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Paolo faceva lo chef

Questa sera ti racconto la storia del Primo Albergatore Pro.

La storia di Paolo Giacometti, nostro cliente, Amico e studente.

Paolo NON è nato albergatore.

Nel senso che, pur avendo lavorato da sempre in hotel, è partito con altre mansioni.

È partito dalla cucina.

Anzi, per la precisione Paolo nasce Chef, con la C maiuscola.

Perché già nel 1980 era nella cucina dell’hotel Mare Pineta di Milano Marittima, all’epoca uno dei 5 stelle di mare più prestigiosi d’Italia.

Per poi proseguire con una serie di esperienze che lo hanno portato in giro per gli hotel di mezzo mondo.

Fino a quando nel 1998 ha deciso di acquistare una pensione nella quale per anni è rimasto dietro alle quinte (fornelli).

Perché i vecchi luoghi comuni dicevano che “i soldi in albergo si fanno in cucina.”

Poi, nel 2004, ha ribaltato tutto e ha ristrutturato completamente la vecchia pensione.

Perché aveva capito che il mondo degli hotel era cambiato.

E che se voleva tenere il timone il suo posto doveva essere dietro alla scrivania e non più dietro ai fornelli.

Ed è stata la svolta.

Per quello che per alcuni è stato un cambio di mentalità difficile da metabolizzare in 30 anni, per Paolo è stato un lampo.

Perché Paolo è umile.

Ed ha il coraggio di chiedere quello che non sa.

Anche se questo significa chiedere aiuto ad un ragazzo con 20 anni meno di lui che potrebbe essere suo figlio.

Noi ci siamo conosciuti circa 3 anni fa, per via di un vecchio gestionale che non lo convinceva più.

All’inizio mi è sembrato un tipo un po’ ruvido ma poi, la nostra comune passione/maledizione per l’inter, ci ha uniti giorno dopo giorno.

E cosi siamo diventati amici.

E dal gestionale siamo passati ai consigli sui prezzi, sul marketing, sul sito e tante altre cose.

In pratica Paolo, mi ha “costretto” a fondare Albergatore Pro, prima ancora che l’avessi immaginato.

È stato il PRIMO ad acquistare InstaHotel Pro (prima che esistesse) e il PRIMO iscritto al corso Albergatore Pro.

Ma non finisce qui.

Perché Paolo è anche l’incarnazione vivente dell’Albergatore Marketer.

La QUARTA stella del suo hotel.

Tanto che spesso nei corsi che tengo lo cito come ESEMPIO VIVENTE di quello che si puo ottenere con passione, umiltà, duro lavoro e voglia di imparare.

Ah si, perché Paolo oggi spacca di brutto.

E il suo Hotel Cervia cresce ogni anno in doppia cifra.

Tanto che ormai, quando pensa al prossimo investimento, sta seriamente valutando di aggiungere un piano per far posto a tutti i clienti che vorrebbero prenotare ma trovano pieno.

Perché te ne ho parlato proprio oggi?

Perché giusto ieri mi ha mandato una foto del planning per confermarmi che anche quest’anno ha piazzato un +14% sul 2016.

E il commercialista l’ha cazziato perché “FATTURA TROPPO”

E noi ci siamo fatti una risata alla faccia sua.

P.S. A questo punto della storia tocca a te scegliere il tuo destino.

Puoi fare come Paolo, venire a settembre, tornare a casa, metterti a studiare, applicare e prepararti a litigare col commercialista.

Oppure puoi rimanere li impalato davanti al computer a pensare che 847 € per un corso son troppi.

Vedi te, io nel dubbio il link te lo metto

https://www.albergatorepro.com/evento-albergatore-pro-2017/


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Calcolo della bottom rate - Pillola azzurra o pillola rossa

Oggi DISINTEGRIAMO un altro luogo comune (quanto mi piace).

Se apri un qualsiasi manuale tecnico relativo al revenue management alberghiero, scoprirai che gli esperti indicano una serie di costi, denominati variabili.

Per aiutare anche i neofiti del settore, sappi che corrispondono esattamente a quelli che in economia aziendale si definiscono costi marginali (cara vecchia ragioneria).

Cioè i costi di un’unità aggiuntiva prodotta, rispetto al totale dei costi di produzione.

