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Formula completa del revenue management

49 €, 99 €, 149 €… Quale prezzo farà crescere presenze e ricavi?

Usa la formula completa del revenue management per impostare le tariffe

Mentre scrivo questo articolo, molti albergatori, titolari di una struttura stagionale, stanno impostando i prezzi per l’estate 2014.

Noto con soddisfazione che, negli ultimi anni, quest’attività viene affrontata con maggiore professionalità rispetto al passato.

La diffusione della cultura di revenue managment ha chiarito ai più che la definizione della politica tariffaria è un punto chiave dell’attività commerciale dell’hotel. Infatti…

“Il prezzo di vendita delle camere incide in maniera determinante su presenze e ricavi“.

Ma qual’è il miglior prezzo per vendere una camera?

Il miglior prezzo è quello che permette di vendere il maggior numero di camere ottenendo il maggior ricavo possibile.

Nelle mie continue ricerche sull’argomento revenue ho letto diversi libri, blog e partecipato a corsi di formazione ma, nonostante abbia trovato contenuti interessanti, mi è sempre rimasto un dubbio…

La teoria è sufficiente per qualcuno che vuole iniziare domani con poca o nessuna esperienza?

Il revenue management è una disciplina tecnica. Per quanto l’esperienza, l’intuito e la sensibilità individuale di chi la applica possono portare a interpretazioni diverse, esistono regole da seguire sistematicamente per raggiungere il risultato.

Mission (im)possible

Ti ricordi le espressioni di matematica che si facevano alle medie? L’obiettivo dell’articolo di oggi è identificare precisamente i dati necessari e definire lo schema da seguire per impostare le tariffe in hotel.

Se sei un revenue manager esperto puoi usare questo schema come canovaccio per muoverti più rapidamente. Se ti approcci alla materia prezzi per la prima volta considerala una formula da seguire passo-passo.

Dati necessari

In ordine cronologico, la prima attività da fare per impostare le tariffe è la raccolta dati. Dove puoi trovare i dati che ti servono? Se l’hotel sta lavorando con un software gestionale professionale in poche ore puoi ricavare i report con quasi tutte le informazioni che ti servono. Per i dati mancanti devi consultare il responsabile acquisti e qualcuno che abbia esperienza di vendita in hotel. Se invece ti occupi personalmente di questi aspetti puoi essere completamente autonomo.

Veniamo all’elenco:

  • Costi marginali: i costi marginali in hotel corrispondono al costo di una camera aggiuntiva venduta: dotazioni camera (matite, blocchi, buste, kit bagno,…), materiale di consumo al ricevimento (modulistica fiscale, chiavi magnetiche,…), lavanderia, costo colazione. Devi calcolarli in maniera precisa per sapere esattamente quanto ti costa una camera occupata da una o più persone, per una o più notti . Puoi approfondire l’argomento leggendo questo articolo.
  • Invenduto anno precedente: il primo obiettivo del revenue management è ridurre l’invenduto. Trova sul gestionale il report “occupazione di periodo” e identifica le date con l’occupazione più bassa. In quei periodi applicheremo la tariffa più bassa per influenzare la domanda.
  • RMC anno precedente: RMC = ricavo medio per camera. Il secondo obiettivo sarà quello di migliorare questo indice vendendo le camere ad un prezzo mediamente più alto rispetto al passato. Per farlo dobbiamo conoscere i dati dello storico.
  • Suddivisione della clientela: ti avviso che questo dato potrebbe non essere immediatamente disponibile. In ogni caso occorre fare un analisi del venduto ottenendo una suddivisione tra clienti diretti ed intermediati e tra clienti individuali e gruppi. La prima distinzione ci permette di identificare il volume di prenotazioni al netto e quelle per le quali abbiamo pagato commissioni. L’obiettivo è ridurre il più possibile i costi di intermediazione. La seconda distinzione ci permette di misurare la variabile imprevedibile dei gruppi. Eccetto alcuni casi, i gruppi difficilmente sono abituali, quindi ti consiglio di escluderli quando consideri lo storico dell’occupazione. Se il dato non è disponibile, cerca di recuperarlo manualmente e provvedi ad impostare il tuo gestionale in modo che possa elaborarlo in automatico in futuro.
  • Stagionalità e conoscenza degli eventi: per questo dato il gestionale non è sufficiente. Anche se è possibile ricavare un indicazione di massima relativa ai periodi più e meno richiesti, occorre cercare altrove ulteriori informazioni. Conoscenza del territorio e della realtà sono molto preziose. Fiere, manifestazioni sportive e culturali, eventi organizzati dalle aziende circostanti sono solo alcuni degli elementi in grado di condizionare la domanda. Se non hai possibilità di consultare qualcuno che sa darti queste informazioni, rivolgiti all’associazione albergatori o chiedi al nostro amico Google. Digita “eventi + nome della tua città” e annota i risultati.
  • Trend di mercato: come vanno in generale le cose nella tua località? Come stanno i tuoi competitor? Come sono cambiate le cose negli ultimi anni? (cambiano sempre credimi). Un’attività preziosa che suggerisco sempre di fare ai miei clienti è l’indagine sull’occupazione dei competitor. Una volta identificate le 3-4 strutture concorrenti fai un giro di chiamate al mattino per conoscere la disponibilità e scopri cosa succede “fuori da casa tua”. Se l’hotel a 2 passi è al completo in una giornata nella quale hai tante camere libere cerca di capire cosa ti è sfuggito… (meeting interno, eventi, convenzioni importanti,…). Chiedi informazioni anche ai tuoi fornitori di fiducia, loro sono sempre in giro per hotel, mica servono solo te, giusto?
  • Trend revenue: una volta impostata la tariffazione di partenza tieni sotto controllo il forecast (previsioni). Se vedi che alcune date sono particolarmente richieste, procedi a piccoli rialzi progressivi (5-10%) fino ad incontrare la tariffa di resistenza (vedremo dopo di cosa si tratta…).
  • Distanza alla data: conoscere le dinamiche di comportamento in funzione dell’anticipo di prenotazione è una delle competenze principali del revenue manager. Se è vero che la maggior parte degli hotel hanno imparato ad impostare tariffe scontate (anche troppo a dire il vero) per le prenotazioni che arrivano con largo anticipo, pochissimi dimostrano di sapere gestire il last     minute. Due gli errori ricorrenti più gravi: vendere tutte le camere con anticipo per le date più richieste è un errore enorme. Ancora incontro albergatori che dicono con un sorriso a 32 denti: “noi per le 2 settimane centrali di agosto siamo pieni da giugno”. In questo modo è impossibile sfruttare il principio di scarsità. Se l’80% % degli hotel sono al completo per una determinata data, le camere disponibili diventano un bene difficile da reperire il cui valore sale automaticamente. Questa è economia pura e semplice e vale in qualsiasi settore merceologico: minore è l’offerta maggiore è il prezzo. Se tieni alcune camere da vendere sotto data quando i tuoi competitor sono al completo puoi alzare significativamente il prezzo. Ancora più grave è il comportamento di chi rimane con camere da vendere sotto data e applica sistematicamente offerte last minute. I clienti che prenotano sotto data normalmente sono meno sensibili al prezzo e l’albergatore, non considerando la distanza attiva, finisce per vendere ad un prezzo scontato solo le camere che avrebbe venduto comunque ad un prezzo più alto.
  • Distanza ATTIVA alla data: la distanza attiva alla data è un concetto importantissimo che troppo spesso viene ignorato. La distanza attiva alla data corrisponde al tempo necessario per organizzare la partenza.

Ti faccio un esempio:

ragiona da cliente. Se abiti a Firenze e devi farti un week a Forte dei Marmi probabilmente puoi decidere di partire fino a giovedì-venerdì. In questo caso un prezzo conveniente può influenzare la tua decisione fino all’ultimo momento. Se invece stai prenotando una vacanza di una settimana con la famiglia oltre oceano avrai bisogno di tempi tecnici più lunghi per organizzare il viaggio. Quindi un offerta particolarmente conveniente sotto data non è sufficiente per convincerti a partire.

