immagini si mettono, più è probabile che la mail arrivi al destinatario, senza essere riconosciuta e cestinata in automatico come spam (scommetto che a volte succede anche con la tua newsletter).

Infine, tale Miranda Ross si firma con l’indirizzo mail Miranda Ross@dhl.com (sorvolo sul fatto che non può neanche esistere un indirizzo email con gli spazi) ma la mail arriva da sara@carnidock.it.

E a volerla dire tutta, non c’è neanche un numero di telefono fisso, ma questo non è detto che capiti sempre, dipende dalla pigrizia di chi crea questo tipo di mail.

Tutto chiaro adesso?

Cancellala subito la mail allora!

Capisco che riceverai una trentina di mail al giorno, nei giorni di calma, e per la fretta, un file con scritto “Fattura” può essere inavvertitamente aperto senza darci troppa attenzione, ed è proprio così che è successo a due alberghi che conosco.

Ho voluto indagare sul come possa essere successo ed entrambi mi hanno risposto:

Mi arrivano spesso delle fatture via mail, una la stavo aspettando veramente, ho visto Fattura.pdf e ci ho cliccato sopra.

Ecco, scoperto il motivo, il nome!

E’ ovvio che vedendo un file con l’estensione .pdf, puoi pensare che sia un vero pdf, ed è tutta colpa di Windows.

Infatti, di default Windows nasconde le estensioni per i file conosciuti, significa che se un file si chiama “Setup.exe”, exe è l’estensione nota dei file eseguibili e quindi vedrai il file solamente come “Setup”.

Il problema è che se un file .exe, viene rinominato .pdf.exe, tu lo vedrai come “Setup.pdf”, e credendo che sia veramente un documento pdf, lo aprirai senza pensarci troppo.

Mi spiego meglio con una semplice immagine di esempio.

A sinistra vedi i file con l’estensione, a destra senza.

Scommetto che se “Fattura.pdf” avesse l’icona di un pdf, l’apriresti senza pensarci due volte.

Quindi la prima cosa da fare è togliere quest’impostazione, basta che vai nel Pannello di controllo di Windows e apri la sezione “Opzioni cartella” o “Opzioni esplora file”, a seconda della versione di Windows che hai, e nella linguetta “Visualizzazione” togli la spunta da “Nascondi le estensioni per i tipi di file conosciuti“.

In questo modo basterà un po’ di attenzione per evitare il peggio, e per peggio, intendo Cryptolocker

Spero tu non sappia ancora cos’è, perchè se lo conosci già, molto probabilmente ne sei già stato vittima…

Cryptolocker è un ransomware, ovvero un virus che blocca l’accesso a tutti i file del tuo computer, richiedendo un riscatto (ransom in inglese) per poterli riutilizzare!

Bel guaio, vero?

Immagina se proprio adesso mentre stai leggendo il mio articolo, di punto in bianco non potessi più aprire nessun file o programma del tuo computer.

Niente più documenti Word, Excel o pdf, email, foto, video, men che meno il gestionale dell’hotel!

Non lo auguro neanche al mio peggior nemico!

Questa è la finestra che spero tu non veda mai sul tuo computer:

Se leggi il messaggio, ti accorgerai che contiene una vera e propria richiesta di riscatto a scadenza!

E sì, se non paghi subito, la chiave per decriptare i tuoi file verrà distrutta e non ci sarà più modo di recuperarli.

Ma so cosa stai pensando:

“Beh, ma se devo pagare, in qualche modo si potrà rintracciare il pagamento, no?”

Purtroppo no, perché il riscatto va pagato in bitcoin, che è una valuta elettronica e anonima, quindi irrintracciabile.

Ma nel caso fossi disposto a pagare all’hacker i 1.500 € di riscatto (le cifre si aggirano su questo importo), sappi che non cambierà assolutamente nulla e i tuoi file rimarranno inutilizzabili.

Chi glielo fa fare all’hacker di aiutarti se tanto è irraggiungibile e ha già ricevuto i soldi?

Rimarrai quindi con i tuoi file “sequestrati” e 1.500 € in meno…

E lo sai che finché ti sequestrano solamente i file, ti va anche bene?

Già, perché un gruppo di hacker ha preso un intero hotel in ostaggio!

Impossibile dici?

Purtroppo no.

Proprio due mesi fa, il lussuoso Seehotel Jaegerwirt in Austria, si è visto escluso dal proprio sistema di building automation.

Risultato?

Tutte le serrature delle camere bloccate e tutti i 180 ospiti chiusi (fortunatamente) fuori!

Nemmeno la polizia ha potuto fare niente, la direzione è stata costretta a pagare il riscatto di 1.500 € in bitcoin, perché risultava impossibile anche creare delle nuove chiavi per accedere alle stanze.

Non ci credi?

Ti lascio il link diretto all’articolo del Corriere: Attacco hacker a un hotel: 180 ospiti chiusi fuori dalle loro camere

Assurdo, vero?

Non vorrei metterti paura, ma è importante che tu sappia cosa può succedere se si utilizza il computer con leggerezza, soprattutto se hai un portiere notturno.

Non lo dico con tono dispregiativo, ma per definizione, il portiere notturno è un signore over 60 le cui mansioni principali sono: innaffiare il giardino e incasinare il computer.

Quante volte ti è capitato che la mattina i receptionist che iniziano il turno, si accorgano di qualcosa che non va nel computer e incolpino il povero portiere notturno?

Negli 8 anni che ho fatto assistenza tecnica di gestionali per alberghi, ho perso il conto di quante chiamate ho ricevuto da receptionist arrabbiati perché il programma non si apriva o c’era qualche dato che non tornava.

La telefonata andava più o meno sempre così:

– Sta succedendo xxxxxxx (puoi sostituire le x con un problema qualsiasi).

– Da quando?

– Da questa mattina.

– Quand’è stata l’ultima volta che ha funzionato correttamente?

– Ieri sera.

– Qualcuno allora ha fatto xxxxxxx (puoi sostituire le x con una, come dicono in Francia, maronata).

Attimi di silenzio…

– Ok, grazie, probabilmente ha combinato qualcosa il portiere notturno, adesso che mi ci fa pensare ha lasciato un bigliettino con scritto qualcosa…

Lì per lì riuscivo anche a capire dal tono se poteva essere stato veramente il maledetto portiere notturno o se era colpa del receptionist e tentava di scaricarla al povero portiere notturno per non fare figuracce con me.

Quindi il diktat è: formare e responsabilizzare il portiere notturno.

I benefici saranno 3:

  • Potrà alleggerire i colleghi diurni di alcune procedure;
  • Responsabilizzandolo starà più attento a non combinare casini, perché tanto si sa, portiere notturno al computer = siti per adulti = virus.
  • I receptionist di giorno sapranno che potranno contare su una figura più affidabile e non potranno più scaricargli addosso le loro colpe.

Che ne dici di iniziare dandogli un account limitato del software gestionale e vedere cosa succede?

Non credo che possa fare troppi danni se gli permetti di elaborare l’Istat, stampare la maincourante o fare i conteggi del menù.

Soprattutto quest’ultima mansione mi sta molto a cuore, ho così creato un sistema talmente facile e intuitivo che anche mio nipote di 9 anni lo sa utilizzare.

Bene, ritorniamo ora alle nostre mail.

Direi che dopo aver visto il peggio che ti può capitare, posso passare al “un po’ meno peggio”, ovvero alle mail di phishing.

Mai sentito parlare di mail phishing?

Sorvolando sul nome ampolloso, sono banalmente mail fasulle in cui ti vengono chiesti dati di accesso all’home banking, i dati della carta di credito, password di Paypal o qualsiasi altra cosa con cui sia possibile rubarti soldi.

Riconoscerle è molto semplice.

Spesso i testi sono in inglese o in italiano sgrammaticato, quindi un indizio ce l’hai subito.

Se anche sono scritte bene, molto spesso hanno un corpo della mail molto scarno, senza firma o riferimenti di persona, e vengono spedite da indirizzi diversi da quelli del sito da cui dicono di arrivare.

Questa ad esempio è un’altra mail che mi è arrivata:

Io ovviamente me ne sono accorto subito che è falsa per il semplice motivo che non ho un conto al Monte dei Paschi, ma, incredibilmente, spesso mi chiamano miei clienti o amici chiedendomi come mai gli è arrivata una mail così minatoria dalla banca tal-dei-tali.

La mia domanda è sempre:

– Hai un conto presso la banca tal-dei-tali?

– No però…

– Appunto, cancellala.

Ma facciamo finta che io un conto al Monte dei Paschi ce l’abbia veramente, noto che è anche stata spedita da comunicazione@mps.it, e mps.it è veramente il sito della banca, ma allora è una mail vera!

Assolutamente no.

Basta che ti posizioni con il mouse sul link che ti invitano a cliccare, in questo caso la scritta “cliccando qui”, e vedrai in basso a sinistra l’anteprima del sito che ti si aprirà.

Come puoi notare, è un sito che finisce per .th, che è l’estensione dei siti in Thailandia.

A meno che non abbiano la gestione in outsourcing nel sud-est asiatico, dubito che possa essere qualsiasi cosa di buono…

Ma assumiamo che per qualche motivo la mail sembri vera in tutto e per tutto, clicchi sul link e ti si apre una pagina che ti chiede i dati di login.