Ovviamente dai costi marginali si escludono i costi fissi relativi ad affitto, retribuzioni dipendenti e cosi via.

Ora, sempre secondo gli esperti, la tariffa minima di vendita (o BOTTOM rate) va calcolata sommando i costi variabili per trovare un importo minimo al di sotto al quale non scendere MAI.

Facciamo un esempio:

Valore della colazione 4 € +
Costi variabili relativi alla camera (lavanderia, pulizia se in outsourcing, kit cortesia ect) 18 € +
Costi di cancelleria 1€ +
Costi utenze per consumi ecc. 3 € +
Commissioni cc 2€ +
Commissioni agenzie 8€
=======================
Diciamo che la somma di queste voci da un totale di 34 €

Secondo questa logica il prezzo minimo di vendita non potrà MAI scendere sotto questo importo e, in periodi di scarsa domanda, sarà tanto più vicino alla somma dei costi quanto l’elasticità mentale (loro la chiamano cosi) dell’imprenditore.

Chiariamoci: in matematica non ci sono opinioni, non esistono “secondo me”.

Quindi il calcolo è corretto. Fine.

Ma parte da un presupposto sbagliato perché esclude un fattore FONDAMENTALE.

Quanto vale il tuo brand?

Che cifra sono disposti a spendere, in più, i tuoi clienti target per prenotare il TUO hotel?

Il vero dramma è che la risposta è spesso ZERO perché il 99% degli hotel italiani sono commodity che offrono un servizio indifferenziato per il quale il cliente NON è disposto a spendere niente di più della somma dei costi.

Perché non percepisce valore aggiunto.

E, per inciso, NON è colpa dei revenue manager.

È una TUA responsabilità capire qual è il tuo mestiere.

Vendere a prezzo di costo vuol dire semplicemente NON essere un imprenditore.

Vuol dire, al massimo, far girare i soldi e non è quello che insegniamo su Albergatore Pro.

Il vero mestiere dell’imprenditore è un altro.

CREARE VALORE AGGIUNTO.

Un albergatore professionista è un esperto di marketing che studia il mercato, identifica una nicchia e predispone una comunicazione ed un servizio in grado di attirare e soddisfare i clienti DESIDERATI meglio dei competitor.

Adesso ti dico perché sei qui.

Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti.

Senti solo che c’è.

È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra.

Non sai bene di che si tratta ma l’avverti.

È un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto.

È questa sensazione che ti ha portato da me.

Ti interessa sapere cos’è?

A te la scelta.

Pillola azzurra, fine della storia.

Puoi continuare a gestire il tuo hotel come una commodity, abbassando e alzando i prezzi solo in funzione della domanda come una marionetta manovrata dal mercato e continuare a bestemmiare contro “i clienti ignoranti che cercano solo il prezzo basso e non capiscono la qualità”.

Pillola rossa, prendi il toro per le corna e ti iscrivi subito all’unico corso in Italia che coniuga marketing strategico e revenue management, ti rimbocchi le maniche e ti metti a studiare per creare il TUO brand e massimizzare i ricavi alla ricerca del prezzo più alto che i clienti sono disposti a pagare per prenotare il TUO hotel.

P.S. Se hai scelto la pillola azzurra, puoi lasciare il blog adesso, questo non è il posto per te.

Se hai scelto la pillola rossa, clicca subito sul link qua sotto per confermare la tua presenza prima che i prezzi salgano dal 1 giugno.

https://www.albergatorepro.com/evento-albergatore-pro-2017/

Ci vediamo dall’altra parte


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Persone, professionisti, Orwell & Dalì

« Bisognerebbe essere capaci di tenere presente che Dalí è contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano. Una cosa non esclude l’altra né, in alcun modo, la influenza. »

George Orwell.

=============================

Oggi vorrei parlarti di risorse umane.

Lo faccio perché recentemente ho avuto occasione di confrontarmi con uno dei manager più preparati che abbia mai conosciuto durante la mia carriera.

Parliamo di un ragazzo sui 40 anni, indiscutibilmente intelligente, studi economici alle spalle, grandi esperienze in campo alberghiero e voglia costante di continuare a formarsi.

È il classico personaggio che conosce ogni dettaglio della struttura che dirige ed é in grado di valutare, in maniera analitica, tutti gli indici di performance e individuare i margini di crescita.

