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Come imparare ad usare Instagram per il tuo hotel copiando i beach club di Bali

Dando seguito al post dell’altro giorno sulla spaventosa campagna di influencer del Baglioni Resort Maldives, oggi voglio approfondire le strategie di marketing usate a Bali dai principali resort, e relativi beach club.

Ma prima un paio di premesse:

1) Instagram sta al 2020, come Facebook sta al 2010, la tv è stata dagli anni ‘80 agli anni 2000.

Stop.

È IL media del momento e più di tutti gli altri sta influenzando le dinamiche sociali ed economiche degli anni che viviamo.

2) Avendo un impatto così evidente su così tante persone, (pensate solo che hanno dovuto oscurare il numero di like a causa dei disagi psicologici che questa continua ricerca di accettazione sociale comportava) Instagram ha, di conseguenza, un impatto economico ENORME sul marketing e sul product placement di qualsiasi settore merceologico (con particolare rilevanza su food, moda e TURISMO).

Per darvi un’idea della portata del fenomeno, pensate che il valore commerciale (determinato in base agli introiti generati) dell’account di Cristiano Ronaldo è di QUARANTASETTE MILIONI di euro.

Se pensate che il merito della valutazione astronomica sia prevalentemente da attribuire al brand CR7 avete ragione, ma considerate che l’account ufficiale Facebook dello stesso fenomeno portoghese vale circa 2 milioni di euro.

Ora, fatte le dovute premesse io e Daniele Sarti vi avevamo anticipato lo tsunami che stava per travolgerci già nel 2016, lanciando il nostro primo corso, Insta HotelPro (in fase di continuo aggiornamento).

Ma torniamo ai giorni nostri.

Per prima cosa mi sento di dire che, per quanto i margini di crescita siano ancora ENORMI, “l’era dei pionieri” é conclusa e i principali hotel brand italiani e internazionali hanno già messo la propria bandierina creando e sviluppando i propri account come vero e proprio canale di acquisizione clienti.

Cosa che di fatto è.

Ma se dovessi aprire un nuovo account oggi?

✅ Vale ancora la pena?

✅ Da dove dovrei cominciare?

✅ Come farei a tenerlo aggiornato tra le mille cose da fare?

Per risponderti, ti parlerò appunto dei beach club di Bali e di come hanno “cavalcato l’onda” di Instagram per creare brand da milioni di euro di fatturato attirando investitori da tutto il mondo.

Nota: Bali è il classico esempio di “Instagram destination” avendo visto esplodere la propria popolarità su scala mondiale grazie alla sua instagrammabilità e conseguente divulgazione di travel influencer da tutto il mondo.

Oggi, grazie a Instagram, Bali é di fatto più famosa dell’Indonesia stessa.

Ma torniamo a noi.

Per prima cosa devi capire se il tuo hotel, così come è oggi, è considerato “instagrammabile” dai tuoi ospiti.

Come sempre, il marketing é “solo” un amplificatore e può espandere solo ciò che esiste già.

Quindi la prima cosa che devi fare è aprire Instagram, digitare nel campo cerca il nome del tuo hotel, selezionare l’opzione luoghi e vedere se e cosa condividono i tuoi ospiti.

Per chi non lo sapesse, così facendo trovi le foto che i tuoi ospiti hanno già condiviso taggandosi presso il tuo hotel.

A questo punto due sono le opzioni:

1. non trovi niente: brutto segno. In questo caso la tua priorità é creare degli angoli “instagrammabili” e incentivare la condivisione.

La buona notizia é che a volte basta davvero poco: un grande hashtag di polistirolo col nome del tuo hotel con un bello sfondo, un’area verde con pratino e qualche elemento d’arredo figoso, un’angolo libreria, una citazione ispirazionale alle pareti. Insomma, libera la fantasia.

2. trovi delle foto che riportano più o meno tutte lo stesso scorcio. Capita spessissimo che gli utenti cerchino altre foto prima di pubblicate e “prendano spunto” da altre foto già postate.

In questo caso devi semplicemente dare risalto a ciò che è già apprezzato incentivando altri utenti a scattare, oltre a farlo tu direttamente col tuo account (questo vale anche per l’opzione 1, DOPO che avrai creato la tua attrazione).

Una volta creato un contesto e un contenuto, devi iniziare a curare il tuo account.

Come farlo?

Esattamente come se fosse il tuo SITO.

Tradotto?

✅ Devi riportare nella bio il payoff: su Instagram il testo ha POCHISSIMO spazio e devi sintetizzare immediatamente la tua identità con pochissime parole.

✅ Devi riportare TUTTI i contatti: sito, telefono e devono poterti inviare una mail con un clic dall’apposito bottone.

✅ Devi riportare un bottone prenota collegato al booking engine (addirittura tra le storie in evidenza del @finnsbeachclub, payoff “World’s best beach club ”, c’è la registrazione esatta della procedura da seguire per effettuare la prenotazione di un lettino!!).