Sapere quali clienti rappresentano il tuo target, da dove vengono, qual’è la durata media del soggiorno, ti permette di misurare la distanza attiva alla data e identificare il termine entro il quale modificare la tariffa può influenzare la domanda e attirare nuove prenotazioni.

  • Condizioni Meteo: questo dato è importante in assoluto e addirittura decisivo per gli hotel turistici. Consiglio sempre ai miei clienti di tenere un diario con le condizioni meteo per valutare lo storico in maniera corretta. Il RMC di un hotel in una località balneare o sciistica può cambiare in maniera importante da un anno all’altro in base alle condizioni del tempo.

Ok, ci siamo. Ora che hai raccolto tutti i dati necessari su cui lavorare, vediamo insieme come definire i diversi livelli di prezzo.

TARIFFE DI RIFERIMENTO

  • Bottom rate: è la tariffa minima di vendita e condiziona tutta la politica tariffaria. Una volta calcolati i costi marginali, la bottom rate deve essere la tariffa minima che riesci ad immaginare sopra quell’importo. Va applicata nei periodi di bassa stagione per condizionare la domanda e ridurre quanto più possibile l’invenduto.
  • Tariffa di partenza: viene elaborata in base allo storico. Nei periodi di bassa stagione corrisponde alla bottom rate. Nei periodi di media occupazione deve essere in grado di compensare l’invenduto dell’anno precedente ed è ragionevole considerare un importo inferiore del 30% rispetto al RMC consolidato. Nei periodi di alta occupazione dovrebbe partire da importo inferiore del 15% rispetto al RMC per salire costantemente in maniera proporzionale all’occupazione. Ti consiglio sempre di partire con un prezzo “prudenziale” e procedere con piccoli rialzi del 5-10%.
  • Tariffa dinamica: il prezzo è in continua evoluzione. In un dato giorno l’ipotetico importo di 79 € calcolato in base alla % di occupazione può cambiare più volte in base alle prenotazioni e/o cancellazioni ricevute.  
  • Tariffa di equilibrio: è la tariffa che ci permette di raggiungere la piena occupazione con un RMC superiore rispetto al risultato storico.
  • Tariffa di resistenza: è il prezzo raggiunto il quale le prenotazioni si fermano. Normalmente corrisponde ad un limite d’acquisto psicologico e il blocco si incontra a 99 €, 149 €, 199€. L’obiettivo è raggiungere il blocco con l’occupazione più alta possibile e comunque non inferiore al 85-90%.
  • Rack rate: è la tariffa più alta alla quale si riesce a vendere una camera. Una buona politica tariffaria prevede un rapporto dove la rack rate è come minimo 4 volte superiore rispetto alla bottom rate. Nei clienti che seguo capita spesso che la rack superi le aspettative iniziali e cresca fino ad un rapporto di 5 a 1 rispetto alla bottom. (bottom rate 29€, rack rate 149 € per la stessa tipologia di camera).

Ora che hai le coordinate, puoi metterti al lavoro. Analizza le informazioni che hai raccolto e imposta una tariffazione di partenza considerando tutti gli elementi chiave.

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Hotel business plan

Cerchi finanziamenti per aprire un nuovo hotel?

Prepara OGGI la mappa per raggiungere il tuo sogno.

Finalmente, dopo anni di lavoro e speranze hai deciso di realizzare il sogno di aprire il tuo hotel. Hai esperienza, passione e sei convinto che riuscirai ad offrire un servizio eccellente ai tuoi clienti.  Puoi immaginare l’atmosfera, gli arredamenti, hai pensato perfino al colore delle lenzuola..

Certo, so anche io come vanno a finire molte di queste storie…: “ti servirebbero fondi ma le banche han chiuso i rubinetti e prestano soldi solo a chi li ha”. Se sapessi quante richieste di preventivo ho ricevuto in questi anni da nuove società che non hanno mai aperto, capiresti che non è solo per aiutare il prossimo che scrivo questo articolo…

Quello che voglio fare oggi è raccontarti un altro pezzo della storia che molti non conoscono, dimenticano o fingono di dimenticare.  Perché è vero che “le banche han chiuso i rubinetti e prestano soldi a chi li ha” ma, a onor del vero,

li prestano anche a chi dimostra di poterli restituire.

Proprio così, le banche comprano e vendono soldi e come tutte le aziende hanno bisogno di clienti. Quindi, se pensano di poter rientrare di un prestito, hanno tutto l’interesse a concederlo per guadagnare gli interessi.

Certo non  basta presentarsi allo sportello e dire “sono onesto, volenteroso e ho sempre lavorato nel settore”. A dire la verità tutto questo è completamente inutile per l’esito della richiesta.

C’è però qualcosa di concreto che puoi fare subito per dimostrare di avere le giuste basi imprenditoriali, ottenere  credibilità e con essa i soldi che ti servono…

E’ ora di  preparare un business plan.

Il business plan è la mappa per l’apertura ed è fondamentale perché rappresenta lo schema di tutte le idee che hai in mente, tuttavia la maggior parte degli imprenditori si blocca su questo punto.

Molti sottovalutano l’importanza di un piano dettagliato, altri non trovano il tempo o semplicemente non sono capaci di farlo. Il problema è che fino a quando non avrai un business plan non troverai MAI investitori disposti a finanziare il tuo progetto e, a meno che tu non abbia gia tutti i soldi che ti servono, il tuo sogno è destinato a rimanere nel cassetto.

Credimi, questa è veramente la principale causa di fallimento dei nuovi progetti imprenditoriali. Prima ancora della burocrazia, della concorrenza e della tassazione, è l’aspirante imprenditore a sabotare se stesso per mancanza di un piano efficace.

In realtà non è difficile fare un buon business plan. Si tratta semplicemente di una sintesi strutturata della tua idea. Purtroppo molti tendono ad includere nel piano tutto ciò che riguarda il loro concetto di hotel e questo si traduce in qualcosa di più simile ad un romanzo che a un progetto imprenditoriale.

La chiave è proprio questa, sapere cosa è utile e cosa non è utile per un business plan.  Te lo ripeto in maniera più semplice:

“un business plan è un mappa chiara per raggiungere il successo”.

L’obiettivo è coinvolgere e convincere i potenziali investitori, fornendo solo le informazioni utili per il raggiungimento dei risultati e guidarli lungo il percorso esatto che hai definito nella tua mappa.

Una delle sfide principali è trasmettere un messaggio convincente già nella prima pagina. Banche e investitori vagliano decine di richieste ogni giorno ed è essenziale che possano comprendere rapidamente il piano, senza leggere l’intero documento.

Per essere ancora più preciso ho messo insieme 10 punti fondamentali che puoi usare per preparare il tuo business plan:

1. Executive Summary

Questo punto si compone in due parti :

• Missione: è un introduzione di una riga (non 2 righe o un paragrafo). Descrizione dell’essenza dell’hotel. Spiega perché nasce e come soddisfa un esigenza attualmente insoddisfatta. Esempio: “uno shopping hotel che offre ai clienti il servizio di personal shopper in prossimità di un outlet importante”.

• Obiettivi: cosa speri di ottenere? Esempio: “raggiungere un occupazione annua del 90 %”.

2. Analisi Società

Informazioni più dettagliate su cosa caratterizza il tipo di servizio proposto dall’hotel.

3. Analisi di mercato

Informazioni sulle attuali tendenze di settore e sullo stato dello specifico mercato e come questo influenzerà l’hotel. Questo è necessario in quanto gli investitori vogliono essere sicuri che tu conosca e comprenda esattamente l’ambiente in cui operi.

4. Analisi dei clienti

Fornisci informazioni approfondite sul target di mercato: devi delineare un profilo preciso delle caratteristiche demografiche, sociali, economiche, psicologiche e comportamentali dei tuoi futuri clienti e suddividerli in diversi segmenti. Che tipo di cliente soggiornerà in hotel? Spiega in che modo il tuo hotel soddisferà le esigenze di questi segmenti principali in termini di posizione, comfort e servizi . In fine devi rispondere alla domanda più importante: “perché i clienti dovrebbero scegliere il tuo hotel?”.