Revpar, ADR, pick-up, % di conversione, lead-cost, lifetime value, NON HANNO segreti per lui.

Limitandoci a queste info, sembra l’identikit del profilo ideale.

Senza fare nomi, vi aggiungo che nel suo recente passato ha avuto un ruolo centrale in un importante hotel di catena internazionale e ha deciso di cambiare perché si sentiva “oppresso” da restrizioni che considerava troppo limitanti.

Da qui la scelta di un hotel indipendente, oggettivamente meno prestigioso, ma con un grande potenziale da sviluppare.

La benzina che lo fa alzare dal letto al mattino in questo periodo é la VOGLIA di RIVALSA.

Cioè il desidero, bisogno, ossessione di dimostrare AL MONDO le sue capacità, nel minor tempo possibile, senza scendere a COMPROMESSI.

E i risultati dei primi 6 mesi sono oggettivamente CLAMOROSI.

Pronti via + 20% su uno storico di tutto rispetto.

Ma non è tutto.

Perché le proiezioni future sono addirittura migliori e i numeri sono TUTTI dalla sua parte.

Ma c’è un però.

Perché fare il manager non è “solo questo”.

Ci sono anche le persone.

E qui emerge il lato oscuro della luna.

Perché la persona in questione, ha dei comportamenti socialmente INACCETTABILI.

Presuntuoso, irascibile, iper-critico, OSSESSIONATO dalla perfezione.

Incapace di adottare metri diversi a persone diverse.

Secondo lui, se lui lavora 14 ore, anche gli altri possono e devono farlo.

L’ho visto discutere davanti a me con un manutentore (rischiando di venire alle mani) perché il malcapitato non si rendeva conto che un errore di configurazione nella consolle del relatore di una sala avrebbe ipoteticamente causato un danno da 100k (calcolato al volo e su elementi concreti).

Come se fosse competenza di un manutentore fare certe analisi.

Ora, al di là limiti dei limiti caratteriali, che ognuno di noi ha, permettimi una parentesi.

Ipersemplificando, un manager deve saper gestire numeri e persone.

Chiaramente può avere un punto di forza su una delle due competenze, ma NON PUÒ assolutamente prescindere da una delle due.

Perché per raggiungere gli obiettivi, bisogna saperli definire, ma bisogna anche creare un team in grado di fare le cose che servono.

Dalle analisi di bilancio, alle pulizie nei corridoi.

E ogni singolo aspetto è importante perché contribuisce al risultato finale.

Poi ovviamente ci sono competenze più diffuse e altre più rare.

E di conseguenza persone facilmente sostituibili ed altre meno.

Quindi, se gestisci un’azienda, un team o un reparto, apri bene gli occhi e continua a leggere.

Tu NON sei Salvador Dali’.

Puoi essere cinico, stratega, calcolatore e intelligente quanto vuoi.

Ma, in ogni caso, le persone sono la PRINCIPALE RISORSA.

E, anche se sei un borioso, perfezionista, iperdotato di talento e sei ossessionato dal lavoro perché hai un vuoto da colmare, devi FARE ATTENZIONE alle persone.

Più che ai numeri.

Perché le persone possono portarti al trionfo.

Oppure ti possono affossare.

Dipende da te.

Ed è tuo dovere capire come gestirle.

Quindi, se anche tu vuoi sviluppare le tue competenze in tema di gestione delle risorse umane, NON PUOI MANCARE al corso Albergatore Pro di settembre.

Il maestro Andrea Condello, uno dei massimi esperti in materia in Italia, ci spiegherà quali sono i parametri personali e professionali da valutare PRIMA di assumere un professionista, in funzione del ruolo.

P.S. Se fai l’imprenditore sarà sicuramente capitato anche a te di sbagliare una scelta e sai bene qual è il costo di un DIPENDENTE SBAGLIATO.

Ecco perché, questo intervento, da solo, vale il prezzo del biglietto.

Senza contare TUTTO il resto.

Ora, se hai capito l’importanza del post di oggi, e non vuoi rischiare di sabotare la tua azienda inserendo la persona sbagliata, clicca qui, SUBITO:

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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Anche i revenue manager dormono

Oggi vi parlo di software.

Cosa che faccio raramente.

Lo faccio perché nelle ultime settimane più volte sono stato tirato in mezzo alla diatriba tra strumenti e strategie.