✅ Devi sfruttare al massimo le storie e le immagini mettendo in evidenza: eventi, offerte speciali, FAQ (vedi account @azulbeacclub) e momenti speciali condivisi dagli ospiti.

✅ Devi incentivare in ogni modo possibile la condivisione con lo scopo di creare una community che vive di vita propria.

Per comprendere meglio il concetto, considerate che il 37% degli under 30 in America ammette di usare i tag di Instagram regolarmente per ritrovare persone “interessanti” che ha visto (!) e conosciuto in un certo luogo.

Ve la faccio più facile: vedi una che ti piace in un posto dove sei stato, torni a casa e la cerchi su Instagram in quel luogo per vedere se si é taggata.

(La stessa cosa vale se partecipi ad un corso o a un meeting e vuoi ritrovare qualcuno verso il quale hai interessi commerciali, ma “rende meno l’idea 🐷”).

Insomma, parliamo di un fenomeno con risvolti potenzialmente esplosivi per un business ad alto livello di interazione umana come l’hotel.

Ok, ora veniamo all’ultima domanda.

Come fare a tenere aggiornato l’account?

È “solo” una questione di disciplina e condivisione.

Consiglio pratico.

Crea una chat dove partecipano i membri dello staff che decidete di coinvolgere (ne basta uno per reparto) incentivandoli a scattate foto e girare brevi video di momenti e situazioni particolari.

Lo scopo è trovare almeno una foto e un paio di video usabili ogni giorno.

Da condividere come post e nelle storie.

È facile?

Si.

Richiede tempo?

Si.

Può trasformare l’account in VERO canale di acquisizione clienti?

Assolutamente si.

P.S. Non fate finta di niente, vi ho già dato un nuovo proposito per il 2020.

P.P.S. No, il proposito non è venire a Bali a studiare i beach club! 🤪

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Quanto è fotografabile il tuo hotel?

Era il 2016 quando, per primi, su questo gruppo, abbiamo affrontato il tema Instagram per hotel e l’importanza della comunicazione “visuale” nella cultura del momento.

Da allora il fenomeno si è ulteriormente amplificato e oggi, come più volte ribadito, è Instagram “il media del momento.”

Ora, posto che NON lavoriamo per Instagram e che gli aggiornamenti sono talmente frequenti e veloci da impedirci di aggiornare il nostro corso, proviamo a capire insieme perché, il social di foto e video, è così importante per il tuo hotel:

1) Immediatezza

Instagram rispetto a Facebook è un media molto più immediato che predilige foto e video, rispetto al testo.

La maggior parte dei post sono rappresentati da “foto + caption” (descrizione).

2) Visibilità

Oggi tutto passa da Instagram: cantanti, calciatori, aziende, prodotti, istituzioni…perfino Papa Francesco comunica attraverso Instagram.

3) Continuità

Essendo basato sulle storie, che scadono ogni 24 ore, Instagram richiede maggiore continuità nell’aggiornamento, ma allo stesso tempo garantisce maggiore rapporto con i propri follower.

Ora, questi tre fattori sono assolutamente determinanti e validi per la maggior parte dei business, ma ce n’è un altro in particolare, altrettanto importante, che rappresenta un “nuovo propulsore” per gli hotel:

4) Vanità

Instagram, più di tutti gli altri che lo hanno preceduto, è il media della vanità.

E’ il book fotografico che ognuno di noi può avere.

Pensaci un attimo.

Fino a pochi anni fa, erano prevalentemente gli oggetti a determinare lo status delle persone.

Macchine, borse, orologi, scarpe, ecc...

Tutte cose che ovviamente valgono ancora, ma…

Oggi Instagram ha sdoganato le esperienze.

Facciamo un esempio concreto.

Prima di Instagram il più figo della compagnia era quello che a 18 anni poteva prendersi una bella macchina…

Oggi, avere 10.000 followers su Instagram, socialmente, vale più di una BMW (se le hai entrambe meglio ancora).

Ma torniamo a noi e quello che ci riguarda da vicino.

Fino a 10 anni fa se andavi in un albergo figo era una cosa che rimaneva tra te e la tua stretta cerchia di amici.

Al massimo l’avresti raccontato al ritorno.

Oggi invece, grazie alla possibilità di condividere foto e storie in tempo reale, le esperienze che vivi e i luoghi che frequenti diventano parte integrante dell’immagine che proponi di te e del tuo stato sociale.

Ora la domanda delle domande.

Questa cosa vale solo per i MILIONARI, che frequentano hotel a 5 stelle, in destinazioni da sogno?

Assolutamente no.

Esattamente come non esiste solo la Ferrari per definire uno stato sociale, e la golf è stata per anni un simbolo per i giovani della classe medio borghese.

Ecco, con gli hotel funziona allo stesso identico modo.

