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Pandemia e accelerazione dei processi digital - A che punto sei?

In preparazione della diretta di oggi sul breakfast, mentre stavo analizzando cosa potrebbe cambiare nello specifico, mi sono ritrovato a pensare, più in generale, a tutto quello che cambierà, una volta passata questa situazione.

Ovviamente in questo momento su internet va in scena il grande gioco delle ipotesi.

⛔️ Le persone non si abbracceranno più, per paura?

🎉O si abbracceranno più di prima perché hanno rivalutato l’importanza del contatto con gli altri?

⛔️ Le persone non spenderanno più, per paura?

🎉O spenderanno più di prima per perché ci siamo resi conto che “del doman non v’è certezza”?

E ancora più nello specifico.

⛔️ Le persone non andranno in vacanza, per paura?

🎉O non vedono loro di riversarsi in spiagge, laghi e città per riscoprire quella libertà di cui sono state private per mesi?

Difficile prevedere, personalmente penso siano domande da fare più ad un antropologo che a un guru del web.

Detto questo, una certezza ce l’ho.

L’Italia è un paese vecchio.

Lo è sempre stato.

Con tutte le accezioni positive e negative…

Siamo un paese vecchio per storia, per cultura, per diritto, per età media della popolazione e, di conseguenza, siamo vecchi soprattutto da un punto di vista tecnologico.

O meglio lo eravamo.

Perché se c’è un tratto comune a tutti, durante la quarantena è che la distanza sociale è stata prepotentemente colmata dal contatto digitale.

Webinar a tutte le ore, chiamate che diventano call, chiamate multiple, video-chiamate su WhatsApp, su Facebook Messenger, Zoom che passa da essere un app per dirigenti filo-americani, al mezzo per condividere un caffè e un aperitivo tra amici.

Poi ci sono i nonni.

Che fino a un mese fa non volevano vedere nemmeno per scherzo “quegli affari tecnologici” e oggi ti chiamano su Skype.

Perché ai nonni Italiani, toglietegli tutto, ma non i loro nipoti.

Ora, se tutto questo umanamente è un affascinante esempio di adattamento comportamentale di massa, quello che dovresti analizzare da un punto di vista imprenditoriale, è questo:

Sei pronto al nuovo mondo?

Purtroppo, stando a quello che sento e vedo in questi giorni la risposta è NO, nella maggior parte dei casi.

Durante uno degli ultimi appuntamenti della Masterclass, abbiamo sottolineato l’importanza di avere “l’hotel in tasca”, per poter accedere in qualsiasi momento a report, documenti, conti e, più in generale, qualunque cosa fino a dieci anni fa sarebbe finita dentro ad un raccoglitore.

Al contrario, in queste settimane, tantissimi albergatori, scuse a parte, “sono dovuti andare in albergo” a prendere “quel documento richiesto dal commercialista”, o quel report per analizzare le spese del 2019.

Ora, se tutto questo era in qualche modo accettabile, fino a poche settimane fa, oggi non lo è più.

Perché le stesse nonne e mamme che hanno, per necessità, imparato ad usare Skype, una volta finita la quarantena, si troveranno a saper fare cose che prima non immaginavano nemmeno.

Scopriranno di aver imparato a pagare bollette on-line, guardare video su Youtube, acquistare da un sito di e-commerce.

E tu?

Sei pronto per tutto questo?

Il tuo hotel è pronto?

Personalmente, pur avendo lavorato per 12 anni in una software house, non sono un fanatico della tecnologia, ma la trovo assolutamente necessaria per mettere il turbo a qualsiasi tipo di business, albergo compreso.

Detto questo, si da il caso che Daniele Sarti sia uno dei massimi esperti di “roba digital” per hotel e abbia una naturale avversione per “fare a mano cose che un computer può fare per lui”.

Che ne dite? Lo trasciniamo fuori dal suo ecosistema digitale?

Partiamo da un webinar e ragioniamo su un programma formativo per virtualizzare l’hotel?

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CRM hotel: manuale operativo

Quanto tempo PERDI ogni giorno per scrivere ai tuoi clienti?

Ecco le 5 fasi del sistema automatico che trasforma le tue e-mail in fatturato

Se hai letto l’ultimo articolo ora sai come evitare  gli errori più gravi che possono letteralmente uccidere le tue newsletter.

Ho deciso di partire da quel punto perché mi sono reso conto che la maggior parte degli albergatori usa gli invii automatici solo per fare offerte.

Questo oltre a non portare i risultati sperati, si traduce in un’enorme perdita di tempo per tutte quelle attività ricorrenti che vengono ripetute ogni giorno.

Preventivi, conferme di prenotazione, informazioni varie sulla struttura spesso vengono riscritte manualmente. Gli hotel più organizzati al massimo usano un modello in word, che viene modificato ogni volta in maniera diversa dai vari membri dello staff.

Ti do una buona notizia: esiste un software che gestisce l’invio automatico di e-mail ricorrenti.

Il software si chiama CRM, (dall’inglese customer realtionship managment: gestione delle relazioni con i clienti) ed è ciò di cui voglio parlarti nell’articolo di oggi…

Come sempre voglio essere sincero: il CRM ha un successo commerciale incredibile. Ogni volta che lo dimostro vedo brillare gli occhi delle persone che assistono alla presentazione.

Al solo pensiero di avere un sistema che gestisce tutte le pratiche in automatico, chi è abituato a scrivere ogni giorno decine di e-mail sempre uguali, di colpo ringiovanisce 10 anni.

Per essere altrettanto sincero però, devo ammettere che l’entusiasmo iniziale non sempre si trasforma in un risultato concreto nel tempo.

A volte, quando faccio la prima chiamata dopo una decina di giorni dall’installazione, scopro che il CRM è ancora parcheggiato li e se va bene è stata inviata una sola mail, con la solita offerta.

Perché?

Il problema è che gli operatori continuano con le loro procedure manuali perché è più facile continuare a fare quello che hanno sempre fatto, piuttosto che investire qualche ora per ingegnerizzare le procedure.

Capisci bene che questa è una sconfitta che non posso accettare perché significherebbe rompere la promessa iniziale.

Così ho deciso di condividere un vero e proprio manuale operativo per chiarire cosa può fare un CRM e quali processi strategici della tua attività ti aiuta ad automatizzare.

Per semplicità ho suddiviso i processi in 5 fasi che ti propongo in ordine logico e cronologico.

1. Marketing: fai finta che il tuo hotel apra  tra un mese. La prima cosa che devi fare è trovare clienti.  Come puoi usare le e-mail per raggiungere il risultato?

Devi avere un sito raggiungibile e di impatto e devi organizzarti per mantenere un contatto con i tuoi visitatori. Per fare questo ti serve un form dove il visitatore può inserire il suo indirizzo e-mail per iscriversi alla newsletter.

Ti do una brutta notizia: nessuno vuole veramente ricevere le tue newsletter. Lo so che rischio di diventare antipatico ma è la verità e qualcuno deve pure dirtela… Tutti noi ormai abbiamo le caselle di posta piene di messaggi che arrivano da aziende, negozi, hotel e ristoranti,… al solo pensiero di ricevere altre offerte mi vengono le bolle e vengono anche ai tuoi potenziali clienti.

Se vuoi che qualcuno sia realmente interessato a lasciarti il suo indirizzo e-mail devi offrire qualcosa in cambio. Puoi realizzare una guida con le cose da fare nella tua località, offrire un buono sconto sulle prossime prenotazioni, per le attrazioni nella tua zona o qualsiasi altra cosa che tu stesso apprezzeresti prima di andare in vacanza da qualche parte.

Una volta ottenuta l’e-mail devi impostare una corrispondenza costante ogni 3-5-7 giorni (tecnicamente si chiama follow up se vuoi documentarti) per dare tutte le informazioni che ritieni utili e spiegare i motivi per cui dovrebbe qualcuno dovrebbe scegliere proprio il tuo hotel (una video intervista con un tuo cliente abituale di solito funziona molto bene).

2. Offerte: questa è sicuramente l’attività più importante che puoi gestire con il CRM.  Solo dopo aver creato il tuo percorso di e-mail marketing puoi pensare ad un offerta. L’offerta deve essere vantaggiosa, deve offrire benefit che vanno oltre al semplice sconto in hotel (convenzionati con parchi, musei, ristoranti, centri benessere, quante volte te lo devo dire?) e deve avere una scadenza ben precisa.

Il termine di scadenza non deve essere troppo ravvicinato ma neanche ad un anno di distanza dalla prima comunicazione. Il cliente deve avere il tempo di pensarci ma deve farlo con una certa urgenza. In base ai test che ho fatto due-tre settimane sono il tempo giusto per ottenere buoni risultati. Una volta comunicato il termine di validità puoi fare un paio di promemoria un giorno prima e poche ore prima della scadenza.

Per le offerte l’ideale è una landing page (pagina dedicata che puoi far realizzare da chi ti gestisce il sito) con una bella immagine  in primo piano e un elenco semplice e chiaro di tutti i vantaggi che il cliente ottiene confermando. Se le recensioni su Tripadvisor sono positive puoi installare un widget che incorpora le più recenti. Molto efficace è anche il count-down che indica giorni, ore e minuti che mancano alla scadenza.

L’elemento chiave della landing page è il bottone prenota ora con il collegamento al booking engine che deve essere ben visibile per permettere al cliente di confermare immediatamente

3. Gestione pratica: questa fase più delle altre richiede un po’ di tempo per ingegnerizzare le procedure.

Infatti, anche se hai lavorato bene sul sito e hai buone recensioni, difficilmente il cliente che scrive o risponde ad un e-mail conferma subito la sua prenotazione.

Prima vuole prima valutare le diverse tipologie di camera, i diversi pacchetti disponibili e questo richiede all’hotel un lavoro quotidiano per gestire la corrispondenza. Invio offerta, richiesta dettagli di carta di credito o acconto sono mail che si ripetono all’infinito.

Si aggiungano tutte le informazioni relative alle attrazioni in zona, le indicazioni stradali, collegamenti con treni e aeroporti, domande particolari sul servizio ristorante (allergie, possibilità di far mangiare prima i più piccoli).

Se hai un CRM collegato al gestionale puoi eliminare per sempre il tempo perso per queste attività.

Voglio essere chiaro: rispondere ai clienti che chiedono informazioni per prenotare non è assolutamente tempo perso. Tempo perso è scrivere ogni volta il testo da zero o ricercare una mail simile già inviata.

Con un CRM integrato puoi impostare modelli predefiniti per tutte le mail che invii più spesso e salvarli sul gestionale.  Se qualcuno ti chiede un preventivo ti basta creare la scheda cliente e far partire in automatico la mail all’indirizzo inserito.

Alcuni degli hotel che seguo hanno creato sul sito un’utilissima pagina faq con le risposte alle domande più frequenti. Aggiungere nella mail il link a questa pagina anticipa le richieste del cliente e si traduce in un notevole risparmio di tempo.

Una volta che il cliente avrà scelto la sua camera preferita puoi inviare in automatico il modulo con la richiesta di conferma (con acconto o carta di credito) che importerà tutti i dati salvati in precedenza sulla scheda (nome, cognome, data arrivo, partenza,…).

Appena ricevuta la conferma trasformerai la scheda preventivo in prenotazione all’interno della quale troverai la cronologia di e-mail inviate e ricevute.

4. Customer care: se le prime 3 fasi sono le fondamenta su cui si base una gestione efficiente delle e-mail, questa e la prossima puoi considerarle un qualcosa in più.