Tra software e revenue manager.

Tra macchina e persona.

Ora, per quanto io mi occupi di software gestionali per l’hotel da oltre 10 anni e abbia di conseguenza una certa conoscenza in materia, vi svelo come la penso.

Nel mio mondo tra macchina e persona vince SEMPRE la persona.

Sempre.

Nel senso che i computer e i software in particolare, sono eccezionali elaboratori di dati ed elaborano i dati meglio di qualunque individuo.

Ma, c’è un però.

Infatti, per quanto i computer siano in grado di elaborare i dati meglio di qualunque individuo, sono sempre le persone a decidere quali dati elaborare e COME elaborarli.

In compenso il bello dei software è che creano sistemi automatici.

Perché non si stancano, non si ammalano, non litigano con il compagno/compagna, non vanno motivati.

Ora, per scendere nello specifico argomento di oggi, parliamo dei software revenue.

Negli ultimi mesi sono stati pubblicati diversi tool che automatizzano l’applicazione di determinate tariffe al verificarsi di determinate condizioni (% occupazione, numero di camere vendute contemporaneamente, pick-up).

Ora la domanda delle domande.

Questi software sono in contrasto con il lavoro dei revenue manager?

Risposta secca: solo apparentemente.

Perché comunque, la tariffazione di partenza e le regole di applicazione dei rialzi tariffari vanno comunque stabiliti da chi si occupa di definire le strategie.

Semplificando: è il revenue manager che imposta il sistema in base alle proprie conoscenze e convinzioni.

Ma non finisce qui.

Infatti, anche il revenue manager più preparato e attento del mondo è… UN UMANO.

E in quanto tale DORME.

Bella scoperta eh?

Il punto è che un umano, tra sonno e altre attività fisiologiche è fisicamente off-line per..

ipotizziamo 10 ore?

Ecco, 10 ore corrispondono a circa il 40% di una giornata.

Lasso nel tempo durante il quale le prenotazioni arrivano comunque e i prezzi dovrebbero comunque essere aggiornati.

Riassumendo, uno strumento software che consente di automatizzare l’applicazione di determinate tariffe al verificarsi di determinate condizioni, è DI FATTO un supporto al lavoro del revenue menager.

Perché lo aiuta ad applicare le strategie definite, quando è fisicamente impegnato a fare altro.

Poi ovviamente lo strumento può essere forzato per gestire l’imprevisto che il software non è in grado di gestire.

Come un’acquazzone in un venerdì di giugno.

Perché, come già detto, tra software e persona vince SEMPRE la persona.

Ma LA STRATEGIA viaggia su un livello ancora SUPERIORE.

Sopra le persone, sopra gli strumenti.

Volete la MIA definizione di strategia?

La strategia é la somma tra l’esperienza e l’intuito dei professionisti che la definiscono e i migliori strumenti disponibili per applicare.

P.S. se vuoi scoprire come sfruttare al massimo gli strumenti software e come leggere i dati per elaborare la migliore strategia revenue possibile, PRENOTA il tuo posto al corso Albergatore Pro di settembre.

Io e Emiliano Viola stiamo preparando le slide a 4 mani per un intervento UNICO e super-pratico.

Tornerai a casa con un metodo step-by-step, PRONTO all’uso.

Ma il tempo stringe, i posti sono limitati e il prezzo sale.

Clicca qui.

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La differenza tra COPIARE e avere dei maestri

Spesso nei miei post mi scaglio contro i consulenti “improvvisati” mettendo in guardia gli albergatori sulle possibili conseguenze della scelta di una guida sbagliata.

Poi chiaramente ognuno è libero di fare quello che gli pare.

Ma oggi vorrei chiarire un altro aspetto importante riguardo alla scelta delle fonti da seguire.

E ti consiglio di continuare a leggere perché il post contiene una lezione di marketing che puoi applicare anche al tuo hotel.

Io, come formatore, mi occupo principalmente di marketing per gli hotel (con annessi e connessi).

Ad esempio: nel corso Albergatore Pro parliamo ANCHE di breakfast perché è un aspetto davvero TROPPO importante, ed è IMPOSSIBILE fare bene marketing senza alla base un servizio eccellente.

