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Scopri perchè dal 26 maggio saper usare il copy sara ancora più importante e perché la GDPR avrà il ruolo della safety car in una gara di formula 1

Come sai, venerdì 18 ore 19.00 abbiamo organizzato un vero e proprio webinar sul tema privacy (chiamarla diretta sarebbe riduttivo).

In quell’occasione affronteremo con l’esperto Fabrizio D’Agostino la questione nei dettagli e capiremo cosa cambia per gli albergatori.

Ma nel frattempo posso anticiparti cosa cambia da un punto di vista marketing.

E partiamo dallo status quo.

Oggi ogni Albergatore Pro che si rispetti investe CON COSTANZA nella creazione di una lista contatti profilati.

Tradotto: oltre, ovviamente, a quelle dei clienti ospitati, raccoglie email sistematicamente, ogni giorno.

==> Le chiede a chi fa richiesta telefonica (per inviare preventivi o con la “scusa” della waiting list in caso di non disponibilità)

==> A chi fa walk-in (sia che il cliente decida di soggiornare o meno)

==> A chi vuole scaricare una guida della destinazione (facendolo atterrare su un’apposita landing page)

Ed altri interessanti trucchetti che faccio applicare abitualmente ai miei studenti privati (e che ovviamente non sto a svelarti qui ora).

Ora, questo fino a ieri costituiva un GRANDE vantaggio competitivo.

Perché permetteva di creare un DATABASE enorme, da sfruttare per fare marketing (e solo in ultima battuta per inviare offerte).

E la cosa era incrementale.

Perché nel frattempo ogni giorno un albergatore non pro, chiudeva il telefono dicendo “non abbiamo disponibilità” senza chiedere uno straccio di contatto.

Quindi, grazie a questa semplice abitudine, anche senza una vera strategia di marketing e/o un brand attrattivo si ottenevano buoni risultati.

Sfruttando la FORZA BRUTALE dei numeri.

Si, perché, a parità di conversione (esempio 3 prenotazioni ogni 1000 mail inviate) se un albergatore con 25.000 contatti incontra un albergatore con 1.000 contatti, l’albergatore con mille contatti é un albergatore morto (di fame).

Ma ora cambia tutto.

Perché dal 25 maggio l’esito della gara torna completamente in discussione.

Perché?

Semplice.

Perché la nuova normativa GDPR, scompiglia le carte come l’ingresso della safety car dopo un temporale in una gara di formula uno.

Cosa intendo?

Intendo che il vantaggio accumulato nei “giri” precedenti viene annullato.

E si riparte “tutti alla pari.”

Proprio cosi.

Perché dal 25, per poter “usare” le migliaia di email che compongono il tuo database dovrai chiedere di nuovo il permesso.

Cioè inviare una mail a tutti i contatti per farti autorizzare ad inviare nuove comunicazioni in futuro.

Riesci ad immaginare cosa succederà?

Se non hai ancora trovato il coraggio per dirtelo a voce alta, lo faccio io.

Succederà che le grasse liste contatti alimentate negli anni faranno la fine dei detenuti nella clinica di dimagrimento del famigerato Dott. Birkenmeier ne “Fantozzi contro tutti” (se non l’hai visto sei pregato di auto-sventolarti il cartellino rosso).

Quindi cosa?

Non si potranno più inviare mail?

Certo che si.

Solo che “non basterà più inviare mail”.

Dovrai fare in modo che le tue email diventino talmente interessanti da venire associate nella testa del tuo potenziale cliente ad una forma di intrattenimento.

Cosa intendo?

Dovranno incuriosire.

Dovranno coinvolgere.

Dovranno emozionare.

Dovranno creare un desiderio.

É una cosa facile?

Assolutamente no.

É una cosa che si può imparare?

Assolutamente si.

Come?

Per il momento hai due modalità:

1. Guarda il webinar di Daniele Sarti sull’email marketing per hotel cliccando qui.

2. Studia attentamente il mio intervento sul copy dell’edizione del corso 2017 (ovviamente se ti sei iscritto e hai ricevuto la chiavetta magica).

P.S. al prossimo Albergatore Pro affronterò personalmente l’evoluzione delle modalità di comunicazione hotel-potenziale cliente

P.P.S. Io se fossi in te non mancherei

https://www.albergatorepro.com/iscrizione/


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Vendere in parity rate - Quattro fattori che forse non hai considerato

Il gruppo Albergatore Pro esiste da 3 anni.

Ogni giorno cresce di numero, ogni anno si evolve nei concetti.

Tutto bene, ma c’è un “problema”.

Tendenzialmente non ripetiamo OGNI giorno concetti che abbiamo già affrontato. (Per questo esiste l’apposita funzione “cerca”).

Ma, contestualmente non possiamo dare per scontato che “i nuovi” siano in pari con tutti i “vecchi argomenti”

Infatti, mi rendo conto che alcuni principi che considero “scontati”, per molti non lo sono affatto.

Nello specifico mi riferisco al concetto di parity rate, tanto dibattuto quanto vasto nella sua complessità.

Partiamo dai fatti.

A seguito della battaglia vinta da Federalberghi oltre un anno fa, oggi gli hotel hanno il diritto contrattuale di poter vendere in “disparity” rispetto alle OTA, cioè a tariffe più vantaggiose.

Cosa vuol dire?

Vuole dire, ipersemplificando, che se vendo sulle OTA una camera doppia a 80€ in B&B, sul mio sito posso vederla a 75 € (o meno) e nessun avvocato mi recapiterà una diffida per questo.

Ora, giusto o sbagliato, non è questo il momento di discuterne e ho comunque già espresso il mio parere più volte in passato. (Se ti interessa digita “parity rate” nella sezione cerca).