Attento, non sto dicendo che siano meno importanti. Dico solo che a differenza delle altre che sono imprescindibili, queste sono “dettagli”. Ma ricordati che:

“spesso sono i piccoli dettagli che fanno la differenza”.

Con il CRM puoi impostare un’e-mail automatica di “benvenuto” con il riepilogo dei dettagli di prenotazione e il link a Google Maps con le indicazioni stradali per raggiungere la struttura.

Puoi anche giocarti una piccola sorpresa come informare che, se al suo arrivo la camera non sarà pronta, potrà depositare i bagagli e nell’attesa gli verrà offerto un cocktail di benvenuto.

Questa mail può partire in automatico 1-2 giorni prima dell’arrivo secondo una regola che imposterai tu.

La comunicazione può continuare anche dopo l’arrivo. Ogni giorno puoi inviare in automatico un consiglio su un attrazione o un escursione e invitare chi è interessato a chiedere maggiori informazioni al ricevimento.

Certo, c’è da lavorare un po’ per creare questo sistema, ma è un lavoro benedetto perché lo farai una sola volta e ti porterà risultati nel tempo senza più richiedere il tuo impegno quotidiano.

5. Richiesta recensione: una volta instaurato un rapporto costante, incentivare una recensione è molto più semplice.

Puoi impostare una regola di invio automatico 1-2 giorni dopo la partenza per una mail del “buon rientro” dove ringrazi il cliente e gli chiedi un parere sul soggiorno.

Una volta ricevuti i risultati, puoi inviare ai clienti soddisfatti una richiesta di recensione su Tripadvisor o altri siti e puoi ricontattare i clienti insoddisfatti per capire meglio i motivi del disagio.

Ti assicuro che se il soggiorno non è stato un dramma, nella maggior parte dei casi il cliente apprezza la chiamata.

Se ritieni le critiche giustificate, trova  il “giusto premio” per farti perdonare. Uno sconto importante sul prossimo soggiorno, un upgrade gratuito sulla migliore camera disponibile, un menù speciale al ristorante,…intercetta il disagio e sorprendi il cliente senza guardare troppo a spese.

“Ricordati che il passaparola negativo ti costa molto di più”.

Ok , questi sono i processi più importanti che puoi automatizzare con un CRM integrato al gestionale. Ovviamente ci sono anche altre strategie che potrai mettere in pratica in base alla tua realtà, alla tua esperienza e alla tua creatività.

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TU VS. IL TUO ALBERGO

So bene che questo periodo non è dei migliori…e ogni volta che mi metto al computer sono indeciso se scrivere o “passare la mano”.

Ma la risposta della Community Albergatore Pro è stata così forte che non posso tirarmi indietro.

Perché lo faccio?

Perché è la missione di Albergatore Pro…

Andare avanti e trovare il modo, anche in un momento come questo, di essere un punto di riferimento per la categoria.

Oggi vi parlerò di un tema che può essere molto utile, soprattutto adesso.

Parleremo del tempo che spendiamo per alimentare i nostri sogni, i nostri progetti o semplicemente (come li chiamano gli altri), i nostri alberghi.

Quante volte avreste voluto chiudere le porte e lasciarvi tutto alle spalle?

Lo so, non serve che mi rispondiate.

Il punto è proprio questo: molti albergatori non hanno più una vita privata.

Ma deve essere per forza così?

Dipende.

🔥 Dipende proprio da voi.

Dipende dalle scelte che fate.

Coltivare una mentalità da Albergatore Pro significa soprattutto puntare a una separazione tra lavoro e vita privata.

Ripetete con me: voi non siete il vostro albergo.

Prendere consapevolezza di questo principio apparentemente banale è fondamentale.

Soprattutto oggi.

Altrimenti, quando le cose non vanno a meraviglia, finirete per trovarvi prigionieri dei vostri pensieri e delle vostre paure.

Per raggiungere questo livello imprenditoriale, però, servono degli ingredienti fondamentali:

  • Preparazione
  • Organizzazione
  • Mindset

La preparazione sta alla base di tutti quei sogni divenuti realtà e richiede uno sforzo che è visibile solo a chi come noi, ogni giorno porta avanti la passione di intere generazioni.

Ma essere preparati è abbastanza?

Purtroppo no.

“Sapere le cose” non serve a niente senza obiettivi definiti e uno staff organizzato…

Ma soprattutto, non potete dirvi preparati se a fine giornata non avete del tempo per voi e per la vostra famiglia.

Il fondatore di Marriot diceva: «prenditi cura dei collaboratori e loro si prenderanno cura dei clienti».

Da quella frase il tempo è passato inesorabilmente, il mondo è cambiato ed è cambiata la società in cui viviamo.

Per questo, dopo aver capito che rinunciare alla propria vita non porta da nessuna parte, ho aggiunto la mia personalissima premessa a questa frase…

“Prenditi cura di te stesso per poterti prendere cura dei tuoi collaboratori e loro si prenderanno cura dei tuoi clienti”

Sul serio, se l’albergo si ferma, come in questi giorni, troverai un modo per farlo ripartire.

Come sempre.

Se ti fermi tu, tutto è perduto.

Ma non preoccupatevi, non lasceremo che questo accada.

Albergatore Pro nasce per aiutarvi a sviluppare il marketing e i processi gestionali del vostro hotel, ma il nostro vero scopo è aiutarvi a trovare un equilibrio tra vita professionale e vita privata.

Per avere una bussola, anche durante la tempesta.

➡️Questo è il link per pre-iscriversi: https://www.albergatorepro.com/2020-pre-iscrizione/

Pre-iscriversi adesso significa trasformare una possibilità di cambiamento in una realtà concreta, ma non solo.

Essere tra i pre-iscritti significa avere:

► La possibilità IRRIPETIBILE di approfittare del prezzo speciale di lancio (che sarà valido per pochi giorni e non sarà mai più ripetuto).

► I due SUPER bonus che abbiamo riservato per voi. Attualmente ci sono più di 300 albergatori pre-iscritti che stanno cambiando la loro mentalità e stanno rivoluzionando i loro alberghi.

⭕️ Ma vi consiglio di non perdere tempo: abbiamo riservato solo 200 biglietti al prezzo lancio.

Finiti quelli perderete tutto quello che vi ho elencato sopra ed il prezzo del biglietto aumenterà.

A voi la scelta.

P.S. Il mondo va avanti, ma se per caso si fermasse, andiamo avanti noi e ce lo tiriamo dietro.

Stay Pro

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Gianluca ha sudato 7 camicie. E tu?

E’ ancora possibile creare una catena partendo come cameriere?

Come ragiona il gestore di un gruppo di 7 hotel?

Qualche mese fa ho pubblicato un articolo sulla gestione di una catena alberghiera e sulle strategie vincenti alla base di un gruppo di successo.

Dico la verità: sono rimasto spiazzato. Pensavo fosse un argomento “di nicchia” invece l’articolo è stato uno dei più condivisi della storia del mio blog e in tanti mi hanno scritto per complimentarsi e approfondire. Se te lo sei perso lo trovi qui.

Come sempre ho attirato anche l’attenzione dei soliti scettici che, dopo averlo letto, sono partiti con le obiezioni, come da manuale: “tutto bello Gian Marco, ma io non credo alla favola della gestione automatica e sei vai a parlare con il titolare di una catena vedrai che non è tutto rose e fiori come dici”.

Come se non l’avessi mai fatto…  🙂

Ora, siccome non ho spazio per tenere scheletri nell’armadio, per prima cosa devo chiarire subito un punto: non ho MAI pensato che gestire una catena alberghiera sia uno scherzo.

Punto secondo, parlo con gestori di catene almeno una volta al mese e ho ben chiara la differenza tra “NON è possibile automatizzare” e “ho investito parecchio tempo per organizzarmi ma oggi l’azienda può andare avanti anche senza di me”.

Così, come avevo anticipato in occasione del famoso articolo, ho deciso di intervistare un mio cliente -che stimo molto – per raccontare a tutti come è possibile gestire 7 hotel nel 2016, pur essendo partito come cameriere, senza rovinarsi la vita.

Risponde per noi Gianluca Scialfa, titolare di Blu lido company, gruppo di 7 hotel sulla riviera romagnola…

  • Ciao Gianluca, da quanto tempo fai l’albergatore?

La prima esperienza da albergatore è datata 1990. Allora avevo 25 anni e presi in gestione il Residence Valverde a Valverde di Cesenatico.

  • Prima di diventare albergatore hai fatto altre esperienze nel settore?

Certo, ho fatto tutta la “gavetta”. A 14 anni andai a fare il barista in Germania dove due ragazzi di Forlì avevano un ristorante “Dick und Doof” (Stanlio e Olio). E’ stata un esperienza molto formativa, mi ha permesso di conoscere meglio i tedeschi, che al tempo erano i clienti più numerosi in riviera, e ho potuto apprendere le basi della lingua, giusto quello che serve per chiedere a una ragazza di uscire. 🙂

Dopo l’esperienza in Germania sono andato a Parigi dove ho fatto il cameriere all’hotel Maurice. Poi a 19 anni sono diventato responsabile di sala all’hotel Avila di Torre Pedrera in estate, e in inverno chef de rang all’hotel Punta Nord (che quest’anno ho promesso in gestione chiudendo simbolicamente un cerchio molto importante).

Dopo di che sono approdato all’hotel Villa Adriatica dove ho fatto il maitre di sala per 10 anni fino al 1989.

  • Oggi quanto è grande Blu lido? Quanti hotel gestisci?

Oggi gestisco 7 hotel di cui 3 di proprietà: Mokambo e Metropolitan a Cesenatico, Hotel Ambasciatori a Castrocaro e altri 4 in gestione: Punta Nord a Torre Pedrera, Metropolitan Beach e San Marco a Milano Marittima e Hotel King Marte a Lido di Classe.

Il gruppo nell’insieme conta 200 dipendenti e gestisce 580 camere.

  • Bei numeri, non c’è che dire. Per rispondere ai giovani che ambiscono a realizzare un progetto simile, sei partito con capitali tuoi o di terzi?

Assolutamente di terzi. Per partire ho ottenuto un prestito di 50 milioni (di lire) dal credito cooperativo di Gatteo, che ha creduto nel progetto di un ragazzo di 25 anni.

  • E a chi dice che oggi negli hotel non ci sono più i margini, cosa rispondi? Molti credono che sia meglio gestire un hotel e portarlo al massimo piuttosto che ottenere un reddito più basso da “n” hotel. Ha senso?

Quando prendi un’attività passando da dipendente a titolare hai grandi difficoltà perchè non hai visione di insieme e ti ci vogliono anni per capire quali sono i parametri. E’ un passo complicato.

In molti pensano che con una struttura sola puoi ottimizzare meglio i costi ma nel tempo ho capito che non è vero.

Io con i grandi fornitori oggi prendo accordi precisi ad inizio stagione: con Marr ad esempio, che è l’azienda fornitrice di tutti i prodotti alimentari, stabiliamo i prezzi di anno in anno e di conseguenza i capi servizio fanno gli ordini quando necessario, senza responsabilità di negoziazione. Questa impostazione consente un grande risparmio per ogni singolo hotel che ottiene sconti sulla base dei volumi dell’intero gruppo.

Alla fine dei conti, per la mia esperienza, l’unico vantaggio di gestire un’unica struttura è il minore impegno che si traduce in maggiore tempo libero per il gestore, a fronte però di volumi d’affari e utili completamente diversi.