Così come è impossibile MASSIMIZZARE le entrate potenziali generate dal marketing senza conoscere i principi di revenue management.

Detto questo, NON ho inventato niente e, ovviamente, anche io ho i miei maestri.

Al Ries e Jay Abraham, che sono i padri fondatori di posizionamento e marketing strategico su base MONDIALE.

Frank Merenda, che è stato il primo a declinare le strategie ORIGINALI al mercato italiano.

E, per intenderci, continuo a leggere i testi dei miei maestri e frequentare i loro corsi.

Costantemente, con dedizione e RICONOSCENZA.

MA.

NON LI COPIO.

Semplicemente DECLINO i concetti originali, che tratto con RISPETTO RELIGIOSO, al mio mercato di riferimento.

Che è il mercato degli hotel italiani.

Quindi, riepilogando:

  • Al Ries = maggiore esperto MONDIALE di posizionamento
  • Jay Abraham = maggiore esperto MONDIALE di marketing strategico
  • Frank Merenda = maggiore esperto di entrambe le discipline declinate al mercato italiano.
  • Io = maggiore esperto di posizionamento e marketing strategico del mercato hotel-Italia.

Come faccio a dire che sono il maggiore?

Non lo dico io, ovviamente.

Lo dicono i NUMERI.

E non mi diverto a ripeterli ogni settimana.

Considera solo che sul nostro gruppo Facebook siamo più di MILLE.

Mentre altri hanno 11 mi piace ai loro post.

D’altra parte…

Jay Abraham e Al Ries potrebbero insegnare quello che insegno io?

Certamente, ma con MINORE grado di specializzazione perché NON conoscono il mercato italiano.

Frank Merenda potrebbe farlo?

Sì, ma con MINORE grado di specializzazione perché NON conosce il mercato hotel.

Ma ora veniamo alle dolenti note.

Là fuori ci sono due tipi di consulenti di hotel marketing.

Quelli alternativi/scarsi: che non riconoscono le fonti originali e diffondono teorie strampalate senza fondamento e SENZA il supporto di RISULTATI misurabili.

Quelli che copiano: che stanno qua sul gruppo quatti-quatti, leggono, non commentano, partecipano ai nostri corsi e, quando va bene, si fanno belli facendo la parafrasi di quello che imparano sul nostro gruppo, sui nostri blog, nei nostri infoprodotti.

E ripeto: quando va bene.

Perché, quando invece va male, fanno direttamente copia-incolla dei testi che hanno letto qua e li mandano via mail ai miei studenti per convincerli che sono bravi anche loro.

Solo che i miei studenti riconoscono la fonte e mi mandano gli screenshot via messaggio privato per farci due risate insieme.

Questo dimostra due cose:

1. NON siete molto intelligenti
2. La più grave. Non capite NIENTE di marketing.

E siccome qualcosina negli anni ho imparato, vi faccio una mini-consulenza gratuita.

Se volete ritagliarvi uno spazio nel mondo non potete fare quello che fa il leader di categoria, facendolo pagare meno.

Dovete creare una nuova categoria, scegliendo una nicchia più specifica, o fare qualcosa di TOTALMENTE DIVERSO.

Altrimenti prendete gli schiaffi.

E non da me ovviamente.

Dal mercato.

Che, per inciso, mena molto più forte di me.

Quanto a te, amico Albergatore, DIFFIDA DALLE IMITAZIONI.

Piuttosto, nel dubbio, applica le strategie GRATUITE che condividiamo sul nostro gruppo Facebook OGNI GIORNO.

Facciamo un esempio?

Qual è il miglior hotel di montagna per famiglie in Italia?

Cavallino Bianco di Ortisei, ça va sans dire.

Vuoi creare anche tu un family hotel in montagna?

La macro-categoria è già presa, mi dispiace.

Ma magari puoi ambire ad essere il leader della tua destinazione.

Solo che prima devi assicurarti che NON ce ne sia già uno.

E se c’è già un LEADER?

Specializzati maggiormente.

Diventa il miglior hotel di (tua destinazione) per famiglie con bambini da 0 a 3 anni.

E crea una promessa unica per le famiglie con bambini MOLTO piccoli.

Oppure diventa il miglior hotel di montagna per amanti della scalata

Come dici?

Vuoi imparare anche tu tutti i segreti del marketing strategico?