E il tuo scopo, come imprenditore esperto di marketing, è quello di conoscere il tuo cliente target e progettare il tuo hotel in modo da permettere ai tuoi ospiti di usarlo come strumento per incrementare il proprio stato sociale.

Come?

C’è un segreto che vale sempre, a prescindere dallo stile e dal tipo di hotel che gestisci.

Se stai valutando una ristrutturazione o un semplice “riarredo” devi guardarti intorno pensando:

A quali di questi elementi mi verrebbe spontaneo fare una foto o un video?

Cosa potrei aggiungere o cambiare per indurre i clienti a farlo?


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Fare Branding nel 2020 - Pecore e Leoni faranno la stessa fine

Sembra ieri.

Invece sono passati ormai tre anni dalla prima edizione del corso Albergatore Pro.

All’epoca per la prima volta in Italia abbiamo divulgato un vero e proprio manuale di istruzioni per la creazione del brand di un hotel.

Erano solo 34 slide.

Ma contenevano la declinazione pratica di tutte le regole auree, declinate al marketing alberghiero.

A seguito di quel corso, la mia casella mail è stata letteralmente invasa da richieste di partecipazione a corsi, fiere, webinar e articoli su blog di settore.

Il che mi sembrava abbastanza surreale.

In fondo avevo semplicemente “messo in fila”, i fattori che avevano permesso a decine di albergatori in tutta Italia, di svettare, staccandosi completamente dai competitor.

Oggi, a distanza di 3 anni, il mercato è decisamente più maturo da un punto di vista della consapevolezza.

Ma, sapete cosa c’è?

Per quanto le leggi del posizionamento abbiano ormai messo radici nel mercato alberghiero, per assurdo c’è addirittura più confusione di prima.

Cos’è un brand?

Un’idea, una percezione, una scelta.

Il problema è che queste cose sono troppo astratte e la mente umana fa fatica ad “afferrarle”
.

Per capire le cose abbiamo bisogno di riferimenti che conosciamo.

Cos’è un brand?

Ferrari, Nike, Apple.

Marchi, straordinari esempi di influenza, ma anche cose, che riusciamo a vedere e possiamo toccare.

Tutto molto più chiaro.

Ora se parliamo di branding dell’hotel, succede la stessa cosa.

Possiamo parlare per anni di scelta della categoria, definizione del target, incremento della percezione…

Ma alla fine per spiegarci servono gli esempi.

Bellagio, Marina Bay Sands, Cavallino Bianco.

Ora, qual è il punto del discorso?

Il punto è che nessuno startupper, per quanto sognatore, quando inizia può prendere come riferimento una multinazionale.

Non è sano, perché una multinazionale ha strumenti sofisticatissimi, budget milionari e margini di errore che ucciderebbero qualunque imprenditore normale.

Con gli hotel accade la stessa cosa.

Gli hotel che prendiamo come riferimento sono, nella maggior parte dei casi, progetti milionari, in destinazioni conosciute in tutto il mondo.

Un’altra partita, su un altro campo, con regole completamente diverse da quelle con cui ti confronti ogni giorno.

Ora, questa distanza concettuale, porta come conseguenza, due reazioni diametralmente opposte.

Da una parte, molti albergatori spaventati, si bloccano perché considerano il percorso di costruzione di un brand qualcosa di irraggiungibile e completamente fuori dalla loro portata.

Contestualmente, pochi albergatori “coraggiosi” si espongono con investimenti senza possibile ritorno, perché ignorano il contesto competitivo.

Purtroppo, pur con approcci diametralmente opposti, entrambi i comportamenti sono ugualmente mortiferi.

Questo perché non considerano due principi fondamentali dell’attuale condizione di mercato:

  1. Nel 2020 stare fermi significa retrocedere
  2. Nel 2020 i margini di errore sono minimi e, se sbagli rotta, non puoi più tornare indietro

Ancora una volta tutto dipende dai numeri.

Gli albergatori della prima categoria non conoscono il potenziale sviluppo e non si rendono conto di quanti soldi stanno lasciando sul piatto ogni anno.

Al contrario, gli albergatori della seconda categoria non conoscono i reali limiti di un business che, per sua natura, non può espandersi verticalmente.

La morale della favola è che nel 2020 se hai paura e ti blocchi, sei destinato al fallimento.

Se ignori il pericolo e ti butti ruggendo contro il nemico, fallisci comunque.

La cattiva notizia per te che stai leggendo, è che non basta evitare gli estremi per salvare il tuo hotel.

La buona notizia è che esiste un piano per agire consapevolmente ed evitare rischi che possono distruggere i tuoi progetti personali e professionali.

Al corso Albergatore Pro di novembre vedremo insieme come individuare i confini del contesto in cui lavori e come battere i tuoi competitor ottenendo risultati a prescindere dagli andamenti della destinazione.

Attenzione però:

Il 31 ottobre i prezzi aumenteranno fino a 1.197 €.

