Aprire un hotel senza soldi

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Aprire un hotel senza soldi

Vuoi aprire un hotel ma non hai soldi per partire?

Leggi la storia di Giuseppe e scopri cosa fare per realizzare il tuo sogno!

Se c’è una cosa che mi da veramente fastidio di quel che vedo e sento in giro per l’Italia in questi ultimi anni, è il clima generale di sfiducia che si è creato.

Sia chiaro, anche io vivo nel mondo reale: leggo costantemente i dati di produzione degli hotel che seguo e sono perfettamente consapevole che non siamo in epoca di “vacche grasse”.

Ma mentre comprendo e accetto le lamentele degli albergatori con esperienza che si demoralizzano confrontando dati e guadagni di oggi con quelli di 20 anni fa, non trovo nessuna giustificazione nella depressione dei giovani aspiranti albergatori.

Purtroppo mi capita spesso di incontrare ragazzi sulla trentina che hanno già accumulato una certa esperienza, hanno grande passione per gli hotel, ma hanno di fatto già rinunciato al proprio sogno di mettersi in proprio perché “non sono più i tempi”,  perché “oggi senza soldi non vai da nessuna parte o perché “non ci sono più i margini per fare questo lavoro”.

“Troppi giovani si sono fatti fregare”

Il telegiornale parla solo di fallimenti e suicidi, gli imprenditori si lamentano della crisi e i genitori a casa indicano l’apertura di una società come la via più breve per la bancarotta.

Se anche tu ti trovi nella stessa situazione, ti do subito tre antidoti al volo per non fare la stessa fine…

  1. Non guardare più il telegiornale (oggi su internet puoi scegliere le TUE fonti di informazione)
  2. Parla dei tuoi progetti e confrontati solo con imprenditori di successo (successo = ce l’hanno fatta e quando incontrano difficoltà, cercano un modo per superarle invece di dar la colpa alla crisi)
  3. A meno che i tuoi genitori non facciano parte della categoria di cui sopra, parla con loro dei bei ricordi che avete in comune, di cucina, di calcio, di quello che ti pare, ma non lasciare che le loro paure soffochino i tuoi progetti.

Ora, il motivo che mi hai spinto a scrivere l’articolo di oggi e raccontarti la storia di Giuseppe è una discussione a cui ho assistito qualche settimana fa su un gruppo Facebook

In pratica un ragazzo ha chiesto consigli per realizzare un business plan e io gli ho girato un link ad un mio vecchio articolo (se ti interessa lo trovi qui).

Fino a qui tutto ok.

Poi lui mi ha chiesto se con un business plan è possibile farsi prestare dei soldi dalle banche io ho risposto semplicemente la verità: “si”.

Le reazioni che si sono scatenate sotto al mio commento sono state veramente sconfortanti e purtroppo sono uno specchio inquietante della società in cui viviamo oggi.

Si va dal classico “le banche prestano soldi solo a chi li ha” a “rimani a fare il receptionist e non crearti casini da solo” a  “scordati di aprire un albergo oggi se non vuoi morire di fame” fino ad arrivare a  “non dar retta a questi ciarlatani che raccontano solo favole”.

Superato l’istinto di iniziare una guerra mediatica, sono rimasto fedele ai miei principi:

ho disattivato le notifiche al commento, ho chiuso Facebook e sono tornato a lavorare.

Nonostante ciò, avevo una vocina dentro che non mi lasciava in pace…

Pur essendo stra-convinto che discutere con chi è vittima delle proprie convinzioni sbagliate e parla solo per sentito dire sia un’enorme perdita di tempo ed energie, non potevo fare a meno di pensare alle conseguenze che quei commenti possono avere sulle scelte future di quel ragazzo e di chi come lui, vuole realizzare il proprio progetto imprenditoriale.

Così ho deciso di fare la cosa che mi sembra più giusta: ho pensato ad un caso reale di un ragazzo che conosco (e sappi che non è l’unico), l’ho chiamato e gli ho chiesto se era disposto a condividere la sua storia con tutti gli aspiranti albergatori che hanno bisogno di un po’ di incoraggiamento.

Ed eccoci qua…

Ti presento Giuseppe Carbone, giovane albergatore, originario di San Giovanni Rotondo.