Sei alla ricerca di una nuova idea DIFFERENZIANTE per il TUO hotel?

Iscrivi al PRIMO e UNICO corso in Italia dove puoi imparare come trasformare il TUO hotel in un BRAND.

Partecipa ad Albergatore Pro.

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M I L L E

Sono carico A BOMBA!!

Ieri abbiamo raggiunto un risultato molto importante.

Infatti, grazie al pierraggio professionale del nostro amico Pino Decarlo, abbiamo sfondato il muro dei 1.000 partecipanti al gruppo.

In casi come questi di solito si dice che è nato tutto per caso, per poi crescere strada facendo.

Per noi NON è stato così.

Io e Daniele Sarti ci conosciamo da 32 anni (su 34) e siamo entrambi nati e cresciuti in albergo.

E da quando abbiamo l’età per fare ragionamenti “da adulti” abbiamo iniziato a chiederci cosa avremmo potuto fare per migliorare gli hotel (per la cronaca non solo i nostri, facevamo critiche e progetti anche sugli hotel dove andavamo in vacanza già a 18 anni).

In seguito ci siamo resi conto che molti “albergatori” non avevano ne le conoscenze minime, né una vera passione per fare questo mestiere.

Negli anni ne abbiamo incontrati a migliaia: dagli improvvisati a quelli che hanno il profitto come UNICO obiettivo.

E ci siamo resi conto che la maggior parte di questi “imprenditori” non fanno altro che danneggiare il mercato e la reputazione della destinazione nella quale lavorano.

E così, ragionando a voce alta, ci siamo detti che NON È GIUSTO.

Perché l’albergatore è una professione “nobile” e come tale va riconosciuta.

E così come esistono albi per medici, avvocati e commercialisti, la stessa cosa dovrebbe esistere nel turismo.

Ci siamo detti che un giorno all’altro avremmo dovuto creare un Albo degli Albergatori Professionisti.

E da questa idea utopistica, circa un anno e mezzo fa è nato il gruppo Facebook “Albergatore Pro”.

Nel frattempo, come detto, MILLE tra albergatori e professionisti si sono accodati a noi per aiutarci a perseguire la nostra missione.

Ora, l’albo ancora non l’abbiamo creato.

Ma da Bergamo alle Eolie, fino alla Danimarca, abbiamo creato un gruppo di persone unite dagli stessi OBIETTIVI professionali, la stessa voglia di MIGLIORARE e la stessa passione per gli hotel e il turismo in generale.

Con un obiettivo per ben preciso: far crescere gli hotel e gli albergatori per ALZARE il livello del settore in Italia.

Col sogno che il comparto hotel possa fare da traino per tutto il turismo fino a fare tornare l’Italia al posto che merita nelle classifiche mondiali (e comunque come minimo DAVANTI ALLA GERMANIA).

Noi, NON siamo il solito gruppo sugli hotel.

NON siamo come gli altri.

Non sfottiamo i clienti, non ci lamentiamo del lavoro, non facciamo il tiro a segno contro Booking e Tripadvisor.

Certo, ogni tanto cazzeggiamo.

Ma senza mai perdere di vista la missione.

Quindi, se condividi i nostri valori e vuoi darci una mano per raggiungere l’obiettivo, con noi sei a CASA.

Sei nel gruppo di PARI.

Le ultime due righe le spendo volentieri per ringraziare ogni componente del gruppo per il contributo, le domande o la semplice presenza tra noi.

So che molti sono attenti ascoltatori silenziosi e li ringrazio.

Sentirmelo dire di persona mi da la forza per continuare a investire tempo ed energie per alimentare il gruppo.

P.S. Quasi dimenticavo. Il 25-26 settembre ci ritroveremo a Pesaro per un evento UNICO.

Il secondo corso Albergatore Pro.

Due giorni di PURA formazione per incontrarci, scambiarci consigli e studiare insieme le più avanzate strategie disponibili sul mercato.

Se ti va di unirti a noi, ti basta cliccare qui:

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Ad Maiora!


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Buona Pasqua! Dammi i soldi.

Ecco, il messaggio che deve trasmettere la vostra newsletter di Pasqua non deve essere questo.

Sì perché, la maggior parte delle volte, le festività vengono colte come occasione per mandare una mail e buttarci dentro un’offerta, magari a scadenza imminente, che non otterrà alcun risultato, se non la probabile cancellazione dalla mailing list.