In questo caso, controlla sempre che in alto nella barra degli indirizzi ci sia un lucchetto verde, la ragione sociale dell’azienda e che il sito inizi per https, indica che si sta utilizzando un protocollo di comunicazione sicuro, ovvero che la tua password è protetta dallo essere spiata.

Cliccando sul lucchetto verde, ti si aprirà una finestrina con i dettagli della connessione sicura.

Con questi dati sei certo al 100% che il sito è quello vero, e soprattutto che è sicuro.

E se la mail arriva da un tuo contatto?

Ebbene, può capitare che qualche persona che conosci becchi un virus che manda mail dal suo indirizzo.

Proprio in questi ultimi due giorni me ne saranno arrivate una decina da persone che conosco, quindi in questo caso la discriminante dell’indirizzo mail ovviamente non è valida, rimangono invece validissime le regole del testo (in questo caso inglese) e della verifica del link, come vedi rimanda ad un non-ben-identificato masortiyouth.org.

Conosco Michele, e di sicuro non ha niente a che fare né con questo sito, né tanto meno con l’inglese…

Un’altra cosa che ti può trarre in inganno, è l’oggetto della mail, a volte infatti è preceduto dal classico “re:”, che è l’abbreviazione di “reply”.

Non è raro che l’oggetto sia proprio “re: your request“, così sembra proprio che la mail sia una risposta ad una tua richiesta.

Fa attenzione!

Allora, ricapitolo le regole da seguire per riconoscere un mail dannosa ed evitare di farti sequestrare i computer:

  • Non aprire alcun .zip, meglio se non apri proprio nessun file che non sia un .pdf (anche i file word possono eseguire codice maligno)
  • Disabilita la funzione di Windows “Nascondi le estensioni per i tipi di file conosciuti
  • Controlla che il mittente della mail scriva da un indirizzo ufficiale dell’azienda
  • Controlla dove punta il link prima di cliccarlo
  • Controlla il certificato https del sito che si apre
  • Non fidarti dell’oggetto che sembra una risposta ad una tua mail

Così facendo hai la garanzia di non cadere in nessuna trappola.

Anche se non sempre in questi casi viene in aiuto, un antivirus è sempre meglio averlo.

Io ne ho provati tanti, e ti posso consigliare la versione gratuita di Avira, puoi cliccare qui per accedere direttamente alla pagina dei download, altrimenti se vai sul sito, ti perdi di sicuro tra le mille versioni (lo fanno apposta per farti comprare quella a pagamento).

Meglio se scarichi il file completo da 261 mb, quello che ho evidenziato in basso, così potrai copiarlo e installarlo subito su tutti i computer, senza doverlo riscaricare tutte le volte (il file di 5 mb è solamente l’installer che ti farà partire il vero download dei 261 mb tutte le volte).

Non che sia migliore in assoluto, ammesso che ne esista uno migliore di tutti, ma negli ultimi 20 anni ho installato i vari Norton, AVG, Nod32, Avast, McAfee, Kaspersky, e altri che non esistono nemmeno più, ma per la pesantezza, la pubblicità insistente, le funzionalità ridotte o eccessive, li ho scartati tutti.

A dire il vero, Windows 10 ha già preinstallato l’antivirus Windows Defender, ma non mi ha mai convinto, preferisco installare anche Avira, in fondo du antivirus is megl che uan, no?

Tanto per completezza, ti parlo anche di spam.

Ho lasciato per ultimo questo argomento perché molto probabilmente saprai già cos’è, inoltre non è dannoso, è solo una gran scocciatura…

Per spam si intendono tutte quelle mail pubblicitarie che ti arrivano senza che tu ne abbia data espressa autorizzazione.

Purtroppo non ci si può fare tanto.

Quello che puoi fare è cercare in fondo ad ogni mail il link “Disiscriviti“, “Annulla iscrizione” o simili, per poterti togliere dalla rispettiva mailing list.

Se non c’è, puoi tentare di rispondere alla mail mettendo come oggetto “CANCELLATEMI”, a volte funziona (io ci aggiungo sempre “MANDATEMI UN’ALTRA MAIL E VI DENUNCIO”).

Di sicuro puoi bloccare direttamente il mittente, evitando così di ricevere altre mail da quell’indirizzo, ma dato che spesso cambiano, non risolveresti in tutti i casi.

Il blocco del mittente si effettua dal pannello web del tuo provider di posta.

Non essendo tutti uguali, ti posso far vedere come si fa su GMail, tanto è molto simile anche negli altri sistemi.

Un volta all’interno della mail, in alto a destra clicca sulla freccia in basso e seleziona “Blocca indirizzomailchevuoibloccare”.

Nel caso di GMail, sotto a “Blocca”, puoi anche segnalare la mail come “Spam” o “Phishing”.

Serve giusto per notificarlo a Google, con la possibilità che blocchi tutti gli indirizzi più segnalati, ma tanto chiuso uno, ne spuntano altri 10…

Prima di concludere, ti lascio con un piccolo glossario, per capire una volta per tutte, cosa significano in modo molto schietto, tutti questi paroloni.

  • Malware: è l’abbreviazione di malicious software (programma dannoso), racchiude in se tutte le categorie di virus, ransomware, trojan, ecc…
    Nell’immaginario collettivo vengono confusi con i virus, i quali sono invece una sotto categoria, tutta colpa degli antivirus che si sarebbero dovuti chiamare antimalware.
  • Virus: danneggiano gli altri software installati e rallentano il computer occupandone le risorse (memoria e processore)
  • Ransomware: limitano o bloccano l’accesso al computer o ad altri dispositivi, richiedendo un riscatto (che in inglese si dice ransom) per liberarli. Cryptolocker ne è l’esempio
  • Trojan: è un malware che si nasconde all’interno di un altro programma, come fecero i greci nel famoso cavallo di Troia (prende veramente il nome da lì)
  • Hijacker: sono programmi si appropriano dei browser e aprono automaticamente determinate pagine web
    Ti capita mai di aprire internet e non vedere la classica pagina di Google come homepage? Ecco, quello
  • Phishing: sono le mail false che ti chiedono dati di accesso al tuo conto in banca, Paypal, i dati della carta di credito o qualsiasi password che possa servire per rubarti dei soldi

Una guerra, vero?

Bene, sono sicuro che adesso che conosci tutte le insidie delle mail e come evitarle, potrai prendere i giusti provvedimenti per lavorare e far lavorare tutti più serenamente.

Come sempre, mi fa piacere risponderti se non ti è chiaro qualcosa, puoi lasciare un commento qui sotto.

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Hotel KPI: non puoi crescere se non sai cosa misurare.

Gli ultimi anni non sono di certo stati i migliori di sempre ed è normale volerli mettere in un cassetto guardando con maggiore positività il futuro.

Ciò che sicuramente non bisogna fare però, è iniziare a camminare con le “stesse scarpe” degli anni passati.

Cosa intendo dire?

Che se gli ultimi eventi storici hanno colto la maggioranza degli albergatori di sorpresa, c’è stata una piccola fetta di protagonisti che è riuscita ad utilizzare al meglio ciò che aveva e “superare l’inverno”.

E qual è questa arma segreta che solo un Albergatore Pro possiede?

La capacità di concentrarsi su ciò che conta davvero.

Cioè dimenticare pandemia, guerra ed inflazione e misurare i dati più significativi dell’azienda Hotel.

Ecco perché parlare di Hotel KPI (Key Performance Index) è fondamentale in questo momento.

Senza aver chiaro su quale performance, su quale variabile andare a lavorare, è impossibile auspicare una crescita, anche minima.

Piccola parentesi: non pensare alla “crescita” esclusivamente come un “segno più” all’interno del tuo bilancio.

Quando parliamo di crescita possiamo anche fare riferimento ad una riduzione delle spese e quindi, ad un benvenuto “segno meno”.

Tienilo sempre a mente.

Quali sono le kpi da analizzare per un albergo?

In questo articolo vedremo quelli che dalla nostra esperienza e dall’esperienza dei clienti che seguiamo, sono gli indici di performance principali per un hotel da tenere in considerazione adesso per misurare e definire gli obiettivi futuri.

Ti invito a prendere nota di ciò che stai per leggere in qualunque forma, digitale o cartacea, perché le informazioni che stai per acquisire, saranno fondamentali per fare la differenza nei prossimi mesi.

La prima analisi che va fatta, è quella relativa al tuo storico.

Sapevi che durante il nostro Corso Albergatore Pro 2022 ci saranno svariati interventi sull’argomento?

Fossi in te, acquisterei subito un biglietto e poi tornerei a leggere l’articolo.

(Per riservare il tuo posto ti basta cliccare qui.)

Partire dall’analisi del tuo storico è importantissimo perché contiene i numeri fondamentali per definire la tua base di partenza e riuscire a monitorare i progressi a fine percorso.

Non è nulla di diverso da quando decidi di metterti a dieta. La prima cosa che fai è quella di pesarti, così da sapere qual’è il punto di partenza da paragonare con il risultato finale.

Giusto?

(Perché è proprio da questi dati che è possibile analizzare i punti deboli su cui occorre lavorare rapidamente e sui quali fissare specifici obiettivi.)

Ricorda: definire in anticipo le aree di miglioramento prioritarie, ti darà un vantaggio esponenziale nel futuro.

