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Strategie e strumenti per Albergatori Professionisti

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Siamo invasi dalle supercazzole. LETTERALMENTE.

Ogni mese, settimana, giorno che passa un “esperto” di qualcosa ci propone la nuova “ONE THING”, in grado di cambiare il destino della nostra vita, azienda o albergo che sia.

Ti svelo un segreto: nel 100% dei casi non è vero.

Questo non tanto perché non esistano software, strumenti di analisi o strategie digitali in grado di portare valore aggiunto.

Esistono eccome.

Il punto è che NON è mai la singola cosa a fare la differenza.

E anche se lo fosse, la singola cosa NON è una questione che ti riguarda, in quanto IMPRENDITORE.

Certo, ognuno di noi ha le proprie passioni e inclinazioni.

Conosco albergatori che sono capo-cantieri nati, altri in fissa col revenue, altri ancora che sono letteralmente innamorati del mondo digital e di qualsiasi cosa ci ruoti intorno.

Non c’è niente di male ed è giusto che ognuno sviluppi le proprie competenze, alimentando la scintilla dell’entusiasmo.

Poi però ci sono i numeri.

I numeri che contano davvero.

E, se andiamo a vedere, le MACRO decisioni che prendiamo hanno molto più peso della singola attività specifica.

In economia questa distinzione viene spiegata con i concetti di MACRO-management e micro-management.

Facciamo un esempio per renderla più potabile:

Macro-management è decidere se il ristorante deve essere è buffet o à la carte e definire un budget di spesa per coperto.

Micro-management è verificare personalmente la mise en place di ogni singolo tavolo.

Ci siamo?

Ecco, con il marketing vale la stessa identica cosa.

Macromanagment è definire il posizionamento dell’hotel, individuare il cliente target e stabilire il budget da investire in advertising per COMPRARE i clienti.

Micromanagement è mettersi a questionare con chi gestisce il web per il colore del bottone “prenota ora” o ridisegnare il layout delle landing page.

Ora, non sto dicendo che le attività di micromanagement non siano importanti, perché lo sono.

Ma NON sono cose di cui ti devi occupare, in quanto imprenditore.

Sono cose che devi conoscere per poterle delegare a un tuo collaboratore o a un fornitore qualificato per farlo.

Per capirci: anche le attività di marketing possono essere delegate ad un esperto.

Ma è assolutamente necessario che tu sappia quali sono i fattori che hanno maggiore impatto sui risultati del tuo hotel:

1) Finanza: per realizzare i progetti servono soldi. Per ristrutturare servono soldi. Per prendere un hotel in gestione servono soldi, per comprare i clienti servono soldi.

Se non sei in grado di ottenere i finanziamenti che ti servono nel 2020, o sei ricco di famiglia, o verrai tagliato fuori da qualcuno che ha più soldi di te.

Soldi che userà per soffiarti l’hotel che volevi, per realizzare un hotel migliore dei tuo, per comprare più clienti di quanti ne hai, alimentando il divario nel tempo.

Morale della favola: impara a dialogare con le banche.

2) Marketing strategico: per prosperare ti servono clienti e devi imparare a padroneggiare i principi fondamentali del marketing strategico.

Non il funnel, non il bot, non il pixel di tracciamento dati per fare una look a like su Facebook.

Ti serve sapere quanto puoi spendere per acquisire un cliente: quanti potenziali clienti ti servono per ottenere una prenotazione, qual è il valore medio di una prenotazione e qual è il margine che hai su ogni prenotazione.

Stop, non ti serve altro.

Ti assicuro che una volta che conosci questi numeri, tutto il resto lo puoi delegare.

E misurare.

3) Controllo di gestione: ogni giorno deve entrare un euro in più di quanti ne sono usciti.

In alternativa, se così non fosse sul breve termine, devi essere in grado di prevedere, con ragionevole convinzione, quale sarà il ritorno sulle spese sostenute in eccesso rispetto ai ricavi e quanto tempo ti serve per tornare ad un saldo di cassa positivo.

Al resto, alle tasse, ai contributi, alla pianificazione fiscale, ci pensa il commercialista. Se hai scelto quello giusto…

4) Persone: “puoi sognare, creare, progettare e costruire il più bel luogo del mondo…ma per trasformare un sogno in realtà ti servono le persone…” Walt Disney.

Questa penso che si spieghi da sola perché i problemi con le persone, insieme alla mancanza di soldi, sono le uniche due cose che tengono svegli gli imprenditori la notte.

Quindi devi investire tempo nella selezione, nella gestione, nella creazione di procedure che possano standardizzare il lavoro e assicurarti di creare dei principi che siano in grado di guidare i tuoi collaboratori anche in tua assenza.

Si, lo so, è un casino.

Si lo so, le persone sono in grado di riservati delusioni ENORMI, a prescindere dall’impegno e dalla dedizione con cui ti ci dedichi.