5. Analisi competitiva

Uno studio della concorrenza locale o delle strutture con un concept simile a livello nazionale e internazionale, un’analisi dei punti di forza e di debolezza e dei tassi di occupazione e quote di mercato (analisi SWOT). Deve inoltre poter rispondere alla domanda più importante: cosa ti differenzia da loro?

6. Piano Strategico

Questo si divide in 3 parti:

• Marketing: cosa farai esattamente per attirare i tuoi clienti? Quale sarà il tuo brand positioning? Come ti posizionerai nella testa del cliente? Quale diverso messaggio comunicherai ai diversi segmenti del business mix? Come sarà il tuo lavoro di direct marketing? Qual è il piano per il sito web del tuo hotel, SEO, SEM e SMM? Farai promozione offline?

• Distribuzione: quali canali di terze parti sfrutterai e come hai intenzione di gestire la disponibilità? Di quale tecnologia avrai bisogno?

• Revenue Management: quali tecniche utilizzerai per gestire le tariffe? Quali saranno le regole di deposito e cancellazione?

7. Piano organizzativo

Come pensi di gestire l’hotel? Di quanto personale avrai bisogno? Quali sono le descrizioni delle posizioni e le relative responsabilità? Che preparazione ed esperienza dovrebbero avere? Quando dovrebbero iniziare? Quali sono gli standard di servizio? Svilupperai manuali? Quali saranno i fornitori? Come pensi di gestire l’inventario?

8. Management team

Definire il dna della tua squadra. Quali saranno le attitudini comuni ai membri dello staff? Quali di queste caratteristiche determineranno il successo della tua attività?

9. Piano finanziario

Fornire i costi di start up della struttura (investimento di capitale), i costi fissi di gestione, i costi variabili e le proiezioni delle entrate per i prossimi cinque anni. Includere i KPI (key performance index ovvero i principali indici di performance) come % occupazione prevista, ADR (tariffa media giornaliera) e REVPAR (ricavi per camera disponibile) .

Se si stanno cercando fondi definisci precisamente quanto sarà necessario e quando. Spiega come intendi garantire un ritorno d’investimento e quando verranno pagati i creditori.

10. Fattori chiave

In sintesi di seguito i principali fattori chiave che determineranno il successo della tua attività:

  • Selezione posizione
  • Permessi e licenze
  • Costruzione della struttura
  • Personale e Formazione
  • Apertura
  • Break-even (punto di pareggio tra costi e ricavi)
  • Mol/GOP (margine operativo lordo: reddito di un’azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica, al lordo, quindi, di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti)
  • Mon (margine operativo netto)

Il raggiungimento di ogni singolo fattore chiave determina un minor rischio per gli investitori. Una volta raggiunti tutti i fattori il successo dell’attività è praticamente garantito.

11. Approfondimenti

Lo so, avevo detto 10 punti, questo consideralo una bonus-track! 🙂 Crea questa sezione per fornire ogni altra informazione utile. Non appesantire le sezioni principali del tuo business plan con troppi dettagli. Piuttosto sviluppa qui gli aspetti che ritieni più interessanti  e  documenta tutto con eventuali allegati.

Molte persone hanno grandi idee di business  ma non riescono a trasformarle in aziende di successo. La differenza fra i sognatori e gli imprenditori è la capacità di mettere in pratica le proprie idee. Sei pronto a mettere il  tuo sogno sul mercato?

Il primo passo è quello di scrivere le tue idee su carta. Fallo adesso, S U B I T O.

Spero che questa guida ti aiuterà a preparare un business plan convincente per il tuo hotel, perché nessun investitore o finanziatore sarà interessato al tuo progetto se non riesci a presentare un piano chiaro ed efficace.

Liberamente tratto da how to write a persuasive hotel business plan di Patrick Landman.


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Check-in da manuale

Quali sono gli standard per un check-in da manuale?

Come puoi fare la differenza per i tuoi clienti in soli 40 secondi?

Lo so, siamo ad agosto. Se sei come la maggior parte dei miei lettori, in questo momento di trovi nel bel mezzo del periodo più incasinato dell’anno, sei stanco, stressato e allergico alle critiche.

Capisco tutto, anche io sono stato dall’altro lato della barricata. Ma è altrettanto vero che questo è anche il periodo più importante per la tua attività e distrarti un attimo per leggere questo articolo, forse può esserti d’aiuto per analizzare un passaggio fondamentale del lavoro in hotel.

Dato che mi occupo di software gestionali, quando parlo di check-in, normalmente mi concentro sulla parte tecnica della procedura. Apri la prenotazione, clicchi sul bottone check-in e inserisci i dati del documento d’identità. Facile, veloce, funzionale.

In alcuni hotel che seguo questi 3 (TRE!!) semplici passaggi, sono stati addirittura riscritti in un documento Word che è stato stampato e appeso in bella vista dietro il banco del ricevimento. Fino qui niente di male, anzi.

In realtà  io sono un fanatico dei manuali, perchè permettono di standardizzare le procedure, trasferirle e far si che vengano applicate da chiunque, a prescindere dall’esperienza..

Qual’è il problema allora?

Il VERO problema che ho notato solo recentemente è che, in molti hotel, quando viene assunto un nuovo receptionist, l’argomento check-in si esaurisce con i 3 passaggi di cui sopra:

  • apri la prenotazione;
  • clicchi su check-in;
  • inserisci i dati del documento d’identità.

Se ti stai chiedendo se la pioggia di quest’estate mi ha dato alla testa, significa che il problema è più diffuso di quanto pensassi e allora te lo dico forte e chiaro: QUESTO NON E’ FARE UN CHECK IN! O meglio: questo è fare il check in per un tecnico software, non per un addetto al ricevimento.

Se dovessi esprimere in % la giusta proporzione del rapporto tra parte relazionale (rapporto con il cliente) e parte tecnica (svolgimento procedure) direi che per un addetto al ricevimento dovrebbe essere 60-40, ma siccome quando va bene siamo sul 50-50, meglio dare come linea guida un 70-30 a favore della parte relazionale, giusto per ricordare a tutti che lavoro stiamo facendo.

Trovo assurdo che nel settore conosciuto come OSPITALITA’, le procedure tecniche vengano stampate e mandate a memoria, mentre la parte relativa all’accoglienza del cliente viene semplicemente mostrata nei primi affiancamenti e lasciata in seguito all’interpretazione individuale. Ricorda:

“Il cliente si fa una prima impressione sul servizio in meno di 40 secondi.”

Solo ora mi rendo conto della fortuna che ho avuto quando lavoravo in hotel. Infatti, sia in un 3 stelle a conduzione famigliare, sia in un hotel della più grande catena mondiale, pur con le dovute differenze, ho ricevuto istruzioni abbastanza precise.

Siccome non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna ho deciso di condividere un manuale veloce, che è la sintesi delle mie diverse esperienze.

Ovviamente non mi considero il depositario della verità assoluta e so per certo che esistono hotel organizzati con manuali e standard eccellenti ma, date le numerose recensioni che parlano di “pessima accoglienza” e alcune spiacevoli esperienze personali, spero che il blog possa essere d’aiuto per chi ama questo lavoro e vuole migliorarsi ma non ha avuto la giusta formazione.

Fatte le dovute premesse direi che possiamo cominciare:

  • Buongiorno, Benvenuto all’hotel ****, come posso aiutarla?

Buongiorno sono Rossi, ho una prenotazione

  • Benarrivato Sig. Rossi, ha fatto buon viaggio? (Sorridere calorosamente)
  • (se ha viaggiato in auto) Ha già trovato parcheggio?

Se la risposta è no, indicare il parcheggio dell’hotel o il parcheggio più vicino

  • Ha bisogno di aiuto per i bagagli?