La domanda di oggi invece é un’altra e più tecnica.

Cosa significa veramente parity rate?

Stesso prezzo?

Basta così? Sei sicuro?

No, te lo dico io, NON basta.

Anche se letteralmente è questo che significa, nei fatti la questione é molto più articolata.

La mia interpretazione è che si vende in parity rate quando le condizioni offerte sul sito ufficiale dell’hotel sono pari a quelle pubblicate sulle OTA.

Ma quali sono queste “condizioni”?

Facciamo insieme un breve riepilogo:

1. Prezzo: ovviamente si parte da qui. Se la Retta B&B sulle OTA é pari a 80 €, lo stesso prezzo DEVE essere disponibile sul sito. Ça va sans dire 🎩

2. Regole di deposito: se su Booking è richiesta solo una carta di credito a garanzia, sul sito ufficiale non PUÒ essere richiesta una caparra. Nel del 30%, ne del 10%, ne di un euro. Perché questo cambia le condizioni (e tecnicamente immobilizzando un “capitale” causa anche un costo finanziario, ricordi la storia dell’euro nel carrello di Aldo Giovanni e Giacomo? 😜

3. Regole di cancellazione: se su booking c è una cancellazione gratuita a TRE giorni, sul sito non può essere presente una cancellazione a CINQUE, ne a QUATTRO. Perché questo cambia le condizioni (e tecnicamente rappresenta un costo di cancellazione aggiuntivo in caso di cancellazione a quattro giorni) ⛔

4. Stesse rette disponibili: eh, si. Perché se il B&B è fuori allo stesso prezzo ma su booking c’é anche una “Non rimborsabile” scontata del 10%, ecco che cade la parity rate. Quindi stesso prezzo, STESSE RETTE.

5. Stessi sconti fidelity: ancora, si. Perché se esci su Booking ad un prezzo di 80 €, con la non rimborsabile arrivi a 72 € (-10%) e con lo sconto booking Genius, riservato agli utenti Genius (cioè il 70% degli utenti) scendiamo di un altro 10% per arrivare 64,8, cioè ben 15€ in meno rispetto al 80€ di partenza. Quindi garantire SEMPRE sconti fedeltà ai clienti che hanno già soggiornato (almeno 10%)

Ora, sto dicendo che TUTTI gli alberghi DEVONO adottare queste strategie?

Assolutamente no.

In alcuni RARI casi fortunati, incontrato albergatori che vivono felici in disparity.

Ma…

Se le OTA rappresentano un volume importante del tuo fatturato e tu credi di essere serenamente in parity rate ma la % di intermediazione non scende mai, ti consiglio caldamente di verificare i 4 punti di cui sopra.

Poi, se hai fatto tutti i compiti, ma dal tuo sito non batti un chiodo comunque, clicca su link qua sotto e iscriviti al corso di novembre che ti spiego come si fa.

https://www.albergatorepro.com/iscrizione/

P.S. abbiamo ancora 48 posti disponibili, Hurry up!!


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Revenue per hotel che vendono pacchetti a persona - Trucchi per prevedere il futuro

Una delle cose più difficili in materia di revenue management è la gestione delle tariffe di un hotel leisure che vende a pacchetto.

Si perché la maggior parte delle discussioni e pontificazioni degli “esperti revenue” sono legate alla gestione revenue dei prezzi a camere in B&B.

Ora niente, di male per carità.

Essendo che la gestione tariffaria dinamica è nata prima nelle grandi città, è normale che il parametro principale sia la vendita a camere in B&B.

Peccato però che il 46% degli hotel Italiani siano 3 stelle e che, di questi, il 70% vendono pacchetti che includono il ristorante.

Quindi con prezzi A PERSONA.

Il tutto senza contare 4 e 5 stelle con ristorante che vendono comunque allo stesso modo.

Ora, giusto o sbagliato, retrogrado o avanzato che sia, questo è lo scenario la fuori.

Quindi, mentre la maggior parte degli esperti si confronta su pick-up, ADR, in mirabolanti thread (discussioni) che sono ARABO per l’80% degli interlocutori…(perché fanno così non si sa).

là fuori ci sono almeno 15.000 albergatori il cui problema principale è capire se possono o meno alzare il prezzo di 3 € a persona per la seconda settimana di giugno.

Capisco che è meno sexy come discussione.

Capisco che parlare potabile fa meno docente di Oxford, ma questa cari miei è la REALTA’.

Ed è anche parecchio più difficile da gestire purtroppo.

Perché l’oscillazione delle tariffe si imposta sul scaglioni minimi che determinano variazioni legate agli sconti, a loro volta legati al periodo e alle fasce di età.

Insomma, un BEL CASINO. (E ti assicuro che in Romagna siamo cintura nera di listini complessi)

Quindi siccome da sempre, Albergatore Pro è al servizio della realtà, mi scuserai se parlo “rurale” ma ho un paio di spunti concreti da offrire a chi, come me, sbatte la capoccia ogni giorno su questi problemi.

Punto 1) E’ fondamentale avere un gestionale o un sistema di archiviazione qualsiasi (anche Excel va bene) che ci permette di monitorare il venduto SETTIMANA PER SETTIMANA (perché in tante destinazioni leisure quello è l’indice medio di soggiorno).

Punto 2) Va verificata SETTIMANALMENTE la proiezione del venduto, settimana per settimana, e confrontata con l’anno precedente (meglio, se possibile, consultare due anni di storico)

Tradotto: ogni lunedì (o quando ti pare) devi verificare quante camere hai venduto per la seconda di giugno e se ne hai vendute più o meno rispetto all’anno precedente.