Il che significa che hai CINQUE giorni per prenotare il tuo posto in sala.

P.S. Se i posti finiscono prima, poi non dire che non ti avevo avvisato…

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/

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Tu NON sei il TUO hotel

In questo preciso momento sono a Matera.

(Perla CLA-MO-RO-SA).

Passata la sbornia post corso, sono di nuovo nel vortice dei mille impegni quotidiani.

Normale amministrazione.

Così, mentre cerco di raccogliere le idee per progettare il futuro partendo dagli spunti ottenuti in questi giorni, non posso fare a meno di condividere una riflessione.

Tra i tanti temi affrontati al corso, un passaggio in particolare -non strettamente tecnico- ha toccato la coscienza di tanti, che me l’hanno sottolineato a parole o con un messaggio privato.

“Tu NON sei il TUO hotel.”

Per contestualizzare la cosa chiarisco, soprattutto per chi non era presente, che ne abbiamo parlato in relazione ad un problema fortemente diffuso tra gli albergatori italiani, ovverosia un’eccessiva e insana identificazione simmetrica tra l’albergatore e il proprio albergo.

Ora, questo concetto, all’apparenza scontato, è in realtà fondamentale sotto due diversi punti di vista:

1️⃣ Liberazione emotiva e delega: per quanto si sia andati avanti per decenni con questa convinzione, è assolutamente controproducente che l’azienda dipenda dal titolare.

Altrettanto ovviamente per potersi assentare serenamente occorre aver creato delle procedure e averle trasferite allo staff.

Quindi una volta per tutte: l’hotel NON crolla se vi assentate un paio d’ore e, NON ci crederete, NON imparerete MAI a delegare fino a quando non vi assentate e osservate dall’esterno i problemi che genera la vostra assenza.

In questo caso il percorso logico-cronologico è piuttosto lineare:

☑️ Ti assenti
☑️ I tuoi collaboratori/soci/familiari si trovano ad affrontare un problema e sbagliano
☑️ Tu spieghi come avresti anticipato/evitato/affrontato/risolto il problema
☑️ Metti nero su bianco la procedura per la prossima volta.
☑️ Ricominci da capo.

In questo modo scarichi su carta quello che hai in testa e trasformi le tue conoscenze in cultura aziendale.

È semplice? No.

È gratis?

Assolutamente no. Costa tempo, energie e risorse per compensare gli errori.

È necessario? Assolutamente si e costa MOLTO meno dei danni che fate rimanendo IMPRESCINDIBILI per il vostro hotel, soprattutto alla vostra salute mentale e al vostro equilibrio sociale e familiare.

Ricorda: i sacrifici personali che hanno fatto i nostri genitori sono ammirevoli ma NON sono socialmente accettabili nel 2020.

Tradotto: 20 anni fa se lavoravi 16 ore al giorno eri “un eroe che si faceva il mazzo per mantenere la famiglia”, oggi finisci con un divorzio e i figli dallo psicologo. (Se non peggio).

2️⃣ Liberazione economica e aspirazione personale: un altro aspetto spesso sottovaluto ma altrettanto dannoso per il proprietario di un hotel sono i limiti oggettivi.

Per capirci: a differenza di molti business che possono espandersi in verticale, l’hotel, per quanto performante, ha dei precisi limiti economici legati alla capacità produttiva, ovvero sia al numero delle camere.

Tradotto: se hai ereditato un 20 camere che prima era dei tuoi nonni e poi dei tuoi genitori che per due generazioni ci hanno mangiato bene, NON è detto oggi quello stesso hotel sia ”lo strumento giusto” per farti guadagnare quanto meriti.

Il mercato cambia, la competizione aumenta (questo al corso lo abbiamo visto nel dettaglio) e oggi, tolto in rare destinazioni fortunate, 20 camere (o meno), NON bastano più.

Ecco perché, a prescindere dal legame affettivo, dai ricordi legati ai momenti vissuti dentro la struttura, e dal significato che “quel mucchio di mattoni” può avere per la tua famiglia, NON devi rimanere schiavo di un’idea.

Al contrario, la verità è che, con una media nazionale di 32,9 camere, la maggior parte degli hotel NON sono in grado di generare ricavi sufficienti per ricompensare adeguatamente gli sforzi di chi gestisce.

Tradotto: la maggior parte degli albergatori, pur profondendo il massimo dell’impegno col massimo della passione e competenze, NON guadagneranno MAI quanto meritano e quanto potrebbero, a parità di impegno, con uno strumento diverso.

È giusto? No.

È facile accettarlo? Per niente.

È utile prenderne coscienza? È vitale.

Perché è sempre difficile per me affrontare le singole situazioni e smontare i progetti di qualcuno, guardandolo negli occhi.

Ma, DEVO farlo.

Perché se siete qua dentro significa che avete voglia, passione e competenze e NON dovete permettere che un “mucchio di mattoni metta un tetto alla vostra ambizione.”

Soluzione?