Se si: le mando subito qualcuno oppure aiutare direttamente

  • E’ già stato nostro ospite in passato?

A) No, è la prima volta.

  • Posso chiederle gentilmente un suo documento per la registrazione?

B) Si, ho già soggiornato due anni fa.

  • Un attimo solo allora che verifico i suoi dati. Chiedere conferma indirizzo
  • Verificare se è stato inviato un deposito e in caso contrario chiedere carta di credito a garanzia o prepagamento in base alle condizioni concordate
  • Far firmare documento di autorizzazione per la privacy
  • Verificare lo stato della stanza attraverso software o chiamando direttamente la governante
  • Generare scheda magnetica o consegnare o chiave
  • Riepilogo orari colazione e/o ristorante, riepilogo altri servizi principali (palestra, piscina, centro benessere) ed eventuali convenzioni per gli ospiti dell’hotel
  • Ricordare il proprio nome al cliente e invitarlo a contattare il ricevimento tramite il telefono in camera per qualsiasi richiesta o informazione
  • AUGURARE UN BUON SOGGIORNO

Esempio:

“Signor Rossi, mi permetto di darLe giusto un paio di informazioni per iniziare al meglio il suo soggiorno:

“La colazione viene servita dalle 07.00 alle 11.00 nella sala le terrazze a questo stesso piano, il nostro ristorante panoramico al quinto piano ha una vista favolosa ed è aperto tutte le sere dalle 19.00. Per i nostri ospiti è previsto uno sconto del 15% sui prezzi di listino.

La piscina è al primo piano e può richiedere i teli direttamente in reception.

Trova l’ascensore salendo le scale sul pianerottolo e il primo numero della sua stanza corrisponde al piano.

Io mi chiamo Gian Marco, sarò in reception fino alle 23 e può contattarmi in qualsiasi momento digitando il numero 9 dal telefono nella sua stanza.

Buon Soggiorno!”

  • Dopo 3 minuti dall’arrivo chiamare in camera per assicurarsi che tutto sia in ordine e verificare eventuale esigenze

Buona estate e buon lavoro!

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Se una cosa funziona, correggila.

Il 18 Febbraio abbiamo aperto le pre-iscrizioni per Albergatore Pro 2020.

Ci ritroveremo il 16-17 Novembre a Riccione per celebrare la nostra missione.

Dettare, ancora una volta, il passo degli hotel italiani.

Proprio così.

Siamo in un’epoca dove tutto cambia da un momento all’altro.

Quello che ieri funzionava, oggi è vecchio.

Le novità di oggi, domani saranno superate.

Inesorabilmente.

Rincorrere il cambiamento è qualcosa di molto stressante.

D’altra parte, NON evolversi porta all’estinzione imprenditoriale.

Siamo quindi dentro ad un infinito tunnel senza uscita?

Per fortuna no.

Ma c’è una sola via che ti permette di uscire dalla ruota del criceto e scrollarti di dosso la frustrante sensazione di “non essere mai in pari”.

Devi essere tu il cambiamento.

Devi metterti in testa al gruppo e “tirare la volata”, studiando, sperimentando e prendendoti per primo il vento in faccia.

In questo modo saranno gli altri a dover rincorrere te.

A tal proposito, se dovessi citare una sola frase di tutto il corso 2019, non avrei dubbi.

E’ quella del Maestro Arrigo Sacchi, quando ha detto: “Se una cosa funziona, correggila”.

Ecco perché dobbiamo fare un altro passo avanti.

Ecco perché, anche se le cose vanno bene, anche se ti senti già preparato, devi subito rimetterti in sella.

Per cercare quella nuova, ulteriore informazione, che può permetterti di crescere ancora.

Non per essere migliore degli altri: per migliorare la versione precedente di te stesso.

E sai qual è il luogo ideale per fare l’upgrade al tuo sistema operativo personale e imprenditoriale?

Esatto! (Leggere con l’accento del Dogui).

Quella del 2020 sarà un’edizione MAI vista prima d’ora.

Sveleremo strategie e processi che fino ad ora erano accessibili solo alle grandi catene alberghiere.

Affronteremo temi che vengono inspiegabilmente ignorati in tutti gli altri corsi per albergatori (che da 10 anni parlano solo di revenue).

Sai perché?

Perché anche noi abbiamo deciso di alzare ancora l’asticella.

Stiamo mettendo in piedi un programma incredibile, per trasmettere a tutti i partecipanti una scarica elettrica che siamo sicuri ti stimolerà ad agire!

A proposito, attualmente più di DUECENTO albergatori si sono già pre-iscritti in meno di 24 ore (Record!) e presto riceveranno DUE BONUS davvero interessanti.

E tu?

Hai già compilato il modulo di pre-iscrizione o ci stai ancora pensando?

➡️Qui il link per pre-iscrivervi: https://www.albergatorepro.com/2020-pre-iscrizione/. A questo punto potrai chiederti: perché devo pre-iscrivermi?

Cosa ci guadagno?

Prima di tutto hai la possibilità di accedere all’offerta lancio per Albergatore Pro 2020 ad un prezzo che NON RIPETEREMO UNA SECONDA VOLTA (sai bene che non scherziamo su queste cose).

Essere tra i pre-iscritti, inoltre, ti darà diritto a ben DUE BONUS ESAGERATI (di uno non potrai più fare a meno).

Fossi in te non ci penserei troppo.

Sono disponibili solo 200 biglietti al prezzo lancio, sai come funziona il revenue…

Raggiunta questa quota, chiuderemo le porte e perderai l’offerta lancio ed i bonus riservati esclusivamente ai pre-iscritti.

➡️Qui il link per pre-iscriverti: https://www.albergatorepro.com/2020-pre-iscrizione/

Il tempo passa, non rimandare.


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Prendere un hotel in gestione

Tutti vogliono prendere un hotel in gestione. Ma è davvero un business per tutti?

Scopri quello che devi assolutamente sapere prima di sederti a trattare

Ed eccoci di nuovo qua. Mentre scrivo, il calendario indica che siamo arrivati al 26 agosto. E, come ogni anno, comincia la discesa che porta alla fine della stagione estiva.

Stando alle statistiche che circolano on-line, i numeri del turismo Italiano sono di nuovo in crescita e il bilancio dovrebbe essere positivo. In scia al trend degli ultimi anni.

Poi chiaramente i numeri non dicono tutto e andrebbero analizzati nel dettaglio.

Ad esempio, in pochi parlano del fatto che la finestra di prenotazione si accorcia sempre di più e, chi non ha un volume importate di clienti abituali, deve imparare a gestire vendite last minute e last second che impongono nervi saldi e grande conoscenza del mercato.

Ma questa è un’altra storia.

L’argomento di cui voglio parlarti oggi invece, è il crescente interesse per il business degli hotel in gestione.

Ogni settimana infatti, ricevo diverse mail di persone interessate a scendere in campo per una nuova avventura.

Premessa: questo è sicuramente un fattore positivo per il movimento.

Ma è anche vero che occorre grande attenzione e la giusta dose di prudenza prima di avventurarsi in un mercato nel quale non si ha esperienza diretta.

(Se vuoi evitare di commettere errori prima ancora di muovere il primo passo nel mondo hotel, ti consiglio vivamente di prendere in considerazione la partecipazione al Corso Albergatore Pro.)

Prendere un hotel in gestione è un’attività attraente e potenzialmente redditizia che però nasconde insidie anche per gli imprenditori navigati.

Quindi, prima di buttarsi, è molto importante avere delle coordinate di base, per evitare di commettere i classici errori di ingenuità che possono castrare sul nascere la nuova attività.

Per questo motivo, ho deciso di scrivere questo articolo sia per rispondere alle domande più frequenti che ricevo sull’argomento, sia per dare dei riferimenti su alcuni aspetti meno considerati, che invece devi assolutamente conoscere prima di sederti a trattare.

Sei pronto a prendere appunti? Si parte.

PREREQUISITI.

Sempre più spesso, leggo e sento dire che “L’Italia potrebbe vivere di turismo”. Affermazione che, in termini assoluti, condivido in pieno.