In questo senso, il metodo Albergatore Pro ti aiuta a creare un sistema di responsabilità diffusa che prescinda dal padre-padrone vecchia scuola.

Premia e gratifica chi merita.

Riprendi e correggi chi sbaglia.

Poi, trattandosi di una sfera psicologica, non esistono algoritmi e il risultato comunque non è garantito.

Ma ricorda.

Se sei diventato bravo a sviluppare le 3 competenze precedenti hai un GRANDE vantaggio.

Non esiste contratto da recedere, grana sindacale, o danno economico che un bel bonifico non possa compensare.

I sentimenti li lasciamo per famiglia e amici.

Il funnel lo lasciamo ai nerd e agli smanettoni.

Il 25 si avvicina:

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Mangiare al ristorante dell'hotel è il trend del momento, ma il 90% dei ristoranti in hotel perdono soldi

Nelle metropoli d’Europa e di tutto il mondo è ormai un’abitudine, in Italia sta prendendo sempre più piede: mangiare nei ristoranti degli alberghi, che offrono un livello sempre più alto.

Non solo, gli hotel sono diventati veri poli gastronomici, con realtà interessanti e chef che se non hanno la stella Michelin ci sono molto vicini.

Ad aiutare l’idea di ristorante stellato è certamente l’atmosfera:

“La particolarità dell’NH Collection Carlina – che prende il nome dall’omonima piazza di Torino in pieno centro storico – sono le terrazze, con gli orti pensili su cui sono coltivate le erbe aromatiche come menta, salvia, rosmarino, timo, maggiorana, cipollina, ma anche il basilico, l’ananas, ruta, artemisia, levistico, acetosella, aglio cinese, lucuma, borragine e le fragole.

Tutti questi ingredienti si usano sia in cucina, sia nel cocktail bar che d’estate domina Torino dal tetto dell’albergo e che invece in inverno scalda il pian terreno per i clienti, ma anche per chi ha voglia di un aperitivo o di un buon cocktail dopo cena.”

Il punto è che, di solito, i ristoranti che piacciono ai clienti, NON piacciono ai commercialisti.

Ma è davvero così?

Al corso Albergatore Pro 2019, Lorenzo Ferrari, capo del marketing per i ristoranti in Italia, ci spiegherà perché non ha senso la corsa alle stelle, e ci dimostrerà dati alla mano, cosa serve per generare i ricavi col ristorante del tuo hotel.

Poi ci sarebbe la case history di due Albergatrici Pro che hanno chiuso il ristorante e hanno spaccato tutto, fatturando più di prima con una nuova formula misteriosa….

C’è SOLO UN PROBLEMA.

Oggi è il 22 ottobre, abbiamo 34 posti disponibili e il 31 i prezzi aumentano ancora….

Quindi, se anche tu hai un ristorante in hotel, non guadagni come vorresti e pensi ogni giorno di chiuderlo, clicca adesso sul bottone qua sotto e cambia il tuo destino:

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Come ti comporti quando non ti guarda nessuno?

L’estate è ormai un lontano ricordo e, come ogni anno, ieri ho lavato la mia fedele vespa, prima di metterla al riparo per l’inverno.

Questa breve introduzione per dirvi che quello che vedete in foto è il vano porta oggetti sotto la sella.

Se ve lo state chiedendo si, è pulitissimo e si, non ci tengo niente (a parte una copia dei documenti e un paio di cacciaviti).

Ora, per questa cosa mia moglie mi prende sempre in giro, perché sostiene che solo un maniaco nullafacente si preoccupa di tenere in ordine il vano porta oggetti sotto la sella di una vespa (dove normalmente lei tiene fazzoletti, manciate di vecchi scontrini, e vestiti appallottolati just in case).

Ovviamente io penso di aver ragione, ma di sicuro non mi vanto per questo.

Il disturbo ossessivo compulsivo è una malattia e come tale va trattata con sensibilità. 😀

Se pensi che tutto questo non c’entri niente col mestiere di imprenditore/albergatore hai ragione, ma non del tutto.

Seguimi un attimo.

Quella della vespa è una cosa che personalmente faccio perché una volta a 14 anni mi hanno fermato i carabinieri e in mezzo al casino che avevo, non ho trovato i documenti e ho avuto un mezzo attacco di panico.

Ma in realtà questo genere di abitudini sono significative da un altro punto di vista.

E ti spiego subito cosa intendo.

Giusto l’altro giorno un mio amico Albergatore Pro mi ha chiamato per chiedermi un parere riguardo un albergo da prendere e condividere il suo ragionamento sulla convenienza del rapporto costo/potenziale fatturato.

In tutta onestà il ragionamento non faceva una piega.

Tanto che, pur cercando conforto, lui era già praticamente deciso e pronto a presentare un’offerta scritta il giorno dopo.