  • Ciao Giuseppe, quanti anni hai? Da quanto tempo fai l’albergatore?

Ho 34 anni a e faccio l’albergatore da poco più di un anno. Anche se ancora non mi sembra vero! 🙂

  • Parlami del tuo hotel: dov’è? Quante stelle? Quante camere?

Ho iniziato con l’Hotel City di Montesilvano e dopo nove mesi ho rilevato anche la gestione dell’Hotel Le Sorgenti e il ristorante Side di Popoli, sempre in provincia di Pescara. Sono entrambi 4 stelle per un totale di 58 camere.

  • Raccontami la tua storia, che esperienze hai fatto prima di metterti in proprio?

Ho iniziato a fare il cameriere all’età di 15 anni in un paese con una forte vocazione turistica, San Giovanni Rotondo, la città di Padre Pio, dove vivono i miei genitori.

A 18 anni ho partecipato ad un corso per barman, ho cominciato a lavorare anche al bar e la cosa che mi piaceva di più era partecipare alle competizioni.

La prima volta che sono stato a Riccione è stato per una gara, il Bar Time….indimenticabile!

L’arrivo in Romagna ha segnato decisamente tutte le mie scelte.

Ho iniziato a lavorare al bar di uno storico hotel 4 stelle di Cesenatico per la stagione estiva. Con i titolari che gestivano l’hotel, Luca ed Emilio, si è stretto da subito un grande rapporto basato sulla stima e fiducia reciproca, tanto che sono rimasto a lavorare nella loro società “La Blu Lido Company” per ben 10 anni.

Mentre un pomeriggio ero di turno al bar, la direttrice dell’Hotel, Angelina, mi chiama e mi chiede di rispondere al telefono perché le ragazze erano tutte impegnate in altre telefonate.

La faccio breve, ho risposto al telefono e, leggendo il depliant dell’Hotel, ho venduto la mia prima camera…la cosa bella è che lavoravo al bar!

A fine stagione i titolari mi chiesero se mi sarebbe piaciuto passare al ricevimento. Ormai erano 10 anni che facevo il cameriere e questa per me era un’opportunità da cogliere al volo!

Nel frattempo la società prende in gestione altri alberghi e decide di farmi fare esperienza anche negli altri (sempre sulla Riviera Romagnola).

Nel 2010 inauguriamo un nuovo hotel a Cesenatico e un giorno Luca (il titolare) entra in ufficio e dice, indicandomi davanti a tutti: “Vi presento il nuovo direttore.”

Quasi non ci credevo…anche se all’epoca stavo studiando per fare l’ultimo esame all’università, mi sono dedicato anima e cuore all’albergo, come se fosse il mio.

Questa passione, unita alla voglia che ho sempre avuto di studiare per aggiornare le mie competenze, mi ha portato a desiderare un giorno un albergo tutto mio.

  • Che investimento ti è servito per partire?

Prima di iniziare sapevo che sarebbe stato molto difficile realizzare il mio sogno, in quanto non avevo né le disponibilità economiche, né le garanzie per prendere in gestione un hotel.

Un giorno mi chiama il papà di un amico che conosceva questo mio desiderio e mi disse: “saresti interessato ad un albergo a Montesilvano? Potrebbero darlo in gestione…”

Io dissi subito di si, ma sottolineai immediatamente la mia situazione finanziaria.

Lui mi disse che potevamo provare a parlare con qualche banca e vedere se erano interessate ad investire nel mio progetto (in realtà io lo consideravo un sogno, visto che volevo dar vita ad un gruppo alberghiero tutto mio).

In sostanza, per partire ho dovuto saldare l’intero importo del canone di affitto (cifra a 5 zeri) e le banche hanno finanziato completamente l’operazione.

Se non fosse stato per le banche e per la fiducia che il proprietario dell’albergo ha mostrato nei miei confronti, non sarei mai partito.

  • Onestamente, tu quanti soldi avevi?

In questa avventura ho coinvolto mio fratello Michele che ha avuto esperienze nella ristorazione ma che oggi si occupa di tutt’altro, è un after sales manager di Fiat. Con lui abbiamo costituito la società GM Hotels e gli unici soldi che abbiamo investito sono stati quelli per il capitale sociale di  10.000 €. Non avevamo altro.