Quello che invece non condivido è il mito diffuso dagli pseudo-guru, cioè che “tutti possono vivere di turismo”.

Niente di più pericoloso.

Al contrario, a mio parere, gestire un hotel NON è per tutti.

Esistono però alcuni asset che rendono decisamente più semplice l’approccio.

Per intenderci, alcuni degli imprenditori alberghieri più illuminati che conosco vengono da altri settori, hanno alle spalle esperienze imprenditoriali diverse e una grande apertura mentale che ha permesso loro di sviluppare il cosiddetto “pensiero laterale”.

Cioè quella capacità di trovare nuove soluzioni a vecchi problemi ed evitare di cadere nella trappola mentale del “abbiamo sempre fatto così”.

Poi, ovviamente, queste competenze trasversali dell’imprenditore vanno completate con i tecnicismi del settore hotel. Ma sono sicuramente un’ottima base di partenza.

Un’altra categoria di nuovi albergatori qualificati è rappresentata da coloro che hanno maturato un’esperienza importante come dipendenti presso hotel di terzi e una profonda conoscenza delle dinamiche lavorative.

A questi ultimi, per completarsi, serve “solo” fare l’upgrade di mentalità da dipendente ad imprenditore.

Sicuramente non è un processo semplice. Ma, spesso, la voglia stessa di fare il salto rappresenta un carburante sufficiente per intraprendere il viaggio.

Quindi, per riassumere, se stai valutando di aprire la tua prima attività alberghiera, parti avvantaggiato se hai almeno uno di questi due requisiti:

  • Hai già avuto esperienze imprenditoriali in altri settori (possibilmente positive);
  • Hai maturato esperienza lavorando in hotel di terzi in almeno due reparti diversi. Ovviamente, se ti stavi già guardando intorno con l’occhio di chi studia, anche un solo ruolo può essere sufficiente. Meglio se al front office. Anche se conosco un ex chef che è diventato un Albergatore Pro super certificato.

Ovviamente non è scritto da nessuna parte che non puoi riuscire se non hai questi requisiti ma, personalmente, ti sconsiglio fortemente di prendere un hotel in gestione se:

  • non ci hai mai lavorato dentro;
  • non sei mai stato imprenditore in altri settori.

IL PRIMO HOTEL (le dimensioni contano)

Ora che abbiamo visto i prerequisiti, rimbocchiamoci le maniche e preparati ad assistere alla distruzione di un altro luogo comune.

“Il primo hotel meglio prenderlo piccolo”

Ora, posto che il principio di buon senso del “non fare il passo più lungo della gamba” vale in hotel come in tutti i campi della vita, qui siamo davvero di fronte ad un grande abbaglio.

Infatti, l’unico motivo sensato per cominciare con un piccolo hotel è “capire se ti piace il mestiere”.

Cosa intendo?

Gestire un hotel è un’attività alienante: non ci sono orari fissi, nelle festività si lavora come e più del solito, si è costantemente a contatto con il cliente e, più che in ogni altro settore, i risultati sono direttamente e fortemente influenzati del giudizio dei clienti.

Tradotto: lavorare in albergo TI DEVE PIACERE.

Detto questo, posto che hai capito che ti sconsiglio di prendere un hotel se non ci hai mai lavorato, solo per capire se ti piace, direi che possiamo saltare direttamente agli aspetti finanziari della scelta.

Come sempre, partiamo dalle basi.

In hotel ciò che genera reddito sono le camere.

Certo, possono esserci altri centri di ricavo: bar, eventuale ristorante, eventuale spa. Ma…

Il “burro ” (margine) sta nella vendita delle camere.

E siccome ogni singola camera contribuisce al margine complessivo…

Più camere hai, più guadagni. Fine.

Quindi, il consiglio che ti do rispetto alle dimensioni, è:

trova le risorse finanziarie per trattare un hotel con almeno 50 camere.

Perché, di fatto, l’unica motivazione plausibile che mi dà chi sta pensando di prendere un hotel più piccolo, è la scarsa disponibilità economica che preclude l’accesso ad hotel più grandi.

Ed eccoci di fronte ad un altro luogo comune.

“Vorrei prendere una struttura più grande ma non ho i soldi per partire.”

In realtà, nella maggior parte dei casi quello che manca NON sono i soldi.

Sono le informazioni. Cioè NON sai come fare per reperire i fondi necessari.

Certo, con questo non voglio dire che puoi prenderti un 100 camere se non hai nemmeno i soldi per aprire una srl.

Dico solo che, con le giuste conoscenze e la giusta formula societaria, puoi mettere in leva il tuo capitale iniziale ed avere accesso a strutture apparentemente fuori portata.

Ma non è questo il focus dell’articolo di oggi.

A tal proposito, se sei interessato all’argomento, sappi che al Corso Albergatore Pro, dove potrai ascoltare anche interventi in ambito gestione e finanza tenuti da Esperti che hanno permesso ad altri imprenditori di partire senza bruciare capitale (e anche una case history vivente presente in sala).

DOVE PRENDERE L’HOTEL

Un altro aspetto fondamentale per il buon esito del progetto è la destinazione.

Infatti, per quanto io mi spenda da anni sul blog, ai corsi e in ogni discussione dal vivo con gli albergatori sull’importanza di investire nel marketing e nella creazione del proprio brand, è importante che tu sappia come stanno realmente le cose.

Brand di destinazione > Brand del singolo hotel

Tradotto: meglio prendere un hotel normale in una destinazione fortissima, piuttosto che creare un brand in una destinazione morta.

Chiaramente, se la destinazione è competitiva, dovrai darti ancora più da fare per trovare un’idea differenziante che renda il tuo hotel quanto più possibile unico e preferibile per i clienti target che hai scelto.

Ma nel frattempo potrai contare sulla domanda che la destinazione attira spontaneamente, fatturare e pagare i fornitori.

Poi, per completezza di informazione, devo dirti anche che esistono casi studio di albergatori che hanno creato brand vincenti e sono riusciti a “fare destinazione” anche dove sembrava impossibile.

Ma parliamo di persone con competenze di marketing avanzate e grande conoscenza del mercato, capacità che raramente si possiedono prima di cominciare.

Quindi, se sei un esordiente, fidati della regola generale.

Il brand di destinazione è più importante del brand del singolo hotel.

PARAMETRI COMMERCIALI

Ma ora veniamo alla DOMANDA più gettonata in assoluto che gli aspiranti albergatori mi pongono da quando ho aperto il blog (e che di fatto mi ha praticamente obbligato a scrivere questo articolo per rispondere):

Quanto costa prendere un hotel in gestione?

Ora, se sei arrivato a leggere fino a qui solo per questa domanda, chiariamoci subito.

Mi dispiace deluderti, ma NON ho una risposta secca da darti. E per la cronaca, se qualcuno te la dà, ti sta prendendo in giro.

In compenso, esistono alcuni fattori importanti che devi assolutamente conoscere per valutare il giusto prezzo d’affitto di un hotel.

Hai già preso carta e penna?

  • Destinazione
  • Stagionalità e retta media
  • Numero di camere
  • Fatturato storico

Destinazione, stagionalità e retta media: come già detto, la destinazione gioca un ruolo decisivo perché incide in maniera diretta su altri due fattori importanti: stagionalità e retta media.

Per capirci, un hotel a Milano lavora tutto l’anno con un’occupazione alta e omogenea e una retta media che NON subisce particolari oscillazioni nei diversi mesi.

Al contrario, un hotel in Versilia (o in qualsiasi altra destinazione di mare) ha il suo picco fisiologico nella stagione estiva, con chiusura invernale o grandi ribassi di occupazione e retta media tra ottobre e marzo.

Allo stesso tempo, due hotel in destinazioni apparentemente simili e poco distanti possono avere occupazioni simili, ma sostanziali differenze di retta media in funzione del brand.