Punto 3) In funzione delle vendite, è necessario procedere a rialzi graduali SOLO SULLE SETTIMANE che stanno performando come o meglio delle aspettative.

Tradotto: se per la seconda di giugno hai venduto 30 camere laddove l’anno scorso ne avevi vendute 26, a parità di prezzo, puoi procedere ad un rialzo (di quanto dipende da tanti fattori tra cui la categoria, il servizio offerto dall’hotel e, non ultimo, IL CORAGGIO).

Ora qual è il problema?

Il problema è che spesso, la normale ansia da prestazione dell’imprenditore, crea dei BLOCCHI PSICOLOGICI, che impediscono di effettuare rialzi, anche quando supportati dai dati.

Cosa fare quindi?

La risposta è sempre NEI NUMERI.

Quindi, ora ti svelo un trucco che ti permetterà di valutare analiticamente e decidere SERENAMENTE di prenderti i rialzi che ti spettano per ottenere i risultati che TI MERITI.

Sei pronto?

Oltre ad analizzare i dati di cui sopra, un “trucco” particolarmente efficace è quello di impostare la struttura del sito ufficiale con una “landing page” per ogni offerta.

Tradotto: deve esserci un link permanente per ogni settimana in modo da monitorare le conversioni e le statistiche relative a visite e coinvolgimento (quanti utenti cliccano sul link, quanto tempo trascorrono sulla pagina)

Qui trovi un esempio: https://www.campingcesenatico.com/1-it-43043-offerta-di-luglio-per-vacanze-in-housing-tent-con-servizio-spiaggia-omaggio.php

A cosa serve?

Serve perché oltre a vedere la progressione delle camere vendute, essendoci un periodo di transizione tra visita e richiesta, consultando le statistiche delle visite delle offerte delle varie settimane, nell’ultima settimana, siamo in grado di “PREVEDERE IL FUTURO”.

Proprio così.

Perché, la tanto desiderata richiesta informazioni (o preventivo), NON ARRIVA IMMEDIATAMENTE dopo che il cliente ha individuato la sua settimana ideale.

E’ necessario un tempo di maturazione, che statisticamente è di circa 7-14 gg

Il tempo di capire se una persona può prendersi le ferie e/o di confrontarsi con moglie/marito per la decisione definitiva.

Quindi, analizzato le statistiche delle visite degli ultimi 7-14 giorni siamo in grado di prevedere il trend delle richieste DEI PROSSIMI 7-14 giorni.

E in questo modo sarà molto più semplice andare a modificare la casellina dei prezzi in excel al rialzo di quanto serve per MASSIMIZZARE I MARGINI.

Non dico senza ansie. Perché quelle esisteranno sempre.

Ma sicuramente in modo molto più consapevole e con la SERENITÀ’ di aver applicare un METODO.

Senza tornare ai tempi degli Auguri e degli Aruspici.

Ecco, vedi che anche io posso fare il professore??

Scherzi a parte gente.

Se l’argomento interessa posso fare una bella diretta, IN ESCLUSIVA, sul tema “revenue per hotel che vendono a pacchetto.”

Poco inglese, MOLTA SOSTANZA.

Lascia un commentone se ti piace l’idea.

P.S. poi ovviamente approfondiamo tutto a novembre.

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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Ogni quanto ti aggiorni?

Nell’extranet di Booking era presente già da parecchio tempo, ma solo ultimamente, o almeno io me ne sono accorto solo ultimamente, è visibile anche lato cliente la parte del profilo.

Se compili i campi in Struttura-> Il tuo profilo, in fondo alla pagina del tuo hotel, comparirà la sezione “Il tuo host”.

Mmh, forse vagamente copiato ad Airbnb?

Forse su Booking stanno sbarcando anche una marea di appartamenti “improvvisati”?

Non ha importanza.

L’importante è, come sempre, avere sempre i profili del tuo albergo COMPLETI ed AGGIORNATI su qualsiasi piattaforma.

Quanto spesso fai un giro negli extranet delle tue OTA per dare un’occhiata alle novità o aggiornare le foto?

Quanto spesso cerchi il tuo hotel su Google e controlli che tutti i risultati abbiano le informazioni corrette?

Quanto spesso aggiorni le foto o i testi?


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Il vero eroe sei tu... se fai come Booking!

Ok, credo di essermi già attirato le antipatie di molti inneggiando a Booking, ma spiego subito il motivo.

Siamo d’accordo che bisogna sempre imparare dai migliori?

Bene.

Ma come?

Non so se lo conosci, probabilmente funziona di più all’estero, ma booking ha dato vita al progetto #BookingHero

Come funziona?

Semplice:

– Gli ospiti nominano il loro #BookingHero su Instagram, Facebook o Twitter.

– Scrivono il nome della struttura, il ruolo del membro del personale che è stato il loro #BookingHero e la storia di come questa persona ha SUPERATO OGNI ASPETTATIVA.

– La storia migliore vince il premio di #BookingHero di 25.000 € da spendere su Booking, più altri 25.000 € per l’ospite che lo ha nominato.

– I due secondi classificati ne vincono invece 5.000 €.

Esatto, non si vincono soldi ma credito da usare sul portale!

Ora, perché non potresti fare anche tu la stessa cosa per il tuo hotel?

Stesse regole, con hashtag #nomehotelhero (o #eroenomehotel se i tuoi clienti non masticano l’inglese) e premi un po’ più contenuti, a seconda delle tua struttura.

Che risultati otterrai?

Effetto “viral” sui social (lo so, lo so, non pagate i fornitori coi like, ma in questo caso è visibilità “utile”).