Ora, questa cosa succede molto spesso ed è abbastanza naturale.

La cosa che, mi “sorprende” è che, spesso, dopo aver avuto un primo consenso generico, si procede ai fatti e, solo dopo, ci si adopera per il business plan strutturato secondo come lo vuole una banca.

Solo dopo.

Ora, personalmente questa cosa non solo mi sorprende, mi terrorizza.

Un po’ per deformazione personale, un po’ perché per carattere sono uno che “se la fa sotto”.

Aiutatemi a capire.

Perché per convincere una banca, investite ore a produrre relazioni, pagate professionisti per elaborare tabelle con proiezioni di costi e ricavi, mentre per presentare un’offerta formale (e magari versare un acconto) vi basta l’istinto e la pacca sulla spalla di un amico?

Personalmente ho avuto a che fare con centinaia di albergatori negli anni: alcuni completamente improvvisati, altri mestieranti, altri campioni fuori categoria.

Lasciando da parte gli improvvisati, sapete qual è uno dei tratti comuni che distingue i campioni dai mestieranti?

Il senso di responsabilità verso loro stessi.

Si perché siamo (quasi) tutti bravi a curare gli aspetti che nutrono la nostra vanità.

Siamo bravi a lavare la macchina, siamo bravi a tenere in ordine gli spazi comuni ad uso clienti in hotel, tutti precisi quando si tratta di “fare bella figura” con gli altri…

Ma quanti hanno la stessa cura per gli aspetti “nascosti”?

✔️ Quanti tengono organizzate le proprie informazioni in cartelle con file rinominati per essere ritrovati in pochi clic?

✔️ Quanti bloccano appuntamenti settimanali con se stessi per monitorare gli andamenti?

✔️ Quanti producono un business plan dettagliatissimo, prima di presentare un’offerta?

✔️ Quanti fanno un’analisi costi/ricavi VERA prima di chiudere il ristorante perché non sopportano più i dipendenti?

Vi assicuro che questo genere di attitudine fa una differenza enorme, perché allena l’autodisciplina, aumenta il senso di responsabilità e l’autostima.

Consiglio: non aspettate di trovarvi in una situazione traumatica per prendervi cura degli aspetti nascosti.

Allenatevi ogni giorno ad essere responsabili con voi stessi come lo siete con gli altri.

Perchè, ricorda:

“Come fai una cosa, fai tutte le cose!”


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Sai andare senza mani? Scopri la differenza tra un albergatore e un imprenditore alberghiero

L’altro giorno ero al telefono con Davide, un mio amico albergatore e anche se in pratica è una cosa che faccio tutti i giorni, le telefonate con lui riservano sempre delle sorprese inaspettate.

Infatti, l’imprenditore in questione, oltre a gestire 400 camere ed essere molto capace, è anche una persona “tridimensionale”.

Ti spiego subito cosa intendo.

Per me una persona tridimensionale è una persona che vive con la lucida consapevolezza che le questioni aziendali non sono solo aziendali.

E che ogni nostra azione ha conseguenze in almeno tre dimensioni diverse: applicata, logica e relazionale.

Per capirci, la dimensione applicata è la parte tecnica di chi sa fare quello che serve, per far funzionare un determinato meccanismo e il business nel suo insieme.

Esempio: sai esattamente come impostare il breakfast, quali prodotti predisporre, in quale quantità e come presentarli.

La dimensione logica è quella che ti permette di capire se il tecnicismo corretto in teoria, è la migliore soluzione pratica per una specifica condizione.

Esempio: sai che il breakfast perfetto deve prevedere 4 tipi di torte, 3 tipi di pane e 2 tipi di brioche, ma capisci che se hai in casa solo un gruppo di sportivi che hanno richiesto un menù particolare, non è logico mettere in scena tutto il cinema solo perché è corretto in teoria.

La dimensione relazionale o sociale è quella che ti permette di ponderare le tue scelte in funzione del contesto e delle persone con cui ti relazioni.

Esempio: hai stabilito che ogni prodotto sul buffet deve essere presentato con relativa etichetta descrittiva per facilitare le scelte, ma sai anche che se è il 17 agosto e vieni da 3 giorni dove i camerieri hanno fatto 12 ore al giorno. Se una torta non ha l’etichetta corrispondente, non ha senso fare una scenata o mandare una lettera di richiamo.

Tornando alla telefonata di cui vi parlavo, Davide è una di quelle persone che affronta sempre gli aspetti tecnici legati alla sua impresa valutando con attenzione le implicazioni che le sue scelte hanno sulla sua vita privata.

Il suo mantra è illuminante: “Io non sono il mio albergo.”

Ora, teoricamente questo dovrebbe essere un concetto banale e scontato, in pratica sappiamo bene che la realtà è MOLTO diversa.