Ciò detto, dal mio punto di vista l’assunto “meglio un hotel che tanti” non ha senso. Io non tornerei mai indietro anche perché, ogni nuova apertura per me è una nuova sfida che mi da grande adrenalina. E ripeto, anche i risultati economici sono giustamente proporzionati ai numeri e all’impegno.

  • E per quanto riguarda il tuo coinvolgimento diretto? Quali sono le attività che deleghi e quelle di cui invece ti occupi personalmente?

Cominciamo da cosa non delego. Le attività che mi impegnano più tempo sono amministrazione e gestione dei prezzi.

Nel 1996 guardando ai mercati internazionali ho importato la formula all-inclusive in riviera adriatica prendendo spunto da un villaggio a Cuba, cercando di adattare la formula in base ai servizi che possiamo offrire nella nostra realtà. Questa è stata la carta vincente che mi ha permesso di vendere a prezzi più alti con maggiori margini. Margini che ho poi investito nell’acquisto del mio primo albergo.

Altro aspetto fondamentale è il marketing.

Ho sempre guardato al turismo come un mercato in continua evoluzione e ho cercato di aggiornare il format della vacanza in riviera sfidando lo status quo. Per la scelta dell’all-inclusive ad esempio, sono stato molto molto criticato all’inizio perché mi dicevano che rovinavo il mercato mentre oggi oltre il 50% degli hotel adottano questa formula.

Attualmente dedico gran parte del mio tempo allo studio delle strategie di mercato e viaggio molto alla ricerca di nuove soluzioni per capire dove e come fare promozione.

Infine mi occupo dei lavori di ristrutturazione delle varie strutture perché sono fortemente convinto che anche il miglior piano di marketing, per dare risultati, deve partire da un prodotto di qualità. Oggi con Tripadvisor e gli altri siti di recensioni on-line è finito il tempo in cui si poteva lavorare con strutture fatiscenti rimaste agli anni ‘70.

  • Raccontami una tua giornata tipo: di cosa ti occupi durante il periodo di apertura e cosa fai invece durante l’inverno?

La mia giornata tipo in inverno è scandita da appuntamenti con i vari professionisti: notai, consulenti commerciali, commercialisti. Poi mi occupo delle pratiche d’ufficio, rapporti con i fornitori, supervisione dei lavori di ristrutturazione e tutto quello che concerne avere strutture in affitto e proprietà. Normalmente lavoro dalle 09.00 alle 19.00.

La mia giornata tipo in estate è decisamente più intensa. Inizia la mattina alle 07.30 con il controllo dei report di chiusura di tutti gli hotel (che il gestionale mi invia in automatico via email tramite CRM) e finisce la sera alle 23.30.

Prevalentemente la mia è un’attività di supervisione: oggi che sono arrivato a 7 strutture dedico una giornata a settimana ad ogni singolo hotel.

Per il controllo la tecnologia ha un ruolo fondamentale.

Infatti, anche se fisicamente posso presenziare in una sola struttura per volta, ho un server unico e condiviso e un gestionale multi-aziendale che mi permette di accedere ai dati di ogni singolo hotel, in qualsiasi momento, ovunque mi trovi.

Oltre al controllo mi occupo di problem-solving degli imprevisti che capitano in corso d’opera. Il mio obiettivo è di “fare da ombrello” alle persone che lavorano per me, in modo che possano rimanere concentrate sulle mansioni assegnate e offrire il migliore servizio possibile agli ospiti.

  • Parlami dello staff: quanti sono gli elementi storici della squadra che ti seguono e ti affiancano nelle varie attività?

In 4 delle strutture ho due soci operativi (Emilio Montaguti e Susanne Erculei) che si occupano di direzione e selezione dello staff, oltre a 10 persone di fiducia che sono con me da diversi anni a cui ho affidato il ruolo di capi-servizio dei vari reparti.

E’ fondamentale avere persone che portano avanti la mia visione anche quando mi occupo di altro. Diversamente sarebbe impossibile gestire più strutture.

In questo modo ho la possibilità di assentarmi o comunque, se prendo un’influenza, gli hotel non ne risentono perchè ho impostato un sistema che va avanti anche quando non sono presente.

  • Dal momento che conosci bene entrambe le dinamiche, che differenze ci sono tra strutture in gestione e quelle di proprietà?

Tra un albergo di proprietà e un albergo in gestione l’approccio è identico anche se è più complicato gestire un albergo di proprietà perché ci sono più responsabilità e tutto quello che ne consegue, come adeguamenti e ristrutturazioni.

Nel mio caso la redditività non cambia tra proprietà e gestione perchè i costi per affitto o mutui bancari sono più o meno equivalenti.

Con la mia struttura organizzativa, gli hotel hanno tutti più o meno la stessa redditività che si aggira intorno al 10%.

  • Se dovessi dare un consiglio a un giovane che vuole creare una nuova catena, cosa diresti? C’è un segreto in particolare?

La scelta della struttura è fondamentale in rapporto al numero di camere e dei servizi. E’ vero che è il conducente che fa la macchina ma la struttura è molto importante.

L’hotel ideale secondo la mia esperienza ha queste caratteristiche: almeno 80 camere, vicino al mare o ai punti d’attrazione e con altri servizi come piscina e ristorante, per poter sfruttare al meglio la formula all-inclusive.

Non è vero che si deve partire con l’albergo piccolo. Io con meno di 70-80 camere non comincerei nemmeno. Nei fatti per il gestore non cambia niente, le tue ore sono le stesse, le tue attività anche, solo che fai più fatturato e di conseguenza più utile.

Un’altra cosa che mi sento di consigliare è essere sempre molto umili, lavorare tantissimo dentro alla struttura soprattutto all’inizio e ricoprire almeno due-tre ruoli per conoscere bene tutti i reparti.

L’obiettivo è capire al 100% il funzionamento di un singolo hotel e ottimizzare ogni aspetto, prima di espandersi.

Ci tengo a sottolineare che il reparto commerciale è il più importante perché senza clienti non si va da nessuna parte mentre gli altri problemi si risolvono strada facendo.

Quando ho iniziato c’era ancora Il vecchio luogo comune secondo il quale “se funziona la cucina funziona tutto”. Non è vero niente. Il reparto commerciale è il cuore dell’hotel e se funzionano marketing e vendite (centro prenotazioni) tutto il resto viene di conseguenza.

Un altro consiglio sicuramente è quello di circondarsi di professionisti competenti perché la conoscenza, oggi sempre di più, rappresenta un autentico valore aggiunto e, sul lungo termine, un notevole risparmio di tempo e denaro.

  • A parte il lavoro quali sono i tuoi hobby? Cosa ti piace fare quando NON sei in hotel?

In realtà lavoro quasi sempre e il mio unico hobby sono i viaggi: mi piace viaggiare, sia per piacere che per prendere spunti da importare nella mia attività. Viaggio prevalentemente all’estero ma conosco molto bene anche l’Italia.

Altre passioni particolari non ne ho. Eccetto una piccola barca dove tra l’altro vivo durante l’estate. So che alcuni hanno commentato il tuo articolo dicendo che gestire un gruppo di hotel ti rende vittima del lavoro. Per quanto mi riguarda non è vero. Non mi sento assolutamente vittima del mio lavoro perché lo considero una passione che vivo serenamente. Come ti dicevo, acquisire nuove strutture mi trasmette quell’adrenalina che magari altre persone trovano in altre attività. 🙂

Grazie Gianluca e in bocca al lupo per la crescita del tuo gruppo!!!

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Vendere a 1 euro

Vendere una camera a 1 € è meglio che lasciarla libera?

Scopri la formula per calcolare il TUO prezzo minimo di vendita

Il crescente sviluppo del mercato di formazione alberghiera ha dato vita a nuove e diverse scuole di pensiero. Il revenue management è una strategia di gestione dei prezzi, ispirata al mercato delle compagnie aeree, adottata da numerosi hotel di diverso livello e tipologia.

Che cos’è il revenue management?

Per introdurre l’argomento in oggetto è importante spiegare in maniera semplice cosa significa questa definizione.

Il revenue management prevede l’aggiornamento dinamico del prezzo sulla base del reale andamento della domanda.

Niente di nuovo direte voi; in effetti Il vecchio listino dell’hotel ha sempre considerato la domanda come variabile ma, nella maggior parte dei casi, i prezzi erano calcolati in maniera approssimativa e adottavano un modello stupidamente rigido.

I listini degli hotel turistici in particolare erano divisi per stagionalità e proponevano prezzi fissi legati al periodo e non alla reale occupazione.

Siamo onesti: prima della crisi del 2008, prima che internet sconvolgesse il mercato mettendo in concorrenza migliaia di hotel con un click, questo meccanismo rudimentale poteva anche funzionare…

Ti faccio un esempio:

Verso sera un hotel ipotetico ha un camera libera e un ipotetico cliente entra e si dimostra disposto a prenotarla. Se la camera costa 70 € in BB e il cliente ha in tasca solo 60 €, se il listino è rigido il nostro cliente non può prenotare e, in mancanza di altre richieste, l’hotel rimane con una camera libera.

Facendo uno sconto di 10 € l’hotel avrebbe avuto una perdita?

La risposta ovviamente è NO. L’esempio è volutamente iper-semplificato e chiunque abbia una minima conoscenza del mercato è in grado di rispondere correttamente a questa domanda. Un vero professionista si sarà chiesto se il cliente dell’esempio viaggiava per lavoro o per vacanza  e per quanti notti fosse libera la camera ma queste sono sfumature che si acquisiscono con il tempo e la dimestichezza con questi ragionamenti dimostra già una certa padronanza della materia.

Spesso quando inizio una consulenza incontro albergatori confusi dai troppi input che ricevono sui vari siti o durante i seminari a cui partecipano. Parlano di “RACK RATE” e di “REVPAR” ma non hanno idea di quali siano le basi di calcolo da cui partire.

L’obiettivo che mi sono dato quando ho deciso di tenere il blog è  fare chiarezza sugli argomenti trattati e la condivisione delle esperienze di altri è lo strumento migliore che posso offrire a chi vuole approfondire.

Per andare dritti al nocciolo della questione, di seguito ti riporto le tipiche domande che mi fanno i clienti quando devono impostare una nuova politica tariffaria:

  • Come fa l’hotel “X”  a vendere una camera a 29 € su booking.com se ci paga anche le commissioni?
  • Se vendo anche io a quella cifra non ci rimetto?
  • Vendere una camera a 1 € è meglio che lasciarla libera??

Anche se sono 3 domande diverse è possibile ricavare tutte le risposte da un’unica analisi.  Per farlo è necessario prendere in prestito alcuni concetti di economia aziendale.

Se ti stai già spaventando all’idea, sappi che il bello dell’economia aziendale applicata è che, per prendere corrette decisioni strategiche, generalmente è sufficiente saper preparare e legger un business plan (un giorno magari farò un articolo in proposito…)

Il bello di un business plan è che è fatto di numeri e il bello dei numeri è che danno sempre risposte certe.

Ecco la prima buona notizia per chi sta iniziando a “fare revenue”: è possibile definire con certezza il prezzo al di sotto del quale vendere una camera rappresenta  un costo.

Il prezzo minimo di vendita è dato dalla somma dei costi marginali.