I tuoi dipendenti daranno il 110% per far vivere la MIGLIORE ESPERIENZA ai tuoi clienti, in cambio di un benefit a tua scelta (soldi, giornata di riposo extra, esenzione da mansioni che odiano, ecc…).

I tuoi clienti faranno pubblicità gratuita al tuo hotel, attirando altri clienti.

I vincitori riceveranno un premio che li farà tornare da te!

Ti viene in mente un motivo per cui non farlo?

Mi aggancio anche al post di ieri in cui in una persona regalava un buono di 15 € di booking.

Ovviamente non fa piacere perché dirotta traffico sul portale, ma perché non fare un buono “porta un amico” a chi ha soggiornato, o, ancor meglio, a chi ha appena prenotato?

Non credo sia così malvagia come idea.

Allora, vuoi essere l’eroe dei propri clienti? 🤠

P.S.
Possibile che non ci sia l’emoji di Superman?

Spero si capisca che intendevo Indiana Jones…


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Perchè chi non conosce il marketing non potrà mai essere un buon copy e perchè l'assessorato al turismo di Rimini dovrebbe ringraziare questa agenzia di Mestre

Da qualche ora sta circolando in rete questa immagine che ha suscitato aspri dibattiti tra addetti ai lavori, “esperti” di marketing e albergatori romagnoli “indignati”.

In pratica un agenzia viaggi di Mestre, ha creato un annuncio pubblicitario dove appare il seguente messaggio:

“Le Baleari allo stesso prezzi di Rimini”.

“Prenota la vacanza con tre mesi d’anticipo e goditi le Baleari invece di Rimini”.

I commenti che ne sono seguiti sono tra i più disparati:

“Io fossi l’assessore al Turismo di Rimini mi incazzerei come una iena”.

oppure

“implicitamente dicono anche che le Baleari sono meglio di Rimini…Ma non lo scrivono per cui legalmente non vedo niente che vada oltre il cattivo gusto”.

Oltre a discussioni varie sul fatto che l’annuncio sia legalmente corretto (per via della pubblicità comparativa) o più o meno di cattivo gusto.

Ora, io NON sono un legale.

Quindi dall’aspetto normativo mi tengo bene alla larga perché non ne so assolutamente NIENTE.

Quello che invece SO PER CERTO, è che ai potenziali clienti dell’aspetto legale non frega niente.

ZERO.

E se ne fregano anche del discorso buon gusto (che è puramente soggettivo anche se in questo caso mi pare che “oggettivamente” non ci sia davvero di che scandalizzarsi).

Il punto è che questo è semplicemente un tentativo grottesco di “rubare” clienti a Rimini spostandoli altrove tramite un’offerta.

Ora, niente da dire sull’intento, ci mancherebbe.

Attirare i clienti che normalmente comprano da un competitor verso la propria azienda è semplicemente quello che il marketing serve a fare.

Il punto è che nel marketing esistono delle REGOLE.

E non sto parlando di regole scritte sul codice civile, ma di regole che si basano sui PRINCIPI della materia.

E queste regole bisogna CONOSCERLE.

E per fare un annuncio del genere bisogna conoscere almeno LE BASI.

Vediamo quali regole sono state violate?

1) Meglio essere primi che i migliori.

Sviluppo: molto probabilmente Rimini NON è la migliore destinazione di mare possibile.

Se parliamo di prodotto, Le Maldive, La Sardegna, il Salento e anche le Baleari hanno decisamente qualcosa in più dal punto di vista naturale.

Ma

Rimini è sicuramente e INDISCUTIBILMENTE PRIMA NELLA MENTE degli Italiani per il concetto “vacanze di mare”.

E non lo dico io.

lo dicono le classifiche dei Metamotori che, DA ANNI, la vedono in cima alla lista, per le ricerche sulle vacanze estive di almeno una settimana.

Ergo, se decidi di attaccare il LEADER di categoria devi come minimo posizionarti attaccando un punto debole (ad esempio il mare).

Se invece ti limiti come in questo caso a citare il leader e offrire come “vantaggio” lo stesso prezzo, non fai altro che RAFFORZARE nella mente delle persone il fatto che quello è il BRAND Leader.

Faccio un esempio per farla più semplice.

Hai presente quando vedete al supermercato l’offerta della cola sfigata di turno ?

Ecco, tolto un 2-3% della popolazione che risponde allo stimolo del prezzo, tutti gli altri semplicemente si ricordano che devono comprare la Coca Cola e passano oltre per andarsela a prendere.

Ecco.

Considerate che in questo caso non c’è nemmeno lo stimolo del prezzo più basso…

2) Il marketing NON è una battaglia di prodotti. E’ una battaglia di percezioni.

Che si gioca tra i brand, aggiungo io.

Ora, piaccia o no, Rimini è un brand.

Le “Baleari” invece sono un arcipelago spagnolo.

Ibiza è un brand.

Formentera è un brand.

Ma il 50% degli Italiani (e sono ottimista) non sanno nemmeno che Ibiza e Formentera sono nelle Baleari.

Quindi anche qui battaglia impari basata su un paragone senza senso..

3) Conoscenza del Target.

La maggior parte delle persone che scelgono Rimini, la scelgono anche e soprattutto, perché Rimini è associata a diversi attributi fondamentali tra i quali:

SICUREZZA: salvataggi ogni 150 metri, fondali che si abbassano gradualmente e sono l’ideale per chi vuole imparare a nuotare, servizi ospedalieri di primordine.

COMODITÀ: Rimini è raggiungibile con poche ore d’auto da quasi tutta Italia.