Adesso, scendiamo più in profondità e vediamo quali gli indici di performance per un hotel che prenderemo in considerazione da questo momento in poi:

  • Reputazione
  • Fatturato
  • Occupazione
  • Retta Media
  • Utile
  • Costi: personale, materie prime

Definiti gli indici, iniziamo ad analizzarli.

Hotel Reputation: non è solo una questione di vanità

Mettiamo in chiaro le cose, quando parliamo di reputazione non facciamo mai riferimento esclusivamente alla vanità.

Al contrario invece, monitorare ed ambire a migliorare i propri punteggi sui siti di riferimento, significa avere la possibilità di aumentare la retta media in modo proporzionale allo stesso miglioramento della reputazione del tuo hotel.

Ma quali sono gli standard dell’eccellenza?

Almeno 4 palle e mezzo su Tripadvisor e sopra 8,5 su Booking.

Rimanere stabili o addirittura aumentare un piazzamento del genere è indice di un’elevata soddisfazione del cliente e di una retta media più alta.

Quindi, fatto salvo il livello di ristrutturazione, il fatto che tu sia gestore o proprietario e la posizione del tuo albergo, devi avere ben chiaro che se in questo momento sei tanto al di sotto dei parametri che ho condiviso con te, hai definito un indice sul quale è necessario lavorare.

Questo è un ottimo punto di partenza per aumentare competitività ed attrattività in vista di un anno che sarà sicuramente unico del suo genere che farà da traghettatore verso il prossimo.

Fatturato: l’indice più importante

Prendiamo l’esempio del 2020 dove la maggior parte degli alberghi italiani hanno perso fatturato.

La perdita media dell’intero movimento alberghiero è stata intorno al 60%.

Ma c’è una notizia positiva in questa tempesta: il fatturato è un indice che si può sicuramente migliorare nella maggior parte delle situazioni.

Non a caso viene subito dopo la reputazione del tuo hotel.

Di fatto le due cose sono estremamente legate.

Ma come puoi praticamente aumentare il fatturato?

Puoi farlo aumentando l’occupazione dato che, proprio l’occupazione, ha subito i violenti effetti della pandemia e sta gradualmente tornando ai livelli del 2019 per effetto della caduta delle restrizioni.

Altra variabile che può incidere sul fatturato è ovviamente la retta media.

Ma dai dati che abbiamo avuto modo di analizzare, ciò che emerge è che la retta media è, anche per effetto dell’inflazione galoppante, in crescita esponenziale.

Anzi, da questo punto di vista il rischio è quello di spingersi troppo “in alto” con il prezzo, incontrando la tariffa di resistenza che può inibire le vendite.

Quindi ora concentriamoci un attimo sull’occupazione.

Ricordi cosa abbiamo detto all’inizio di questo articolo?

Non puoi crescere se non sai cosa misurare.

Ciò che ti consiglio di fare adesso, proprio in questo momento è di mettere in pausa la lettura di questo articolo, aprire un file excel sul tuo pc ed inserire l’occupazione registrata mese per mese fino a questo punto e misurarla.

È semplice dire di voler passare dal 40 al 50% dell’occupazione ma se non definisci con esattezza il percorso che ti condurrà a quel risultato, sarà difficile tenerne traccia.

Perché questo dato sarà inutile nella misura in cui realmente ci saranno mesi dove sarà difficilissimo migliorare e altri dove avrai risultati superiori ad ogni aspettativa.

Segmentare l’occupazione mese per mese, ti permette di capire se stai sopra o sotto la media non solo della tua località o della categoria, ma soprattutto del tuo storico.

Il fatturato non è semplicemente quella voce che trovi a fine anno all’interno del bilancio redatto dal tuo commercialista.

Il fatturato è un dato che devi costantemente analizzare, misurare ed argomentare sulla base dei dati incidono su questa voce di bilancio.

Una volta definito dove vuoi arrivare, dovrai condividere il messaggio con tutto il tuo staff, con il tuo reparto marketing, con chi si occupa del booking engine, con chi risponde al telefono (a proposito, hai già preso il nostro corso verticale “Vendere al Telefono” all’interno della nostra Academy?) e con tutti coloro che giocano un ruolo determinante.

Analizzando lo scenario degli ultimi anni infatti, ciò che è emerso maggiormente è stata proprio l’aumento della percentuale di vendite dirette rispetto alle prenotazione tramite OTA.

Quindi, ancora una volta, definire e guidare il tuo team verso un obiettivo, soprattutto quest’anno, sarà fondamentale per aumentare l’occupazione nei prossimi 6 o 12 mesi.

Questo si traduce anche in un aumento dell’efficienza del tuo staff.

Perché se prima 12 ore erano un lasso di tempo accettabile per rispondere alle richieste pervenute, negli ultimi mesi si è registrata una mole così grande di richieste dirette che molte realtà hanno dovuto aumentare la forbice a 24 ore, proprio per mancanza di personale o perché impreparati a gestire un’onda anomala come questa.

Altra domanda che devi porti quindi è: come misuro la conversione delle mie richieste telefoniche?

Fatte 10 richieste giornaliere, quante prenotazioni puoi realmente convertire per essere in media con una buona performance di crescita di occupazione e fatturato? Saranno 4, 3 o 2?

Anche questi dati dovranno essere inseriti all’interno di un file e messi a sistema con quelli dell’occupazione e del fatturato.

(se vuoi sapere come trasformare ogni telefonata in un nuovo ospite, ti consiglio vivamente di dare un occhio al nostro corso verticale sull’argomento, “Vendere al Telefono” all’interno dell’Academy).

Retta Media: abbassare i prezzi oggi, per peggiorare le cose dopo.

Un trend dettato dall’incremento dei costi e un’inflazione da record è stata la crescita progressiva della retta media in tutte le destinazioni turistiche.

Infatti, in un momento del genere la domanda non è sensibile al prezzo e quindi, questo parametro è poco rilevante anzi, attualmente a parità di retta media, si è portati a scegliere località e strutture che prima non si prendevano in considerazione.

Se prima un professionista che viaggiava per lavoro, evitava l’hotel in centro perché aveva una retta superiore a quello di periferia, è chiaro che nella situazione attuale se le rette sono simili, il cliente sceglierà la prima opzione.

La retta media è strettamente correlata alla tua reputazione.

Quindi maggiore sarà la reputazione, maggiore sarà l’aumento di retta media di cui potrai godere.

Inoltre la retta media è un dato che va inserito all’interno del calcolo del fatturato.

Un esempio che puoi prendere in considerazione è proprio questo: mantenendo la stessa retta media ed aumentando l’occupazione del 5% di quanto posso aumentare il risultato di quel mese?

Da quel momento in poi, dovrai fare proiezioni mensili per capire in che direzione stai andando e cosa tenere sotto controllo.

Utile: zero più zero, quanto fa?

In periodi normali, non è raro avere a che fare con albergatori che decidono spontaneamente di rimanere aperti tutto l’anno.

Il fenomeno della destagionalizzazione è ormai noto a tutti, ma in questo preciso momento storico, assume un peso fondamentale.

Perché se è vero che nel 2019 si potevano rischiare dei periodi con zero utile per far lavorare il personale e per garantire una presenza costante, oggi non è sostenibile.

Al contrario invece, è fondamentale tenere sotto controllo anche l’utile mensile sulla base di tutti gli indici che ho condiviso con te.

Soprattutto adesso, tenere l’albergo aperto 210 o 150 giorni fa una differenza enorme perché il rischio è di avere degli utili inversamente proporzionali ai giorni di apertura.

Spese in meno, gestione del personale ridotta nel tempo e tutta una serie di voci di bilancio che in questo periodo storico non fanno altro che gravare sulle tue spalle.

Perché l’obiettivo dell’azienda hotel rimane sempre lo stesso, anche e soprattutto adesso: genere redditività.

Per te e per la tua famiglia.

In fondo, diciamolo chiaramente: un’azienda hotel che non produce utili è destinata a chiudere i battenti molto presto.

Ed è proprio in un momento di estrema confusione come quello che stiamo vivendo che diventa fondamentale valutare con attenzione ogni singola decisione, anche quello che prima potevi permetterti di prendere con leggerezza.

Costi: personale e materie prime

Sul tema dei costi c’è una grande letteratura.

Ma sei qui per avere dei dati concreti, quindi ad esempio sappi che una struttura stagionale dovrebbe avere una percentuale di incidenza dei costi per l’affitto sul fatturato tra il 18/23%.

Fatto quindi un milione di euro di fatturato, avrai circa 180.000€-230.000 € di canone.

Per quanto riguarda invece il personale, questo dovrà muoversi in una forbice tra il 20 e 28%.

Quindi, se conosci già in che percentuale incidono i costi del personale, dell’affitto e magari anche delle materie prime sul tuo fatturato, sei già sulla buona strada per capire in che modo intervenire.

La domanda che adesso devi porti è: quanto mi costano i pasti di una giornata di un cliente?

In base alla tipologia di servizio offerta dal tuo hotel, avrai una cifra.

Nel caso di un servizio in pensione completa ad esempio potrà costarti 10 o 12€ al giorno.

Ecco questo dato ti permette di analizzare in che modo questo indice incide sul tuo fatturato.

Prendiamo ad esempio un albergo che fa 15000 presenze all’anno e che spende 10€ al giorno per ogni cliente.

Quindi siamo a quota 150000€ di spese annuali.

