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Come valutare un city hotel da prendere in gestione - consulenza gratuita in 20 step

Signore e signori, buon inizio settimana.

Se sei ancora intorbidito dal week end, ti consiglio di farti un bel caffè DOPPIO prima di continuare a leggere, perché il post di oggi fa parte dalla categoria “consulenza gratuita” e merita IL MASSIMO livello di attenzione possibile.

Per gli Albergatori Pro: vi voglio concentrati come durante gli stacchetti della coppia Canalis-Corvaglia a Striscia

Per le Albergatrici Pro: stessa attenzione del primo giorno di saldi da Zara

Capito il senso?

Bene, partiamo.

Solo nell’ultima settimana mi é capitato di valutare 3 strutture che 3 clienti stanno valutando in 3 destinazioni diverse.

Nell’ordine si parla di

Milano


Firenze


Venezia

Ora, dato che spesso per chi viene da destinazioni mare-montagna é difficile comprendere i parametri di valutazione dei city hotel, proviamo a fare insieme il punto.

1. Il primo dato da cui partire per valutare il potenziale di una struttura è il FATTURATO CONSOLIDATO (fatturato).

2. “Hanno detto che fanno 1 milione” a casa mia non conta. Neanche un report del gestionale conta. Vale un pò di più del “hanno detto che” ma non firmerei MAI un contratto sulla base di un report, nemmeno fosse firmato col sangue dal gestore.

3. L’unica cosa che conta sono i BILANCI. Ma non tutti gestori sono disposti a condividerli in prima battuta.

4. Una buona parte degli hotel di città sono gestiti da società di gestione che spesso scelgono la SRL come formula societaria.

5. Le srl, per chi non lo sapesse, hanno bilanci PUBBLICI, scaricabili on-line.

6. Qui trovi un sito dove farlo: https://www.iovaluto.it.

7. Bene, ora che hai i bilanci in mano, sai esattamente a quanto ammonta l’importo dell’affitto del contratto in essere che trovi alla voce “costi per godimento beni di terzi”.

8. Non solo, puoi anche calcolare la RevPar che ottieni facendo valore della produzione/365 (gg di apertura)/numero di camere.

9. Devi rivolgerti ad un esperto per capire qual é la REVPAR potenziale che può ottenere un hotel performante nella stessa zona (qua noi siamo a disposizione) assicurandoti prima che tra i due hotel ci sia la stessa proporzione tra singole/doppie/multiple.

10. La proiezione sulla REVPAR va fatta considerando l’attuale rating su booking e il giudizio potenziale che l’hotel può raggiungere migliorando i servizi principali

11. Per capire i margini di miglioramento occorre fare una scansione SCIENTIFICA di TUTTE le recensioni e trascrivere TUTTE LE CRITICITÀ che booking evidenzia in ogni recensione.

12. Ora raggruppa le criticità per CATEGORIA: se i problemi sono legati a: staff, wi-fi, qualità-prezzo e pulizia, sono FACILMENTE RISOLVIBILI.

Con un breakfast Pro, attenzione alle pulizie, nuovi materassi e tariffe revenue si può ragionevolmente ottenere un punto di incremento (da 7,5 a 8,5 per intenderci).

13. In destinazioni particolarmente richieste un punto di differenza nel rating di Booking può corrispondere ad un incremento della REVPAR tra i 6 e i 9 € (casi studio alla mano).

14. Se i problemi sono legati al confort bisogna fare attenzione. Bagni piccoli rimangono piccoli senza ristrutturazione. Anche se un ottima colazione può farli sembrare soltanto “non troppo spaziosi”. 😉

15. Se il problema é la posizione invece, sono “volatili per diabetici”. Non se ne esce.

16. Fatte queste valutazioni, sei in grado di stilare un previsionale a 3 anni abbastanza attendibile.

17. Ora devi simulare un’offerta prendendo come riferimento il 20% del fatturato consolidato (poi se sei spregiudicato a seconda dei casi puoi offrire anche meno, quello sta a te)

18. Se l’albergo ha almeno 50 camere (con meno del 10% di singole) puoi arrivare anche ad offrire il 25% del fatturato, perché più sono le camere più crescono i margini.

19. Capitolo buonuscita: per subentrare al gestore precedente spesso ti chiederanno il pagamento di un corrispettivo pari a 21 mensilità del canone di affitto. Assicurati che corrisponda all’acquisizione della licenza. Diversamente scappa a gambe levate.

20. Considera che, a causa della concorrenza agguerrita e delle attività extra alberghiere che spuntano come funghi dopo un temporale, serve tempo per portare un hotel al massimo del suo potenziale.

Per prudenza direi almeno 24 mesi per raggiungere la velocità di crociera desiderata.

Nota bene: a volte un previsionale roseo potrebbe ingolosirti.

In questo caso Il mio consiglio é NON FARE MAI un’offerta in proporzione alle prospettive di crescita.

Al massimo fai un’offerta modulare garantendo il 20-25% del fatturato anche negli anni a seguire.

Perché ricorda: se sei bravo tu a far crescere il fatturato devi guadagnare TU, non il proprietario.

Perché il proprietario guadagna già sulla rivalutazione dell’immobile che ne consegue.

Bene, per oggi é tutto.

A questo punto non mi resta che augurarti buona caccia nella speranza che tutti gli Albergatori Pro possano espandere il proprio regno e conquistare l’Italia del turismo.

Poi a novembre mi racconti come é andata!


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WhatsApp per aziende, nuovo canale ufficiale per il tuo hotel e perché devi automatizzare le procedure se non vuoi impazzire

Di recente ho letto un post che citava un articolo (di dicembre 2017 su un blog statunitense) dove ho scoperto che c’è una novità in casa Facebook/WhatsApp.

Premessa: Facebook sta sviluppando il lato business di WhatsApp più o meno allo stesso modo di Messenger.

Lo scorso settembre infatti, WhatsApp ha annunciato in via ufficiale, l’uscita di WhatsApp business.

Tradotto:

Profili VERIFICATI per le aziende per stabilire la propria presenza sul servizio di messaggistica istantanea.

In pratica Facebook offrirà a breve alle aziende un modo per avviare le conversazioni con i clienti su WhatsApp!!!

Le aziende possono ora aggiungere pulsanti ai loro annunci pubblicati su Facebook che collegano ai loro account WhatsApp.