Ma faccio un passo indietro.

Innanzitutto sarebbe “carino” non mandare mail solamente a Natale e a Pasqua, come si faceva una volta, quando stampare, imbustare e spedire le lettere costava tempo e denaro.

Ci sono passato anch’io da piccolo, quando la mia famiglia gestiva una pensione e sotto le feste prendeva vita la catena di montaggio: firma il biglietto, piega il biglietto, imbusta il biglietto, scrivi l’indirizzo e attacca il francobollo.

Ci sei passato anche tu?

Ecco, se solo oggi dedicassi anche la metà del tempo che occorreva una volta, otterresti, senza alcun dubbio, dei risultati eccezionali.

Come prima cosa, devi immaginare nei minimi dettagli il TUO cliente ideale, e scrivere a lui.

Quali sono i suoi desideri? Quali le sue frustrazioni?

Cosa gli piace? Cosa evita come la peste?

Prendi spunto da qualsiasi cosa lo possa far immedesimare e parlagli come se ce l’avessi di fronte, con un testo il più possibile discorsivo.

In questo modo catalizzerai l’attenzione dei potenziali tuoi migliori clienti e perderai per strada quelli non in target.

Successivamente va deciso il “piano editoriale”.

Due mail al mese?

Una?

Una ogni due mesi?

Sta a te  decidere, in base a quello che riesci a produrre.

Mi raccomando però, non sempre la mail deve essere finalizzata alla vendita, vanno dati dei contenuti interessanti per guadagnare fiducia e autorità agli occhi del cliente.

Questo perché una volta ottenuto ciò, sarà molto più facile vendere.

Altrimenti rischieresti di far venir voglia di andare in vacanza nella tua città, ma poi cercare un altro hotel.

E’ come vedere una pubblicità della Nastro Azzurro: ti viene sì voglia di bere una birra, ma poi compri una Heineken perché hai sempre bevuto quella e non hai abbastanza motivi per cambiare.

Per finire, bisogna saper “impacchettare” il tutto.

L’oggetto e il titolo della mail devono essere accattivanti.

Il testo della mail non deve essere un blocco unico, deve essere leggibile e diviso in paragrafi.

La firma deve essere coerente al brand dell’hotel e lo deve rafforzare.

Ecco queste sono solo ALCUNE delle indicazioni da seguire per scrivere una newsletter di successo, ovviamente il copywriting ne è una parte fondamentale, e ne parlerà Gian Marco in una diretta martedì prossimo alle 19.00.

Non so se riuscirà a coprire tutti gli aspetti nel tempo a disposizione, ma farò anch’io un live dedicato all’email marketing, tanto ormai siam qui a regalare roba


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Questa immagine mostra una delle nostre stanze dopo che hai spento la luce prima di dormire

Società: Motel 6.

Una catena di motel low cost nata negli stati uniti nel 1962.

Nome: perché Motel 6?

Perché all’epoca le camere costavano 6 dollari (al cambio attuale circa 48 €)

Target?

Viaggiatori in cerca di un letto su cui svenire per poche ore durante un lungo viaggio o prima di una partenza da una stazione o aeroporto.

Desideri del target?

Avere una stanza pulita e comoda senza spendere una follia.

Paure?

Spendere troppo rispetto alle necessità e/o finire in una bettola sporca e malandata.

Payoff: “We’ll leave the lighs on“.

Significato: tenevano ACCESE le luci delle camere libere per far capire immediatamente ai viaggiatori sulla strada che c’era disponibilità SENZA BISOGNO DI CHIAMARE.

Messaggio di marketing orientato alla concorrenza atto a rinforzare l’elemento differenziante:

“Questa immagine mostra una delle nostre stanze dopo che hai spento la luce prima di dormire.

Ed è esattamente così che appare anche la camera di uno di quei grandi hotel lussuosi.”

Tradotto in copy: “Davvero vuoi spendere centinaia di euro per la camera di un albergo dove starai solo poche ore?

Sicuro che non ti basta un bagno pulito per farti una doccia e un letto su cui crollare dopo un lungo viaggio? (crash out on a bed)”

P.S. Vuoi imparare anche tu a creare un posizionamento vincente per il TUO hotel per attirare un pubblico in target e produrre dei contenuti di marketing in grado trasformare le persone in target in clienti pronti ad acquistare?