  • I soldi sono arrivati tutti dalle banche o hai trovato altri investitori?

L’aiuto è arrivato solo da parte delle banche che, chiaramente, non hanno finanziato senza difendere il proprio rischio. Un ruolo importante l’ha avuto il Confidi che ha garantito l’80% del credito.

Questa secondo me è una cosa fondamentale di cui si parla pochissimo e che invece gli aspiranti imprenditori devono conoscere.

In pratica il confidi è un consorzio italiano che svolge attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell’accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine, destinati alle attività economiche e produttive.

Ovviamente anche il Confidi fa indagini prima di concedere garanzie.

  • Come hai fatto a convincerli? E’ bastato un business plan?

La banca mi ha richiesto un business plan che ho preparato in maniera dettagliata facendomi aiutare da un amico commercialista. Inoltre ho dovuto descrivere chi sono, le mie esperienze e perchè ho costituito la società.

I direttori delle due banche che mi hanno concesso il credito sono rimasti affascinati sia per le competenze dimostrate, sia per la mia grandissima passione per il progetto. E ti assicuro che questo ha avuto un peso nella loro scelta.

Per perfezionare l’accordo ho firmato delle fideiussioni personali ma essendo nullatenente, (niente case di proprietà né disponibilità economiche a garanzia) di fatto, ho garantito con la mia professionalità.

  • I risultati sono stati in linea con le aspettative?

Come presenze siamo in linea con le aspettative, come fatturato siamo leggermente al di sotto rispetto al mio business plan anche se è importante fare una distinzione. L’estate è andata molto bene ed ero addirittura in vantaggio, in inverno invece il calo del movimento business legato al territorio mi ha leggermente rallentato.

Considerando però che, come primo anno, ho sostenuto investimenti a medio termine per un importo di circa 80.000 €, il 2015 sarà molto più leggero dal punto di vista dei costi e, anche mantenendo lo stesso fatturato del 2014, otterremo un risultato di gestione positivo.

  • Quali investimenti consideri prioritari per gestire un hotel nel 2015?

In particolare direi due cose: formazione e tecnologia. Il mondo del turismo cambia alla velocità della luce e gli imprenditori devono essere sempre aggiornati.

I miei collaboratori partecipano costantemente a corsi di formazione. In alcuni casi ho dovuto pagare di tasca mia, ma ci sono anche preziose opportunità a costo zero.

L’Ente bilaterale del turismo organizza corsi di aggiornamento gratuiti per le imprese di tutti i settori. Ti assicuro che per il turismo la formazione è di ottima qualità. Il problema è che molti non si informano e non credono nell’importanza della formazione. Meglio per me! 😉

Un altro aspetto fondamentale, che tu conosci benissimo, è la tecnologia. Utilizzare un software gestionale completo come Ericsoft è un autentico vantaggio competitivo.

Conosco alcuni albergatori che lavorano ancora senza un gestionale e non capisco davvero come fanno. Oggi un software ti permette di organizzare al meglio l’hotel ma soprattutto diventa un vero e proprio sistema di vendita per applicare le strategie commerciali più efficaci.

In una realtà complessa come la mia, il gestionale mi permette di creare profili tariffari dedicati per clienti business e leisure e aggiornare le tariffe con un semplice click. Non potrei davvero farne a meno.

  • Tornando indietro rifaresti la stessa scelta? Pensi di prendere altri hotel in futuro?

Assolutamente si. Era quello che volevo e, anche se fare l’albergatore è molto impegnativo, sto vivendo un sogno ad occhi aperti e le soddisfazioni compensano tutti i miei sforzi.

Pensa che attualmente sono in trattativa con altri due hotel con più di 100 camere ciascuno.

Quando penso al futuro mi dico che anche Hilton sicuramente è partito con un albergo e non voglio porre limiti alle mie ambizioni…

Grazie Giuseppe!

Auguro a te le migliori fortune e a tutti i giovani di avere il tuo coraggio e la voglia di migliorarsi sempre per raggiungere i propri obiettivi.

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