Quindi, anche chi sarebbe allettato da farsi un bel selfie di fronte al mare cristallino delle Baleari (sempre che sappia che c’è) deve comunque fare i conti con la SUOCERA.

Sì, proprio così.

Perché chi è esperto di marketing DEVE sapere che ogni decisione d’acquisto è presa in termini RELAZIONALI.

E ognuno di noi, consapevolmente o inconsapevolmente, si trova a ragionare sull’impatto che la decisione che prende avrà sulla propria famiglia e cerchia di affetti.

Cosa intendo dire?

Che Rimini è specializzata nell’accoglienza di bambini MOLTO piccoli (con offerte e servizi dedicati).

E, per quanto il mondo sta cambiando, la globalizzazione ecc…, c’è un luogo comune molto forte da contrastare:

“BAMBINI PICCOLI = NO AEREO”

E per quanto in questo gruppo siamo albergatori, viaggiatori e cittadini del mondo, alla suocera 60enne dell’operaio di Agrate Brianza, non FREGA NIENTE della globalizzazione.

Per lei “i bambini piccoli NON DEVONO prendere l’aereo”.

E questo, che piaccia o no, che lo consideriate o no, è assolutamente uno dei fattori che influenza il processo decisionale del potenziale cliente di Rimini (e se lo conoscete potete tranquillamente sfruttarlo a vostro vantaggio in trattativa).

Ora, dirai tu, questa offerta è indirizzata a un target diverso dalle famiglie con bambini piccoli.

Ah si? E quale?

Quale target dovrebbe rispondere a un copy neutro, senza nessun elemento di interesse, senza nessun vantaggio se non quello di “costare come il Leader”?

Lasciate che vi dica una cosa.

Questo annuncio non solo NON ha alcun senso dal punto di vista marketing.

E’ addirittura un AUTOGOL.

E se io fossi l’assessore al turismo di Rimini spererei che abbia la maggior visibilità possibile perché, di fatto, sta facendo pubblicità GRATUITA alla mia destinazione.

Promemoria per il vostro hotel: se vuoi fare un marketing orientato alla concorrenza, non basta nominarla questa concorrenza.

Devi fare un’analisi chirurgica del target a cui rivolgete la vostra offerta e chiarire, in maniera INEQUIVOCABILE, qual è il vantaggio che il potenziale cliente avrebbe nel prenotare da voi PIUTTOSTO CHE prenotare da un vostro competitor.

Poi ci mettete una bella chiamata all’azione con scadenza.

Ora, capisco che per chi li legge per la prima volta questi concetti possano sembrare contro-intuitivi.

E il motivo è molto semplice.

In Italia non c’è nessuno che abbia studiato, NEL PROFONDO, i principi del marketing strategico e abbia lavorato per anni per declinarli al settore turistico in generale e agli hotel in particolare.

Nessun corso per smanettoni del web, nessun corso per “risparmiare 10 mila euro di commissioni “, nessun corso sponsorizzato dove vi IMMOLATE per una-due giornate per farvi rifilare una sfilza di markette senza fine.

Nessun corso, a parte Albergatore Pro, il vertice annuale per albergatori professionisti.

L’unico corso dove imparerai:

==> I principi del marketing strategico declinati all’hotel

==> Come impostare una strategia di revenue management che ti permetta di monetizzare il valore aggiunto creato dal tuo marketing

==> Come vendere direttamente per ottimizzare ogni trattativa e incrementare immediatamente il tuo tasso di conversione

P.S. Tra qualche giorno ufficializzeremo un altro GRANDE relatore.

Si tratta di un relatore che con le sue strategie vi permetterà di incrementare i margini NETTI del tuo hotel, massimizzando il valore creato con il tuo marketing.

Sei sicuro che vuoi lasciare tutta questa roba ai tuoi competitor?

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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Scopri qual é il mese dell’estate che si muove prima e come evitare di rincorrerlo all'infinito e fare la fine di Willy il Coyote con Bip Bip

In queste settimane, come ogni anno, mi confronto con albergatori in cerca di confronto e conforto in vista della prossima stagione estiva.

Non ci crederai ma, nonostante storici di ferro e comprovate capacità, anche i Pro soffrono della tipica “ansia da prestazione”.

Tanto che, durante i “confessionali”, cercano di carpire e capire informazioni sugli andamenti generali manifestandomi le loro umanissime perplessità e preoccupazioni.

Cosi, planning alla mano, iniziano a scorrere le schermate e puntare il dito:

“Vedi, questa settimana non si muove”.

“Questa invece forse l’ho venduta troppo presto”.

“Qui invece non ho proprio fatto in tempo a rialzare i prezzi”.

Sia chiaro, fare queste analisi e avere questo genere di controllo é un OTTIMO segnale.

Tipico degli albergatori attenti che cercano sempre il miglioramento.

Ma…

Anche qui c è una costante, abbastanza prevedibile, sulla quale invece mi rendo conto che manca la giusta consapevolezza.

Per intenderci, voglio sperare che, rivolgendomi agli stagionali, sia chiaro per tutti che l’ultima di luglio é una settimana DIVERSA dal resto del mese.

E occhio che NON ho detto debole o peggio drammatica.

Ho detto diversa semplicemente perché va venduta ad PREZZO DIVERSO rispetto al resto del mese.

Invece spesso c’é una inspiegabile progressione che porta i prezzi a crescere fino ad avvicinarsi a quelli di agosto.

Solo che, essendoci addirittura MENO domanda rispetto alle due settimane precedenti di luglio, cosi facendo NON SI VENDE.

Perché in realtà deve essere PIÙ BASSO. Dall’inizio.

Ed è ecco che magicamente le prenotazioni entrano e l’albergo si riempie.