In economia il costo marginale unitario corrisponde al costo di un’unità aggiuntiva prodotta. Nel caso di una camera i costi marginali sono:

  • costo delle dotazioni della camera (matite, blocchi, carta intestata, buste, cioccolatini,  eventuale bottiglia d’acqua offerta, set da bagno…)
  • costo di materiale al ricevimento (modulistica fiscale, eventuali costi per chiavi magnetiche..)
  • costo di lavanderia (lenzuola, federe, asciugamani, accappatoi…)
  • costo per la colazione (food cost)
  • eventuali costi pulizia camera (solo nel caso di contratti a chiamata o servizi in outsourcing effettuati da ditte esterne) *

Una volta valutati attentamente i costi marginali (che possono variare in maniera significativa a seconda dei servizi offerti) otterrai  una cifra che normalmente si aggira tra i 10 e 20 €. Se il risultato è 20 €, 20 € sarà il tuo prezzo minimo di vendita.  Ora che hai appreso questo concetto, torniamo alla domanda iniziale:

Vendere una camera a 1 euro e’ meglio che lasciarla libera?

Risposta semplice: NO. Vendere una camera a 1 € rappresenta un costo e quindi è un’attività anti-economica. Tale costo è  definibile sottraendo al totale dei costi marginali il valore di 1 €.

Risposta articolata: Vendere una camera a 1 € è un costo ma non tutti i costi sono da considerarsi negativi per un’impresa. Se consideri che la soddisfazione di un cliente è fortemente influenzata dal rapporto/qualità prezzo molto probabilmente un cliente che ha speso 1 € per una camera sarà molto soddisfatto e sarà un futuro testimonial del tuo albergo.

Come conseguenza puoi aspettarti una recensione positiva o, come minimo, un passaparola per l’esperienza vissuta. Molti hotel spendono migliaia di euro l’anno per pubblicità su portali locali, riviste di settore e quotidiani senza verificare il ritorno di investimento, sottovalutando l’enorme potenzialità del passaparola.

“Un cliente soddisfatto è la migliore pubblicità per il tuo hotel”.

In quest’ottica vendere una camera ad 1 € può essere considerato un costo di pubblicità e quindi un buon investimento commerciale.

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È ARRIVATO IL MOMENTO DI TIRARLI FUORI...I BONUS E IL PREZZO LANCIO!

Prima di tutto facciamo due conti.

Al momento 300 albergatori sono già in fila per accaparrarsi i 200 biglietti che abbiamo messo a disposizione per il lancio di Albergatore Pro 2020 e gli INCREDIBILI BONUS che abbiamo riservato.

Ma quali saranno i bonus che 200 albergatori riceveranno?

Tenetevi forte perché sono due BOMBE pazzesche.

Il primo bonus vi permetterà di tornare indietro nel tempo.

Esattamente.

💣Abbiamo pensato di REGALARE TUTTE le registrazioni di Albergatore Pro 2018 e…..💣ALBERGATORE PRO 2019!

Via con gli applausi!

Avrete la possibilità di entrare in possesso delle informazioni che hanno permesso agli albergatori presenti in questo gruppo di rivoluzionare il loro albergo, il loro mercato e la loro vita!

Informazioni per le quali centinaia di albergatori hanno speso almeno 1.500€!

Noi invece le stiamo REGALANDO per ricambiare la fiducia di tutti gli albergatori che hanno deciso di partecipare ad Albergatore Pro 2020 a scatola chiusa, fiduciosi dello spettacolo che li attende!

Ma ovviamente non abbiamo ancora finito qui: manca il secondo bonus.

🎁 Il secondo bonus è qualcosa di MAI VISTO PRIMA!

Una nuovissima piattaforma web nata per incontrare le esigenze di migliaia di nostri clienti e amici albergatori.

Un portale che nasce per acquistare, vendere e affittare hotel, 365 giorni l’anno.

Senza Intermediari!

Proprio così.

Potrete dire ADDIO alle agenzie immobiliari e alle pesanti commissioni richieste, per intermediazioni approssimative, fatte da operatori senza nessuna esperienza in ambito hotel.

Il portale, che presenteremo a giugno, metterà in contatto diretto proprietari e acquirenti, locatori e conduttori…

In pratica, se rientri nella categoria Albergatore/imprenditore e punti ad espandere il tuo regno, questa nuova applicazione sarà il tuo nuovo terreno di caccia, sempre disponibile, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24.

Se invece stai valutando di vendere il tuo hotel per prenderne un altro più grande, o uno in una destinazione più forte, attraverso il portale potrai metterti in contatto diretto con nuovi proprietari e fondi di investimento internazionali.

Oppure magari sei proprio tu a voler comprare e vuoi essere sicuro di fare la scelta giusta con il dovuto supporto nelle negoziazioni…

Ok Gian Marco, ma dove sta il bonus?

La piattaforma ovviamente avrà un costo, ma per gli albergatori che riusciranno ad accedere al lancio di Albergatore Pro 2020 garantiamo UN ANNO completamente GRATUITO!

Ma adesso arriva la domanda che tutti aspettavate…

❓Qual è il prezzo lancio di Albergatore Pro 2020?

🎉 847€ 🎉

MA ATTENZIONE: terminati i 200 posti il prezzo aumenterà e perderete la possibilità di accedere ai bonus che vi ho appena presentato.

Adesso abbiamo scoperto (quasi) tutte le nostre carte quindi non vi resta che una scelta da fare…

➡️Cliccare a questo link e pre-iscrivervi ad Albergatore Pro 2020: https://www.albergatorepro.com/2020-pre-iscrizione/

Mi raccomando però, non pensateci troppo.

I biglietti lancio sono solo 200 ed attualmente ci sono 300 albergatori già pre-iscritti.

A presto.

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7 tecniche efficaci e testate per disintermediare

Come puoi ottenere una disintermediazione del 25% in soli 12 mesi?

Applica subito 7 tecniche efficaci già testate dai miei clienti

DISINTERMEDIARE, DIS-IN-TER-ME-DIA-RE, D-I-S-I-N-T-E-R-M-E-D-I-A-R-E.

E’ il mantra del momento.

Ora che il revenue management è stato digerito dalla massa critica, c’è un nuovo obiettivo  da raggiungere e gli albergatori si trovano nuovamente bombardati da consulenti ed esperti vari.

Chiariamoci, dal punto di vista commerciale è una cosa positiva. Il mercato si evolve ed è giusto cambiare strategie per ottenere il massimo rendimento dalla propria attività. Il problema come sempre è dato dalla troppa superficialità con cui vengono affrontati certi argomenti.

Ti faccio un esempio: se provi a digitare su Google “tecniche di disintermediazione hotel” nei risultati della prima pagina troverai siti di società ed esperti più o meno autorevoli che condividono i loro suggerimenti.

In ognuna delle pagine e/o articoli di blog noterai sicuramente un taglio specifico che serve per far risaltare l’importanza dei vari siti, booking engine e servizi di posizionamento commercializzati dagli autori dei testi. Fa parte del gioco.

Ciò che invece mi spaventa e rischia di diventare controproducente è che l’insieme di strumenti e regole proposti come soluzione al problema, in realtà sono soltanto il punto di partenza del lavoro che un albergatore deve fare se vuole disintermediare..

“Effetto billboard: come sfruttare gli intermediari”

Quello che gli esperti definiscono effetto billboard (in inglese manifesto) non è altro che il fenomeno che ti permette di sfruttare la visibilità delle OTA (OTA= on line travel agency = portali = Booking.com, Expedia, ect…, da qui in avanti solo OTA per semplicità) per attirare clienti sul sito ufficiale.

  • Il cliente cerca “hotel roma” su Google
  • Attera sul sito di una delle OTA
  • Controlla prezzi e giudizi delle varie strutture
  • Cerca il sito ufficiale dell’hotel che gli interessa

Per semplificare le cose diciamo che un albergatore deve essere in grado di fare concorrenza alle OTA per trasformare i visitatori provenienti da altri canali in clienti diretti dell’hotel.

Se stai pensando che la soluzione più semplice sia non lavorare con le OTA, è meglio uccidere subito il tuo ragionamento perverso: non è questo il modo.

In un mondo come quello di oggi, dove internet favorisce una competizione illimitata sul mercato dell’offerta turistica, la visibilità è in assoluto il valore più prezioso che un hotel deve ricercare.

Ora ti rendi conto da solo che è assurdo non sfruttare la visibilità delle OTA che attirano milioni di visitatori ogni giorno ed è impensabile tentare di competere con giganti come Booking ed Expedia che spendono su Google decine di milioni di dollari l’anno per essere sempre primi nel risultati di ricerca.

Non sei convinto? Diciamo che competere con le OTA nella battaglia del pay per clic è come pensare di attirare l’attenzione di qualcuno usando un campanellino mentre i tuoi rivali stanno suonando le trombe bitonali di un tir. Ti sentiresti stupido giusto? Ok, l’esempio ha funzionato, possiamo andare avanti.

I CONSIGLI DELLA NONNA

Adesso che abbiamo inquadrato il contesto ti spiego perché le “tecniche” per disintermediare che puoi trovare in giro non bastano più (e in realtà non sono mai bastate..):

  • Ti diranno che devi avere un “bel” sito
  • Ti diranno che dovrai installare un booking engine
  • Ti diranno che dovrai avere modalità di pagamento e regole di cancellazione trasparenti
  • Ti diranno che se qualcuno cerca il nome del tuo hotel su Google deve trovare subito il sito ufficiale (ma dai?!)
  • Ti diranno che devi fare “un’offerta che non si può rifiutare”

Ora tutte queste cose sono buone e giuste. Ma sul serio avevi bisogno che qualcuno te le dicesse?

Ti ricordo che la regola numero 1 per battere la concorrenza è offrire al cliente qualcosa di diverso che rappresenti un buon motivo per scegliere la tua azienda.

Ora prova a rileggere i consigli pensando ai tuoi competitor:

  • Pensi che le OTA abbiano siti “brutti”?
  • Esiste un sito di prenotazioni dove NON è possibile prenotare?
  • Esiste un sito di prenotazioni dove il cliente non capisce come dovrà pagare e cosa succederà se cancellerà la sua prenotazione?
  • Pensi veramente che un cliente che cerca il tuo hotel non sia in grado di trovare il sito ufficiale? (prima di rispondere ti ricordo che siamo nel 2014…)
  • A meno che tu non sia Don Vito Corleone, penso ti serva un idea un pochino più allettante amico…

Capisci cosa intendo adesso? Queste semplici regole sono assolutamente necessarie ma non possono essere considerate tecniche per disintermediare.

E’ come se ti dicessero che le cose che ti servono per vincere una gara di formula 1 sono:

  • Macchina
  • Benzina
  • Mappa del circuito

Ovviamente non puoi vincere senza macchina, senza benzina e senza una mappa del circuito ma questi sono i requisiti per partecipare, non sono i requisiti per vincere.

Quindi prima di proseguire sappi che ti considero un professionista e darò per scontato quanto segue:

  • Che il tuo hotel abbia un sito raggiungibile e piacevole
  • Che tu abbia installato un booking engine efficace
  • Che tu abbia pubblicato modalità di pagamento e condizioni di cancellazione trasparenti

7 tecniche EFFICACI E TESTATE

Ultima premessa: le tecniche che ti sto per presentare sono il risultato di una serie di test fatti con i miei clienti per i quali seguo la configurazione del booking engine.  Come detto l’obiettivo raggiunto è una disintermediazione del 25% già nel primo anno. Il risultato sul medio-lungo termine (2-4 anni)  è una quota di prenotazioni del booking engine pari al 30% del fatturato totale dell’hotel. Allaccia le cinture: cominciamo!