Aperto 24 ore, festivi inclusivi, se ci aggiungiamo che nel 70% dei casi in Italia è gestito in modalità “conduzione familiare”, l’albergo è per sua natura un tipo di business che abbatte totalmente le barriere tra vita personale e professionale.

Ecco perché il suo mantra è così acuto nella sua semplicità.

Detto questo, nessuno nasce imparato.

E anche gli imprenditori che sono riusciti a raggiungere un’organizzazione che prescinde dal proprio lavoro fisico, si sono sporcati le mani.

E tu?

Guardati allo specchio e rispondi con brutale sincerità.

Il tuo hotel potrebbe andare avanti senza di te?

Se in un giorno qualsiasi non ti presentassi il tuo staff è sufficientemente formato e responsabile per portare avanti l’operatività?

Dopo quanti giorni di assenza le procedure lascerebbero il posto all’anarchia?

Il punto è questo.

La maggior parte degli albergatori sono animati da una grandissima passione per il proprio mestiere (diversamente non potrebbero farlo con tutti i sacrifici che implica) che li porta spendersi fisicamente per dare il proprio contributo.

Niente di male, per carità.

Anzi, aver vissuto tutti i processi è il miglior modo per redigere procedure corrette, logiche e socialmente sostenibili (vedi sopra).

Ma l’obiettivo è un altro.

L’obiettivo è creare un sistema che ti permetta di mandare avanti la macchina anche senza il tuo impegno fisico, responsabilizzando il singolo per eseguire la missione dei vari reparti.

Poi potrai eventualmente intervenire da esterno e portare valore aggiunto notando quel dettaglio che chi è immerso nei processi non vede più.

Questo significa essere un imprenditore alberghiero.

E tu?

A che punto sei?

Sei un albergatore o un imprenditore alberghiero?

Il tuo lavoro fisico è ancora imprescindibile o sei riuscito a delegare l’operatività?

Se ti ritrovi nella prima opzione sappi che abbiamo grandi notizie per te.

A breve sveleremo il nome di un docente a sorpresa che al corso di novembre affronterà il tema “gestione dei collaboratori e procedure” come mai è stato fatto prima per il settore alberghiero.

Eh infatti viene da un altro settore! 😉

Quindi, se anche tu sei stanco di bestemmiare con apprendisti non qualificati, professionisti ingovernabili e mestieranti impresentabili, clicca sul bottone qua sotto e unisciti a noi al corso Albergatore Pro 2019.

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/

P.S. Questa volta non ti dico che risolveremo il problema, perché con l’attuale deficit degli istituti scolastici e le attuali normative penso sia praticamente impossibile.

Quello che ti prometto è che metteremo insieme l’esperienza di decenni di decine di albergatori e ti forniremo gli strumenti che ti servono per affrontare le varie situazioni con maggiore consapevolezza e serenità.

E scusa se è poco.


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Gli albergatori non hanno una bella reputazione

Dopo aver creato il gruppo Albergatore Pro nel 2015, ho avuto l’occasione di raccontare il progetto ad alcuni dei più autorevoli esperti di hotel in Italia.

Quasi tutti mi hanno consigliato di lasciar perdere.

Che ci piaccia o no, che lo dicano apertamente o meno, l’opinione comune della maggior parte degli addetti ai lavori è che avere a che fare con gli albergatori non sia il massimo dell’aspirazione nella vita.

⛔️ Dicono che gli albergatori sono pressapochisti e poco professionali

⛔️ Dicono che gli albergatori sono tirchi e trattano sempre su tutto

⛔️ Dicono che gli albergatori sono ignoranti e non hanno voglia di formarsi

⛔️ Dicono che gli albergatori guadagnano un sacco di soldi ma non sanno godersi la vita

⛔️ Dicono che non sanno divertirsi

E dicono anche tante altre cose.

Ora, pur riconoscendo alcuni luoghi comuni, io e Daniele abbiamo sempre avuto un’opinione diversa.

Sarà perché entrambi siamo nati in una famiglia di albergatori, ogni volta che ci trovavamo a discutere certe considerazioni, finivamo sempre alla stessa conclusione.

Non siamo tutti cosí.

E se anche 90 su 100 fossero cosi, noi lavoreremo con gli altri 10.

E mentre lo dicevamo pensavamo ai nostri amici Giuseppe Carbone, Pino Decarlo, Paolo Giacometti, Davide Bondì e gli altri che conosciamo da prima che Albergatore Pro esistesse.

Forse siamo fortunati, non lo so…

O forse Albergatore Pro è la migliore dimostrazione pratica che il giusto messaggio di marketing può permetterti di attirare i clienti che hai scelto.

I tuoi clienti ideali.

Fatto sta che ieri sera all’AperiPro NON abbiamo praticamente MAI parlato di alberghi.

Abbiamo parlato di calcio, di fotografia, di laghi, di orologi, di viaggi e di tutte quelle cose più o meno serie di cui si parla ad una FESTA.