A volte è MOLTO più semplice di quello che credete.

Basta “aggiungere una ventina di camere”, dare in gestione il vostro hotel e prenderne uno con il doppio delle camere nella stessa destinazione, o uno appena più grande in una destinazione con maggiore appeal a pochi chilometri di distanza.

Perché ricorda:

Tu NON sei il tuo hotel e il tuo destino deve dipendere da TE, non dall’albergo dentro al quale sei seduto in questo preciso momento.


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L’Albergo mi ha fregato

Sono passati circa due anni.

All’epoca avevamo alle spalle solo la PRIMA STORICA edizione del corso Albergatore Pro.

Un corso tecnico, pieno di contenuti, ma di taglia XXS rispetto ad oggi.

Eravamo cinquanta persone.

Ci apprestavamo ad organizzare l’edizione 2017 senza nemmeno renderci conto che stavamo per raddoppiare i numeri dell’anno precedente…

Io ero contemporaneamente concentrato e preoccupato dai preparativi.

Il mio scopo più alto era riuscire ad incrementare il fatturato degli albergatori che avrebbero partecipato.

Poi, un giorno, aprendo i tanti messaggi che ricevevo su Facebook dai membri del gruppo, uno in particolare ha attirato la mia attenzione:

“L’albergo mi ha fregato.”

“Per anni non ho fatto altro che lavorare, 16 ore al giorno, tutti i giorni, tra ristorante e banco del ricevimento.

A causa di questi ritmi assurdi ho rovinato la mia vita, mia moglie mi ha lasciato, ho preso 12 kg e ho ho il conto corrente in rosso.

Sono giunto a un bivio.

Mollo tutto e torno a fare il dipendente.

Trovo, non so dove, le forze per rialzarmi e riprendo in mano la mia vita.

Ti confesso che l’opzione 1 mi ha accompagnato molte volte prima di addormentarmi, finché un giorno ho incontrato per caso questo gruppo.

Ho trovato spunti interessanti, contenuti utili, strategie pratiche da applicare subito.

Ma non è questo che mi ha tenuto collegato, in realtà.

Era l’entusiasmo ad essere magnetico.

Questo spontaneo spirito di condivisione che collega centinaia di albergatori appassionati da tutta Italia.

Cosi, mentre questo gruppo diventava giorno dopo giorno una sorta di seconda famiglia virtuale, ad un certo punto ho preso il coraggio a due mani e ho deciso.

Mi iscrivo al corso.

Non avrei tempo, non potrei permettermelo, ma lo faccio lo stesso.

Per darmi una seconda possibilità e ricominciare da capo.

Purtroppo da due anni non faccio vacanze e quest’anno Albergatore Pro sarà contemporaneamente la mia rinascita e la mia vacanza.”

Confesso.

Questo messaggio è stato come un PUGNO nello stomaco e ha completamente ribaltato la mia prospettiva.

A cosa serve fatturare di più se l’albergo deve inghiottire tutto il resto?

A cosa serve ambire ad un’occupazione del 100% se NON esiste tempo libero, non esiste svago o possibilità di fare sport?

A cosa serve crescere un’altra generazione di ragazzi benestanti, magari figli di genitori separati, che ODIANO l’albergo a tal punto che andrebbero a lavorare in MINIERA, pur di non fare la fine dei propri genitori?!

Cosi, con Daniele ci siamo guardati per un attimo negli occhi e abbiamo deciso:

“Albergatore Pro non sará cosi.”

Sarà un corso per Albergatori professionisti, ma prima ancora sarà un corso per essere UMANI.

Per persone che hanno la consapevolezza che nessun risultato professionale, per ambizioso che sia, vale un momento di serenità trascorso con le persone che ami, a fare ciò che ti fa sentire vivo.

Albergatore Pro sarà insieme un corso tecnico e una GRANDE festa.

Albergatore Pro sarà la casa della nuova generazione di albergatori.

Uomini e donne animati dalla stessa passione per l’ospitalità, che NON considerano l’hotel un fine…

Ma uno strumento per vivere la vita che hanno sempre desiderato, insieme ai propri cari.

Manca poco…

Ora dopo ora, vedo comporsi i pezzi e il puzzle inizia a prendere forma davanti ai miei occhi.

Vedo i docenti sul palco, vedo i volti soddisfatti di chi si gode i frutti di un anno di duro lavoro, vedo il Super-aperitivo del lunedì sera sul roof top e tante altre piccole sorprese che non posso rivelare ora.

Ma una cosa ci tengo a ricordarvela prima di darvi la buona notte.

“NOI, siamo molto di più del lavoro che facciamo!”

Ci vediamo il 25! 😎


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La mia VERA missione e il pallone di Space Jam

In queste ore sono in uno stato d’animo TOTALMENTE innaturale.

Svuotato ma felice.

Stordito ma soddisfatto.

Stanco ma leggero.

Insomma, ci siamo capiti.