Ipotizziamo adesso invece, che il costo si abbassi ad 8€ per singola presenza.

Otteniamo 120000€ di spese annuali.

Ciò significa che risparmiando di soli 2€ sulla spesa delle materie prime, otteniamo un utile di 30000€.

Capisci perché è fondamentale comprendere in che modo i tuoi costi incidono sul tuo utile?

Solo avendo dei dati concreti potrai iniziare a mettere in moto una macchina capace di aiutarti nella ripartenza e di permetterti di fare la differenza.

E vuoi sapere qual è la cosa più sconvolgente?

La maggior parte degli albergatori non fa proprio caso a questo tipo di analisi, limitandosi a controllare i bilanci a fine anno.

E sappiamo entrambi, dopo aver fatto questo approfondimento, dove porta questa strada.

Ora tocca a te

Bene, dopo questo percorso che ti ha portato a conoscere le principali kpi del tuo hotel, comprenderne la loro importanza e capire in che modo utilizzarle, è arrivato il momento di iniziare a lavorarci sopra.

Scegli tre indici che reputi fondamentali per te ed inizia a definirli.

Se avessi bisogno di supporto da esperti, chiarimenti o semplicemente avessi bisogno di compagni di viaggio pronti a condividere con te i loro risultati e le loro strategie, ti consiglio vivamente di staccare il tuo biglietto per Albergatore Pro 2022 e partecipare al Corso in sala di novembre cliccando qui.

Non perdere la possibilità di acquisire competenze, strategie e la mentalità necessaria a cambiare la rotta del tuo hotel.

A presto!

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Email marketing per hotel

Hai sempre voluto usare l’email marketing per il tuo hotel ma ti è sembrato troppo difficile?

Non sai cosa scrivere, come scrivere, quando scrivere e a chi scrivere?

Non ti preoccupare, ti basterà leggere questo mio mastodontico articolo sull’email marketing per hotel, in cui ti spiegherò esattamente tutto quello che devi sapere, partendo da zero.

Ti anticipo che è molto lungo, ma in compenso, una volta giunto alla fine, saprai esattamente cosa fare e, indovina, senza spendere un euro!

Se preferisci che te lo spieghi di persona, puoi guardare la diretta che ho fatto sul mio gruppo Albergatore Pro, equivale ad una consulenza di 2.500 €.

Nonostante la mia diretta abbia avuto quasi 500 visualizzazioni, ho deciso di fare ancora meglio e mettere tutto nero su bianco.

Ammetto che sono arrivato un pochino lungo, il video dura un’ora e mezza, ma ci sono talmente tanti contenuti che, per essere sicuro che nessuno si perda niente, scriverò qui in modo dettagliato, cosicché anche tu potrai creare il sistema perfetto di email marketing per il tuo hotel.

Più di così cosa devo fare? Ti devo pulire l’ufficio?

Parto subito con lo “spiegone” anche se le regole del copywriting mi imporrebbero prima di raccontare una “storia” per coinvolgere di più il lettore, ma c’è talmente tanta carne al fuoco che Marcel Proust può accompagnare solo.

Ok, ok, battuta forse un pelino troppo di nicchia, ammetto di essermi appena documentato su Google per scoprire qual è il romanzo più lungo del mondo, ed è saltato fuori che Marcel Proust ha scritto “Alla ricerca del tempo perduto“, un pratico libro di oltre 2.000 pagine.

Ecco, non mi volevo dilungare e invece la storia te l’ho raccontata lo stesso, verrà buona quando scoprirai che, in realtà, in Italia siamo quasi tutti analfabeti.

Adesso però parto sul serio.

Profiling del cliente

A chi mandare le mail?

Quando scrivi una mail, devi pensare a chi la stai scrivendo, perché non esiste un destinatario generico, devi immaginare il tuo cliente ideale.

Il cliente ideale è il cliente con cui lavori maggiormente perché è il tuo cliente target.

Pensa alla sua età, provenienza, stato civile, lavoro, reddito, se ha figli, hobby e interessi.

Se ti può aiutare, pensa proprio ad un nome di un tuo cliente che viene tutti gli anni, spende senza lamentarsi, non crea problemi e lascia recensioni positive

Ecco, quello è il tuo cliente ideale, per praticità d’ora in avanti lo chiamerò Marco di Monza.

Immagina Marco di Monza e scrivi sempre a lui.

Ma cerchiamo di andare più nello specifico e declinare le sue caratteristiche al mondo alberghiero.

Cosa gli piace fare quando è in hotel?

Gli piace stare in camera, nella spa, o in piscina e non gli piace girare?

Gli piace girare, fare escursioni e vivere il più possibile la tua città?

Cosa gli scoccia fare?

Gli scoccia telefonare per prenotare perché non ha voglia di aspettare in linea o non ha voglia di parlare con qualcuno?

Gli scoccia fare un bonifico per la caparra perché non ha l’home banking e non vuole fare la fila in banca?

Quali sono le sue paure quando effettua una prenotazione?

Ha paura di scegliere l’hotel sbagliato e di subirsi le ire della moglie/fidanzata o degli amici?

Ha paura di pagare troppo l’hotel e venire preso in giro dai colleghi al lavoro?

Quali sono le sue frustrazioni?

Il wi-fi a cui è quasi impossibile collegarsi ed è lento come un vecchio 56k?

Il parcheggio troppo lontano o inesistente?

Chi sono i suoi nemici?

Il personale scortese dell’hotel?

Ecco, da tutti questi aspetti che apparentemente ti potrebbero sembrare ininfluenti, puoi profilare molto dettagliatamente l’anatomia del tuo cliente ideale che riceverà le tue mail.

List building

Come trovare i destinatari della tua newsletter?

Questo è un aspetto molto importante, perché spesso si fa l’errore di buttar dentro al database indirizzi chiunque mandi una richiesta informazione.

Sì, lo so che la spunta sull’iscrizione alla newsletter ti autorizza a farlo, ma se io mando una richiesta da un portale a 50 alberghi, e tutti i 50 alberghi mi inseriscono nella loro newsletter, puoi ben capire che è una gran scocciatura per me, che mi ritrovo tutte in una volta 50 newsletter di cui non me ne può fregare di meno.

Oppure, ancora peggio, se il tuo albergo è l’unico dei 50 ad effettuare un email marketing corretto, cosa che potrai iniziare a fare dopo aver letto questo mio articolo, per colpa degli altri 49 che lo fanno male, le tue mail finiranno nel cestino o nello spam insieme alle altre, perché sicuramente il povero destinatario, non si metterà a spulciarle una ad una per capire quali possano avere un contenuto interessante.

Quindi, assolutamente vietato buttare nel calderone degli indirizzi mail chiunque ti scriva.

Ma come devi fare per ottenere gli indirizzi mail giusti?

Dato che bisogna sempre dare qualcosa in cambio di qualcosa, pensa a cosa potresti dare in cambio di una mail.

Cosa può essere utile e interessante per i tuoi potenziali clienti?

Molto banalmente, un coupon o uno sconto.

Un calendario degli eventi in pdf, perché così anziché consultare altri siti per vedere quali sono le feste nella tua città, posso organizzarmi meglio per la visita nella tua città e magari anche a cambiare periodo.

Io mi risparmio delle ricerche e tu guadagni autorità perchè conosci la tua zona e sai cosa serve a chi ci viene (credimi non è affatto scontato).

Oppure una guida ai punti di interesse della tua zona.

Per lo stesso motivo di cui sopra, potrei trovarli anche da solo con Google, ma se mi risparmi del tempo, te ne sono grato e la mia mail te la lascio volentieri.

Ma una volta deciso e creato questo materiale, come darlo al cliente?

Il sistema che converte di più è la finestra pop up sul sito.

Sì, lo so che a volte scoccia che si apra una finestra nel mezzo dello schermo, ma è il sistema che funziona maggiormente.

Non ti piace il pop up?

Puoi optare anche su Facebook Ads allora.

E’ infatti possibile creare un modulo su Facebook in cui viene richiesto l’indirizzo email in cambio del materiale che ti ho appena spiegato.

Questa soluzione è molto immediata, perché una volta che l’utente clicca sull’annuncio, Facebook compilerà i campi in automatico perché ha già tutti i nostri dati, basterà cliccare su invia.

In questo caso parliamo di campagne a pagamento, se vuoi, puoi approfondire il discorso con il mio articolo “Google AdWords o Facebook ADS?“.

Un ulteriore modo è avere una landing page sul tuo sito.

Già, ma cos’è una landing page?

E’ una pagina dedicata solo ad uno specifico scopo, in questo caso quello di catturare la mail.

Quindi, anziché avere un pop up, avrai un’intera pagina con la sola scritta: Inserisci qui la tua mail per avere un coupon/sconto/guida/calendario, ecc…

In gergo tecnico questo tipo di pagina si chiama squeeze page, una pagina senza fronzoli, link alle altre pagine o ghirigori vari, per evitare che l’utente si distragga e si dimentichi di inserire la mail.

Ma come fa la gente a finire su questa pagina?

Ottima domanda.

Innanzitutto puoi mettere il link alla squeeze page nella firma delle mail, in basso insieme agli altri dati dell’hotel la scritta

“Se vuoi ricevere un coupon/sconto/guida/calendario, ecc… clicca qui!”