Questi pulsanti sono effettivamente l’alternativa specifica di WhatsApp ai pulsanti collegati a Messenger che Facebook ha introdotto lo scorso anno e ampliato a Instagram all’inizio di quest’anno.

“Molte persone usano già WhatsApp per comunicare con le piccole imprese.

È un modo veloce e conveniente per rimanere in contatto.

Aggiungendo un pulsante click-to-WhatsApp agli annunci di Facebook, le aziende possono ora rendere ancora più facile per le persone conoscere i loro prodotti, fissare un appuntamento o utilizzare il loro servizio “, ha detto il responsabile marketing del prodotto di Facebook, Pancham Gajjar, in una sua dichiarazione.

Gli annunci abilitati per WhatsApp verranno mostrati solo alle persone su Facebook che hanno effettivamente WhatsApp installato sui loro telefoni…

Assomiglieranno a un annuncio di feed di notizie standard, ma includono un pulsante “Invia messaggio” con il logo di WhatsApp.

Premendo il pulsante si aprirà WhatsApp su un messaggio preformattato creato ad hoc.

Le persone saranno in grado di modificare il testo del messaggio prima di inviarlo e il messaggio verrà consegnato con un’immagine dell’annuncio iniziale di Facebook in modo che il marchio possa identificare quale annuncio come responsabile per il messaggio in arrivo!

Quindi tutte le persone presto saranno in grado di fare clic su un pulsante di un annuncio Facebook per inviare un messaggio a un’azienda tramite WhatsApp

I brand possono acquistare solo annunci click-to-WhatsApp sponsorizzando il post di una pagina organica e selezionando un’opzione dal menu per aggiungere il pulsante click-to-WhatsApp…

Sfruttando gli annunci nei feed di notizie di Facebook, Facebook spera di aumentare il livello di consapevolezza delle persone e il coinvolgimento con le aziende su WhatsApp.

Considerate che lo ha anche provato per Messenger, che sta diventando un canale significativo per le aziende!

Si dice che i dirigenti del settore pubblicitario vedono il potenziale in WhatsApp per riuscire dove Messenger ha faticato…WhatsApp si rivolge a un pubblico più internazionale di persone che risiedono in aree in cui comunicare con le aziende attraverso lo stesso servizio che usano per chattare con i propri amici è una pratica più consolidata.

Ora, questo cosa comporta per il TUO hotel?

1. Dovrai definire un numero aziendale “ufficiale” tramite il quale comunicare con i clienti su WhatsApp (niente più chat sul tuo telefono privato a qualsiasi ora del giorno e della notte)

2. Dovrai standardizzare la modalità di comunicazione per le risposte al cliente coniugando velocità, empatia e professionalità. (Niente più faccine e foto caserecce fatte come capita)

3. Avrai un canale in più da gestire. Oltre ai soliti mail, telefono, Facebook Messenger, sms ecc…

Quindi, solo brutte notizie?

Non esattamente…

Perché ora Facebook dovrà per forza distribuire le API per comunicare coi vari CRM.

Morale della favola?

La tecnologia avanza. SEMPRE.

E le cose da fare aumentano. SPAVENTOSAMENTE.

E se tu pensi di poter continuare ad aggiornare “a manazza” i 1.000 canali nuovi che si aggiungeranno nei prossimi anni, beh…

Le strade sono due:

o rinunci ad avere una vita e ti prepari ad annullarti per lavorare 24 ore al giorno 365 gg l’anno finché non ti porta via la neuro;

oppure ti prepari a farti surclassare dai competitor più tecnologici che avranno strumenti automatici per rispondere in automatico a tutte le richieste su tutti i canali.

Ora, personalmente non ti auguro nessuna delle due.

Ma, c’é un terza strada..

Puoi semplicemente accettare che mentre le strategie di marketing alla base rimangono, gli strumenti cambiano.

E dotarti di un CRM che ti consenta di gestire in automatico ogni singola richiesta con professionalità e velocità.

Senza divorziare.

Senza trasformarti in una specie di essere metà uomo-meta sedia da ufficio.

Io ti ho avvisato. Poi fai te…


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Qual è il colmo per uno dei fondatori di Albergatore Pro?

Nel mio ultimo viaggio negli Stati Uniti avevo scritto un post con questo titolo, adesso (finalmente) lo spiego.

Partito da Bologna, il mio volo atterrava a Houston, ma la mia prima meta era New Orleans, a 560 km di distanza, così avevo deciso di fare un po’ di strada per alleggerire il giorno successivo e dormire in un pasto qualsiasi a metà strada.

Arrivando di sera e dovendo solo dormire, l’unico mio interesse era il prezzo, così ho cercato su Booking.com una località che avesse qualche albergo e la scelta era caduta su Beaumont in Texas.

Siamo a novembre, ma la prenotazione l’avevo fatta ad inizio agosto.

Classica cancellazione gratuita “che poi magari sotto data cerco dei last minute e cambio hotel”.

Mai fatto.

Dopo circa 22 ore di viaggio, mi presento alla reception del Days Inn di Beaumont, classico motel di catena.

E sorpresona…la mia prenotazione non risulta!

All’inizio dubito di aver sbagliato hotel, ma la prenotazione sull’app di Booking che sventolo sul mio cellulare, è una prova schiacciante.

La receptionist mi chiede più volte se ho prenotato con altri nomi, più volte le dico di no.

Alla decima volta, mi vien voglia di dire “John Smith”, tanto ci sarà una prenotazione a nome John Smith, no?

E niente, dopo qualche minuto cercando di capire il motivo, salta fuori che dopo l’uragano Harvey di fine agosto, c’erano state molte disdette e forse la mia prenotazione era finita tra quelle.

Sorvolando sull’insensatezza della cosa, dopo aver fatto Bologna-Francoforte-Houston-Beaumont, la voglia di discutere non è tantissima, soprattutto in inglese, anche perché più perdo tempo a pretendere una camera, meno tempo mi rimane per dormire.

Ovviamente mi va bene qualsiasi altra camera, ma l’hotel è al completo.

Io non mi preoccupo, tanto sono “del mestiere”, so che basterà fare qualche telefonata per rimediarmi una camera.

E invece no.

La receptionist sembra del tutto impotente e mi dice che non può farci nulla, con la stessa espressione di un commesso che ti dice che la maglia della tua taglia non c’è.