Abbiamo riso, bevuto, ci siamo divertiti ed è stata una FIGATA.

In 3 ore scarse abbiamo distrutto gli ultimi luoghi comuni sugli albergatori sopravvissuti alla rivoluzione Pro.

Eh niente.

Ci tenevo a scrivere due righe per ringraziare personalmente TUTTI i presenti, i padroni di casa Mirca E Denis e gli amici lontani che hanno partecipato comunque con un messaggio o una chiamata.

P.S. Se conosci un albergatore che fa parte di quei 10 su cento, invitalo ad unirsi a noi.

Ti ringrazierà.


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Stiamo formando la nuova generazione di Albergatori

Attenzione: questo NON è un messaggio di marketing.

E per quanta attenzione possa prestare a cosa e come comunicare, il titolo di questo post non è uno slogan deciso a tavolino per promuovere Albergatore Pro.

È una missione.

LA NOSTRA missione.

Ed è esattamente l’obiettivo che avevamo io e Daniele Sarti, quattro anni fa quando siamo partiti.

L’idea di attirare i migliori professionisti e creare “una casa” dove incontrarci ogni giorno per scambiarci informazioni, strategie ed esperienze.

L’idea, che nell’era in cui viviamo, non siamo costretti a frequentare persone che non stimiamo, semplicemente perché fanno il nostro stesso mestiere e vivono nella nostra stessa città.

Oggi possiamo sfondare i confini territoriali.

Perché quello che davvero ci unisce alle altre persone sono I VALORI che scegliamo.

I NOSTRI VALORI.

Valori come la crescita personale, la passione, la ricerca dell’eccellenza.

Ma anche l’amicizia, il divertimento e la voglia di stare insieme.

E sapete qual è la cosa più preziosa in assoluto?!

Che certe cose non si comprano, non si imparano e non si insegnano.

Non bastano post chilometrici, webinar e panel.

Non è questione di essere o non essere influenti.

Al contrario.

Le connessioni che si creano all’interno di una community e le relazioni che ne derivano sono assolutamente naturali.

Faccio coming out.

L’esplosione del movimento della formazione in Italia non mi entusiasma per niente.

(Anche se dovrebbe).

Anzi, mi disgusta.

Ogni giorno spunta un nuovo guru che si agita per comunicare la sua diversità e convincere altri a seguirlo.

Il punto è che visti dall’altro lato dello smartphone sono tutti uguali.

E il solo pensiero di poter in qualche modo essere paragonato a certi personaggi, mi fa passare la voglia di essere riconosciuto come “formatore”.

Poi ci siete voi.

Ci sono le telefonate per raccontarsi, sfogarsi, consigliarsi e confortarsi.

Ci sono persone che si sono conosciute qua e ora sono diventati partner, soci, amici, compagni di viaggio.

Sapete cosa penso?

Penso che se davvero vogliamo cambiare il sistema non basta sapere come funziona tecnicamente un hotel.

Penso che una VERA rivoluzione culturale non si basi soltanto sulle conoscenze e sull’adozione di un metodo, né tanto meno di uno strumento comune.

Perché il mondo è fatto di persone e il cambiamento dipende soprattutto dai rapporti umani.

Ecco perché dopo una giornata di 10 ore di consulenza trovo la forza per scrivere un post…

Perché mentre scorro svogliatamente il feed di Facebook in cerca di spunti interessanti, vedo foto come queste e mi rendo conto che quello che abbiamo creato va oltre me, Daniele, gli hotel e la formazione…

È un seme di condivisione.

È la voglia di fare squadra per raggiungere un obiettivo.

È un gruppo di persone che si riconoscono sentendosi parte di qualcosa.

Ecco perché siamo diversi.

Perché Albergatore Pro non è un gruppo, non è un’azienda, né un corso di formazione.

Albergatore Pro siamo tutti noi.


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Prima di far quello ho un milione di cose da fare! Strategie e organizzazione

A volte, anzi, quasi sempre, le cose da fare sono tante, e non organizzarle per priorità e urgenza è deleterio.

Sia per i progetti importanti, che vengono continuamente rimandati, sia per le cavolate, che vengono relegate nel dimenticatoio perché:

Prima di far quello, ho un milione di altre cose da fare!

Tutto vero, tranne la quantità.

Quando si ha una gran confusione in testa, sembra di avere così tante cose da fare, che non si sa da dove iniziare, quando invece basterebbe metterle tutte in fila, nero su bianco, per capire cosa fare subito e cosa lasciare per ultimo.

Chi è stato ad uno nei nostri corsi, conosce bene la colonna di destra del blocknotes:

  • Cose da fare subito
  • Cose da fare entro 1-3 anni
  • Cose da fare oltre i 3 anni

Sembra una cosa banale ma aiuta tantissimo nella pianificazione.