Per fare un esempio: Viareggio e Forte dei Marmi sono entrambe in Versilia, distano meno di 20 chilometri l’una dall’altra, ma Forte dei Marmi ha un brand che significa lusso e una retta media decisamente più alta.

Numero di camere: come abbiamo già visto il numero di camere ha un impatto diretto sul fatturato dell’hotel. Di conseguenza, è consuetudine attribuire il valore commerciale di una struttura alberghiera, in funzione del numero di camere.

Per fare un esempio, in Romagna gli hotel stagionali sul mare valgono in media tra i 2 e i 4 mila euro (a camera) a seconda della destinazione.

Quindi, se un hotel a Riccione vale circa 3-3,5 mila a camera, un 60 camere in buone condizioni può valere indicativamente tra i 180 e i 210 mila a seconda della posizione, della classificazione e del target di clienti con cui lavora.

Occhio però a non cadere nell’equivoco4 stelle vale più del 3 stelle”.

Questo perché la dimensione delle stanze incide sul target.

E un “3 stelle family”, che ospita in ogni camera una media di 4 persone (tra adulti e bambini), può avere una retta media superiore a un 4 stelle con sole camere doppie orientato alle coppie.

Il che si traduce in maggiore fatturato, maggiore redditività e maggior valore commerciale.

% sul valore dell’immobile: questo è un tipo di calcolo che va di gran moda soprattutto in quelle che mi piace definire “Le città stato”, cioè: Milano, Roma, Firenze, Venezia.

Infatti, in queste destinazioni con grande appeal internazionale, il mercato immobiliare è particolarmente fervido e genera continui cambi di proprietà.

In epoca recente, soprattutto negli ultimi 4-5 anni, è in grande crescita l’attività di fondi di investimento che comprano gli hotel in funzione della “rendita automatica” che l’immobile può offrire dandolo in gestione.

In questo caso, gli attuali prezzi di mercato su Milano oscillano tra il 5% e il 7% del prezzo d’acquisto dell’immobile.

Per fare un esempio: se un fondo acquista un hotel per 10.000.000 €, vorrà garantire agli investitori un rendimento pari ad almeno il 5% del valore, cioè circa 500.000 €.

E la buonauscita?

Altro aspetto da considerare è quello della buonuscita.

Infatti, se stai valutando una struttura già occupata da un altro gestore, dovrai fare i conti con la richiesta di una “buonuscita” per subentrare. Il problema è che spesso le richieste, soprattutto nelle grandi città, sono esose e fuori da ogni logica.

Quindi, quanto dovresti pagare?

La prassi prevede 21 mensilità.  Il che significa che devi dividere il canone complessivo annuale per 12 e moltiplicarlo per 21.

Tradotto: per subentrare in una struttura con canone di affitto di 500.000 €, dovresti riconoscere al gestore uscente 875.00 €. Un enormità.

E per assurdo, potrebbero arrivare a chiederti fino a 1.000.000 €, se la struttura è ben avviata.

Anche in questo caso, il mio consiglio è di stare alla larga da situazioni del genere.

QUANTO LO DEVI PAGARE

Bene, ora che abbiamo visto quanto può costare un hotel e quali sono i parametri di riferimento per le valutazioni commerciali, veniamo alla parte più importante della storia.

Qual è il metodo migliore per valutare un corretto investimento?

Personalmente, per quanto nel tempo mi possa essere abituato a ragionare secondo i parametri di mercato, preferisco sempre valutare un hotel in funzione del fatturato storico.

Il problema è che non sempre questi dati sono disponibili e/o consultabili.

A volte perché mancano.  E questo la dice lunga sul gestore precedente.

Altre volte per presunta scelta di “riservatezza”. Ma sappi che, in questi casi, sento una gran puzza di bruciato anche se se ho davanti un gelato alla crema.

Altro caso ancora è quando i dati vengono condivisi, ma il proprietario cerca di rassicurarti dicendoti che “quello è solo il fatturato, poi ci devi aggiungere il nero”.

L’ho detto? Sì, l’ho detto.

Tanto siamo grandi tutti e due e sappiamo bene che strada e manuali didattici viaggiano da sempre su due binari diversi.

Detto questo, è importante investire in ricerca dati per avere parametri più attendibili possibili.

Quanto fattura in media un hotel nella destinazione alla quale sei interessato?

Fai domande, confrontati con altri albergatori in via informale.

Chiedi sia ai gestori di hotel performanti (aiutati con i giudizi su booking e tripadvisor), sia a quelli che gestiscono hotel “un po’ alla buona”.

Fatti una media.

Per darti dei riferimenti, un 3 stelle stagionale in Romagna fattura in media tra i 10.000 euro e 15.000 euro a camera.

Un 3 stelle annuale a Roma fattura almeno 25.000 euro a camera.

Una volta in possesso dei dati storici, il mio consiglio è di NON offrire più del 25% del fatturato camere.

Infatti, soprattutto se sei alla prima esperienza, devi mettere in conto i normali errori che ti impediranno di raggiungere subito il massimo delle performance.

Quindi, se ti chiedono di più, ti consiglio di abbandonare la partita.

Ricorda: il mare è pieno di pesci e non ha senso innamorarsi della struttura (anche se succede quasi sempre).

Diversamente, se hai  esperienza e la ragionevole convinzione di poter incrementare subito il fatturato, puoi fare altre valutazioni.

CONCLUSIONI

Prendere un hotel in gestione è un’avventura affascinante, che può darti grandissime gratificazioni dal punto di vista umano.

Ma, per goderti appieno il viaggio, serve la serenità di poter far fronte a tutte le spese e ricavarti un compenso che giustifichi i (tanti) sacrifici che dovrai fare.

Trattare il giusto prezzo d’affitto è sicuramente il primo e più importante passo per raggiungere i tuoi obiettivi.

Ma è solo l’inizio del percorso che dovrai fare, se vuoi prendere un hotel in gestione.

Perché, per gestire con successo il tuo hotel, dovrai sviluppare competenze di marketing, imparare a gestire le tariffe, scegliere e motivare i componenti del tuo staff e offrire un servizio eccellente ai tuoi ospiti.

Da dove cominciare?

Dall’unico corso per Albergatori Professionisti che ti consente di imparare le strategie più avanzate direttamente dai maggiori esperti del settore nelle varie discipline.

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P.s. se non hai i soldi che servono per partire non preoccuparti. Al corso imparerai anche come trovarli 😉


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Gestione del prenota prima - non rimborsabili, tariffa di partenza, sconti & costi di marketing

Come promesso, in seguito all’esito del sondaggio effettuato due giorni fa sul gruppo Facebook, colgo l’occasione per chiarire alcuni aspetti e sviluppare un approfondimento.

Premessa.

Per quanto ognuno di voi sia giustamente concentrato sul proprio hotel e sul proprio contesto competitivo, è opportuno ricordare una volta di più che, alla base di ogni strategia e scelta commerciale, c’è il format dell’hotel e il conseguente modello di business.

Come sempre il mondo in questo caso di divide in due.

Da una parte ci sono gli hotel Art&Business (così impariamo ad identificarli con le diciture internazionali) e più generale, tutti gli hotel che basano la propria offerta principale sul B&B.

In questo caso, ha poco senso parlare di “prenota prima”.

Il tipo di cliente che prenota un soggiorno in B&B lo fa prevalentemente tramite booking.com che ha come cuore dell’algoritmo, la comparazione del prezzo FINITO.

La cosa corretta da fare se gestisci un hotel del genere, è impostare una tariffazione di partenza derivata dallo storico dell’anno precedente, con lo scopo di ottimizzare l’occupazione dove necessario e di incrementare la retta media, quando possibile.

Tradotto per l’uomo della strada: se hai un invenduto che realisticamente può essere recuperato in funzione degli andamenti macro della destinazione, abbassi il prezzo (rispetto al prezzo di partenza dell’anno precedente) con lo scopo di creare una maggiore base di occupazione per poi alzare i prezzi gradualmente nel tempo in funzione delle vendite.