Oppure puoi mettere più in risalto l’iscrizione alla newsletter quando rispondi in modo negativo ad una richiesta di informazioni, puoi scrivere:

“Purtroppo non abbiamo più disponibilità per il periodo da lei richiesto, ma la invitiamo ad iscriversi alla nostra newsletter per rimanere aggiornato con le offerte e i last minute in caso di disdette.”

Che è anche una risposta più carina piuttosto che un “no” secco quando non hai più disponibilità.

Infine, se vuoi spendere un po’, puoi far finire sulla landing page del tuo sito tramite Facebook Ads, con un post sponsorizzato, e Google AdWords, con il link tra gli annunci.

Anche in questo caso, ti rimando al mio articolo “Google AdWords o Facebook ADS?“.

Piano editoriale

Tranquillo, so che il nome è altisonante, ma vedrai che in poche righe e qualche esempio pratico e concreto, non ti spaventerà più.

Devi creare 3 sequenze: una sequenza di educazione, una sequenza di attualità e una sequenza di vendita.

Ma cos’è una sequenza?

Molto semplice, è una sequenza di mail.

Partiamo subito con la prima.

Sequenza di educazione

Questa sequenza serve a presentarti e ad educare il futuro cliente a tutti i servizi del tuo hotel.

Serve per fargli capire perchè il tuo albergo è la soluzione più adatta per lui e perchè sei un punto di riferimento nella tua destinazione.

Serve per guadagnare autorità e fiducia agli occhi di chi legge.

Io ho coniato il termine “trust gainer“, un inglesismo che mi piaceva per indicare qualcosa atta a far guadagnare fiducia, e, come si sa, tutto in inglese è molto più figo.

Una volta guadagnata la fiducia del cliente, riuscirai a distinguerti dalla massa di hotel dalla “grande cordialità, prezzi contenuti e cucina tipica”.

E’ quindi importante nella sequenza di presentazione, elencare le caratteristiche che ti differenziano dagli altri e qual è il tuo elemento di unicità, rafforzando così il tuo brand.

E’ fondamentale fare tutto ciò tramite una serie di mail perché sono tutte informazioni che altrimenti non avresti modo di comunicare ai tuoi interlocutori quando ti telefonano, ti scrivono o sono davanti al bureau della reception.

Perché se io mi iscrivo alla tua newsletter, ricevo 7 mail e in ognuna parli del tuo hotel, della tua destinazione, della tua idea differenziante, io alla fine quando ti contatterò, non ti chiederò nulla, perché mi avrai già convinto, ti conoscerò già e vorrò solamente prenotare.

In caso contrario, sarà impossibile anche al miglior receptionist del mondo, comunicare tutte queste informazioni in un’unica telefonata, mail o presentazione live al banco.

Non potrà in alcun modo ottenere lo stesso risultato di “educazione” che può avere una sequenza di mail.

Questa è la fase più importante in una newsletter e non viene quasi mai, se non proprio mai, applicata da nessun hotel (ma anche proprio da nessuno).

Questo perché normalmente una volta catturato un nuovo indirizzo mail, gli si mandano le mail con le offerte, ma è sbagliato perché è troppo presto, il lettore ancora non ti conosce e non è pronto ad acquistare.

Per questo è necessario avere all’inizio questa sequenza di 7 mail (7 è il numero ideale), per presentare ed educare il cliente ai tuoi servizi, per farti conoscere, guadagnare fiducia e autorità ai suoi occhi.

Ma cosa ci devi scrivere in questa benedetta sequenza di educazione?

So che il più grande scoglio da superare è questo, non sai mai cosa scrivere, vero?

In realtà gli argomenti sono tanti.

Partiamo dai servizi e dalle caratteristiche del tuo hotel.

Il ristorante, la colazione, la spa, la piscina, ogni servizio e ogni caratteristica va presentato in una mail.

Prendi il tuo ristorante, lo descrivi parlando sempre come se avessi Marco di Monza davanti (ormai è diventato lui l’icona del cliente ideale), gli spieghi com’è il tuo ristorante, parlandone seguendo tutte le caratteristiche di Marco che ho elencato prima.

Ad esempio, se ha una famiglia, sottolinea gli aspetti che sono un plus le famiglie, ad esempio un cucinino riservato alle mamme.

Oppure se sono un coppia, evidenzia l’aspetto più comodo per loro, ad esempio la chiusura del ristorante alle 21.30, che gli permette di stare in giro a fare l’aperitivo fino a tardi.

Un altro argomento è la storia dell’hotel.

Racconta proprio la storia: da quando esiste, cos’è successo negli anni, cos’è stato rinnovato, cos’è ancora uguale a 50 anni fa, non ha importanza che sia di tua proprietà o in affitto.

Verrà sicuramente fuori una mail personale, che è la chiave per suscitare interesse e creare empatia.

Vuoi altri spunti?

Perché non parlare delle storie di clienti felici, e, perché no, quelle dei clienti infelici?

I classici clienti da incubo ti serviranno per identificare chi non è in target e non sceglie te, rafforzando così il brand del tuo hotel.

Se hai un hotel per famiglie, l’incubo sarà avere un gruppo di ragazzi che tornano la sera e fanno casino svegliando chi dorme.

Oppure se hai un hotel per giovani, i bambini che iniziano a piangere alle 9 di mattina, possono essere un problema per chi è da poco tornato dall’addio al celibato.

E’ quindi importante sottolineare subito a chi si rivolge il tuo albergo e a chi NON si rivolge, in modo che il tuo cliente in target si senta più tranquillo e “protetto”.

Un’altra idea può essere quella di raccontare, attraverso la testimonianza di un cliente, di come gli hai risolto un problema e come da quel momento, quella specifica soluzione è diventata uno standard dell’hotel.

Questo per dimostrare di essere attento alle richieste dei tuoi clienti e che sei sempre pronto a migliorare per garantire tutti i servizi di cui il tuo target ha bisogno.

Non basta?

Continuo allora.

Sai quali sono le domane frequenti che ti fanno più spesso?

Ecco, una mail per ogni domanda.

Sì, lo so che hai tutto scritto sul sito, ma non basta.

Orari check in e check out, distanza dalla stazione/aeroporto/autostrada, cosa succede se il cliente arriva prima o parte dopo, ecc…

E anche qui hai il tema di almeno 4-5 mail.

Consigli contro intuitivi, ovvero non scontati, perché se consigli di viaggiare di notte per evitare il traffico, non sarà di grande aiuto.

Devono essere piccoli trucchi, piccoli segreti che permetteranno ai tuoi futuri clienti di evitare un problema quando saranno nel tuo albergo.

Molto semplicemente, fare una strada piuttosto che un’altra nonostante sia consigliata dal navigatore, perché anche se è più lunga, eviterai una certa cosa.

Titolo della mail: Questa non la sa neanche Google Map!

Oppure consigliare di portare o non portare qualcosa perchè lo fornirai tu, qualsiasi cosa: ombrello, passeggino, telo da mare, ecc…

Sembrano inezie ma è tutto spazio risparmiato in valigia e in macchina.

Bene, è giunto il momento di screditare la tua concorrenza.

Il marketing va orientato alla concorrenza, perché se i tuoi competitor fanno promesse che sai non possono mantenere, scrivilo.

Tutti gli hotel dicono e promettono questo, questo e questo, ma ti garantisco che non è possibile per questo, questo e quest’altro motivo.

Devi guadagnare la fiducia di chi ti legge aprendo i loro occhi sulle false promesse che fanno gli altri.

Quasi tutti i siti riportano le solite frasi:

  • Siamo nel cuore della città
  • Siamo a due passi dal centro
  • Siamo vicini alla spiaggia
  • Ecc…

Sono tutte distanze piuttosto arbitrarie.

Tu al contrario metti i metri esatti di distanza da ogni punto di interesse:

  • Siamo a 50 metri dalla spiaggia
  • Siamo a 800 metri dal centro
  • Siamo a 350 metri dalle terme

Sono numeri insindacabili e verificabili con un click su Google, nessuno ti può smentire.

Ho fatto l’esempio delle distanze solo come esempio (appunto), ma qualsiasi altro motivo è valido.

Fatti un giro sul sito dei tuoi competitor e trova le false promesse che fanno.

Infine, devi considerare anche la tua concorrenza indiretta, ovvero il non far niente.

Eh sì, perché non è detto che se una persona non viene nel tuo hotel, andrà in un altro, potrebbe semplicemente decidere di non far niente e risparmiare quei soldi per qualcos’altro.

Elenca i benefici che si possono avere venendo nel tuo hotel.

L’oggetto della mail potrebbe essere:

“Una pausa dal lavoro ne aumenta la produttività.”

Considera sempre qualsiasi altra spesa che possa essere preferita al soggiorno nel tuo hotel (un cellulare, una borsa, un computer, ecc…) e scrivi perché sarebbe meglio spendere quei soldi nel tuo albergo.

Bene, a star bassi, ti ho dato almeno 20 argomenti su cui scrivere una mail, mi aspetto che ne vengano fuori almeno 7 strepitose da programmare a chi si iscrive alla tua newsletter.

Mandane due a settimana, dopo neanche un mese, ti ritroverai in archivio solamente chi ti conosce ed è interessato a te perché non si è disiscritto.

Ecco, adesso puoi iniziare a vendere.

Sequenza di attualità

Al contrario della sequenza di educazione, che è pianificata ed automatizzata, la sequenza di attualità è immediata.