Certo, non entrano a fiumi. E nemmeno con grande anticipo.

Ma ti garantisco che, con il giusto prezzo, i Pro che conoscono riempiono. Tutti.

Ora, fatta questa premessa “di riscaldamento” entriamo nel vivo del tema oggi.

Quindi, soprattutto se gestisce un hotel stagionale sul mare, apri bene gli occhi.

Sai qual é il mese che si muove più velocemente?

Cioè quello per il quale le prenotazioni entrano con MAGGIORE anticipo rispetto la data di arrivo?

Ora, posto che ogni albergo fa storia a se e sicuramente il volume dei clienti abituali è un fattore da considerare, ci sono pochi dubbi.

Luglio è il Bip-Bip delle prenotazioni.

E, a parità di investimenti di marketing (campagne su Google e Facebook), a questo punto della stagione per 9 alberghi su 10 é il mese per il quale sono entrate più prenotazioni.

A volte anche il 10-15% in più rispetto ad agosto e addirittura a giugno.

Perché?

Perché giugno è un mese difficile da interpretare da un punto di vista meteorologico e le persone attendono per capire cosa dicono le previsioni.

E comunque tendenzialmente prenotano le ultime due settimane oppure offerte SUPER vantaggiose.

Al contrario ad agosto invece sanno che non c’è grande convenienza a prenotare in anticipo perché gli alberghi, forti delle ferie comandate, sparano alto anche con un anno di anticipo.

Quindi tanto vale aspettare.

Luglio invece si muove in maniera determinante tra dicembre e febbraio-marzo.

Quindi, ecco un monito per gli albergatori che gestiscono una politica tariffaria dinamica.

So bene che l’inverno NON é più stagione di riposo per gli albergatori Pro.

D’inverno si fa strategia, si rivede il sito, si ristruttura, si acquistano attrezzatura e arredi, si PARTECIPA AI CORSI e si pianificano gli investimenti di marketing.

Ma tra tutte queste cose ovviamente c’é da tenere d’occhio le prenotazioni che entrano e vanno aggiornate le tariffe.

Ecco, dato che mi capita (troppo) spesso di vedere un luglio venduto presto e male, lascia che ti dia un consiglio.

Almeno una volta a settimana, anche quando fuori il cielo e plumbeo e si fa notte alle 17.00, prenditi mezz’ora per controllare le tariffe e da’ priorità a luglio.

Assicurati di rialzare le tariffe in maniera armonica in base al venduto.

E sappi che é l’unica cosa giusta da fare.

Perché se esci a prezzi troppo alti per evitare di svendere, blocchi tutto.

E ti trovi a rincorrere.

Se invece ti distrai una mesata, ti trovate a marzo col 50% di occupazione sotto-prezzo.

E non sperare nemmeno di recuperare sotto data.

Perché, forzando improbabili rialzi, succede che le prenotazioni SI INCHIODANO di colpo come Bip-bip sul ciglio del burrone e voi coi vostri prezzi Coyote finite DRITTI NEL BARATRO dell’invenduto.

Sul serio.

Più di una volta mi é capitato di vedere hotel aprire il mese col 80% di occupazione e chiudere con l 83%.

Quindi prendi pure coltello e forchetta preparati ad azzannare la preda, ma ricordati di seguire le istruzioni:

==> Prezzi esposti con largo anticipo

==> Offerte attrattive pronte ad essere rialzate in maniera graduale in base alle vendite

==> Monitoraggio costante del last minute per alzare o diminuire in base agli andamenti del mercato.

Solo cosi, potrai infilzare quel maledetto struzzo di luglio 😜😜

P.S. per novembre siamo già 110, siamo pronti per fare la storia!

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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I 3 tavoli del tuo piano marketing

E’ domenica, e come spesso accade, mi trovo a fare il punto delle attività svolte in settimana e pianificare quelle della settimana successiva.

Una delle discussioni ricorrenti più interessanti che mi trovo a fare con gli albergatori è sicuramente la prima in ordine cronologico, cioè quella che risponde alla domanda:

“Gian Marco, come faccio a lanciare o ri-lanciare il mio hotel?”

Ecco, per introdurre il motivo per cui ho deciso di scrivere il post di oggi devo riprendere un concetto che ho imparato in uno dei tanti corsi di marketing a cui ho partecipato:

“se una cosa ti succede una volta è un caso, se ti succede due volte è una coincidenza, se ti succede 3 volte è un pattern (tendenza) e devi risolverlo a livello sistemico”

Così, siccome, mi ripeto, questa discussione è un MUST che si ripete SEMPRE, ho deciso di scrivere un post così mi rimane, posso condividerlo sul gruppo e trasformarlo in un articolo del blog.

Ma torniamo a noi.

“Come faccio per lanciare o ri-lanciare il mio hotel?”

La risposta a questa domanda è sicuramente articolata e complessa.

Infatti, purtroppo, come la maggior parte degli imprenditori pensanti sa bene, NON esiste un singolo fattore che, DA SOLO, può fare impennare i fatturati del tuo hotel.

Al contrario ne esistono decine.

Ma se vogliamo partire dal piano marketing ne ho individuati 3 che sono assolutamente PRIORITARI e devono essere gestiti da una regia coordinata.

Così facendo si crea un circolo virtuoso per il quale ognuno di dei 3 fattori alimenta gli altri garantendo una crescita veloce, sana e replicabile.

Vediamo insieme quali sono questi punti?

1) MARKETING STRATEGICO: proprio così. In ordine cronologico la strategia è sicuramente il primo fattore da considerare.