Io sono medaglia d’oro di pianificazioni e creazione procedure.

Ogni volta che mi viene in mente un’idea o sorge una nuova attività da fare, me la segno subito in fretta e furia, poi non appena ho più tempo, passo alla catalogazione per priorità.

In questo modo mi libero la testa e quando ho dei “buchi temporali” mi dedico alle attività accumulate.

Quando ho più energie, smaltisco quelle più brigose, quando ne ho poche, mi dedico a quelle più leggere, che non mi impegnano troppo mentalmente, ma che mi permettono comunque di portare a compimento un obiettivo, seppur piccolo, senza sforzarmi troppo e senza avere la sensazione di aver buttato via del tempo.

Questo post nasce in realtà 3 anni fa, quando vidi in uno sperduto ristorante in un canyon dello Utah, una mappa del mondo appesa al muro con il cartello:

Where do yo call home?

(Qui trovate il post originale: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=962326260577401&set=gm.1825446987690527).

Come idea mi piacque molto, ma in quel periodo avevo altre priorità e non avevo neanche un posto adeguato dove realizzarla.

Ho quindi messo da parte il progetto e sono andato avanti con tutto il resto.

Quest’anno ho ampliato la reception del mio residence, cosa che 3 anni fa non avevo la minima idea di fare.

Ecco quindi l’occasione perfetta per realizzare il progetto della cartina.

Quindi con questo cosa voglio dire?

Non lo so. Però c’ho ragione e i fatti mi cosano.

Scherzi a parte, i fatti mi “cosano” per davvero, perché chiunque entra e vede la cartina, mi fa i complimenti per l’idea e mette subito il segnalino sulla propria città, controllando se anche altri ospiti provengono dalle loro parti.

Mi sono poi reso conto che è anche uno strumento utilissimo per geolocalizzare gli annunci sponsorizzati! 😆

Ex-corsisti, state utilizzando la colonna di destra del blocknotes?

Futuri corsisti, non avete idea del gadget che vi aspetta a novembre!

Non corsisti, cosa aspettate?
👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇
https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/

P.S. Il centro-sud mi snobba 😭


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Il vecchio campionato non esiste più: scopri come ottenere il pass per la Champions League e tornare a giocare per VINCERE in un paese che lotta per non retrocedere

Il calendario recita 19 agosto, il Ferragosto è alle spalle e si comincia a tirare il fiato.

Così, ieri mattina, mentre bevevo il solito caffè americano durante la mia immancabile rassegna stampa sul mercato del turismo, ho letto una notizia riguardo le analisi dei mesi appena trascorsi.

Notizia secondo la quale, pur avendo tutti i dati a disposizione, i responsabili Istat stentano ad interpretare la strana estate del 2019:

«Abbiamo cifre discordanti anche nella stessa località: alcuni imprenditori lamentano cali del 50%, altri sorridono per un +15-20%». La media, per il litorale laziale, sarebbe del 30%. È un’Italia a macchia di leopardo, difficile fare una valutazione complessiva tenendo conto di vacanzieri italiani e stranieri, turismo di lusso e vacanze a basso costo”.

Ora, fate un attimo attenzione perché vi do la mia visione.

Se c’è una-lezione-UNA che ci ha insegnato questa estate schizofrenica è che il mercato, per come lo conoscevamo, NON esiste più.

Cosa intendo dire?

Che non ha più senso parlare di destinazioni fortunate e non, di segmenti buoni e segmenti cattivi, di classe media, ricchi e poveri.

Non c’è nessuna Calabria che va male o Liguria che va bene.

Nemmeno i trend esistono più.

E per quanto tempo si possa investire ad analizzare dati specifici ed aggregati, non c’è un solo filo da seguire che spieghi in maniera chiara, gli andamenti MACRO di una singola destinazione in un mese specifico.

E se ve lo dice uno che fa questo OGNI giorno, da DIECI anni, potete crederci.

Al contrario, c’è una TENDENZA sempre più evidente che gli scienziati dell’Istat non riescono ad intercettare.

La differenza tra chi SA fare marketing e chi non lo so fare.

Quella differenza che porta un Albergatore Pro a fare +10% su un storico già formidabile, in una destinazione che fa -13% di media.

Quella che porta un albergatore disperato dai risultati a vendere un hotel ad un altro albergatore che lo acquista senza sborsare soldi suoi, forte del fatto che riuscirà a pagarlo con gli utili che sa di poter generare.

Perché le banche conoscono i suoi numeri e gli fanno credito.

La differenza tra un Pro che decide di chiudere il ristorante del suo hotel sul cucuzzolo di una montagna nell’ambito di un’operazione di rebranding e finisce per fare il record storico di occupazione in un clima di desolazione circostante…

Ora, potrei andare avanti per ore ma penso abbiate capito il senso.