Come dice il nome stesso, sono mail di attualità, le devi scrivere e mandare non appena ti vengono in mente.

Da un certo punto di vista, sono anche più interessanti di quelle di educazione, perché parlando di attualità, quindi di qualcosa appena successo, hanno un effetto ben diverso su chi le legge, quasi di incredulità, perché, diciamocelo, quale newsletter nel mondo parla di un fatto accaduto lo stesso giorno in cui viene mandata?

Prendi il titolo di un giornale o telegiornale di una notizia inerente alla tua zona e metti come oggetto:

Hai sentito che è successo nomedelfattoaccaduto?

Ti garantisco che vedrai schizzare verso il 100% il tasso di apertura delle mail, perché non è la solita preimpostata come quelle che riceviamo noi tutti ogni giorno.

Quindi, riassumendo: sequenza di attualità = scrivi e manda.

Non ti preoccupare di accavallarti alle mail di educazione, non fanno altro che creare il mix ideale per togliere dai tuoi futuri clienti la parola “futuri”.

Ti devo dare le idee anche per questa sequenza?

Va bene, va bene, tanto ormai sto facendo tutto io…

  • Notizie del telegiornale, titoli di giornale, news dal web
  • Film, telefilm, reality sugli hotel (Grand Hotel Excelsior, The Night Manager, Hotel da incubo, ecc…)
  • Feste, eventi e concerti ella tua zona
  • Conversazione interessante avuta con un cliente, che può essere anche una semplice barzelletta, utile per intrattenere e strappare un sorriso al tuo lettore

Ancora non bastano le idee?

Non ti preoccupare, ti posso dare un’ulteriore carta da giocare, Google Alerts.

Che cos’è Google Alerts?

E’ un servizio di Google (ma và) che ti avverte tramite mail ogni volta che sul web esce una notizia inerente alla parola chiave che hai inserito.

Io ho un residence a Riccione, imposto “Riccione” in Google Alerts e ogni volta che si parla di Riccione su internet, verrò avvisato con il link dell’articolo.

Posso decidere anche la cadenza con cui vengo notificato, se non ho l’ansia di voler sapere sempre tutto in tempo reale, posso impostare anche di essere avvisato solo una volta al giorno o una volta a settimana.

Non resta che scandagliare tutte le notizie che ti arrivano, scegliere quelle più interessanti, adattarle alla tua realtà, scriverle in copy immaginando sempre di parlare al tuo cliente ideale, ovvero il pluricitato Marco di Monza, e cliccare su Invia.

Ma quante mail di attualità devo scrivere?

Quante ne vuoi.

Gli spunti per le idee sono infiniti, sta a te decidere quanto scrivere.

Se sei bravo, e lo potrai diventare solamente col tempo, instaurerai un rapporto di confidenza con tutti i tuoi iscritti alla newsletter, che anche se non ti hanno mai visto, gli sembrerà di conoscerti, come se fossi una celebrità.

E indovina quando avranno bisogno di una vacanza o di soggiornare per qualsiasi motivo nella tua zona, dove prenoteranno?

Esatto, da te!

Ma passiamo ora all’ultima sequenza.

Sequenza di vendita

Normalmente ed erroneamente, questa viene fatta come prima ed unica sequenza.

E’ vero o no che se io mi iscrivo ad una newsletter ricevo solo offerte a profusione?

Ma mandare subito mail orientate alla vendita non hanno efficacia perché ancora chi le riceve non ti conosce.

Mi sai dire a quante offerte tramite mail di aziende sconosciute hai aderito?

Te lo dico io, nessuna.

Se invece le mail di vendita le mandi quando il cliente già ti conosce, ha fiducia in te e ti vede come un’autorità, ti garantisco che il tasso di conversione sarà molto più elevato.

Al contrario, se appena iscritto, cerchi di vendergli qualcosa, potresti addirittura lavorare per i tuo competitor!

Eh sì, perché se io non ti conosco e mi mandi uno sconto, magari mi fai venir voglia di andare in vacanza, ma prima cerco un altro albergo, perché non ho ancora abbastanza motivi per scegliere il tuo.

Se io ti mando un’offerta per Pasqua a Riccione, ti posso far venir voglia di venire a Riccione, ma, anche solo per curiosità, un hotel che costa meno, lo cerchi prima.

E poi, perché proprio a Riccione?

Diamo un’occhiata a anche a Cervia, e perché no, in Toscana.

Ecco spiegato perché lavorando male, farai guadagnare un hotel distante centinaia di chilometri dal tuo.

Copywriting

Di copywriting ne ha già parlato il mio socio e amico, Gian Marco Montanari, nel suo completissimo articolo Copywriting per hotel: TUTTO quello che devi sapere, qui vediamo invece come utilizzarlo in modo più specifico nelle mail.

Cosa cambia?

Cambia che devi scrivere un oggetto, ed è la parte più importante, perché sarà quello a far decidere ad una persona se leggere o meno la tua mail.

Quindi anche se ho scritto una mail interessantissima, un’offerta imperdibile o una notizia inedita, se l’oggetto non colpisce, la mail non verrà aperta.

Ma come si scrive l’oggetto di una mail?

Ci sono diversi tipologie di oggetto.

  • Consigli: 4 modi per risparmiare durante le tue prossime vacanze.
  • Avvertimento: le 3 fregature che prenderai nel tuo prossimo viaggio.
  • Dubbio: meglio il mare o la montagna? Questo weekend o il prossimo?
  • Provocazione: quest’anno è meglio che stai a casa.
    Sono quelli che convertono di più perché quando si prende una posizione decisa contro qualcosa o qualcuno, suscitano maggiore interesse.
  • Autorità: come abbiamo fatto ad essere i migliori a…, i primi a…

Se l’oggetto riesce a svolgere il suo compito di incuriosire, una volta aperta la mail, troviamo la headline, ovvero il titolo in grassetto.

L’headline è tanto importante quanto l’oggetto, perché dopo aver raggiunto il traguardo di far aprire la mail con un oggetto brillante, se l’headline non è altrettanto interessante o è debole e non rispetta la promessa fatta nell’oggetto, chi legge sarà portato a chiudere la mail, vanificando ogni sforzo fatto.

E’ come tirare alto a porta vuota, una gran fatica per sgroppare sulla fascia, fare un assist perfetto, scavalcare il portiere e poi arrivare col piattone alto sulla traversa.

Ma non ti preoccupare, una volta scritto un oggetto seguendo le linee guida che hai letto qui sopra, sarà molto semplice scrivere l’headline, perché non dovrai fare altro che riprendere l’oggetto, allungarlo un po’ e svelare qualche altra informazione.

In questo modo avrai catturato il 100% dell’attenzione e della curiosità del lettore, che finalmente ti concederà qualche istante per leggere tutta la mail.

Non abbassare però la guardia adesso che siamo finalmente arrivati al corpo vero e proprio della mail!

Mi raccomando, scrivi come parli, il tono deve esser confidenziale, vale sempre la regola “scrivi come se stessi parlando a Marco di Monza”.

Non pensi di farcela?

Anziché scrivere di getto, registra quello che vuoi dire nella mail immaginandoti il tuo cliente ideale di fronte e trascrivila così com’è, ti concedo giusto qualche aggiustamento qua e là.

Ci tengo molto a questo aspetto perché usare paroloni o frasi ricercate è altamente controproducente, sai perché?

Preparati perchè quando l’ho scoperto, ci sono rimasto male anch’io.

Il 70% degli italiani è analfabeta funzionale.

Il 70% vuol dire 2 persone su 3.

Sai cosa vuol dire analfabeta funzionale?

Non voglio fare il sapientone perché l’ho scoperto da poco anch’io, ma significa che la maggior parte delle persone è capace di leggere un testo ma di non capirlo.

Vuol dire che quando sei in fila alle poste o al supermercato, la persona davanti a te e quella dietro, sanno al massimo leggere i trafiletti della Gazzetta dello Sport o di Novella 2000 (esiste ancora?).

Un analfabeta funzionale non capisce un concetto più elaborato di una frase semplice.

Questo perché?

Perché ormai sempre meno persone leggono libri, in favore dei post sgrammaticati su Facebook di altri analfabeti.

Quindi, perdonami se mi ripeto, ma mi raccomando, scrivi semplice.

Ovviamente non basta scrivere semplice, ci sono altre regole da seguire, che ti spiego subito.

Utilizza i paragrafi, va a capo e usa gli spazi. Niente muri di testo che rendono difficoltosa la lettura.

Utilizza il grassetto per le frasi e parole più importanti. Questo perché ormai la gente (me e te compresi) non legge più tutte le frasi, fa scansione con gli occhi alla ricerca di qualcosa di graficamente diverso per evitare di leggere tutto.

Utilizza le “call to action” all’interno del testo.

Le call to action sono le “chiamate all’azione”, in questo caso sono i classici link “clicca qui”, “prenota ora” o “scopri subito”.

Se sei nella sequenza di educazione e attualità, non devono essere molto evidenziate, devono essere mimetizzate nel testo per non dare l’idea di star vendendo qualcosa, perché, come spiegato prima, l’utente non è ancora pronto all’acquisto.

Al contrario se invece sei nella parte della vendita, le call to action devono essere ben visibili, utilizza tutti gli espedienti grafici che possano evidenziarli:

====> Clicca qui! <====

++++ Prenota ora! ++++

SCOPRI SUBITO!