Ora, per parlare di strategia di marketing di un hotel non basterebbe una settimana ma, per farla semplice, la strategia si basa sulla scelta di clienti target, sul valore aggiunto che l’hotel è in grado di offrire ai clienti individuati, e contestualmente al posizionamento che l’hotel vuole assumere sul mercato in funzione dei competitor esistenti.

Poi tutto questo deve “essere messo in musica” attraverso il copywriting.

Per fare questo i casi sono due: o tu diventi un esperto di marketing, o assumi consulente con i controcazzi (controcazzi = no scappati di casa con una pagina Facebook e una partita iva in regime dei minimi).

2) GESTIONE DELLE TARIFFE: Come sapete io sono un tipo pratico.

Perché sì, sono appassionato di strategia, sì, ho studiato da Jay Abraham e altri maestri della materia ma tutto questo per me non ha NESSUN SENSO, se non si traduce in un incremento di fatturato.

Quindi, la gestione delle tariffe NON può essere in nessun modo scollegata dal marketing strategico perché DEVE garantire la monetizzazione del valore aggiunto creato dal marketing strategico.

3) MARKETING OPERATIVO: qui la questione è relativamente semplice. Il marketing operativo è una serie di azioni mirate a trasmettere il messaggio definito dalla strategia con l’obiettivo di impattare sul maggior numero possibile di clienti in target. (quella che grezzamente chiamiamo pubblicità)

Alcuni esempi:

✔ Campagne di advertising Google
✔ Campagna di advertising su Facebook
✔ Azioni di remarketing su chi ha già visitato il sito
✔ Creazione di account sulle principali OTA (si è anche questo è marketing operativo)
✔ Campagne di advertising sui Metamotori (Trivago, Tripadivisor)
✔ Presenza su eventuali portali di destinazione (se efficaci)

Ora, il marketing operativo ha “solo un problema”:

I CLIENTI SI COMPRANO.

Quindi per poter implementare delle azioni di marketing occorre avere un budget da “appoggiare sul tavolo” PRIMA di vedere arrivare i clienti e incassare.

Cosa a cui gli albergatori vecchia scuola sembrano esser particolarmente allergici.

E sai perché sono allergici?

Perché molti NON sono imprenditori, hanno semplicemente ereditato un immobile e una partita iva (ndr.).

E, molto spesso, l’hanno ereditata da qualcuno che NON ha mai speso UN EURO in marketing in vita propria perché ha vissuto nell’epoca delle “vacche grasse” dove bastava aprire e “sperare nel bel tempo”.

Ok, ora che abbiamo elencato quali sono i tre tavoli sui cui si gioca la partita del tuo marketing, mi tolgo la giacca da formatore e te la spiego come se fossimo al bar, ok?

Fase 1) Vendi le tue camera a una media di 80 € (ma non sei soddisfatto).

Fase 2) Inizi a lavorare sulla strategia di marketing, scegli un cliente target, CREI VALORE AGGIUNTO coi servizi, ti posizioni su un segmento diverso (possibilmente più alto) rispetto ai competitor e comunichi il tuo messaggio secondo i dettami del copywriting.

Per la fase 3) hai due possibilità:

o investi in marketing operativo per incrementare la tua visibilità e raggiungere DIRETTAMENTE un numero sufficiente di clienti in target;

oppure dovrai accettare l’idea di vendere a 75 € per un periodo, per ottenere la stessa visibilità dalle OTA che, per inciso, investono al tuo posto quei soldi che tu oggi NON hai.

Ma stai attento però.

Perché non è tutto ORO quel che luccica.

Sai perché?

Perché alle OTA non frega assolutamente niente di te e del tuo hotel.

Semplicemente vendono le camere più semplici da vendere, cioè quelle che costano meno.

Che oggi casualmente sono le tue.

Ma che domani, quando sarai pronto per alzare i prezzi, saranno quelle del tuo competitor che starà tentando di rilanciarsi (e sarà disposto/obbligato a vendere a prezzi più bassi dei tuoi).

Quindi gradualmente dovrai comunque metterti nella condizioni di poter alimentare più canali di vendita (privilegiando il tuo diretto) per non dipendere da un’azienda esterna che abbia il monopolio del tuo marketing.

Fase 4) Il prezzo di partenza di 80 € di media deve NECESSARIAMENTE SALIRE per dare un senso alla strategia (poi che sia 85 €, 90 € o 100€ lo scopriremo solo vivendo).

In ESTREMA sintesi la logica del tuo piano marketing può essere riassunta in una semplicissima operazione matematica:

Caso 1) hai soldi da investire

Prezzo iniziale +
Marketing strategico +
Marketing operativo +
Revenue management (al rialzo) =
=====================
Prezzo finale (+ alto di quello iniziale)

Caso 2) NON hai soldi da investire

Prezzo iniziale +
Marketing strategico +
Revenue management (prima al ribasso poi al rialzo) +
Tempo =
======================
Prezzo finale (+ alto di quello iniziale)

Bene, per oggi è tutto,

Se ti è chiaro il concetto e pensi che questo post possa essere utile ad amici/colleghi fai clic su condividi.

Se invece ti è venuta “sete di marketing” e lo consideri solo un aperitivo.. beh c’è una sola cosa che puoi fare

Clicca qui sul link qua sotto e unisciti agli altri 150 albergatori che si incontreranno a novembre al vertice annuale per albergatori professionisti.

https://www.albergatorepro.com/corso/


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Steve Jobs spiega la differenza tra chi ottiene risultati e chi non li ottiene

In una rara intervista del 1994 Steve Jobs offre un consiglio prezioso, e forse non così inflazionato, su chi vuole avere successo.