Occhio alle non rimborsabili: contrariamente all’uso maldestro che ne vedo fare, le non rimborsabili rappresentano una “prova di forza” che, in quanto tale, può essere applicata solo da chi ha uno storico solido, una buona reputazione e può ragionevolmente assumersi un rischio.

Per capirci: in nessun caso le non rimborsabili incentivano le vendite (è lo sconto che vende), ma servono solo a tutelarsi contro i grandi (e crescenti) volumi di cancellazioni.

NON sono quindi uno strumento utile per incentivare le vendite per chi ne ha reale necessità.

(In questi casi meglio vendere una standard rate e tenere monitorato lo storico delle cancellazioni gestendo strategicamente l’overbooking).

Dall’altra parte della barricata invece troviamo tutti gli hotel Sun&Beach (sempre per usare diciture internazionali) e, più in generale, tutti quegli hotel che, a prescindere dalla destinazione, basano la propria offerta principale sui trattamenti di pensione completa o all inclusive.

In questo caso ha MOLTO senso parlare di prenota prima.

Infatti, questo genere di servizi, normalmente hanno come target di riferimento famiglie o coppie con un maggiore length of stay (durata del soggiorno) che normalmente si muovono con un maggiore anticipo rispetto all’arrivo.

E, per intenderci, oltre alle necessità di programmare le proprie vacanze, lo fanno ANCHE con l’intenzione e la consapevolezza di risparmiare, muovendosi in anticipo.

In questo caso la scelta dell’hotel segue un processo di selezione più attento, con ricerca di informazioni su diverse piattaforme e porta ad instaurare un contatto DIRETTO con uno o più hotel che rispondono precisamente ai requisiti di prezzo e servizi.

E qui entra in scena il “prenota prima” con lo scopo di creare un senso di urgenza che si associa perfettamente alla necessità di programmazione e il bisogno emotivo di ricerca dell’affare.

Anche in questo caso però, spesso l’uso che viene fatto di questo strumento è “poco strategico”.

Di seguito vi riporto quindi alcuni errori comuni da evitare assolutamente.

1) Non ci crederete ma sconti del 10%, se reali, sono già MOLTO alti.

Anche se non metto in dubbio che funzionino, nel 99% dei casi sono legati a una quasi totale assenza di investimenti di marketing che impongono all’albergatore la necessità di mantenere una % di conversione altissima per ottenere i risultati prefissati.

In questo caso la domanda da farsi è: quanto mi costerebbe acquisire un NUOVO cliente direttamente senza sconti?

Spoiler: nella quasi totalità delle destinazioni turistiche italiane costa meno del 10%.

2) Sconti superiori al 10% sono da evitare assolutamente e spesso nascono da esigenze finanziarie che nulla hanno a che fare con una corretta politica commerciale.

In pratica, alcuni albergatori per mille ragioni diverse, arrivano alla fase iniziale di vendita in apnea, magari supportati da un fido e fanno sconti scriteriati nel tentativo di convertire prima possibile il maggior numero di prenotazioni, per incassare le caparre e tornare a respirare.

Ve la faccio facile: anche se il fido vi mette ansia, anche se ODIATE i debiti (come tutti), in banca i soldi costano MOLTO MENO del 15-20-25- addirittura 30%.

Voi non ve ne rendete conto, ma in questo caso state usando i clienti come banca.

IL PROBLEMA è che state pagando 10 volte il prezzo di mercato del denaro.

Per tornare sulla terra fatevi questa domanda: paghereste mai un prestito in banca il 20% di interessi?

Ecco, appunto.

3) Il prenota prima NON funziona con un bottone on-off.

Non è “o tutto niente”.

Spiego meglio.

Chi vende i servizi a pensione (o all inclusive) normalmente ha un indice medio di soggiorno più lungo rispetto ai B&B: 4-5-6… spesso 7 notti.

Prendiamo il caso di soggiorni minimi di una settimana (come molti hotel stagionali richiedono, assecondando la richiesta).

In questo caso, “la vostra settimana” equivale alla notte di un B&B, cioè rappresenta l’unità di misura delle vostre vendite.

Quindi, se una settimana vale una notte, per quale motivo gli sconti dovrebbero essere attivati/disattivati/ridotti in maniera omogenea su tutto il periodo di apertura??

Ve lo dico io, PER NESSUN MOTIVO.

Sarebbe come se un B&B, vendute 10 camere per una notte a caso, alzasse automaticamente il prezzo su TUTTE LE ALTRE, a prescindere dall’occupazione.

Ora, nonostante questo sembri un concetto apparentemente banale, l’80% degli hotel stagionali sbagliano completamente l’applicazione della strategia “prenota prima” seguendo questo schema comportamentale:

==> attivano il prenota prima in una data X;

==> quando il volume generale delle prenotazioni raggiunge quella considerano “una soglia di serenità”, riducono lo sconto indiscriminatamente su tutte le settimane.

==> Quando pensano di aver venduto “abbastanza” o, peggio, hanno coperto il fido con le caparre, stoppano il prenota prima (anche qui ovviamente senza considerare il venduto dei diversi periodi).

Cosa bisognerebbe fare in realtà:

==> Si attiva il prenota prima in una data prestabilita mesi prima. In concomitanza con l’attivazione delle campagne di marketing.

==> Si tengono monitorati gli andamenti delle vendite con controlli UNA VOLTA A SETTIMANA, su ogni mese/settimana, confrontando i dati con quelli dell’anno precedente.

==> Si riducono gli sconti SOLO NELLE SETTIMANE che hanno performance positive, lasciandoli invariati nelle settimane dove l’occupazione richiede “un aiutino.”

==> Il prenota prima finisce quando i livelli di occupazione sono omogenei su tutti i periodi in funzione dei diversi obiettivi di vendita.

Ok, sono perfettamente consapevole che quello che ho appena scritto può essere tranquillamente venduto come consulenza.

Ma sono stanco di vedere 40enni che NON sanno cosa fare “da grandi” e si danno alla consulenza per hotel o ex albergatori pentiti che “vogliono dare una mano ai colleghi”, o peggio, consulenti esperti che forzano strategie revenue da 4 stelle city in hotel all inclusive al mare.

Sono stanco di vedere ogni anno danni da centinaia di migliaia di euro causati da strategie impostate senza senso logico, condizionando negativamente il mercato anche per chi lavora bene, e ho deciso che può bastare così.

Quindi, ora che avete il manuale di istruzioni, non avete più scuse.

Andate, applicate e condividete.


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La passione è sempre la passione

È stato un anno pienissimo.

Il tour in giro per l’Italia, il lancio del corso, il lancio del libro, i clienti, l’hotel da gestire, poi di nuovo la preparazione del corso, il corso…

Il corso più grande e più bello di sempre.

Sembrerà banale, ma tutto questo era addirittura difficile da immaginare fino solo a 4 anni fa.

Ora è tutto vero.

Qui dentro siamo ormai 5.000 e siamo molto più di un gruppo facebook per albergatori.

Siamo uniti da qualcosa che va oltre il fatto di “fare lo stesso mestiere”.

La passione, alla fine è sempre la passione.

Quella che ti tiene sveglio di notte per cercare un nuovo hotel, quella che non vedi l’ora di vedere il report delle vendite…

La passione che amplifica la soddisfazione o la frustrazione per una recensione.

Quella che alimenta lotte in famiglia per portare avanti un’idea di cambiamento.

Che accende le discussioni con i colleghi, i soci, i collaboratori.

La passione che da il gusto della vittoria all’ultima camera venduta.

La passione che si trasforma in disturbo ossessivo compulsivo, che si placa solo nel vedere il giardino o la sala perfettamente in ordine, simmetricamente sovrapposta all’immagine ti eri fatto in testa.

Il sorriso di un cliente che ti saluta prima di partire…

Molti di voi, molti di noi, durante il corso hanno usato la parola “FAMIGLIA”, che personalmente mi fa sempre un pò paura.

Perché la famiglia è una cosa sacra e non andrebbe mai mischiata con le cose di lavoro.

Ma alla fine della fiera, dove sta il confine?