Ricorda sempre che è molto importante che la mail sia di intrattenimento.

La gente si annoia e un sorriso non lo rifiuta mai, non essere pesantone.

Sei un albergo, mica un ospedale o una ditta di onoranze funebri!

Finito il corpo della mail, non sottovalutare il P.S. (post scriptum).

Nel P.S. delle mail richiama sempre la call to action, in questo modo sarà l’ultima cosa letta, l’utente non avrà nient’altro da leggere e non avrà motivi per rimandare il click sopra.

E dopo il P.S. cosa c’è?

Pensavi avessimo finito, eh?

Dopo il P.S. c’è la firma.

La firma viene spesso sottovalutata.

E’ assolutamente vietato scrivere:

Distinti saluti, lo staff dell’Hotel Tal-dei-tali.

E’ bruttissimo perché è molto impersonale e non da alcun riferimento sulla persona che ha scritto.

Inoltre se voglio rispondere ad una mail firmata così, a chi mi rivolgo?

Se telefono, chi dico che mi ha riposto?

E’ quindi importante che nella firma ci sia il nome della persona, il ruolo all’interno dell’hotel (volendo anche la sua foto), il logo dell’hotel e il payoff.

Il payoff dell’hotel ci deve essere sempre e ovunque per rafforzare il brand, in particolar modo qui.

Ho dimenticato qualcosa?

Il link per l’iscrizione alla newsletter!

Mettilo sempre anche nella firma.

Ma veniamo ora agli errori che non devi commettere nella stesura di una mail.

  • Headline troppo lunga: non spiegare tutto subito, altrimenti nessuno continuerà nella lettura.
  • Paroloni troppo tecnici: a nessuno piacciono i professori, soprattutto agli analfabeti funzionali…
  • Blocco di testo unico: non scrivere muri di testo, utilizza i paragrafi.
  • Nessuna storia personale: se non scrivi nulla di personale, rischi di non coinvolgere il lettore, basta anche un semplice aneddoto per stimolarne l’attenzione.
  • Testo noioso: non prenderti troppo sul serio, ogni tanto butta una battuta nel mezzo.
  • Mail troppo lunga: considera che oggi la nostra soglia media di attenzione è di 8 secondi (quella di un pesce rosso è di 9), cerca quindi di essere conciso, ma se proprio hai bisogno di scrivere molto, avvisa nell’oggetto o nell’headline, in modo da anticipare al lettore in cosa si sta andando a cacciare, come ho fatto per questo articolo.

Bene, ora hai tutti gli strumenti che ti servono per creare una newsletter, ma come puoi garantirti che sia di successo?

Semplice, facendo dei test.

  • Manda la stessa mail con due oggetti o due headline diversi e confronta le percentuali di apertura e di click sul link.

So che sarà una scocciatura all’inizio, ma una volta trovati gli oggetti e le headline perfetti per le tue sequenze, sarà un lavoro fatto che non dovrai più rifare e, soprattutto, che renderà al massimo.

  • Cambia formato.

Manda la stessa mail in formato di testo semplice e in html con delle immagini per vedere quale ha più appeal.

  • Cambia giorno e ora.

Cerca qual è il giorno e qual è l’ora in cui la percentuale di apertura è maggiore.

Questa fase di test è fondamentale e ne vale della riuscita dell’intera campagna.

Solamente una volta trovati giorno, ora, oggetto, headline e formato perfetti, potrai massimizzare l’efficacia della tua newsletter.

Gli strumenti da utilizzare.

Spesso gli strumenti per inviare le mail sono i problemi che vengono affrontati per primi e, altrettanto spesso, disincentivano a creare una newsletter.

Ma chiedertiOddio, come faccio a mandare le mail in automatico?” è l’ultima tua preoccupazione, perché una volta fatto tutto il lavorone che che abbiamo appena visto, la parte tecnica la puoi anche tranquillamente delegare a qualcun altro.

Per completezza e come riferimento, ti riporto anche qualche servizio online di newsletter.

I due più famosi sono GetResponse e Mailchimp.

La versione gratuita di Mailchimp permette anche l’invio automatico delle sequenze fino a 2.000 contatti e 12.000 mail al mese.

Quindi, se non ti senti sicuro e non vuoi affrontare subito la spesa di un canone mensile, anche se esiguo, puoi provare subito Mailchimp.

Un servizio più professionale, e tradotto in italiano, lo offre invece GetResponse, che mette a disposizione un mese gratuito, dopo di che il piano prevede un costo di 12 € al mese fino ai 1.000 iscritti e 20 € fino ai 2.500.

Ti riporto i prezzi giusto perché se non li conosci, potresti magari pensare che abbiano chissà quali costi.

Altri servizi famosi sono Active Campaign e Aweber.

Se li stai già utilizzando, continua pure, per il livello che serve a te, va bene qualsiasi sistema che abbia tra le statistiche:

  • percentuale di apertura mail, per capire l’efficacia dell’oggetto.
  • percentuale di click, per capire l’efficacia della call to action.
  • lista degli indirizzi mail che non hanno aperto, per vedere chi non ha aperto e rimandare la mail o spostarli in un’altra sequenza.
  • motivazione della cancellazione, per capire cosa stai sbagliando (mail non interessanti, destinatari non in target, ecc…).

L’ultimo cenno lo dedico invece al CRM (customer relationship management = gestione delle relazioni con i clienti).

Anche il CRM è un sistema di automazione per l’email marketing e deve essere integrato, o almeno interfacciato, al tuo programma gestionale, per evitare di dover riportare i dati a mano.

Proponi upselling e upgrade a clienti che hanno già prenotato, magari una settimana prima dell’arrivo hai ancora delle stanze di categoria superiore invendute e puoi concedergliele in sconto.

Questo perché?

Segnati bene questa frase: è molto più facile vendere a chi hai già venduto.

E non finisce qui.

Una volta che un cliente ha soggiornato da te, hai la sua data di prenotazione e di nascita, come le puoi utilizzare?

Semplice, manda una mail per il compleanno con sconto o coupon in regalo.

Oppure manda una mail nel periodo di prenotazione per ricordargli che l’anno prima in quei giorni aveva prenotato nel tuo albergo.

Se l’anno scorso ho confermato la mia prenotazione il 9 maggio per l’ultima settimana di luglio, tu potresti mandarmi una mail una settimana prima, il 2 maggio, e il testo potrebbe essere il seguente:

Ciao Daniele, l’anno scorso hai prenotato in questo periodo, ci vieni a trovare anche quest’anno?

Ci farebbe piacere rivederti e per dimostrartelo ti proponiamo questo sconto/coupon.

Magari il cliente anche quest’anno in questo periodo sta pensando alla vacanza e di certo una mail del genere farebbe pendere l’ago della bilancia nella tua direzione.

Quindi, ricapitolando i punti principali, abbiamo:

  1. Profiling del cliente
  2. List Building
  3. Piano editoriale
  4. Copywriting
  5. Strumenti

Bene, ti faccio i complimenti per essere arrivato fino a qui, ho quasi finito, ti lascio con una domanda che so che mi vorresti fare.

Quante mail sono troppe mail?

So che uno dei più grandi timori è scrivere troppo e rompere le scatole a chi le riceve, che inevitabilmente si cancellerà, ma non è proprio così.

Se chi riceve le mail è in target e la tua newsletter è fatta bene, puoi scrivere anche una volta al giorno.

Non è forse vero che se sei iscritto ad una newsletter che ti interessa, non ti scoccia riceverne le mail?

La mia massima di chiusura quindi è:

Non preoccuparti di scrivere troppo, preoccupati di scrivere bene.

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Come usi facebook per il tuo hotel?

Vuoi sapere i segreti che ho scoperto direttamente nella sede di facebook?

Vuoi sapere come lavorano su facebook gli hotel della Silicon Valley?

Ebbene sì, quello nella foto sono io davanti all’ingresso della sede di Facebook a Menlo Park, nel cuore della Silicon Valley in California.

Purtroppo però non ho scoperto nessun segreto perchè appena varcato il cancello, una macchina della vigilanza ha iniziato a seguirmi e ho quindi preferito non cercare guai.

Avevo già rischiato troppo a farmi fotografare davanti alla sede della Apple con maglietta di android.

Spero di non averti deluso, ma sono sicuro che troverai questo mio articolo molto utile, sia se hai bisogno di una mano per sistemare la pagina facebook del tuo hotel, sia se è già a posto ma preferisci dare una controllata per vedere se hai fatto tutto bene.

Sì, lo so che è luglio, fa caldo e hai da fare, ma è anche il momento in cui vengono utilizzati maggiormente i social, se non ti sei organizzato per tempo, mica è colpa mia!

Sì, so anche che esistono già mille mila articoli e guide su come utilizzare facebook per hotel, ma visitando sempre siti di alberghi, ho notato cose un pochino preoccupanti, così ho deciso di darti le linee guida per esser sicuro di avere almeno le basi corrette.

Come? Cosa ho visto sui siti dei peggiori hotel?

  • Link ad account personali con il nome dell’hotel.
  • Link alla homepage di facebook.
  • Link a gruppi chiusi.
  • Pagine facebook con nomi e url strampalati.
  • Logo facebook senza link.

Bene, adesso che ti ho fatto rabbrividire, procediamo con ordine e vediamo di dare una sistemata alla pagina facebook del tuo hotel.