Al che, chiedo se almeno ha qualche altro hotel da consigliarmi.

Risposta: quello di fianco.

Vado a chiedere a quello di fianco. Completo pure quello.

Che diavolo ci fanno tutti a Beaumont in Texas venerdì 3 novembre?

Inizio a preoccuparmi che veramente i pochi hotel siano tutti al completo, così provo a cercare con l’app di Booking, ed effettivamente risulta solo una camera disponibile in tutta la città.

Costa il doppio.

Ora, si sa che non è per i soldi, ma per il principio, avevo scelto una città in mezzo al nulla proprio per non spendere tanto e mi ritrovo a dover spendere 180$ per dormire poche ore.

Adesso mi sorge il dilemma:
prenoto su Booking e ci rimetto o vado lì come walk-in sperando che mi faccia un prezzo inferiore?

Ma la domanda successiva è:
e se mentre vado lì, qualcun altro la prenota?

Dopo una lacerante riflessione durata 2 secondi, decido id non rischiare e prenotare dall’app.

La mattina dopo ancora non riesco a farmi una ragione della disorganizzazione del Days Inn e del menefreghismo della receptionist, decido così di scrivere all’assistenza di Booking, tanto nella peggiore delle ipotesi, faranno spallucce anche loro.

Dopo qualche ora, mi risponde Guido dell’assistenza clienti:

“Ci dispiace che Days Inn Beaumont non abbia potuto garantire la sua prenotazione numero 1514806689, con check-in il giorno 2017-11-03. Non eravamo a conoscenza della situazione prima di ricevere la sua email.
Vogliamo accertarci che le sia stato possibile trovare una sistemazione alternativa senza troppi disagi.
Qualora avesse dovuto sostenere dei costi aggiuntivi, la invitiamo a inoltrare una copia delle ricevute: faremo il possibile per assisterla quanto prima.”

Con mio grande stupore per la rapidità e la volontà immediata di assistermi, rispondo con una foto dello scontrino della carta di credito con cui ho pagato l’hotel nuovo.

E con altrettanto stupore, leggo la risposta 3 giorni dopo:

“Gentile Daniele Sarti,
Ti ringraziamo per la pazienza durante la risoluzione del problema.
Siamo lieti di poterti offrire un rimborso di 94.18USD per la prenotazione n. 1514806689 presso Days Inn Beaumont. Entro 1 o 2 giorni lavorativi riceverai un’altra e-mail da customer.care@booking.com, contenente un link sicuro a Booking.com. Dalla pagina su cui arriverai, potrai inserire i dati della tua carta di credito direttamente nel nostro sistema sicuro.”

Mi sembra che sia stato tutto troppo facile, eppure, per davvero, dopo 2 giorni mi arriva la mail del rimborso e, poco dopo, anche i soldi sulla carta.

Spesso leggo lamentele di come Booking tratti gli hotel, ma, oltre a episodi oggettivi, è proprio questa tutela dei clienti che gli permette di continuare ad essere la scelta preferita da chi viaggia.

Come il reso gratuito lo è per Amazon.

Il nostro obiettivo è sempre e comunque disintermediare, ma finché ci saranno hotel del genere (a meno che non falliscano), Booking e le varie OTA continueranno ad esistere.

L’importante è andare avanti per la nostra strada, senza farci “distrarre” troppo dalle OTA e continuare ad usarle come uno dei tanti sistema di acquisizione clienti che dobbiamo avere, considerare le commissioni come costi di marketing ed avere sito/booking engine/crm facilmente fruibili e perfettamente funzionanti.

P.S.
Che poi durante il viaggio mi sia dimenticato di disdire un hotel perché ne avevo successivamente prenotato un altro che non era su Booking, è un’altra storia…

Maledetto brand!


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Perchè gli hotel all'estero sono progettati per vendere servizi extra mentre da noi “facciamo fatica ad addebitare un caffé” ?

La vacanza prosegue e, siccome sono malato, ogni occasione é buona per cogliere spunti e studiare gli hotel.

Giusto ieri stavo cercando su Instagram una foto che avevo visto mesi fa, che poi era stata la scintilla che mi ha spinto ad approfondite Bali come meta (tanto per sottolineare come gira il mondo oggi).

Fatto sta che, dopo mezz’ora di affannosa ricerca (beate vacanze) ho trovato la foto e ho rintracciato l’hotel dove era stata scattata.

Improvvisamente mi é venuto in mente che avevo già cercato l’hotel ai tempi ma purtroppo era al completo nel periodo del mio soggiorno.

Poi mi son detto: Sai cosa c’é?

Mando una mail e chiedo se posso accedere alla piscina da esterno.

Sicuramente non mi rispondono, alla peggio mi diranno di no…

E invece, meraviglia delle meraviglie.

Alla mia mail delle 20.08 di ieri, rispondono oggi alle 12.06.

Vediamo insieme come hanno risposto e perché la mail ha uno standard superiore al 90% degli hotel che conosco (Pro inclusi stavolta, ma spero mi smentiate).

✔️ L’accesso all’esterno é consentito ed ha un prezzo definito.
Niente “digli di no se no rompe le palle ai clienti” (perché io cosa sarei in caso?)
Niente “chiedo al direttore” mentre la mail sprofonda nei meandri di Outlook.

✔️ Esiste un pacchetto dedicato ed ha un nome “Riverside day experience” (niente, “accesso in piscina per ospiti esterni”)
D’altronde é un servizio che hanno listino e DEVE avere un nome per dio (anche se in Italia é quasi fantascienza)

✔️ Il pacchetto offre una serie di servizi aggiuntivi e complessivamente un VALORE MOLTO MAGGIORE rispetto alla mia idea di entrare fare due foto e uscire (libero accesso alle piscine dalle 11.00 alle 17.30, tea in giardino di benvenuto, teli, acqua a volontà, una portata principale, un gelato)

✔️ Include uno sconto del 20% per una “squisita cena balinese”, incentivando ulteriori consumi.

✔️ Costa MOLTO di più di quello che pensavo di spendere (450.000 rupie sono circa 30 € una somma discreta per la standard di Bali) ma il prezzo é giustificato dai servizi aggiuntivi ed é competitivo con quanto avrei speso altrove (da qualche parte dovrò pur pranzare no?)
Perché chiedere soldi NON é peccato se in cambio si offre un servizio che mantiene o, meglio ancora, SUPERA LE ASPETTATIVE

Ora, molto probabilmente ci andrò con mia moglie, rimarremo anche a cena e gli lasceremo come minimo un cento euro.