O meglio: indica la sola cosa che, secondo lui, divide le persone che ottengono effettivamente qualcosa, che raggiungono un obiettivo, e quelli che si limitano a sognare.

E anche se il personaggio in questione é totalmente estraneo al nostro mondo, mi aiuta spiegare un concetto importante che può esserti molto utile per gestire il tuo hotel (e a svelarti un aneddoto sul famoso relatore americano che annunceremo più tardi)

CHIEDI.

Steve Jobs, parlando della sua esperienza nel mondo hi-tech, racconta di aver scoperto qualcosa di “molto vero”.

E cioè, che in tanti non sono in grado di raggiungere ciò che davvero desiderano “perché non chiedono mai”.

«Non ho mai trovato nessuno a cui chiedessi aiuto – racconta Jobs – che si sia rifiutato di darmi una mano.

Quando avevo 12 anni ho chiamato Bill Hewlett e gli ho detto: “Ciao, mi chiamo Steve Jobs, ho 12 anni. Sono uno studente.

Voglio costruire un frequenzimetro e mi chiedevo se avesse dei pezzi di ricambio che può darmi”.

Lui si mise a ridere, ma mi diede i pezzi.

E poi mi diede un lavoro, quella stessa estate, in Hewlett-Packard: mi mise a lavorare alla catena di montaggio, assemblando dadi e viti proprio sui frequenzimetri. Era il paradiso in terra per me».

Questo perché, al di là dell’episodio con Hewlett, Jobs racconta di “non aver mai trovato qualcuno che mi dicesse di no, o mi attaccasse il telefono in faccia quando chiamavo”.

Molte persone non alzano mai la cornetta per chiamare.

Molte persone non chiedono mai.

E questo è ciò che separa, a volte, le persone che realizzano cose da coloro che le sognano soltanto».

COSA SUCCEDE QUANDO CHIEDI

È evidente perché molti di noi fanno fatica a chiedere.

Chiedere vuol dire mostrarsi vulnerabili e la paura di un rifiuto è estremamente radicata in noi.

Ma la verità è che non abbiamo niente da perdere.

Sono 3 le cose che accadono formulando questa semplice domanda:

Dimostri rispetto per l’interlocutore.
È come se dicessi: “Ne sai più di me, tu puoi fare ciò che io non posso”.

Dimostri fiducia.
Mostrando la tua vulnerabilità, implicitamente stai dando fiducia all’altra persona, nelle cui mani poni la tua debolezza.

Mostri la tua capacità di ascolto, che non è cosa da poco. Soprattutto dimostri di essere aperto a quello che l’altro ha da dire, anche se probabilmente si scontrerà con la tua visione del mondo.

Queste tre dimostrazioni possono aprire molte porte.

Perché l’interlocutore si sentirà orgoglioso e sarà soddisfatto di sapere che qualcuno è venuto da lui mostrando il rispetto e la fiducia che sente di meritare.

Ok, ma questo cosa c’entra con il tuo hotel?

C’entra eccome.

Perché spesso mi capita di confrontarmi con albergatori che sono letteralmente ossessionati da un proprio competitor.

Peggio di Kobe Bryant con Michael Jordan.

Non si spiegano come facciano ad essere pieni quando loro non lo sono.

Non si spiegano come facciano a vendere a 8 € euro in più quando loro fanno una fatica dannata ad alzare anche solo di un euro.

Non capiscono come fanno ad avere lo stesso staff da 15 anni quando loro fanno fatica a portare un chef a fine stagione.

Eccetera, eccetera, eccetera.

È successo anche a te?

I casi sono due.

O ti è successo, o sei troppo orgoglioso per ammetterlo. 😜

Ma in ognuno dei due casi la soluzione é MOLTO PIÙ SEMPLICE di quanto credi.

CHIEDI.

Alza il telefono, chiedi del titolare (tanto sai benissimo come si chiama) e digli semplicemente LA VERITÀ.

Ciao sono Tizio dell’hotel XXX e ho bisogno del tuo aiuto.

“Mi spieghi come cavolo fai a…..? “

Facendo questo semplice gesto otterrai 2 vantaggi fondamentali:

1) romperai per sempre uno stupido blocco mentale che ti impedisce di ottenere informazioni vitali in tutti i campi della tua vita

2) otterrai molto più aiuto di quello che avresti mai immaginato (oppure scoprirai che quel competitor che stimavi tanto in realtà non é cosi stimabile 😄).

P.S. Con tutto il tram tram che abbiamo creato in queste settimane, molti amici, partner e addetti ai lavori mi hanno contattato in privato per sapere come diavolo ho fatto a convincere il relatore americano a partecipare al nostro “piccolo corso in Italia”

Se stai pensando che il motivo sono i soldi ti fermo subito.

Stiamo parlando di un professionista che é arrivato al punto di poter scegliere dove, quando e con chi lavorare.

Quindi la verità é un’altra.

Semplicemente l’ho chiamato, senza che ci fossimo MAI rivolti la parola né di persona né on-line, e gli ho chiesto :

“Ciao sono Gian Marco Montanari e sto cercando di organizzare il miglior corso per albergatori della storia in Italia, ti va di darmi una mano?”

Risposta.

“Certo, mia moglie ADORA l’Italia” (a proposito di brand).

Fine.

Nessun altro segreto.

Davvero.

Mi piacerebbe poterti svelare “le 3 tecniche persuasive del fantamarketing neurologico”.

Solo che non le so.

Ma il punto é un altro.

In quanti la fuori la fuori avrebbero fatto “questa semplice chiamata”?

Tu l’avresti fatto?

E soprattutto.

Da oggi sarai disposto a farlo?


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