Non mi soffermerò in modo approfondito su tutti gli aspetti perchè altrimenti dovrei scrivere un libro, e soprattutto perchè non puoi occupartene tu al 100%, non è il tuo lavoro ed esistono degli specialisti del settore che invece lo fanno di mestiere.

Faccio prima una piccola premessa sulla creazione della pagina, nel caso ancora non ce l’avessi o fosse talmente messa male, che è meglio rifarla.

Basta che vai sulla freccina in alto a destra e poi clicchi su “Crea una Pagina“:

Da qui clicchi sul pulsantone “Impresa locale o luogo“:

Successivamente compila i campi, mettendo come tipologia “Hotel” oppure “Hotel/alloggio” se hai una struttura extra alberghiera e l’indirizzo.

Cliccando su “Inizia” verrà immediatamente creata la pagina!

Come prima cosa, ti consiglio di andare a sinistra e cliccare su “Crea @nomeutente della Pagina“:

Questo perchè spesso non viene fatto, vuoi perchè non si sa o ci si dimentica, ma è importante perchè sarà il nome utente della tua pagina, che potrà essere citata nei tag e nei commenti.

Non scegliere quindi nomi lunghi come @hotelastoriafamilybikerimini o porcherie simili, basta @hotelnome o @nomehotel, al massimo puoi aggiungere la località se queste due varianti sono già occupate.

E non solo, sarà molto più semplice raggiungere la tua pagina digitando facebook.com/nomepagina.

Ok, definite le basi, mi sembra superfluo dirti di mettere una bella immagine di copertina e di profilo, vien da se.

Bene, una volta che hai inserito tutte le informazioni e le foto della tua struttura, mi raccomando però, belle foto, non fatte al volo col cellulare, puoi procedere alla verifica della pagina.

Hai mai visto quel segno di spunta di fianco al nome della pagina?

Quel simbolo indica che la pagina è verificata, ovvero che l’azienda che rappresenta esiste veramente, cosa da non sottovalutare visto tutte le fregature che si prendono on line.

Ottenerla è molto semplice, basta andare in “Impostazioni” in alto a destra e poi su “Verifica questa Pagina“:

Ti si presenterà questa schermata in cui devi inserire il numero di telefono del tuo hotel, cliccando poi su “Chiamami ora” ti arriverà una telefonata registrata in cui ti verrà comunicato un codice da inserire per confermare la tua pagina.

Fatto!

Te l’avevo detto che era semplice.

Ammetto però che, per qualche motivo, a volte da errore o non arriva la chiamata, in questi casi puoi selezionare la voce in basso a sinistra “Verifica questa Pagina con i documenti“:

Qui potrai caricare uno dei documenti in elenco per dimostrare che il tuo hotel esiste veramente.

In questo caso la verifica non sarà immediata, ma basteranno un paio di giorni al massimo.

Ok, adesso che hai detto al mondo che esisti veramente, come trasformare una visita sulla tua pagina facebook in un contatto?

Anche in questo caso, molto semplice.

Basta aggiungere un pulsante tramite l’apposito bottone “Aggiungi un pulsante“:

Ti apparirà un elenco, tra le varie opzioni, quelle che più fanno al caso tuo sono:

Servizi di prenotazione -> Prenota Subito (link diretto al tuo booking engine)

Resta in contatto -> Chiama Ora (per telefonare immediatamente)

Contattaci (link alla pagina contattati del tuo sito)

Invia un messaggio (facebook messenger)

Iscriviti (link ad una pagina del tuo sito)

Richiedi un preventivo (modulo facebook)

Invia e-mail (mail diretta)

Tra queste opzioni non ne esiste una più giusta delle altre, dipende molto anche dalla tua clientela target, magari giovani che vogliono scrivere su facebook, oppure clientela business che preferisce le email o la prenotazione diretta, o persone anziane che preferiscono la cara e vecchia telefonata.

Il segreto, come sempre, è quello di testare: cambia pulsante ogni settimana e vedi quale ti porta più contatti.

Per vedere le statistiche, basta andare con il cursore del mouse sul pulsante e selezionare “visualizza dati di Insights“.

Un’altra mossa vincente è quella di mettere in risalto le tue recensioni di TripAdvisor.

Che tu lo voglia o meno, se non le metti qui, l’utente abbandonerà la pagina per andarle a cercare su Google, quindi meglio fargli risparmiare tempo ed evitare di farlo distrarre con altri hotel.

E’ infatti possibile personalizzare il contenuto della tab che vedi sulla sinistra (Home, Post, Video, Foto, ecc…) aggiungendo quella di TripAdvisor.

Basta andare su www.tripadvisor.it/FacebookApp, cercare il nome del tuo hotel e fare clic sul pulsante “Installa“.

Verrai reindirizzato automaticamente sul sito Facebook per effettuare l’accesso e selezionare la pagina facebook della tua struttura dal menu a tendina.

Fatto!

Non so se hai notato, ma nell’immagine qui sopra, dopo “TripAdvisor Reviews” c’è “Prenota Ora!”.

Eh sì, volendo puoi personalizzare anche queste tab e ti spiego subito come.

Tecnicamente si chiamano Static Iframe Tab, te lo dico solo perchè incontrerai questo nome durante lo procedura.

Vai alla pagina facebook https://www.facebook.com/iframehost/app/208195102528120/ e clicca in basso a sinistra su “Install A Free Tab” e poi sul pulsante verde centrale “Install Page Tab“.

Vai avanti e seleziona la pagina del tuo hotel in cui installare la nuova tab, concedi l’autorizzazione alla pagina WooBox e clicca su “Configure Page Tab“, ti si aprirà la schermata qui sotto:

Basta selezionare la voce “URL” a destra ed incollare nel campo sotto l’indirizzo del tuo booking engine.

Clicca su “Save Settings” in basso et voilà, il gioco è fatto!

In questo modo avrai tra le tab di sinistra quella che apre il tuo booking engine, permettendo così di prenotare direttamente dalla tua pagina facebook, in modo da poter dare al pulsante in alto la funzione “Chiama Ora” o “Invia e-mail“, lasciando comunque la possibilità di accedere al tuo sistema di prenotazioni.

Non resta che dare un’ordine logico a queste linguette (tab):

  1. Clicca su Impostazioni.
  2. Clicca su Modifica Pagina nella colonna sinistra.
  3. Clicca su una tab e trascinala per riordinarla, oppure su Disattiva per rimuoverla.
  4. Clicca su Salva.

L’ordine che ti consiglio io è:

  • Informazioni
  • TripAdvisor Reviews
  • Prenota Ora!
  • Foto
  • Video

Bene, adesso che la tua pagina ha tutto al posto giusto, non vorrai mica continuare a fare tutto il lavoro da solo, vero?

La parola d’ordine è DELEGARE.

Eh sì, perchè puoi nominare altre persone con il ruolo di Editor per permettergli di pubblicare sulla tua pagina ed interagire con i tuoi fan.

Sempre dalle “Impostazioni” in alto a destra, poi in “Ruoli della Pagina” puoi inserire il nome o l’indirizzo email delle persone a cui vuoi dare un ruolo.

Mi raccomando, l’unico amministratore devi rimanere tu, altrimenti se nomini amministratore qualcun altro, gli conferisci pieni poteri sulla pagina, compresa la cancellazione della stessa e la rimozione del tuo utente!

L’editor invece è subito nello scalino sotto, ed è il ruolo che ti consiglio di assegnare ai tuoi collaboratori, tutti gli altri invece non possono pubblicare, quindi nel tuo caso non servono.

Infine, un piccolo consiglio per la pubblicazione dei post.

E’ importante tenere aggiornata la pagina facebook del tuo hotel, ma ovviamente so che tu, o chi per te, non avete tempo da dedicarci tutti i giorni.

Nessun problema.

Basta prendersi un po’ di tempo ogni tanto e programmare i post.

Devi semplicemente scrivere un post come faresti normalmente, poi anzichè cliccare su “Pubblica“, clicca sulla freccina in basso e poi su “Programma“, potrai scegliere giorno e ora della pubblicazione.

Comodo vero?

In questo modo eviti anche di pubblicare troppi post uno vicino all’altro per poi rimanere giorni senza condividere niente.

Ogni volta che hai un po’ di tempo libero, magari stabilisci un’ora alla settimana, ti metti al computer con calma, prepari 4-5 post da pubblicare e per tutta la settimana non ci pensi più!

Bene, con la pagina abbiamo finito, ti lascio con l’ultima dritta.

Dato che, nel bene o nel male, facebook va usato, la scocciatura più grande è quella di avere la bacheca invasa da selfie e post inutili di nostri amici e conoscenti, dico bene?

Non potendo togliere l’amicizia perchè “sta male”, basta nascondere i loro post dalla tua bacheca.

Come?

Ogni volta che una persona ti stufa, al primo post che ti capita, clicca sulla freccina a destra e poi su “Non seguire più Nomeutente“.

In questo modo rimarrai amico della persona, a lei non arriverà nessuna notifica e tu avrai in bacheca solamente post di persone e pagine che ti interessano.

Molto meglio così, vero?

Nel caso invece volessi vedere cosa combina l’amico di cui hai nascosto le notifiche, puoi sempre ricercarlo dalla barra in alto e visitare la sua pagina personale.

Dalla California è tutto, a voi studio!


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