E tu?

Quali sono le 5+ 1 lezioni che puoi imparare dal Bambuh indah??

1. Apri la tua struttura a tutti coloro che manifestano interesse

2. Progetta un programma di upselling e definisci le procedure in modo che chiunque sia in grado di rispondere alle richieste dei potenziali clienti

3. Installa e implementa un CRM per automatizzare e velocizzare lo scambio mail (effettivamente potevano essere più veloci nella risposta, unica pecca)

4. Crea pacchetti, legando un servizio ad altri servizi per incrementate il valore percepito dell’offerta e di conseguenza i ricavi

5. Offri sempre una scusa sotto forma di buono sconto per incentivare il cliente a spendere altri soldi dopo il primo acquisto

6. Ripeti all’infinito

P.S. Bamboo indah in indonesiano significato “Bamboo bello” e guarda caso l’hotel ha nel bamboo uno degli elementi differenzianti. E guarda caso il nome inizia un processo di posizionamento.

P.P.S. il primo che implementa una cosa simile in hotel, scoprirà in ANTEPRIMA le date del prossimo corso e potrà acquistare il biglietto in pre-lancio (con relativi vantaggiONI).


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Scopri come usare la musica per potenziare il marketing del tuo hotel anche se non puoi chiamare Jerry Calá e NON sai distinguere i Beatles dai Rolling Stones

Superate le vicissitudini dei giorni passati, il nostro viaggio prosegue.

Siamo arrivati a Bali.

Ora, al di là di tutto quello che potete leggere e vedere on-line, una delle cose difficili da spiegare di Bali per chi non ci é mai stato, é l’ATMOSFERA.

Qualcosa di unico e diverso anche da altri paesi vicini come Thailandia e Malesia.

In pratica l’isola é un microcosmo, un mix di vibrazioni che alterna la frenesia del traffico turistico a una sensazione di spiritualità diffusa.

E in questo contesto un ruolo decisivo ce l’ha LA MUSICA.

Proprio così.

Ogni ristorante, hotel, bar, chiosco sulla spiaggia ha un propria colonna sonora.

Prevalentemente musica lounge.

Che contribuisce in maniera decisiva al feeling del locale.

Come dici?

Ti stai chiedendo cosa c’entra tutto questo con il marketing del tuo hotel?

Vediamo subito.

La musica ha un potere evocativo e un forte impatto emozionale sulle persone.

Ti é mai capitato di cambiare stazione in radio, sentire per caso una canzone e tornare con la mente ad un preciso momento in cui l hai ascoltata in passato?

Ecco.

Sappi che sta cosa in PNL si chiama “ancoraggio” (o trigger per dirla in inglese).

E si basa sulla possibilità di richiamare un determinato stato emotivo producendo uno stimolo (schioccare le dita, battere le mani ecc…)

Facciamo un altro paio di esempi?

==> Per alcuni calciatori indossare i parastinchi prima di una partita è un ancoraggio perché in quel modo entrano nella modalità battaglia e trasmettono al cervello il messaggio che “ora si fa sul serio” (in allenamento non si mettono)

==> In molti film e serie Tv, prima di una scena particolarmente coinvolgente, parte un certo stacco musicale e quando lo senti sai già che qualcosa sta per succedere (pensa alla musichetta che anticipa l’emersione della pinna ne “lo squalo” o alle percussioni prima delle scene clou di Gomorra).

Ora, si da il caso che la musica sia un ancoraggio POTENTISSIMO.

E infatti molti brand la sfruttano per creare un legame emotivo con i propri fan.

Dolce e Gabbana, ad esempio, in ogni spot ha come colonna sonora grandi classici della canzone italiana (Nel blu dipinto di blu, Parlami d’amore Mariu, Buonasera di Fred Bongusto ecc,…)

E le stesse canzoni sono riproposte in filodiffusione in OGNI boutique del gruppo.

Fino ad arrivare al punto che alcuni non conoscono il titolo della canzone originale ma riconoscono la canzone come “quella dello spot di D&G” (se sei tra questi sei malamente invitato ad auto-bannarti dal gruppo).

Ora, tornando al nostro mondo, come possiamo declinare questa strategia agli hotel?

Semplice.

Sei mai stato in un villaggio vacanze?

Hai presente quei gingle creati ad hoc dai tour operator che gli animatori cantano e fanno cantare ai clienti fino alla nausea?

Ecco, magari quando ti é capitato li hai pure odiati.

E allora perché continuano a farlo, da anni?

Semplice, perché una volta finite le vacanze, hai anche continuato a canticchiare quella stupida canzoncina e intanto con la mente tornavi agli aperitivi a borda piscina di quei giorni spensierati…

Quindi cosa ti consiglio?

Crea la colonna sonora del tuo hotel.

Studia l’atmosfera che vuoi trasmettere in base al brand (se ne hai uno), seleziona i brani, mettili insieme.

Poi mandali in filodiffusione.

24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Fino a quando i clienti non collegheranno quelle canzoni al tuo hotel e il tuo hotel a quelle canzoni.

In automatico.

Poi, se sei un tipo da ciliegina sulla torta, puoi realizzare un cd o una chiavetta da consegnare al check-out per incentivare l’ascolto anche dopo il rientro a casa.

Tutto chiaro?

Certo, non é difficile. Ma temo di sapere già cosa stai pensando…

“Tutto bello Gian Marco ma queste sono cose da villaggi e grandi alberghi…”

Ah si?

E se ti dicessi che settimana scorsa ho incontrato un albergatrice di un 3 stelle di Rimini che ha addirittura registrato la propria sigla?!?

E se ti dicessi che i clienti (nel suo caso bambini) diventano matti per la sigla?

E che quando chiamano, PRIMA di prenotare, la conoscono già?

Adesso che scusa ti inventi?

P.S. se non mi credi, guarda qui:

P.P.S. Adesso capisci perché il mitico Oscar (albergatore di Cortina) in vacanze di natale ‘83 dava “mezza zucca” a settimana a Billo (Jerry Calà) per fare piano bar?