1. Benefit: la parola chiave è creatività. Se vendi sulle OTA non puoi giocarti la carta della migliore tariffa garantita perché lo fanno anche loro quindi questo non è un benefit. No, non puoi giocarti neanche il wi-fi gratuito e di conseguenza nessuno degli altri servizi che hai già presentato sugli altri canali. Il segreto è offrire qualcosa di diverso che abbia un basso costo per l’hotel ma un alto valore percepito per il cliente. A seconda del tipo di hotel che gestisci due sono i benefit che nei casi studio hanno generato il maggior incremento di conversione (visite/prenotazioni)

Late check-out: se hai un hotel turistico non sottovalutare il piacere di dormire in vacanza. Promettendo la possibilità di liberare la camera un’ora più tardi nel giorno di check-out alcuni dei miei clienti hanno ottenuto un incremento del 1-2% del tasso di conversione.

Servizio stireria: se i tuoi clienti viaggiano prevalentemente per affari offriti di stirare per loro una camicia e/o un abito. Spesso viaggiando in auto/treno/aereo gli abiti in valigia vengono maltrattati e questo per chi ha un appuntamento importante può rappresentare un grosso disagio.

2. E-book gratuito: una delle ricerche maggiormente effettuate dagli utenti su Google prima di partire per le vacanze è  “cose da fare a… (nome della località)”.

Prepara un e-book in pdf con tutte le attrazioni più interessanti, i ristoranti  più adatti al tuo target di clientela, e le cose da vedere nella tua zona. Offrilo gratuitamente solo a chi prenota sul sito ufficiale.

3. Countdown: dai importanza alle tue offerte speciali. Se imposti ad esempio la classica offerta “prenota prima” (molto efficace anche dal punto di vista revenue) installa sul sito un contatore che evidenzi la durata limitata dell’offerta.

4. Indici un concorso a premi: la scorsa estate con un albergatore romagnolo abbiamo deciso di permettere a tutti i clienti che hanno prenotato dal sito ufficiale di condividere sulla pagina fb dell’hotel una foto della loro vacanza con l’hashtag #nomehotel.

A termine del concorso il cliente che ha ottenuto il maggior numero di like ha vinto un soggiorno di due notti per un week end nel mese di settembre. Questa attività ha suscitato grande curiosità e partecipazione, raddoppiando in poco tempo i fans sulla pagina Facebook e incrementando del 2,4% il tasso di conversione delle prenotazioni dirette.

5. Imposta l’upselling come processo automatico: vendere solo le camere della tipologia più economica sulle OTA permette di lavorare in maniera sistematica sull’upselling. E’ possibile impostare un processo automatico via mail per proporre, al cliente che ha già prenotato, la camera di tipologia superiore in cambio di un piccolo sovrapprezzo. Per questa attività ti serve il CRM collegato al gestionale attraverso il quale puoi creare le tue regole di invio personalizzate.

E’ altrettanto importante coinvolgere lo staff e fare formazione su come gestire l’upselling in maniera efficace al check-in. Inutile che ti dica che il migliore incentivo è riconoscere una provvigione agli addetti al ricevimento per ogni upselling concretizzato (10%?).

6. Buoni sconto: lo sconto non deve esaurirsi al momento della prenotazione. Quindi oltre a realizzare offerte speciali concedi buoni sconto (legati a codici promozionali sul booking engine) utilizzabili per futuri soggiorni e soprattutto trasferibili a parenti e amici. Per realizzare queste promozioni ti consiglio di prendere spunto da altri modelli di e-commerce; da questo punto di vista i siti di abbigliamento sono i più evoluti e nel tempo si è sviluppata un autentica caccia ai buoni sconto con la nascita di veri e propri portali che generano codici sconto per gli on-line store delle case più famose. Ovviamente per fare questo ti serve un booking engine professionale che ti permette gestire la cosa in automatico.

7. Convenzioni con altre aziende: ristoranti del circondario, parchi giochi, centri benessere, musei, attrazioni, negozi di abbigliamento della zona. Trasforma il tuo parco clienti in una shopping comunity. Studia le loro abitudini, cerca di capire cosa e dove acquistano (non c’è bisogno di fare chissà quali ricerche, ti basta guardare con che buste tornano in hotel) e contatta gli altri esercenti. Metti in evidenza sul sito gli sconti a cui avranno diritto i tuoi clienti presso le altre attività. Specifica che gli sconti valgono solo per chi prenota direttamente dal sito ufficiale. In America si chiama join venture ed è una strategia commerciale all’ordine del giorno. In Italia non lo fa nessun ma ti assicuro che è un ottimo modo per scambiarsi pubblicità e clienti con altre attività e offrire ai tuoi ospiti un benefit di sicuro interesse.

Ok, queste sono le tecniche pratiche più efficaci che ho sperimentato finora. In realtà ce ne sono anche altre che hanno portato risultati positivi e altre ancora in fase di sperimentazione.

Per cominciare ti consiglio di scegliere le 3-4 tecniche che ritieni più adatte per il tuo hotel ed implementarle appena possibile.

Ti consiglio di non rimandare questa attività, non finire nemmeno di leggere questo articolo, fallo S U B I T O!

Sei ancora qui? Marzo è da sempre un mese di ripresa per richieste e prenotazioni e questo potrebbe essere il momento migliore per misurare risultati e miglioramenti.

Se ti è piaciuto l’articolo di oggi clicca su mi piace e condividi, se hai sperimentato tecniche diverse o hai in mente altre idee per nuovi esperimenti ti invito a scriverle nello spazio per i commenti che trovi in fondo alla pagina.

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Copywriting per hotel: TUTTO quello che devi sapere

Scopri tutti i segreti del copywriting per hotel per attirare un flusso costante di lettori

e crea con loro un legame indissolubile per trasformarli nei tuoi migliori clienti

Ed eccoci qui.

Dopo la diretta della scorsa settimana dove ho parlato per circa un’ora di copywriting per hotel, ho deciso di farmi un giro sul web per fare una ricerca delle informazioni disponibili.

Ed ho capito tante cose.

Ho capito che nonostante il copy sia una competenza DETERMINANTE per sviluppare il marketing di un hotel, attualmente il panorama-web dei contenuti disponibili in italiano è oggettivamente POVERO.

Pochi contenuti, pochi autori, pochissimi veri ESPERTI.

Poco di tutto.

E così, ho deciso di rimboccarmi le maniche e sfidare word con l’obiettivo di mettermi in cima ai risultati di Google per offrire a chi naviga in cerca di informazioni sul copy una guida completa, frutto della mia esperienza negli ultimi 4 anni.

Quindi, per prima cosa, riavvolgiamo il nastro.

30 marzo 2013.

Ricordo benissimo quel giorno.

Era un sabato pomeriggio.

La mia inter aveva appena perso contro la Juve ed io ero a casa da solo.

Una cosa che mi capita spesso, considerando che anche mia moglie lavora in hotel (ma dai?!).

Ero appena tornato dall’ennesima settimana in giro per l’Italia e stavo facendo il punto della situazione mentre cercavo di recuperare le energie.

“…Incontro decine di albergatori ogni settimana.

Molti di loro vivono imprigionati nel paradosso.

Sono scontenti dei risultati ma non fanno altro che lamentarsi.

Dovrebbero impegnarsi di più, studiare di più, sviluppare nuove competenze.

Invece rimangono legati a procedure vecchie di 20 anni.

Mi fanno una gran rabbia.

Ma…

Alcuni di loro sembrano voler reagire.

Sono curiosi, mi fanno domande.

A volte ci incontriamo per un semplice caffè e finiamo a parlare per ore del mercato, di marketing, di revenue, di cosa deve fare un albergatore oggi per competere sul mercato.

Solo che io sono uno.

E per quante energie possa avere non riuscirò mai ad incontrarli tutti.

A meno che…

A meno che non inizi a condividere contenuti su un blog per attirare e coinvolgere gli albergatori che sono la fuori da qualche parte in cerca di informazioni che possano farli svoltare.

Che in fondo sono quelli che meritano di più il mio aiuto…”

E così ho scritto il mio primo articolo sul revenue management.

Che a rileggerlo oggi mi fa un po’ sorridere.

Ma che in realtà è stato il più importante perché è quello da cui TUTTO è iniziato.

4 anni dopo.

Oggi, dopo 4 anni, il mio blog contiene oltre SESSANTA articoli.

Nel 2016 ho ricevuto qualcosa come 35.000 utenti unici

2.500 albergatori si sono iscritti alla mia newsletter.

Nel 2015 ho creato con il mio socio Daniele Sarti il gruppo Facebook “Albergatore Pro”, una community che OGGI conta oltre 1.000 albergatori.

Abbiamo organizzato il primo evento Albergatore Pro ed è andato sold out.

Sono stato invitato come relatore a decine di eventi e corsi professionali e ho tenuto un paio di lezioni all’università.

Ti stai chiedendo perché ti sto annoiando con le mie esperienze in un articolo che parla di copywriting?

Hai ragione (tra un paio di righe ti rispondo).

Anche io (come tutti) odio le persone autoreferenziali (cioè quelli che passano la vita raccontarsi quanto sono bravi).

Ma in questo caso c’è un motivo ben preciso dietro la mia scelta.

Ti ho raccontato alcune delle mie esperienze degli ultimi 4 anni perché…

E’ successo tutto grazie al copy.

Proprio così.

Quando ho iniziato non avevo grandi risorse economiche da investire sul marketing.

Avevo solo un obiettivo in mente.

Volevo riunire gli albergatori più capaci, ambiziosi e determinati sotto lo stesso tetto per raccogliere esperienze di successo e condividerle.

Volevo dare il mio contributo.

Per ALZARE IL LIVELLO degli albergatori e degli hotel italiani.

E per farlo mi sono messo a scrivere.

Ora, ti ho raccontato la mia esperienza perché in realtà i principi di base del copywriting sono gli stessi a prescindere dal settore nel quale decidi di andare ad applicarli.

Tradotto: non voglio complimenti, voglio solo che tu sappia che so di cosa parlo.

Poi ovviamente i principi del copy vanno declinati.

Ed è esattamente ciò che vedremo nell’articolo (guida) di oggi.

Ma partiamo dal principio.

Che cos’è il copywriting?

Da wikipedia: il copywriting è “l’azione di scrivere testi con l’obiettivo di creare annunci pubblicitari o altre forme di marketing.”

Ora prima di proseguire sappi che siamo già di fronte ad una salita degna del miglior Pantani (quanto mi manca il pirata).

E sai perché?

Perché la definizione di copywriting in italiano NON ESISTE.

Nemmeno su Wikipedia.

Proprio così.

C’è la definizione di copywriter ma non quella di copywriting.

Poco male.

Quella che ti ho postato è l’esatta traduzione della definizione in inglese.

Definizione che continua così: “il risultato del copywiriting (copy) è un contenuto scritto finalizzato a rafforzare un brand e, in ultimo, a persuadere una persona o un gruppo di persone a compiere una particolare azione.”

Ok, questo è quello che trovi su wikipedia.

Adesso ti do la MIA definizione personale.

Il copywriting è la capacità di scrivere un testo in grado di entrare in sintonia con chi legge per creare una relazione e portarlo a compiere un’azione.

Come vedi non ho precisato il contesto.

Perché personalmente non credo che il copywriting sia necessariamente finalizzato all’ambito business.

Per farti un esempio.

Anche una lettera scritta ad una ragazza per chiederle di uscire è copywriting (se alla fine la ragazza accetta) ?