Ora, in tutto questo frullato emozionale sto ricevendo ininterrottamente una serie messaggi MERAVIGLIOSI di ringraziamenti per il corso.

Roba che farebbe decollare su Marte anche il più umile tra gli umili.

Poi per fortuna penso alle parole di Arrigo Sacchi, penso agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia e da tutte le persone che ho conosciuto in questi anni e cerco di darmi una spiegazione razionale.

L’ho detto mille volte.

Io NON sono un genio.

Perdo il cellulare, le chiavi, mi chiudo fuori casa, brucio le uova mentre scrivo un post su Facebook…

Tutte cose che mi capitano piuttosto spesso e mi squalificano dalla possibilità di vincere un Nobel per la scienza.

Detto questo, so diverse cose riguardo l’hotel e forse sono capace di “unire i puntini” come mi hanno detto diversi di voi in questi giorni…

Oltre a questo mi piace il basket (che alla fine c’entra sempre).

Si, perché per cercare di spiegare quello che voglio trasmettervi con questo post, mi è tornata in mente una scena del mitico film Space Jam, con Michael Jordan.

Ora, nel caso fossi uno di quei pochi sciagurati a non averlo visto, spiego subito di cosa si tratta.

Nel film una banda di alieni, scendono sulla terra decisi a rapire i Looney Tunes (Bugs bunny, Daffy duck, ecc…) per farli diventare l’attrazione di un parco giochi su un pianeta immaginario.

Vedendoli molto bassi, Bugs e soci decidono di sfidarli a basket.

Se vincono restano, se perdono si trasferiscono.

A questo punto però, disposti a tutto per non perdere, gli alieni decidono di “rubare” il talento ai migliori giocatori del NBA.

Per farlo usano un un pallone da basket in grado di assorbire il talento dalle mani dei campioni (scena nella foto).

Ecco, proprio ora che ti stavi appassionando alla storia, torniamo a noi…

Perché io ho quel QUEL pallone.

E questo è il mio talento.

Nel mio continuo viaggiare, incontrare, studiare e confrontarmi con i migliori Albergatori in Italia, assorbo il vostro talento.

Ma NON lo rubo, perché a voi rimane.

Al contrario, il patto è molto più NOBILE.

Io vi trasmetto tutto quello che ho imparato dai grandi Albergatori che ho conosciuto prima di voi, e voi in cambio mi trasferite le vostre conoscenze, i vostri valori, i vostri segreti.

In un circolo virtuoso che ci rende sempre più pieni di talenti da condividere con chiunque sarà abbastanza illuminato da concedere i propri, per lasciarsi illuminare.

Questo è il seme che da origine alla nostra comunità.

Questo è il virus che sta rendendo l’Italia degli albergatori un posto migliore, più aperto, più consapevole e più vincente.

Una SQUADRA che ha abbandonato la tattica del difendere i propri segreti, abbracciando la strategia di condividerli, per moltiplicarli.

Un gruppo di centinaia di persone che giocano all’attacco, in un paese che gioca in difesa…

Questa è la mia MISSIONE.

Questo è il principio alla base di Albergatore Pro.

Grazie a TUTTI voi che con la vostra fiducia rendete possibile tutto questo.

#albergatorepro2019


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Il pregiudizio di sopravvivenza uccide la crescita del tuo hotel

Da qualche giorno su Facebook circola questa immagine che racconta un’affascinante storia risalente alla seconda guerra mondiale…

In pratica gli alleati decisero di “mappare” i fori di proiettile degli aerei colpiti dalla contraerea nazista.

Lo scopo era quello di rinforzare le aeree più bersagliate per rinforzare ulteriormente i mezzi, proteggendoli così dagli attacchi nemici.

Un matematico, di nome Abraham Wald, giunse però a tutt’altra conclusione: i puntini rossi, che vediamo nell’immagine, rappresentano solo i danni subiti dagli aerei che tornarono alla base, e non da quelli abbattuti.

Secondo lo studioso infatti, le aree che dovevano esser rinforzate erano quelle in cui non c’erano puntini rossi, poiché se fossero state colpite l’aereo e il suo pilota non avrebbero più fatto ritorno a casa.

Questo fenomeno si chiama “Pregiudizio di Sopravvivenza”.

Ora, sapete cosa vi dico?

Che in anni di analisi posso garantirvi che quando si vuol migliorare la performance di un hotel vale la stessa identica regola.

Come ormai sapete, alla base del Metodo Albergatore Pro, c’è un attenta analisi dei dati e la prima cosa che facciamo è concentrarci sul margine di miglioramento dell’hotel in questione.

In pratica, analizziamo lo storico e capiamo qual è il DELTA tra i risultati ottenuti, e il reale potenziale dell’hotel in questione.

Per farlo ovviamente occorre avere piena consapevolezza della destinazione di riferimento, conoscere i numeri e le azioni da compiere per colmare il gap.