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Natale a casa Montanari - ogni anno un'avventura

Sono in vacanza, concedimi una parentesi narrativa.

Come i lettori affezionati del blog sapranno, natale è l’unico periodo dell’anno dove riesco a staccare per un paio di settimane (e scrivere un post senza refusi).

Ed è anche il momento in cui io e mia moglie decidiamo di dedicarci all’avventura con viaggi oltre oceano.

Ora, non che si parta alla ricerca di tesori nascosti in isole sperdute o perchè ci piace dare la caccia allo jeti tra le nevi.

In teoria sono normali viaggi fai da te Edreams + Expedia.

In teoria.

In pratica, essendo che a natale si muovono diverse centinaia di milioni di persone nel mondo, l’imprevisto é sempre dietro l’angolo.

E cosi, una volta siamo rimasti bloccati all’aeroporto di Rio senza hotel, un’altra volta ho fermato un aereo sulla pista per un problema di visto (questa scommetto che te la ricordi…).

Ma veniamo a quest’anno.

Partiti ieri da Bologna per la tratta Bologna-Istanbul-Kuala Lumpur, già al check-in scopriamo che da Istanbul a Kuala dovremo viaggiare separati “perché l’aereo é al completo”.

Come se avessi preso un last minute in aeroporto (invece ho prenotato a febbraio!).

Va beh, ovviamente dopo quelle che abbiamo passato negli anni, non son queste sciocchezze a fermarci.

Viaggeremo separati.

Ma all’imbarco ecco un’altra sorpresa.

L’aereo é in overbooking e non si parte finché qualcuno non accetta di rinunciare al biglietto e partire l’indomani.

Ed ecco che viene la versione della storia “utile per il tuo hotel” (perché ricordati sempre che le compagnie aeree fanno OGGI, quello che dovrai fare nel TUO hotel domani).

Dopo qualche timido tentativo di richiesta di rinuncia ai passeggeri da parte delle imbarazzate addette al desk, ecco entrare in scena l’asso della manica della Turkish.

D’improvviso arriva Sherif.

Sherif é “il cugino turco di Cristiano Ronaldo”, 65 kg di spavalderia in abito da cerimonia (70 considerando il gel che ha nei capelli).

E ha tutta l’aria di essere l’uomo delle missioni impossibili.

E infatti…

Nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo e inizia a scrutare tra i passeggeri, le sue possibili prede.

Giovani, senza figli, con aria di chi può essere interessato ad un avventura.

Primo giro e proposta benefit in cambio della rinuncia al volo:

  • parti domani stessa ora, stessa destinazione
  • notte in hotel a 5 stelle.

Nessuna vittima

Secondo giro e nuovi benefit

  • parti domani stessa ora, stessa destinazione o dove ti pare in Asia
  • notte in hotel 5 stelle all inclusive + day use fino alle 23 (orario transfer)
  • 300 € a persona

Ancora nessuna vittima ma primi dibattiti tra le coppie.

Ora la cosa divertente é proprio il ruolo del personaggio.

Perché mentre centinaia di passeggeri erano piantati li, spazientiti, in attesa della soluzione, lui sembrava perfettamente a suo agio.

Anzi, sembrava nato per interpretare il ruolo.

E ai primi accenni di polemiche “Muovetevi! Vogliamo partire!”

Lui rispondeva con la proposta:

“Signora se é stanca si faccia un bel regalo di natale, faccia partire l aereo e vada a riposare nel miglior 5 stelle della città…”

Il tutto accompagnato da un sorriso a 64 denti e da una scia di profumo tipo “Arbre Magique appena aperto”

Ma non basta.

E anche se la vecchietta non riceveva un sorriso del genere da almeno 30 anni, non molla l’osso.

E cosi, eccolo scendere in cambio con l’artiglieria pesante:

  • parti domani stessa ora, stessa destinazione o dove ti pare in asia
  • notte in hotel 5 stelle all inclusive + day use fino alle 23 (orario transfer)
  • 600 € a persona

A questo punto mia moglie mi guarda ridendo e mi porge la mano come a battermi 5.

É il segno che ha deciso (perché era ovvio che avrebbe deciso lei).

E cosi ci facciamo un’ora di trafila per ritirare nuove carte d’imbarco e malloppo e due ore dopo siamo nel nostro hotel ad Istanbul.

E dietro di noi altre 5 coppie.

Ora, personalmente non so se avrei accettato.

Ma fatto sta che sono rimasto, ho “annusato” una città nuova , ho messo la spunta sulla Turchia nella mia collezione di paesi (e sono 32!) e di fatto non ho pagato il volo.

Certo, ho “perso” un giorno di caldo.

Ma onestamente non odio la Turkish e soprattutto te ne sto parlando.

Morale della favola?!

Se hai un hotel business e nei giorni di punta legati a fiere ed eventi lavori in overbooking programmato, leggi bene quello che ti sto per dire.

Controlla la % di cancellazione e NON andare MAI oltre con le camere vendute.

Questa la spiego meglio perché so che per molti albergatori stagionali sembrerà assurdo.

Se hai un hotel di 100 camere e in concomitanza di un evento di picco lo storico dice che hai una % di cancellazione del 10%, DEVI vendere 10 camere in più di quelle che hai.

Per massimizzare i ricavi.

Altrimenti rimani con le camere libere e Dio solo sa quanto gli Albergatori Pro odiano quei buchi sul planning.

Ma DEVI anche riproteggerti.

Cioè prenotare lo stesso numero di camere in un altro hotel, di PARI livello.

E se i clienti arrivano tutti?

Beh in quel caso DEVI avere il tuo Sherif.

E il tuo ventaglio di benefit.

Ora se stai pensando che la Turkish fattura milioni e può permettersi di assumere le risorse migliori fermati un secondo.

Io ho lavorato in albergo e so bene cosa vuol dire gestire l’overbooking.

E ti garantisco che c’è una differenza ENORME tra andare in giro ad offrire soldi e bonus piuttosto che inventare la solita balla “del cliente straniero che doveva lasciare la camera e invece é sparito”.

Ricorda che il cliente ha RAGIONE AL 100%.

E tu DEVI fare qualcosa per compensare il DANNO che hai appena appena causato.

Bene, per ora da Istanbul é tutto, vediamo se ci fanno partire.