Il senso é che fino a 10 anni fa la differenza tra chi faceva bene marketing e chi non lo faceva era “sostenibile”.

Più o meno la stessa differenza che c’era tra una squadra blasonata e una provinciale armata di voglia e determinazione.

Insomma, un albergo senza marketing poteva ancora sopravvivere e il Verona poteva anche vincere il campionato…

Adesso segnatevi questa.

Oggi un hotel con un sistema di marketing, rispetto ad uno che non ce l’ha, fa UN altro SPORT, letteralmente.

Nella misura di fare +10/15%, dove gli altri fanno -30%.

Esattamente come un Top club europeo come Real Madrid, Manchester United e Bayern Monaco può permettersi di spendere PER UN giocatore, quello che una squadra normale non spende per tutti i giocatori in rosa.

In 3 anni.

Ti stai chiedendo cosa significa tutto questo per il futuro del tuo hotel?

Significa che è finita l’era dei campionati “regionali” tra competitor dello stesso paese.

Siamo nell’era della Champions League.

Un nuovo sport dove i migliori Albergatori italiani e internazionali competono in un torneo a parte, senza confini territoriali.

Uno sport che premia la conoscenza e condanna a morte l’ignoranza di chi non ha strategie e strumenti.

Uno sport dove non basta più il proprietario abbiente che prende i soldi sotto il materasso per ripianare un annata storta.

Uno sport dove chi fattura di più, avrà sempre più risorse da investire nel marketing, nelle ristrutturazioni e per attirare i migliori professionisti.

Incrementando impietosamente il GAP con chi invece è costretto a viaggiare col freno tirato e risparmiare su tutto per tirare a campare.

Ora, capisco che lo scenario così descritto a qualcuno potrà sembra apocalittico, ma vi garantisco che siamo solo all’inizio di un fenomeno che nei prossimi anni porterà l’attuale spaccatura a trasformarsi in un baratro delle proporzioni del Gran Kenyon.

Da una parte gli albergatori professionisti prospereranno, otterranno grandi soddisfazioni e margini sempre più alti, che permetteranno loro di raggiungere tutti gli obiettivi professionali e personali.

Dall’altra, i mestieranti si estingueranno, come una nobile decaduta tra i dilettanti per “questioni di bilancio”.

A questo punto sta a te decidere da che parte stare.

Puoi decidere di continuare ad aspettare tempi migliori e ritrovarti in inverno davanti al camino a sfogliare vecchi album ingialliti in cerca di ricordi perduti…

Oppure puoi cliccare sul bottone qua sotto e fare il primo passo per tornare nel giro che conta.

Ma ti avverto.

Il 25-26 novembre a Riccione suoneremo la musica della Champions League e centinaia di tuoi colleghi usciranno dalla due giorni pronti ad affrontare il 2020 più carichi di un “Pippo Inzaghi d’annata”.

Unisciti a noi o presto certi numeri non li vedrai più nemmeno in tv!

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/


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Gestione dello staff: procedure o fuoriclasse? Applica la strategia di Fabio Capello per l’apertura del tuo prossimo hotel

Una delle questioni più complesse in assoluto nella gestione di un hotel è sicuramente la gestione dello staff.

Sul serio.

Anche in anni difficili come questo, chi ha partecipato al corso, studiato le strategie e APPLICATO i pilastri del metodo, ha ormai consolidato un sistema di marketing che gli permette, nella maggior parte dei casi, di mantenere il segno + per occupazione e fatturato.

Sembra incredibile?

Vi garantisco che è assolutamente così.

Quando si combinano:

==> Identificazione del target e impostazione dei servizi

==> Strategia di marketing con scelta dei canali di distribuzione e definizione dei budget

==> Sito performante e piano di investimenti programmato

==> Corretta gestione tariffaria

==> Monitoraggio costante dei dati

E’ praticamente impossibile fallire.

Quando accade manca sempre un tassello (o più di uno):

⛔️ Pay per clic al risparmio o alla disperata nei momenti di panico

⛔️ Sito fatto dal cugino

⛔️ Tariffe prima spregiudicate e poi da “fuori tutto” (o forse sarebbe meglio dire “tutti dentro”)

⛔️ Controlli scostanti con conseguente “mi sono appena accorto che tra 20 giorni sono al 50% di occupazione”

Ora, se è vero come è vero che i Pro vendono con relativa serenità, la gestione dello staff rimane sempre e comunque una “brutta gatta da pelare”.

Per tutti.

Tra scarsa offerta di professionisti qualificati, scarsa predisposizione al sacrificio, difficoltà ad amalgamare persone con esperienze ed etnie diverse, non passa giorno che non riceva una richiesta d’aiuto da un albergatore.

Ora, come sapete su Albergatore Pro siamo fanatici delle procedure.