Qual è il vero significato della parola?

Io penso che famiglia siano un insieme di persone che condividono le stesse origini, gli stessi valori e vivono la stessa casa.

Ecco, nei miei sogni più puri, vorrei che Albergatore Pro fosse proprio questo.

La casa degli Albergatori professionisti di tutta Italia.

La NOSTRA famiglia lavorativa.

E, se per un giorno, o un solo momento, avete condiviso questo pensiero…beh allora io e Daniele Sarti abbiamo vinto.

A proposito.

Dicono che il Natale sia il momento in cui i desideri si avverano…

Per quanto mi riguarda Albergatore Pro è la dimostrazione pratica che i sogni possono diventare realtà.

Per quanto riguarda tutti voi invece, vi auguro che il viaggio imprenditoriale che stiamo facendo insieme, possa aiutarvi a diventare le persone che volete diventare.

Buon Natale.


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Come impostare un sistema di monitoraggio automatico dei tuoi investimenti sulle Adwords

Durante il primo appuntamento della Masterclass di Albergatore Pro, insieme ai 30 albergatori presenti, abbiamo pianificato la strategia di marketing del 2020.

In pratica, durante i due giorni abbiamo analizzato una vera e propria mappa con tutti i passaggi da seguire per completare il piano.

Ovviamente, trattandosi di un percorso interattivo e personalizzato, abbiamo anche analizzato caso per caso le specifiche declinazioni del piano, in funzione delle esigenze dei diversi hotel.

E, dato che la maggior parte dei presenti non avevano ancora pianificato un programma di investimenti continuativo, ci siamo soffermati in particolare su Google Ads e su come sfruttare le potenzialità dello strumento per attirare più clienti o, a seconda del caso, per disintermediare quanto più possibile.

Una parte fondamentale del corso è stata il monitoraggio.

Nello specifico, abbiamo visto insieme quali sono gli indicatori realmente importanti per un imprenditore, come impostare il sito per ottenere il maggior numero di conversioni e come valutare l’efficacia delle landing page…

Ora, al di là del livello di consapevolezza dei singoli, una pericolosa mancanza è risultata decisamente troppo comune.

Così, pur essendo il contenuto della lezione strettamente riservato ai partecipanti, ho deciso di condividere l’antidoto a questo specifico problema sul gruppo come stimolo per cominciare al meglio il 2020.

Quindi, promettimi che leggerai il proseguo con attenzione e tieni i ringraziamenti per la fine…

Ok, passiamo ai fatti.

Per quanto, la quasi totalità dei presenti conoscessero Google Analytics e ci avessero fatto almeno un giro, pochissimi albergatori che conosco hanno l’abitudine di verificare personalmente gli andamenti delle campagne.

E questo, specialmente se hai deciso di impostare un programma di investimenti continuativo, è semplicemente troppo pericoloso.

Infatti, in questo modo si delega completamente il controllo ai tecnici dell’agenzia web (che sono tecnici), rimettendosi alla puntualità con la quale sono abituati a condividere i risultati con i clienti.

Chiariamoci.

Se l’uso dell’advertising che hai fatto fino all’altro ieri, era investire un paio di mille euro in situazioni di emergenza, è normale che il monitoraggio non potesse essere parte della tua routine imprenditoriale.

Ma, posto che investire in maniera continuativa è un pilastro portante del metodo Albergatore Pro, è fondamentale che tu prenda consapevolezza del fatto che, nel momento in cui decidi di intraprendere questa strada, devi necessariamente cambiare abitudini.

Tradotto: devi controllare costantemente gli andamenti delle campagne e assicurarti che siano in linea con gli obiettivi prefissati.

Problema:
hai già mille cose da fare, lavori ogni giorno con strumenti diversi ed è difficile inserire in una giornata tipo, infinita e imprevedibile, una nuova abitudine, seppur fondamentale come il controllo.

Soluzione: automazione.

Google Analytics ti da la possibiltà di ricevere in automatico report personalizzati con cadenza prestabilita, sulla base degli indici che vuoi monitorare.

Non devi far altro che entrare sul tuo account, cliccare a sinistra nella sezione personalizzazione, selezionare la voce rapporti personalizzati e creare il tuo report.

Ora, quali indici monitorare e come leggerli è ovviamente oggetto di una consulenza specifica che non può essere affrontata con un post su Facebook.

Ma sappi che in questo modo:

  1. Non sarai costretto a ricordarti di entrare su Analytics per effettuare controlli che finirebbero per essere casuali, in funzione delle mille cose che hai da fare.
  2. Puoi stabilire una cadenza fissa per ricevere il report indicando un giorno e un orario in cui pensi di avere più tempo per dedicartici.
  3. Una volta imparato al leggere il report ti basteranno pochissimi secondi di riflessione per capire cosa sta funzionando e cosa no e le freccione verdi e rosse ti aiuteranno a capire cosa sta migliorando e cosa sta peggiorando rispetto al periodo precedente.
  4. Specialmente se sei all’inizio ti consiglio un controllo comparativo settimanale per allenarti a riconoscere “i riferimenti medi del tuo hotel” e verificare velocemente il rendimento dei tuoi investimenti.

Inoltre, con questa semplice operazione otterrai:

  1. Totale e costante consapevolezza degli andamenti;
  2. Possibilità di intervenire tempestivamente per correggere eventuali campagne non performanti;
  3. Dialogo alla pari con l’agenzia e responsabilizzazione della stessa che saprà che non sei un cliente “base” da seguire distrattamente, ma un vero Pro da trattare come tale.

Bene, per il momento è tutto.

Prima di chiudere lasciatemi dire che questo 2020 è iniziato in maniera entusiasmante, che non vedo l’ora di affrontare la prossima puntata della Masterclass, e che presto saremo pronti per svelarvi alcune anticipazioni sulla prossima grande novità targata Albergatore Pro.

Nel frattempo, come sempre,

#Staypro


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L'importanza della condivisione dei dati

Anche nel 2019, come in accade in media negli ultimi SESSANT’ANNI, le presenze sono aumentate del 3%.

Il turismo italiano è un indice stabile e affidabile.

Ma le presenze sono davvero un indicatore attendibile della salute del comparto turistico?

Risposta secca: si, ma incompleto.

Risposta articolata: gli unici dati realmente attendibili per un impresa, pubblica o privata che sia, sono gli indicatori economici.

Con gli € si investe per lo sviluppo, con gli € si sostengono i costi delle infrastrutture, fisiche e digitali.

Il punto è che esistono “due livelli di economia” all’interno dei quali ogni imprenditore opera.

La macroeconomia, cioè quella di sistema, che rappresenta l’ecosistema generale e definisce i confini dentro i quali muoversi con orizzonte temporale a medio lungo termine.

La microeconomia, data dalla specifica situazione economico-finanziaria della singola impresa, con la quale confrontarsi a breve termine, OGNI giorno.

✅ Hai i soldi sul conto puoi fare un investimento.

⛔️ Non li hai, non puoi farlo.

A prescindere da cosa accade in destinazione o cosa accadrà nei prossimi 10 anni…

Detto questo, nel 2020 è fondamentale dal punto di vista strategico conoscere i parametro macro-economici per capire quali sono le reali possibilità di sviluppo (e tarare gli investimenti di conseguenza).

Il problema è che spesso le informazioni disponibili sono vaghe, imprecise e scarsamente attendibili.

Ecco perché è altrettanto importante comprendere l’importanza della condivisione dei dati per definire un contesto competitivo in maniera scientifica e contribuire alla crescita.

Ora, dai commenti che leggo sul gruppo e che ascolto nelle riunioni a cui partecipo, mi rendo conto che c’è ancora molta confusione su questo aspetto, aggravata ad uno scetticismo, figlio di retaggi culturali vecchi di 20 anni.

E se facessimo un webinar dedicato, per spiegare qual è il REALE beneficio che il TUO hotel otterrebbe se ci fosse una condivisione di parametri economici nella TUA destinazione?

Interessa?


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