#Turkish #overbooking #albergatorepro


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Fine 2017, inizio 2018, scelte, obiettivi e auguri

Qua in Indonesia mancano un paio d’ore quindi anticiperò un pò i tempi.

Il 2017 è stato un anno importantissimo.

Per noi, per la nostra “piccola community” e per il movimento hotel-Italia in generale.

Io e Daniele Sarti siamo riusciti, insieme ad un manipolo di sostenitori che sono con noi dall’inizio, a realizzare la nostra oasi (grazie!).

In un anno il gruppo é passato dagli 700 iscritti di fine 2016 ai 2.200 attuali.

Siamo triplicati.

Questo da una parte ci rende orgogliosi, dall’altra ci spaventa un pò.

Perché Albergatore Pro non é un gruppo “per tutti”.

E cosi, ogni tanto dobbiamo intervenire per salvaguardare la specie.

Non per mancanza di spirito democratico (come sostiene qualcuno) o per indisponibilità al dialogo.

É una questione di VALORI.

Tradotto: puoi essere il mio peggior nemico la fuori, ma se rispetti lo spirito e le regole del gruppo, puoi rimanerci a vita.

Ma ci sono alcune cose su cui NON transigiamo.

Per intenderci.

Nel 2017 diversi Albergatori Pro hanno ottenuto risultati ENORMI:

==> C’é chi ha fatto + 3/400% di fatturato ogni mese rispetto al 2016 (ma per qualcuno ha solo 6 camere…”) vero Massimiliano Gastaldi?

==> C’é chi ha preso la decisione di chiudere il ristorante dopo anni di test e analisi dei numeri e ha chiuso l’anno con solo -13.000 € di fatturato (lascio a te fare i conti sui margini).

==> C’é chi da un hotel é passato a 2. Chi da 2 é passato a 3. Chi da 3 é passato a 4.

==> C’é chi in 3 mesi di percorso avanzato ha realizzato qualcosa come + 100.000 euro di incremento sullo stesso periodo del 2016 (3 mesi!!!).

==> C’é chi ogni mese posta foto prima-dopo il corso con la differenze sul planning.

Insomma, potrei andare avanti, ma penso hai capito il senso.

Ora, che te ne accorgi o meno, per ogni risultato, per ogni bandierina messa su una nuova vetta piccola o grande, c’é un detrattore che sminuisce, critica o accampa scuse sui presunti motivi per cui quel risultato non sia degno di essere celebrato.

Questa é la democrazia, dicono.

Il punto é che se queste sono le conseguenze della democrazia…

Noi la democrazia NON la vogliamo.

E il motivo é semplice.

La democrazia é “una media” di tutte le voci.

Il problema é che l’Italia, mediamente, é un paese arretrato, sia nell’economia generale, sia nel turismo.

E se ci adeguiamo alla media, siamo destinati alla crescita ZERO, se va bene.

E questo NON é il nostro obiettivo.

Non é il motivo che mi spinge ogni anno a partecipare a decine di corsi per trovare nuove informazioni da studiare, depurare, declinare al settore hotel, implementare, testare e condividere.

Non é il motivo per cui dedico almeno un’ora della mia giornata, OGNI GIORNO, per condividere strategie in forma completamente gratuita, per voi che siete sul gruppo.

Il NOSTRO impegno è rivolto al miglioramento continuo, alla ricerca della crescita, fosse anche solo di un centimetro alla volta, in ogni singolo ambito di gestione alberghiera.

Ovviamente NON esistono tuttologi.

E per farlo ci siamo circondati dei migliori professionisti sul mercato, di ogni area di competenza.

C’é uno bravo in Italia a fare qualcosa per gli hotel?

Lo trovi qui dentro.

Se non c é significa due cose:

1. non lo conosciamo (possibile, ma siamo felici se ce lo presenti)

2. pensiamo che NON sia allineato ai nostri valori.

E siccome questa “missione” é una cosa più grande di me, di noi, del nostro gruppo Facebook e di tutto il resto, IMPONE delle scelte.

E la nostra scelta é semplice.

Dal 2018 NON perderemo più tempo a scendere a patti coi detrattori.

Non ce ne frega niente di convincere gli scettici e disillusi.

Rimanete pure con la vostra dietrologia, invidia o malinconia dei bei tempi andati.

Le porte del nostro mondo sono e resteranno per sempre SPALANCATE.

Per tutti.

Ma il gruppo cresce, e di conseguenza crescono le nostre responsabilità.

Quindi ripeto.

Non daremo più spazio ai “secondo me” di chi parla solo per criticare. Senza mettersi in discussione. Senza provare niente di nuovo.

Noi andiamo avanti.

E lo faremo con TUTTE le armi a nostra disposizione: il gruppo Facebook, gli articoli del blog, la newsletter, le dirette, i vari seminari a cui i docenti del gruppo parteciperanno in giro per l’Italia e, dulcis in fundo, il corso Albergatore Pro.

Cioè il vertice annuale per Albergatori Professionisti.

A gennaio ufficializzeremo le date e la location.

Ora, la notizia é questa.

Non sceglieremo un hotel o un centro congressi che possa tenere 1.000 persone.

Perché Albergatore Pro non é un esercito. Né vuole esserlo.

É un corpo d’elite che vuole mettere nella stessa sala SOLO albergatori, professionisti o aspiranti tali con gli stessi valori, provenienti da tutta Italia, per studiare, confrontarsi e dettare la via.

Ora seguimi in quest’ultimo aggiornamento.

In Italia, ad oggi, ci sono oltre 130.000 attività tra alberghiere ed extra alberghiere.

Penso di non essere smentito se dico che nessun corso al mondo puó avere un impatto simile.

Ma

Possiamo guidare gli altri con l’ESEMPIO.

E se ogni Albergatore Pro diventa il punto di riferimento della propria destinazione, stai certo che prima o dopo gli altri albergatori se ne accorgeranno.

Anzi, ti dico una cosa.

Sta già succedendo.

Fino a un paio d’anni fa, sentir parlare gli albergatori di branding e copywriting sembrava fantascienza.

Ora gli Albergatori Pro lo fanno ogni giorno. E gli altri drizzano le antenne..

Nel frattempo, molti gestori si lamentano del fatto che sia impossibile trovare buone strutture da gestire.

Mentre diversi Albergatori Pro vengono cercati da proprietari stanchi in cerca di un gestore capace di far crescere la propria struttura.