Non esiste al copy senza marketing.

Adesso ti do una cattiva notizia.

Il copy da solo non basta per vendere (ne per uscire con una ragazza).

Esattamente come non basta saper sparare per vincere una guerra.

Ci vuole una strategia.

E questa strategia si chiama marketing.

Ma dato abbiamo trattato l’argomento decine di volte in altri articoli, oggi non voglio dilungarmi troppo.

Quindi ti darò solo due concetti iper-semplificati giusto per essere sicuro che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

Ogni hotel deve:

  • Scegliere un cliente target (famiglie, coppie, sportivi, ciclisti, surfisti, amanti del cinema ect)
  • Definire una propria idea differenziante: siamo il miglior hotel per (famiglie, coppie) perchè, a differenza di tutti gli altri hotel, siamo in grado di offrire questo particolare servizio (rilevante per il cliente target) che nessun altro hotel offre o con un maggior livello di specializzazione rispetto a tutti gli altri hotel.

Ora capisci anche tu che, una volta definiti questi due punti (anche se in realtà gli aspetti da considerare sarebbero tanti altri), il tuo obiettivo diventa immediatamente più chiaro.

Perché ora sai qual’è la rotta da seguire.

Attirare persone in target ed entrare in empatia per trasmettere il tuo messaggio ed amplificare la TUA idea differenziante.

A questo punto mi dirai:

Si ma cosa devo scrivere?

Abbi pazienza.

Non penserai che la lezione sia finita dopo sole 1120 parole?

COSA, COME e QUANDO scrivere.

La prima cosa a cui devi pensare quando ti metti di fronte alla tastiera è il tuo cliente target.

Ti dirò di più.

Alcuni di corsi di copywriting che ho seguito suggeriscono di tenere vicino una foto del tuo miglior cliente e guardarla di tanto in tanto mentre scrivi per entrare nella modalità “dialogo dal vivo”

Come fai a scegliere il tuo miglior cliente?

Ci sono diverse varianti della definizione “miglior cliente”

  • Un cliente che rappresenta molto bene la demografica del tuo cliente tipo (ti spiego meglio tra qualche riga)
  • Un cliente soddisfatto
  • Un cliente che ha comprato da te diverse volte nel tempo. (personalmente la considero l’opzione più efficace)

Una volta scelta la tua opzione devi creare una mappa dettagliata delle caratteristiche di questa persona:

  • Demografica (età, sesso, stato civile, professione, reddito)
  • Desideri
  • Frustrazioni
  • Abitudini
  • Hobby (dove e come spende i suoi soldi, cosa guarda in tv)
  • Contro cosa si batte (il capo-ufficio, le tasse, la mancanza di tempo)
  • L’immagine che ha di se
  • Il VERO motivo per cui sceglie di spendere soldi nel tuo hotel (rafforzare il proprio status, sentirsi il papà della famiglia del mulino bianco, risparmiare, evitare complicazioni e sbattimenti)

Il mio consiglio è sfruttare l’elenco dei punti di cui sopra e TRASCRIVERE una specie di “radiografia” del tuo cliente tipo.

Ora sei pronto per produrre contenuti.

Ok, ma come?

Abbiamo già detto che il copywriting è una modalità di scrittura che simula una conversazione tra persone che si conoscono?

Ok, allora te lo dico adesso.

Il miglior consiglio che ho mai ricevuto sul copy è:

“Scrivi come se PARLASSI ad una persona che conosci MOLTO bene”

Risultato?

Se impari a fare quello che ti insegnerò oggi, alla fine le persone che ti leggono si comporteranno con te come se ti conoscessero veramente. (su questo punto ci torniamo)

Ma dato che sono partito con l’obiettivo ambizioso di creare la guida più completa in Italiano sul copywriting per l’hotel, ora scendiamo ancora più nel dettaglio.

Come parli con una persona che conosci bene?

  • Eviti parole complicate
  • Salti qualche congiuntivo (lo facciamo tutti dai)
  • Usi esempi e metafore (tipo quella di pantani di prima)
  • Fai riferimento a fatti e persone che riguardano la persona con cui parli (ad esempio se devi dire che un tale è molto alto non dici semplicemente che è alto, fai riferimento ad una persona alta che conoscete entrambi; è più alto di Luca. O di Shaquille O’neill come direi io ai miei amici)

Ora, tornando a noi, il copy deve essere considerato come un mezzo (potentissimo) per rafforzare il brand di un hotel e per attirare il maggior numero di persone in target, con l’obiettivo finale di portare a prenotare.

Te lo ridico?

Il copy è un mezzo POTENTISSIMO per sviluppare e rafforzare il brand del TUO hotel e attirare il maggior numero di persone in target con l’obiettivo finale di portarle a prenotare.

Per farlo devi imparare a creare una connessione tra le cose che consoci del tuo cliente tipo e il tipo di esperienza che offri nel tuo hotel.

So già cosa stai pensando.

I tuoi clienti non sono TUTTI uguali.

Chiaro.

Ma il copywriting è una modalità di scrittura uno-a-tanti e ti impone di fare una scelta.

Al contrario di quello che sostengono alcuni consulenti (scarsi), se parliamo di marketing non ha senso segmentare troppo la comunicazione.

Quindi parla solo con un tipo di cliente.

Fregatene degli altri.

Perché parlare solo con un cliente NON significa escludere tutti gli altri.

Significa semplicemente essere molto più efficaci e incisivi nei confronti del tuo cliente tipo.

Quindi, se il tuo cliente tipo è, chennesò, un impiegato, parla con l’impiegato.

Ti faccio un esempio:

Se il tuo è un hotel per coppie e prometti privacy e atmosfera romantica, vai dritto al punto.

Spiega che nella tua spiaggia privata non ci sono mocciosi che urlano disperati se come fossero appena stati rapiti da un orco.

Questo suonerà benissimo per le coppie in cerca di romanticismo.

Ma NON escluderà affatto quelle famiglie che hanno educato i propri figli secondo gli antichi canoni dell’educazione (esistono ancora?)

Allo stesso modo.

Se il tuo target sono principalmente imprenditori, parla con loro spiegando perchè il tuo hotel rappresenta la scelta perfetta per chi cerca una destinazione esclusiva per staccare dallo stress della vita da capitano d’azienda.

Sei sai toccare le corde giuste il tuo messaggio arriverà comunque anche ai manager e a tutti colori che ambiscono a quello stile di vita.

Garantito.

Anche qui l’idea è creare un elenco di temi “hot” che siano in grado di accendere le persone che ti leggono.

Hai un hotel per famiglie con bambini piccoli?

Mi spieghi perché nessuno parla del disagio che si vive nei primi mesi di vita del pupo, delle notti insonni, della stanchezza e di tutti i sacrifici che richiedono queste splendide creature?

Descrivere dettagliatamente la situazione e gli stati d’animo è un metodo infallibile per creare una connessione immediata e potente con i tuoi lettori.

A quel punto non resta che spiegare come una settimana nel tuo hotel rappresenta un’autentica oasi di pace dove mamme e papà possono riposarsi, rilassarsi o semplicemente cenare senza interruzioni mentre qualcuno si preoccupa di intrattenere e far divertire la loro “amorevole bestia di satana”.

Ultimo appunto a proposito di cosa scrivere.

Quando ti dico di segnarti cosa guarda in TV il tuo cliente target non è che sto cercando di seguire le orme del tenente Colombo (anche se era un mito).

Semplicemente ti sto aiutando a raccogliere delle molliche di pane che poi ti serviranno per attirare le persone verso di te.

Vuoi un esempio?

Scrivere “finalmente potrai guardarti in pace la tua puntata di un posto al sole ” è molto diverso dal dire potrai finalmente guardare la tv in pace.

E’ il classico trigger (innesco) che permette alle persone di riconoscersi.

E se hai notato ho appena usato la stessa tecnica parlandoti del tenente colombo 😉

Poi c’è la concorrenza.

Devi sempre tenere la concorrenza nel mirino.

Ricorda.

Ogni 3 contenuti che produci almeno uno deve servire per riposizionare il tuo servizio rispetto alla concorrenza.

Già, ma sei sicuro di conoscere TUTTI i tuoi concorrenti?

  • Gli altri hotel nella tua destinazione
  • Gli hotel con il tuo stesso target in altre destinazioni
  • Altre cose che il tuo cliente target potrebbe decidere di acquistare al posto del tuo servizio (gadget tecnologici, abiti firmati ma anche titoli di stato!)
  • Il divano di casa: si, hai letto bene. Molto spesso vendere qualcosa significa vincere la concorrenza di una NON scelta. E rinunciare ad una vacanza o ad un evento aziendale è un grave errore che potrebbe avere un impatto molto negativo sulla vita del tuo potenziale cliente. Spetta a te salvarlo. Con il tuo marketing e il tuo copy?

Ora, se sei arrivato a leggere fino a questo punto, dovresti aver capito l’importanza del copy.

E a grandi linee sai ti sarai fatto un’idea su come e cosa scrivere.

Ma..

“Anche se decidessi di farlo io ho mille altre cose a cui pensare e non ho tempo per mettermi a scrivere”

O almeno questo è quello che mi dicono alcuni tuoi colleghi albergatori.

L’hai pensato anche tu?

Sappi che NON è vero.

In realtà, il problema non è il tempo.

Il problema è che non conoscendo la materia, non conosci i passaggi da fare e quindi perderesti MOLTO tempo a pensare cosa fare..

PRIMA ANCORA DI COMINCIARE.

Esattamente quello che succederebbe a me se provassi a cambiare una gomma.

Non l’ho mai fatto, non so farlo e impiegherei mezz’ora solo per capire dove si trova il cric. (si usa ancora?)

Bene, ora pensa per un attimo ai meccanici della Ferrari.

CONOSCONO LE PROCEDURE, sanno esattamente quali sono i passaggi da fare e in che ordine.

Sono perfettamente coordinati tra loro.

Secondo te quando arriva il momento devono pensare cosa fare?

Assolutamente no.

Infatti ci impiegano tra i 2 e i 3 secondi per completare l’operazione.

Ecco.

Nel copywriting è la stessa identica cosa.

Scrivere un contenuto in copy in realtà è UN’OPERAZIONE VELOCISSIMA.

E ti assicuro che se segui i passaggi presenti in questa guida dopo qualche settimana ti basteranno pochi minuti per produrre un testo efficace.

“Si, ma quanto devo scrivere?”

Alcuni albergatori sono letteralmente terrorizzati dalla questione del quando scrivere e ogni quanto.

Ti tranquillizzo subito.

Non esistono regole esatte. Ne formule magiche.

Ognuno ha il suo ritmo.

Ovviamente NON è sufficiente scrivere due volte l’anno prima di pasqua e capodanno per vendere le camere che ti sono rimaste.

Ne ti direi di scrivere un contenuto al giorno (anche se personalmente è quello che faccio)

Facciamo così.

Una volta che hai imparato a produrre contenuti efficaci in un tempo ragionevole (diciamo mezz’ora?), più spesso scrivi meglio è.

Ma non deve essere una cosa tipo timbrare il cartellino.

Se un giorno sei stanco, impegnato o hai la testa altrove, meglio evitare.

Non ha senso scrivere “tanto per”.

Anzi.

Ogni volta che produci un contenuto prima di pubblicarlo/inviarlo fatti queste tre semplici domande:

  • Quello che ho scritto è interessante per chi legge?
  • Aiuta a rafforzare la relazione tra me e i miei lettori?
  • Mi aiuta a chiarire perché il mio hotel rappresenta la scelta più indicata rispetto alle alternative?