Tutte cose che richiedono ANNI di ricerche, comparazioni, e un aggiornamento continuo sulle evoluzioni di mercato.

Ma prima ancora di questo serve un CAMBIO di prospettiva.

Perché dove un albergatore senza metodo guarda i suoi risultati, si lamenta, e si concentra su come far tornare i conti…

Un Albergatore Professionista SA qual è il massimo risultato possibile e mette quell’obiettivo nel mirino fino a quando non lo avrà raggiunto.

Cerca libri, studia, partecipa a corsi, si confronta con altri colleghi con la stessa ambizione e cerca i migliori professionisti sul mercato per aiutarlo a crescere.

Ora, capita spesso che alcuni amici albergatori che ho seguito negli anni, mi ringrazino oltre-misura per i risultati che abbiamo ottenuto insieme…

La mia risposta è sempre la stessa:

“Quando l’allievo è pronto, il maestro appare.”

E per quanto il mio contributo possa avere influito per raggiungere il risultato, SEI TU ad aver trovato me.

Tramite un articolo, un post su Facebook, una puntata del podcast o un video su Youtube.

Tu mi stavi cercando, perché TU avevi deciso di cambiare.

Ora, non è nel nostro stile mentire, né mistificare la realtà.

Mediamente portiamo in sala IL TRIPLO delle persone rispetto ad altri corsi considerati “un successo” e non abbiamo bisogno di dichiarare “sold-out” prima del tempo per auto-conferirci uno status.

Il nostro scopo è coinvolgere il maggior numero di Albergatori possibili per creare una VERA rivoluzione nel modo di fare hotel in Italia.

La verità è che al momento abbiamo ancora 13 posti disponibili per l’evento di quest’anno.

E in quei giorni ti spiegherò esattamente l’importanza di valutare il potenziale inespresso del tuo hotel, e come farlo.

Decidi tu se preferisci farti guidare dal pregiudizio di sopravvivenza o se pensi che sia giunto il momento di scoprire come si sta “in cima alla collina”…

Ti basta un clic:

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/


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Chi saranno gli ospiti al corso 2019?

“Bellissimo, ma avrei preferito che lo tenessi tutto tu!”

Questo è una dei complimenti che ho ricevuto al corso 2018.

Ora, per quanto possa far piacere una cosa del genere, non sono d’accordo e con questo articolo ho deciso di rivelarvi la logica che seguiamo per selezionare gli ospiti.

Punto primo – Specialisti

Io non penso di essere un genio, non ho super-poteri e, se parliamo di un’azienda generica, sono abbastanza convinto che non sarei capace di ottenere risultati superiori alla media degli imprenditori che conosco.

In compenso: sono NATO in un hotel, lavoro in hotel e con gli hotel da 19 anni e so dove mettere le mani per farne crescere uno.

Su questo mi sento abbastanza sicuro e, statistiche alla mano, SO che se mi ascoltate e SOPRATUTTO applicate, potete migliorare i vostri risultati.

Il punto è che, ovviamente, non so fare tutto.

E per insegnarvi aspetti collaterali al marketing e alla gestione preferisco lasciar parlare chi se ne occupa tutti i giorni.

Ecco perchè abbiamo invitato Gabriele Nanni e Simone Lavarini che ci spiegheranno, nel dettaglio, come ci vede una banca e quali requisiti dobbiamo rispettare per finanziare i nostri progetti.

Vi assicuro che questo intervento sarà rivoluzionario, qualcosa di MAI VISTO prima, e vi permetterà di leggere nel pensiero del prossimo funzionario bancario con il quale vi confronterete.

Punto secondo – Risultatisti

Albergatore Pro è un corso PRATICO, dove affrontiamo aspetti tecnici e umanistici della gestione di un hotel, ma lo facciamo SEMPRE con lo scopo di portare un risultato concreto.

Ecco perché se dobbiamo parlare di “fare squadra” non vi portiamo un docente universitario (con tutto il rispetto) che ha affrontato la questione “solo” studiando trattati di psicologia.

Vi portiamo Arrigo Sacchi, che pur non essendo un tecnico alberghiero, è uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio ed è stato capace di mettere insieme fenomeni dall’EGO smisurato e farne una squadra che agisce secondo dei principi collettivi.

Nota a margine: Arrigo ha anche un hotel di proprietà a Milano Marittima dove trascorre 5 mesi l’anno.

Punto terzo – Formatori professionisti

Questa mi sta particolarmente a cuore perché si contrappone a una preoccupante moda del momento e mi permette di combattere un pericolosissimo luogo comune.

“Imprenditore di successo = grande formatore”

Ora, per quanto rispetti profondamente chi nella vita ha saputo costruire qualcosa, non esiste nessuna equazione logica secondo la quale “chi sa fare, sa insegnare”.