E siamo solo all’inizio.

Bene, per ora é tutto.

Ti auguro di chiudere il 2017 nel modo che preferisci.

Che sia condividendo le foto del tuo planning fully booked.

O godendoti le meritate vacanze con la tua famiglia, mentre pianifichi il tuo 2018.

Ah già.

A proposito del 2018…

Ho deciso che quest’anno ti auguro solo la SALUTE.

Perché so già che tutto il resto ce lo prenderemo INSIEME.

A colpi di marketing, copywriting, controllo di gestione, revenue, tecnologia, breakfast e CAZZIMMA.

Ci vediamo dall’altra parte.

P.S. in questa foto “d’annata” io e Daniele ci conoscevamo “solo da 23 anni”.

#together #teampro


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Il web cambia (spesso), il marketing NON cambia MAI

Uno degli errori più comuni che mi trovo a riscontrare quando mi occupo di marketing per gli hotel è la confusione tra marketing e web marketing.

Facciamo il punto.

Come già abbondantemente discusso in passato, il problema nasce dal fatto che gli hotel italiani hanno iniziato a fare marketing nell’era del web e quindi gli albergatori non sono in grado di scindere le due cose.

Per la maggior parte (dei non Pro) il marketing è web.

Volendo ipersemplificare per loro il marketing è (al 99%) il loro sito web.

E questo comporta NON pochi problemi.

Perché?

Perché marketing e web viaggiano a due velocità TOTALMENTE DIVERSE.

Il web è dinamico, mutevole, innovativo.

Quello che oggi sul web è nuovo, domani è vecchio.

Quindi diventa necessario aggiornarsi costantemente per continuare ad essere competitivi.

Ora, io non sono un esperto (di web) ma alcune cose le ho capite (a forza di “schiaffi” dei miei amici Riky e Marco Baroni).

1) Gli algoritmi di Google cambiano spesso e i siti devono essere costantemente aggiornati per essere indicizzati (raggiungibili)

2) I dispositivi si aggiornano costantemente e i siti devono essere riprogettati per consentire la migliore esperienza di navigazione possibile da qualunque piattaforma

3) La grafica è in continua evoluzione e i siti devono prevedere restyling ricorrenti per essere sempre “freschi” ed attrattivi

Ora cosa c’è di male in tutto questo?

Assolutamente niente, anzi.

Devo riconoscere che molti albergatori hanno fatto propri questi concetti e, soprattutto i Pro, aggiornano il proprio sito in media una volta ogni 3 anni.

Ottimo.

Ma guardiamo il rovescio della medaglia.

Il marketing NON cambia.

MAI.

I principi fondamentali sono IMMUTEVOLI. Scolpiti nella roccia.

Tanto che uno dei libri di maggior successo della storia in materia, scritto dai padri fondatori del marketing strategico, si intitola “Le 22 immutabili leggi del marketing”.

Proprio così.

Certe LEGGI NON sono soggette ad obsolescenza.

Ti faccio un’esempio.

Per via della legge di GRAVITA’ se hai una mela in mano e la lasci cadere, questa finisce sul pavimento.

Questo c’è scritto sulla Treccani (un po’ meglio a dire il vero ma qui facciamo a capirci).

E non è che se tra tre anni cambiano la copertina della Treccani, cambiano la legge di gravità.

Nel marketing vale la stessa cosa.

Ma leggiamo insieme la legge n 11 tratta dal libro sopra citato:

“Gli effetti del marketing si fanno sentire nell’arco di un periodo di tempo PROLUNGATO.

Ogni operazione di marketing si ripercuote sul business delle aziende che ne fanno uso, anche a distanza di tempo”.

Quindi…

Una volta definita l’identità dell’hotel, cosa offre di diverso rispetto agli altri, e in quale categoria si posiziona….

Il risultato è…PER SEMPRE

Ergo: non è che quando vai a rifare il sito rifai anche il marketing (a meno che non sia inesistente, improvvisato o addirittura sbagliato).

Perché sarebbe un suicidio.

Perché il marketing strategico crea un messaggio con l’obiettivo di marchiare a fuoco il tuo hotel e stampare quel messaggio in testa al cliente potenziale.

E sai cosa c’è?

Che il mercato è saturo, perché siamo in una società IPER-comunicativa.

E le cose non basta dirle UNA VOLTA affinché il cliente le memorizzi.

E ti dirò di più.

Non basta nemmeno dirle per un paio d’anni.

Ma…

Se l’hotel è focalizzato su un target specifico, se la categoria è libera, se il vantaggio offerto al cliente è oggettivo e RILEVANTE e il messaggio viene perpetuato per un periodo di tempo sufficiente…

Allora si vince.

Ergo.

Trova la tua identità, riassumila quanto più possibile per creare un mantra che sia facile da memorizzare…

E ripetilo all’infinito in ogni declinazione e canale possibile finché i clienti non lo conoscono A MEMORIA.

Come dico sempre per spiegare il concetto…

Se ti dico:

“Dove c’è Barilla…”

Cosa mi rispondi???

“Esatto!!

Ora capisci come funziona?

Per concludere, quando vai a lavorare sul tuo marketing strategico per creare l’identità, devi metterci la stessa attenzione che metteresti nel farti un TATUAGGIO.

Cioè una cosa che ti rimarrà PER SEMPRE (salvo che tu non voglia farti di laser per rimuoverlo) e contribuirà a definire ciò che sei.

P.S. nei prossimi giorni ti spiego cos’è il payoff e come si sceglie.


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Revenue per hotel stagionali - "mini" corso gratuito

Visto il GRANDE interesse suscitato dal post della scorsa settimana sul revenue per chi vende i pacchetti, ho deciso di approfondire l’argomento.

Pensavo di scrivere un paio di righe, invece è venuto fuori un “mini corso”.

Un VERO REGALO DI NATALE.

Quindi, se stai valutando di farti seguire da un consulente per gestire le tariffe del 2018, fermati un secondo.

Leggi bene fino in fondo.

Potresti scoprire di NON averne bisogno.

O semplicemente avrai le idee molto più chiare nel momento in cui “il nemico” cercherà di confonderti con il solito arsenale di supercazzole.

Sei Pronto?

Bene, prendi carta e penna.