Se puoi rispondere onestamente SI ad una delle 3 domande, procedi pure.

Altrimenti cestina tutto (e rimanda al giorno successivo)

Studia prima di delegare.

C’è un’altra cosa importantissima che vorrei precisare prima di proseguire.

E in realtà non riguarda nemmeno il copy nello specifico.

Diciamo piuttosto che è una di quelle “regole d’oro” che devi tener presente in ogni ambito del tuo business.

Ed è molto semplice.

“Non puoi delegare qualcosa che non conosci”

Sarò più preciso.

Non devi essere il miglior cameriere del tuo hotel per poter delegare a qualcun altro il compito di servire i clienti in sala.

Ma, come minimo, devi conoscere tutte le dinamiche del reparto per creare degli standard e suddividere gli incarichi.

Per il copy è la stessa cosa.

Se non conosci almeno le basi non puoi affidarti ad un consulente perché non saresti in grado di valutare quello che fa.

Da dove partire?

Intanto parti da questa guida che è più completa di qualsiasi altra info gratuita disponibile on-line in italiano.

Come faccio a saperlo?

Perché ho letto TUTTO, parola per parola.

(E ti garantisco che se avessi trovato qualcosa di sufficientemente completo ed efficace mi sarei risparmiato volentieri la faticaccia di investire due giorni di festa davanti al computer ?)

Poi se il tema copy ti interessa e vuoi approfondire con me e decine di colleghi albergatori ti aspetto a settembre al corso Albergatore Pro dove ti insegnerò un metodo step-by-step per attirare clienti in target e trasformarli in clienti alto-spendenti.

Se invece non ti piace come scrivo e vuoi cercarti un altro esperto, no problem ?

L’importante è che prima di firmare qualsiasi cosa ti assicuri che abbia ottenuto risultati misurabili col suo copy.

  • Quante visite fa il suo blog? (perché ce l’ha un blog vero?)
  • Quanti iscritti ha la sua newsletter? (perché ce l’ha una newsletter, si?)
  • Quanto tempo passi a leggere quello che ti scrive (perché ti scrive costantemente, giusto?)

Il giusto copy per ogni canale.

Posto che abbiamo visto cos’è il copy, perché ho deciso di realizzare la guida più completa mai scritta sul tema copywiting per hotel , come, cosa e quando devi scrivere, penso sia importante aprire una parentesi sui diversi canali attraverso i quali puoi diffondere le tue comunicazioni.

Perché per quanto i principi del copy siano universali “ogni campo ha le sue regole”.

Sito ufficiale: c’è chi dice che un’immagine vende più di mille parole. Ovviamente non sono d’accordo ?

O meglio.

Sono assolutamente consapevole che le immagini abbiano un fortissimo potere evocativo.

Ma sono altrettanto convinto che le immagini da sole NON bastano.

Facciamo un esempio?

Mettiamo che tua abbia un hotel a Capri e che tu abbia deciso di mettere in home page una foto dei faraglioni.

Spettacolare, suggestiva.

Ma da sola cosa comunica?

Vieni a Capri!

E se non è affiancata da un testo che chiarisce immediatamente perché il tuo hotel rappresenta la scelta ideale per chi vuole godersi Capri…

Beh, ci siamo capiti.

Quindi il copy del TUO sito ha un importanza strategica fondamentale.

Il mio consiglio è impostare i contenuti su due livelli:

  1. Copy emozionale
  2. Copy razionale

Nel livello emozionale l’obiettivo è quello di creare un testo di poche parole che sia in grado di toccare i bottoni emotivi del tuo cliente target (per questo vatti a rileggere il paragrafo della radiografia altrimenti facciamo notte). Diciamo che la home page è la destinazione naturale del copy emotivo.

Nel livello razionale invece devi dare al tuo cliente un motivo razionale con cui giustificare la scelta fatta emotivamente nel livello emozionale.

Per intenderci: il tuo cliente in realtà avrà acquistato la possibilità di avere una camera con affaccio sul mare dal quale farsi un selfie per far sapere a tutti i suoi amici quanto è figo.

Il tuo compito mentre crei un copy razionale è dargli un motivo per giustificare a sua moglie i 100 € in più (a notte) che ha speso per quella vista.

Quindi dovrai parlargli del fatto che nel prezzo è incluso il servizio navetta che li porterà in piazzetta ogni volta che vogliono (risparmiando 15 € a corsa) oltre l’accesso alla spiaggia privata a Marina piccola, lontana dal caos che rovinerebbe la loro esperienza romantica ?

Poi ovviamente il sito dovrà essere ricco di contenuti, informazioni utili e, perché no, dovrà prevedere una sezione con le risposte alle domande più frequenti che ricevi di persona, via mail o al telefono.

Esempi:

  • orari di check-in e check-out
  • cosa succede se arrivo prima dell’orario check-in?
  • dove posso depositare i bagagli?
  • quanto costa un taxi dall’aeroporto?
  • posso usufruire dei servizi nel girono della partenza dopo aver liberato la camera?
  • posso far recapitare un pacco a mio nome prima dell’arrivo?
  • che tipo di prese dispone il videoproiettore nella sala congressi?
  • esiste un servizio di segreteria per registrare gli ospiti prima dell’arrivo?
  • esiste la possibilità di organizzare una cena in una sala riservata per gli ospiti in sala?

Blog: il blog è la destinazione naturale del copy “lungo”. Qui puoi (devi) dar sfogo a tutta la tua esperienza di albergatore.

Mi spiego meglio.

Il giusto metodo per gestire un blog è creare un calendario editoriale.

Per farlo ti basta fare mente locale e ripercorrere le conversazioni che ti capita di sostenere più spesso con i tuoi clienti e/o potenziali clienti.

A questo punto devi mettere giù un elenco per punti.

E creare un articolo sviluppando ogni singolo punto.

Di seguito trovi alcuni esempi:

  • Parlare di un determinato artista poco dopo la pubblicazione delle date del prossimo tour (se è una delle date è nella destinazione del tuo hotel)
  • Parlare di un determinato evento sportivo (che si terrà vicino al tuo hotel)
  • Dare suggerimenti per le cose da fare nella tua destinazione a Pasqua, Capodanno o altre date particolari
  • Cosa fare in una giornata di pioggia a (tua destinazione)
  • Come stupire la tua lei per San Valentino (portandola in hotel)
  • Quanto è importante fare una colazione completa per essere produttivi durante la giornata
  • Perchè organizzare una presentazione in hotel aumenta il valore percepito del tuo nuovo prodotto servizio
  • Perché organizzare una due giorni in hotel con il tuo staff è il miglior modo per fare team building
  • Perché premiare i tuoi dipendenti con buoni soggiorno in hotel è il miglior modo per tenere la loro mente aperta (mentre tu risparmi i contributi e scarichi le tasse)

Una volta sviluppato il contenuto ricordati sempre qual è il tuo mestiere.

Sei un albergatore, non uno scrittore.

Quindi inserisci sempre all’interno del testo riferimenti al tuo hotel e call-to-action che invitino il lettore a contattarti per ricevere maggiori informazioni.

Email marketing: lasciami dire che l’email marketing è un canale efficacissimo, totalmente ignorato dagli albergatori.

Si, perché per quanto mi capiti di vedere siti curati e (alcuni) blog figli di intuizioni strategiche sensate, se parliamo di email marketing siamo davvero al DESERTO DEI TARTARI.

Il 90% degli albergatori italiani non fanno email marketing.

Il 10% lo fanno malissimo.

“Abbiamo ancora 20 camere da vendere per il ponte del 1 maggio, chiama quello del sito che facciamo una newsletter!”

Lo ripeto per la MILLESIMA volta: fare email marketing NON significa fare due mail all’anno per recuperare l’invenduto a ridosso degli eventi.

Questo NON significa fare email marketing.

Significa essere IGNORANTI.

Nel senso che si ignora il corretto uso dello strumento e i risultati che il corretto uso genererebbe. Fine.

L’obiettivo dell’email marketing (fatto bene) è creare e mantenere una relazione con gli iscritti alla lista, che siano clienti o potenziali clienti.

Te la rifaccio più semplice?

L’obiettivo delle tue email deve essere STAMPARE il tuo nome nella mente dei tuoi clienti e potenziali clienti.

Ovviamente questo NON significa che devi diventare uno stalker.

Significa che il tuo nome deve essere sempre presente nei ragionamenti del tuo cliente e che devi ripetergli, più spesso che puoi, perché IL TUO HOTEL rappresenta la scelta migliore per lui.

Ti ricordi quando prima, nella radiografia del tuo cliente target, ti ho fatto inserire il punto “contro cosa si batte”?

Ecco, devi sempre avere chiaro chi sono “i nemici” del tuo cliente target.

Considerando che i suoi nemici NON sono sempre persone fisiche.

Ad esempio.

Se il tuo cliente è un impiegato è molto probabile che, oltre al suo capo ufficio, uno dei suoi grandi NEMICI sia…

IL LUNEDI.

Proprio così.

Se dai un’occhiata alla tua bacheca di fb ti renderai conto che la maggior parte delle persone vivono facendo un lavoro che odiano dal lunedì al venerdì.

Lo so che è assurdo ma è così.

Ora. In modo prendere consapevolezza di ciò puoi aiutarti a fare marketing?

Te lo dico subito.

Niente unisce di più due persone del fatto di avere un nemico comune.

Quindi…

Devi semplicemente dimostrare al tuo cliente target che sai chi sono i suoi nemici e che ti schieri al suo fianco per combatterli.

In che modo?

Ti faccio subito un esempio.

Se hai un hotel leisure e mandi una mail di lunedì mattina scagliandoti contro la routine della vita di ufficio, contro una società che ci costringe a vivere da prigionieri per pagare le rate di un mutuo, contro gli atteggiamenti dispotici di un capo che vomita le sue frustrazioni contro persone (come il tuo lettore) che vorrebbero semplicemente fare bene il proprio lavoro…

Beh, il risultato è quasi garantito.

L’oggetto potrebbe essere una cosa del tipo [EVADI dalla tua prigione] oppure [Ogni maledetto lunedí]

E alla fine della mail inserirai un link con un offerta per una settimana di relax (nel tuo hotel) spiegando al tuo lettore che il solo gesto di prenotare gli darà la forza per sopportare lo schifo dei mesi che lo separano dalle vacanze potendosi rifugiare in un pensiero felice ogni volta che ne ha bisogno ?

Non so sei ti sei reso conto che solo le ultime 20 righe sono l’equivalente di una consulenza da 3 k.

Niente paura, non voglio solo soldi. Te lo faccio notare solo perché a fine articolo ti chiederò una condivisione come ricompensa?

Social media: Anche i social media hanno un grande potenziale per gli hotel.

Ma, per prima cosa, facciamo una scrematura.

I social su cui ti consiglio di investire sono due:

Facebook e instagram.

Solo che instagram, per quanto efficacissimo, è un social esclusivamente visual (dedicato a foto e video) quindi si presta poco al copywriting.

Per questo motivo ho realizzato un intero corso con tutte le strategie e le tecniche per incrementare visibilità e fatturato del tuo hotel tramite instagram.

Facebook invece NON ha limiti di caratteri e si presta molto bene al contenuto copy.

Per darti una prima indicazione diciamo che su fb la strategia può essere mista.

Puoi alternare copy emozionale e copy razionale.