Ci vediamo a settembre.

Se trovi posto

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L'importanza di rimanere focalizzati e il marketing spiegato da Kobe Bryant

A un anno esatto dal suo ritiro lasciami fare un omaggio al mio idolo assoluto Kobe Bryant.

Se non ti piace il basket “sopportalo” perché contiene diverse lezioni di business e di marketing.

Nel video c’è riassunta l’ultima sfida tra Lebron James e Kobe Bryant.

In pratica i Leo Messi e Cristiano Ronaldo del basket Nba.

Solo che Lebron James è all’apice della sua condizione fisica mentre Kobe sta vivendo gli ultimi giorni della sua gloriosa carriera.

Per la cronaca: nel suo momento d’oro Kobe è stato atletico quanto Lebron ma ora ha 38 anni, migliaia di partite sulle gambe e una spalla praticamente fuori uso.

E nel corso degli anni ha dovuto cambiare stile di gioco diverse volte per rimanere competitivo nonostante il logorio fisico.

Ora la sua arma migliore è il tiro.

Nello specifico il mitico fadeway, cioè quel tipo di tiro fatto cadendo all’indietro per evitare la stoppata dell’avversario.

Stilisticamente quanto di meglio visto su un parquet dopo Michael Jordan.

Per arrivare a quel livello ha STUDIATO, nel vero senso della parola. (Lezione n.1)

Ha rivisto mille volte i video del suo idolo Jordan da ragazzo.

Ha preso ripetizioni, quando era già il N1, da Hakem Olajuwon, uno dei migliori della storia in questo tipo di giocata.

Addirittura durante un periodo di inattività dovuto ad un infortunio, ha studiato la cinetica di corsa del LEOPARDO per capire i movimenti di zampe posteriori e coda (!!) durante l’attacco per replicarli durante il tiro. (Lezione n.2)

Ed ha raggiunto l’eccellenza.

Ma sa benissimo che in un “mercato” ultra competitivo come l’NBA, la leadership va confermata, OGNI sera.

Soprattutto contro i diretti competitor.

E cosa succede quando si incontrano due maschi alpha dominanti?

Si sfidano secondo la legge del più forte.

Solo che Kobe è troppo intelligente per non sapere che in questo momento, se parliamo di FORZA BRUTA, Lebron è TROPPO superiore.

E infatti rimane focalizzato sui suoi punti di forza. (Lezione n.3)

Che sono TIRO e forza MENTALE.

E cosi, quando dopo un paio di botta e risposta al tiro, Lebron mostra i muscoli e schiaccia, Kobe dimostra di essere freddo come il ghiaccio.

Lui che è stato il Boss della lega e appena qualche anno prima avrebbe potuto andare dall’altra parte e rispondere al fuoco, incassa e prepara la vendetta.

E come??

Niente schiacciate, of course.

Al contrario si fa dare palla, sfida il rivale guardandolo dritto negli occhi e lo batte con la sua arma migliore.

Una BOMBA da 3 punti.

In faccia.

Giusto per ricordare al giovane leone che è ancora lui lo sceriffo in città.

Ricapitoliamo le lezioni??

1. Se vuoi diventare il N.1 in quello che fai il talento non basta. Devi studiare più degli altri e continuare a farlo. SEMPRE.

2. Non dare per scontato che quello che fai e che fanno i tuoi competitor sia l’unico modo di fare le cose. Tieni gli occhi aperti e prendi spunto da altri mercati che apparentemente non c’entrano niente col tuo.

3. Anche se un nuovo competitor emerge con caratteristiche diverse, tu NON seguire la moda. Rimani concentrato sui tuoi punti di forza e fedele al tuo BRAND.

P.S. Bryant è stato talmente unico nel suo modo di intendere il gioco e la carriera che è diventato un fenomeno TRASVERSALE, tanto da spingere Nike a coniare diverse scuole per ragazzi dove si insegna la sua mentalità, meglio conosciuta come la Mamba Mentality.

P.P.S. Se vuoi sbaragliare i tuoi competitor e diventare il Kobe Bryant della tua città, ci vediamo a settembre al corso Albergatore Pro

https://www.albergatorepro.com/evento-albergatore-pro-2017

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