1) Vendere la settimana: per quanto chiudere il ristorante sia il “sogno erotico” del 99% degli albergatori stagionali, la realtà ad oggi è molto diversa, fiocco di neve.

Infatti, oltre il 90% degli hotel stagionali che conosco vende ancora i pacchetti con ristorante (HB, FB, all-inclusive).

E soprattutto vende LA SETTIMANA.

Tendenzialmente da sabato a sabato o da domenica a domenica.

E’ vero o no?

Quindi, DOPO aver bruciato il tuo listino devi anche bruciare tutti i tuoi file di controllo mensili.

Proprio così.

Non me ne frega niente quanto hai fatturato a maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre.

Un mese è un timeframe (unità di tempo) troppo grande per un hotel che vende LA SETTIMANA. (ma dai?!)

Quindi, butta via tutto.

Analizzare il mese è INUTILE, se non dannoso (esattamente come sono INUTILI E DANNOSI i listini mese per mese o di tre settimane in tre settimane).

Perché in quel modo rischi di supporre sommariamente che le 4 settimane del mese abbiano tutte lo stesso peso.

Tanto penso che siamo tutti d’accordo che le prime due settimane di giugno non hanno lo stesso peso della terza e la quarta, così’ come la seconda settimana di luglio non vale come la quarta. Giusto?

Bene.

Quindi cosa devi fare?

Semplice, analisi per settimana.

Dividi i mesi nelle 4-5 settimane di riferimento ed estrapola i dati di OGNI SETTIMANA.

Sì, lo so. E’ un lavoro impegnativo e diverso da quello che sei abituato a fare ma non ti ho mai detto che incrementare i risultati sarebbe stato semplice 🙂

Alla fine di questa operazione avrai 4-5 buste trasparenti con etichetta del mese di riferimento (una per ogni mese a seconda di quanto dura la stagione) con dentro i 4 report settimanali di ciascun mese.

Fatto? Oddio mi sembro Muciaccia…

2) Analizzare i dati: ora, per prima cosa andiamo a vedere l’occupazione di ogni settimana.

Se c’è invenduto dobbiamo lavorare su quello.

Quindi ipotizzando di avere avuto un occupazione del 76% come nell’immagine, il nostro obiettivo sarà semplice.

Dobbiamo vendere quel 24% di camere. Prima possibile.

Quindi il prezzo di partenza dovrà essere leggermente più basso rispetto al prezzo di partenza della stessa settimana dell’anno scorso (ipoteticamente potrebbe essere anche solo 1 € in meno ma questo varia tantissimo a seconda di destinazione e competitor).

Nota bene: questa offerta ovviamente dovrà essere LIMITATA nel tempo e nel contingente di camere. (altrimenti rischiamo di vendere sotto prezzo)

3) Definire una scadenza e un contingente massimo di camere dedicato all’offerta:

ponendo di fare il classico prenota prima (fino al 31/12, 31/1, 28/2, 31/3), devi misurare COSTANTEMENTE IL PICK-UP confrontandolo con l’anno precedente.

Pick-up = quante camere ho venduto ad oggi per quella settimana? Quante ne avevo vendute al 13/12/16 per la stessa settimana del 2017?

L’obiettivo è prendere dei riferimenti intermedi (come ai tempi del mitico Alberto Tomba).

4) Misurare i risultati: in caso di prenota prima l’obiettivo è quello di vendere un numero di camere tale da colmare quanto più possibile l’invenduto dell’anno precedente (ricordi il 24%?).

Una volta raggiunto il risultato, RICORDA DI AUMENTARE I PREZZI e rimetterti in linea con l’anno precedente.

Ripeto: altrimenti vendiamo “sotto-prezzo” e facciamo DANNI.

5) Proiezioni: a questo punto dobbiamo capire come dovremo muovere la tariffa. Per farlo serve fare una proiezione di vendita.

Come si fa?

Semplice: prendi il prezzo di vendita e simula (aiutandoti con calcolatrice e/o file Excel) il risultato che otterrai vendendo tutte le camere che restano a quel prezzo.

Ora, se in passato non hai mai fatto revenue, il risultato del calcolo potrebbe anche starti bene.

Nel senso che colmando l’invenduto con una retta media più bassa e vendendo tutte le altre camere con lo stesso prezzo dell’anno precedente, miglioreremmo complessivamente il risultato della settimana.

Ma non basta perché accontentarsi non è lo sport che facciamo su Albergatore Pro.

6) Pianificare dei rialzi: se vuoi raggiungere il massimo risultato potenziale o semplicemente non avevi invenduto (quindi si partiva da 100% di occupazione), devi simulare una vendita a scaglioni. Anche partendo dallo stesso prezzo con cui sei partito l’anno scorso.

Facciamo un esempio?

Poniamo che tu abbia 30 camere da vendere per la settimana in questione. (a prescindere che siano le camere che restano DOPO il prenota prima, o il numero TOTALE).

Cosa succede se vendi tutte le camere che restano a 140 € di media?

Segnati il risultato.

Diversamente, se ti restano 30 camere da vendere puoi pianificare ad esempio 4 rialzi ogni 6 camere vendute (lo so che 6*4 fa 24 ma aspetta un attimo).

==> a 6 camere vendute rialzo di 1,5 € a persona al giorno (se non hai esperienza prevedi piccoli rialzi per evitare di andare fuori prezzo)

==> a 12 camere vendute rialzo di 1,5 € a persona al giorno

==> a 18 camere vendute rialzo di 1,5 € a persona al giorno

==> a 24 camere vendute rialzo di 1,5 € a persona al giorno

==> a 30 camere vendute l’hotel è pieno quindi hai vinto e non fai più niente.

Ipotizzando di avere il classico piano famiglia con 2 adulti e due bambini di cui paga solo 1 (1,5*2 + 1,5) nel caso dell’esempio finiresti per vendere le ultime 6 camere a 18 € in più al giorno.

Che fanno 126 € a settimana a camera.

756 € in totale. Per una settimana.

Ora segnati il risultato dato dalla somma della retta media raggiunta con ogni rialzo…

7) Ripetizione: applica questo sistema su ognuna delle settimane che hai da vendere.

😎 Incassa il bottino e prenota le TUE 3 settimane in vacanza (prima ti metti al lavoro, prima raggiungi il risultato, prima puoi prenotare, prima risparmi!).

Buon Natale!


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