Ti consiglio di creare contenuti che siano a metà tra un blog post (lungo) e i testi della home page del tuo sito (brevi)

Anche le immagini hanno un ruolo fondamentale.

Diciamo che le immagini, insieme al titolo del post (che deve sempre essere presente e staccato dal resto del testo), ti servono per catturare l’attenzione del tuo lettore e tirarlo dentro.

Dentro al singolo post.

Dentro alla tua strategia.

Mi spiego meglio.

Anche se pubblichi sulla pagina fb del tuo hotel, devi iniziare a considerare questa pagina come una vera e propria community.

L’obiettivo è attirare persone che hanno desideri, passioni e valori comuni.

Quindi sei hai un hotel in montagna, la pagina del tuo hotel deve essere, PER PRIMA COSA, una sorta di ritrovo per gli amanti della montagna.

Devi creare contenuti che spieghino perché le vacanze in montagna sono meglio rispetto le vacanze al mare.

Questo aspetto è molto importante.

Quando parli di qualcosa non devi MAI definirla l’opzione migliore in senso assoluto.

Perché la mente umana non ragiona MAI in senso assoluto.

Ragiona in senso relativo.

Quindi se vuoi promuovere qualcosa devi spiegare rispetto a cosa è migliore, o meglio, più adatta per il tuo cliente target.

Una volta creata la tua community, DEVI restringere il focus sul tuo hotel.

Devi quindi spiegare perché il tuo hotel è la scelta migliore per chi ama le vacanze in montagna, rispetto agli altri hotel nella stessa destinazione, rispetto agli hotel con lo stesso target in altre destinazioni.

Devi inserire call to action.

Puoi condividere testimonianze video o recensioni scritte dei tuoi clienti soddisfatti.

Devi creare SEMPRE offerte a scadenza.

Hai notato che NON ti ho ancora parlato del fatto che devi condividere storie “dietro le quinte” ed episodi quotidiani della vita nel tuo hotel?

Confesso.

Non l’ho fatto perché HO PAURA.

Paura di come questi consigli vengono interpretati.

Perché, in linea di massima sono anche d’accordo sul fatto che i social servano anche per accorciare le distanze tra hotel e clienti.

Il problema è, come sempre, che questo non va fatto “giusto per”.

Ha senso condividere storie “dietro le quinte” ed episodi quotidiani SOLO SE rafforzano la relazione con il cliente o il brand del tuo hotel.

Esempio:

Parlare dei componenti del tuo staff ha senso solo le esperienze e le caratteristiche delle persone sono in grado di rafforzare la promessa che fai ai tuoi clienti.

Quindi se il tuo maitre ha un super curriculum ma ha lavorato solo in hotel di catena, dirlo NON ha senso se gestisci un bed & breakfast di 8 camere con atmosfera familiare.

Chiaro il concetto?

Compiti a casa.

Ora non ci crederai, ma siamo già arrivati a 4.840 parole e ho affrontato solo i temi principali di cui volevo parlarti riguardo al copywriting per hotel.

In realtà ci sarebbero mille altri aspetti e sfumature da considerare ma preferisco NON mettere subito troppa carne al fuoco.

Come dici?

Ti serve un’altra spintarella per passare dalla teoria alla pratica?

Ok, facciamo finta che tu sia già mio cliente e questa sia stata la nostra prima lezione privata.

Prima di fissare il prossimo appuntamento, ti do i compiti per casa.

  • Per prima cosa stampati la guida e rileggerla almeno due volte.
  • Ora prendi carta e penna e butta giù la radiografia mentale del tuo cliente target.
  • Adesso crea un elenco di almeno 10 temi che andrai a sviluppare nei tuoi contenuti (ricorda di considerare desideri, paure, nemici e hobby mentre crei l’elenco dei temi).
  • Fai in modo che almeno 3 dei 10 temi che hai scelto ti consentano di posizionare il tuo hotel rispetto a TUTTI i tuoi competitor.
  • Cerca su fb una foto del tuo cliente target e, mentre ce l’hai davanti agli occhi, immagina come cominceresti una conversazione con lui
  • Adesso apri word e mettiti a scrivere!!

Ok, per oggi basta così.

Da parte mia penso di averti dato tutte le istruzioni che avrei voluto avere io il giorno che ho iniziato a produrre i miei contenuti.

Quindi ora parti avvantaggiato.

Se segui le indicazioni risparmierai decine di ore e saprai essere molto più efficace di me, in meno tempo.

Adesso dipende tutto da te.

Fai tesoro di quello che hai imparato, rimboccati le maniche e comincia subito a trasformare i tuoi testi scritti in una gigantesca calamita per i tuoi lettori.

In cambio, come da accordi, ti chiedo solo di condividere questo articolo per aiutarmi a scalare i risultati di google e diffondere un po’ di cultura sul tema copywriting per hotel.

P.s. Se la cosa ti appassiona e non sei ancora sazio, c’è un solo modo per placare la fa tua fame di sapere.

Iscriviti subito al prossimo corso Albergatore Pro.

Ti insegnerò personalmente come impostare la tua strategia di marketing e come creare il brand del tuo hotel per armare il tuo copywriting con le più potenti munizioni disponibili sul mercato ?

P.p.s. Sei pronto ad unirti all’esercito di albergatori piu cazzuti d’Italia?


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Come funziona Tripconnect

Come funziona Tripconnect? Vale la pena attivarlo?

Ecco il mio punto di vista sulla nuova applicazione di Tripadvisor

A 5 mesi dal lancio ufficiale della nuova funzionalità di Tripadvisor presentata al TTG di Rimini, mi trovo sempre più spesso a rispondere a clienti che mi chiedono un parere in proposito.

Prima di condividere il mio punto di vista però, credo sia il caso di chiarire bene di cosa stiamo parlando e come funziona il sistema dal punto di vista tecnico e commerciale.

Tecnicamente il processo è abbastanza semplice: Tripadvisor si interfaccia con le principali aziende che distribuiscono booking engine per gli hotel. In questo modo il visitatore vedrà, sulla pagina di Tripadvisor dell’hotel che sta consultando, le tariffe che l’albergatore ha pubblicato sul sito ufficiale a confronto con quelle delle varie OTA.

Questo dovrebbe permettere agli albergatori di competere alla pari con le principali OTA per sfruttare la visibilità e incrementare le prenotazioni dirette.

E’ ovvio che la promessa fa gola a molti. Come ti ho spiegato nell’ultimo articolo, di questi tempi il tema della disintermediazione è molto sentito e tripconnect coglie la palla al balzo proponendosi come soluzione al problema.

Quanto costa la soluzione?

Veniamo ora all’aspetto commerciale della vicenda. Per poter collegare il booking engine alla propria pagina su Tripadvisor, l’albergatore deve acquistare “il profilo aziendale” che fino a qualche mese fa permetteva soltanto di pubblicare i recapiti diretti (mail, telefono e sito uficiale).

Considera che in seguito al lancio di Tripconnect i prezzi di listino dei profili aziendali sono cresciuti in virtù del nuova possibilità offerta gli hotel (per darti un idea per un 50 camere stagionale a Riccione il prezzo di listino è circa 5.000 € l’anno)

Ora sia ben chiaro che, se parliamo di business, non valuto mai un investimento in base al prezzo. L’unico (o almeno il più importante) parametro che devi considerare è il ROI e cioè il ritorno sull’investimento.

In questo caso la domanda sarebbe: se spendo 5.000 € l’anno per Tripconnect quante prenotazioni dirette in più posso aspettarmi realisticamente?

Non è finita qui però: oltre ad acquistare il profilo aziendale l’albergatore dovrà attivare una campagna di pay per click con un budget (esattamente come si fa su Google)  che verrà scalato ogni volta che un visitatore di Tripadvisor cliccherà sul link del booking engine dell’hotel (si parla di un una cifra che va da 0,10 € a 1 € per click).

Ovviamente il link al sito ufficiale dell’hotel sarà più in alto o più in basso rispetto ai link delle OTA in base al valore dell’ offerta fatta per il singolo click (di nuovo, esattamente come avviene su Google).

“Mi conviene attivare Tripconnect?”

Ora che abbiamo chiarito il funzionamento veniamo alla domanda che mi fanno i miei clienti e che probabilmente ti starai facendo anche tu.

Come ti ho detto, il parametro più importante che devi valutare per decidere se fare o meno un investimento è il ROI e onestamente ad oggi non ho dati sufficienti per risponderti con i numeri e darti una certezza assoluta (ho solo 3 clienti che l’hanno attivato ad inizio anno).

Certo, potrei consigliarti di provare (come fa qualche mio concorrente) sottolineando che l’azienda per cui lavoro è nell’elenco dei partner certificati. Ma come ormai avrai capito non è mia abitudine dare consigli “alla leggera” e non ti suggerisco di provare una cosa di cui io per primo non sono convinto.

Cosa penso di tripconnect

Pur essendo molto criticato dagli addetti ai lavori, Tripadvisor ha un brand fortissimo che ha stampato a fuoco un’idea nella testa delle persone:

Tripadvisor = recensioni

Le centinaia di migliaia di utenti che visitano il sito ogni giorno sono alla ricerca di giudizi sugli hotel che confrontano in base ai loro interessi e necessità.

E’ importante specificare che questa fase di ricerca avviene prima e spesso in un momento diverso rispetto alla prenotazione. Vediamo come:

  • Digito “hotel + nome città” su Google
  • Atterro sul sito di una delle OTA
  • Controllo i prezzi e i giudizi degli hotel che mi interessano
  • Vado su Tripadvisor a cercare e altri giudizi
  • Ne parlo con amici moglie e/o fidanzata
  • Cerco il sito ufficiale dell’hotel che ho scelto
  • Prenoto direttamente o torno sulla mia OTA di fiducia a prenotare

A parte i clienti business che viaggiano soli e non devono coinvolgere altre persone nella decisione, ti assicuro che questo è quello che avviene al 90% dei casi.

Ora la mia considerazione: tolto il 10% dei clienti che sono pronti a prenotare subito dopo aver letto le recensioni, chi tornerà su Tripadvisor per prenotare, una volta scelto l’hotel??

Vuoi la mia? Nessuno. E sai perché? Perché nella testa delle persone c’è questo:

Tripadvisor = recensioni

Booking.com/Expedia = prenotazioni

Nella prima fase, quando il visitatore sta cercando giudizi, è possibile che clicchi sul link del booking engine per controllare i prezzi, ma in quel momento in realtà non è ancora pronto per prenotare.

Il rischio che si corre è quello di attrarre nuovo traffico a pagamento (per ogni click) che non si concretizzerà in prenotazioni dirette se non supportato da un efficace strategia di disintermediazione.

Questo perché, una volta fatta la scelta, il cliente tornerà su Google a digitare il nome dell’hotel esattamente come faceva prima di Tripconnect e a quel punto inizierà la solita battaglia tra le OTA e il sito ufficiale, che dovrai combattere con tutte le armi che ti ho suggerito per disintermediare.

Per dovere di cronaca devo aggiungere che attivando il profilo aziendale è anche possibile pubblicare un offerta esclusiva (magari con  un benefit) specificando che vale solo per chi prenota da Tripdavisor.

Ora ti chiedo: ha senso investire sul profilo aziendale, sul pay per click e su un benefit esclusivo da destinare ai chi prenota su un sito di terzi? Gli albergatori avranno imparato ad evitare gli errori che hanno fatto in passato dando troppo potere alle OTA?

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