E siamo assolutamente convinti che un imprenditore debba impostare la propria azienda basandosi su procedure scritte che gli permettano di formare nuovi collaboratori velocemente per potergli delegare gli aspetti NON strategici dell’attività.

Ma un conto è la teoria e un conto è la pratica.

E io e Daniele ci confrontiamo OGNI GIORNO con i problemi REALI che ben conoscete.

Nello specifico le maggiori difficoltà si manifestano soprattutto all’inizio di una nuova avventura.

Infatti, nella maggior parte dei casi, chi si butta in un’attività alberghiera lo fa senza avere sufficiente preparazione, senza un piano definito e con tutte le difficoltà di chi ancora non conoscere “la casa” e i limiti che le caratteristiche della stessa impongono (ogni hotel ha i suoi limiti).

Capite bene che è MOLTO complicato definire delle procedure da assegnare, se, nemmeno chi deve crearle ha un piano in testa.

Al contrario, chi ha un proprio format definito, e decide di aprire il secondo/terzo/quarto/quinto hotel, ha davanti a sé una strada molto più semplice, perché può permettersi di cercare un hotel con le caratteristiche necessarie per sviluppare il proprio format e applicare procedure già testate.

Ora, siccome gli imprenditori nella condizione di cui sopra sono una minima parte, torniamo allo scenario precedente.

Casa nuova, nessuna procedura.

Il piano è semplice: FANCULO la teoria.

Il goffo tentativo di governare una squadra seguendo dei manualetti farciti di nozioni teoriche, equivale all’idea di pilotare un aereo VERO dopo aver giocato qualche ora con un simulatore video game.

Io prendo il treno, grazie.

Quello che ti consiglio di fare invece, è adottare la strategia dei GRANDI maestri del calcio, spiegato in modo esemplare da Fabio Capello qualche anno fa.

Secondo l’allenatore pluripremiato infatti, il metodo più veloce per costruire una squadra vincente è partire dalla…

Seguimi un attimo.

Se non capisci niente di calcio sappi che una squadra di calcio ha esattamente quattro reparti:

⚽️ Portiere

⚽️ Difesa

⚽️ Centrocampo

⚽️ Attacco

Pur giocando in 11, il piano di Capello è sempre stato quello di definire una spina dorsale partendo da 4 ruoli DECISIVI su cui sviluppare l’ossatura di una squadra:

✅ Portiere (ce n’è sempre per forza solo uno)

✅ Difensore centrale

✅ Centrocampista centrale

✅Centravanti

Pensi che ci stiamo perdendo in tecnicismi che non c’entrano niente con il tuo hotel?

Ti sbagli, e te lo dimostro subito.

Quanti sono i reparti strategici in un hotel?

Guarda caso, sono esattamente 4.

✅ Ricevimento

✅ Housekeeping (in francese “donne ai piani”)

✅ Sala

✅ Cucina

Certo, in alberghi grandi e strutturati esistono altre “unità speciali” come marketing, revenue, booking e gestione eventi.

Ma sono tutte cose che vengono DOPO.

E se stai aprendo un nuovo hotel, devi partire dalle fondamenta.

Quindi, per prima cosa concentrati sui 4 ruoli principali:

✅ Capo ricevimento

✅ Governante (capo delle pulizie)

✅ Maitre (capo-sala)

✅ Chef

In questo caso il mio consiglio è: scegliere persone CON ESPERIENZA intorno alle quali far crescere il reparto.

Vantaggi:

1) Servizio: sarai da subito in grado di garantire un servizio soddisfacente ai tuoi ospiti mentre osservi e ti appunti le modifiche da apportare per creare il TUO metodo.

Attenzione: l’esperienza deve essere funzionale al progetto.

Non ha senso prendere un professionista con 15 anni di esperienza in un 5 stelle di 100 camere ad Abano Terme, se devi gestire un B&B di 6 camere a Courmayeur.

2) Gestione delle persone: potrai affidare al capo-servizio la gestione dei suoi “gregari”, limitando il numero di interazioni individuali e tenendo un unico referente per comunicazioni e gestione dei problemi.

Attenzione: ho detto LIMITARE.

Pensare di affidare una squadra ad una persona disinteressandotene è un altro concetto che vale solo in TEORIA.

Nella pratica dovrai comunque monitorare la situazione costantemente per capire se i tuoi principi sono rispettati e se le persone sono a loro agio nella scala gerarchica che hai creato (aspetto per niente scontato).

Ok, per oggi è tutto.

Se sei interessato a sviluppare l’argomento “risorse umane”, scrivi nei commenti dubbi e domande.

Se invece non sai più che pesci pigliare nel tuo hotel e vuoi imparare il metodo Albergatore Pro, in materia di costruzione di una squadra, iscriviti subito al corso di novembre e preparati a qualcosa di mai visto prima con un SUPER docente a sorpresa che sveleremo nelle prossime settimane.

Io ti ho avvisato, clicca qui:

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/


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