Al contrario, esistono molti imprenditori oggettivamente di successo, che decidono di salire sul palco per questioni di ego e finiscono per scadere in una narrativa auto-celebrativa che nulla lascia a chi partecipa ai loro corsi di formazione.

Pensate a Maradona.

Pur essendo unanimemente riconosciuto il miglior giocatore della storia, quando si è misurato come allenatore non è riuscito nemmeno lontanamente a trasmettere a suoi giocatori le sue capacità.

Ecco perché per la creazione di sistemi di gestione e delega non abbiamo chiamato Jeff Bezos (che pur qualcosa ha dimostrato di saper fare), ma Piernicola De Maria, un imprenditore, ma soprattutto, un formatore e consulente, che da oltre 25 anni, si dedica ad automatizzare i processi delle aziende che segue ed è un GENIO assoluto nel trasformare un concetto teorico in una roba semplice da fare.

(Provare per credere.)

Punto quarto – Uomini di campo

Cioè professionisti che lavorano OGNI GIORNO con imprenditori del settore supportandoli nei problemi REALI che affrontano per gestire la propria attività.

E’ il caso di Alex Gasperoni che quando non è sul palco, è in studio a smazzarsi bilanci, contratti e situazioni diametralmente opposte tra loro.

Con alcuni albergatori il focus è la pianificazione fiscale per proteggere gli utili creati da un sistema virtuoso.

Con altri lo scopo è trovare sacche d’ossigeno (soldi), rinegoziando accordi con banche e fornitori e scovando inefficienze tra le pieghe di una situazione non brillantissima.

E’ il caso di Lorenzo Ferrari che, da anni, mette il turbo al marketing dei ristoranti Italiani, dallo chalet pettinato sulle montagne del Trentino, alle masserie più rustiche nel profondo del Salento.

Per capirci, Lorenzo è uno che, a parità di locale, materie prime e staff, tu gli dai il tuo menù, lui lo studia, lo modifica, e tu “magicamente” fatturi il 20% in più.

Lo chiama Menù engineering.

Interessante, no?

Ah, quasi dimenticavo: oggi è il 29 ottobre.

Il che significa che mancano 3 giorni alla scadenza dell’offerta, poi il prezzo aumenterà a 1.197,00 €.

P.S. Se i 17 biglietti riservati all’offerta finiscono prima, il prezzo aumenta PRIMA DELLA scadenza.

P.P.S. Si, stiamo facendo revenue: se attendete oltre il 31 sarebbe come cercare di prenotare le ultime camere per Capodanno il 30 dicembre…

Tradotto: per noi sareste i migliori clienti, per voi non sarebbe un grande affare!

https://www.albergatorepro.com/acquista-biglietto-corso-2019/


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Il marketing NON risponde al revenue

Ho appena letto un articolo che spiega “N ragioni per cui il marketing in hotel deve rispondere al revenue”.

Eh niente, fa già ridere cosí.

In Italia c’é talmente tanta ignoranza sul concetto di marketing che ogni volta che lo si menziona si fa riferimento alla “creatività”.

Il che è grottesco.

Ognuno dei Pro graduati qua dentro SA, con esattezza che nel metodo Albergatore Pro, la creatività NON esiste.

Il marketing si divide in due pezzi connessi tra loro in ordine gerarchico e cronologico.

MARKETING STRATEGICO:

✔️ Qual è la categoria del tuo hotel?
✔️ Chi è il tuo cliente target?
✔️ Cosa diavolo fai per farti RICONOSCERE e preferire, dai clienti che hai scelto, rispetto agli altri hotel?
✔️ Quanto spendi in un anno per COMPRARE clienti?
✔️ La rifaccio: QUANTO SPENDI OGNI ANNO PER COMPRARE I CLIENTI?
✔️ Dentro quale fascia di prezzo devono muoversi “gli operai” del revenue per non sputtanare la strategia calandosi le braghe in una domenica di novembre?

MARKETING OPERATIVO:

✔️ Su quali canali vendi?
✔️ Cosa fai per ottimizzare il PRINCIPE di tutti i canali, cioè il sito ufficiale?
✔️ Come puoi diffondere il messaggio stabilito dal marketing strategico, nel modo più efficace, veloce e misurabile possibile?
✔️ Qual è il canale che ti offre il maggior rendimento costo/ricavo?
✔️ Quanti euro tornano per OGNI SINGOLO EURO speso in advertising?
✔️ Quanti soldi posso spendere per aumentare il budget sui canali più redditizi?

Stop.

Se NON hai l’albergo a Roma, Venezia, Firenze, Milano la mitizzazione del revenue è un falso ideologico.

Quando si parla invece di “contesti sofisticati” di solito si intende hotel di catena.

Il punto è che negli hotel di catena il marketing -in teoria- te lo sei comprato dalla “casa madre” (Holiday Inn, Best western, Ibis e compagnia cantante).

Quindi chi lavora al marketing, non potendo per contratto promuovere in maniera autonoma l’hotel per cui lavora, NON è che risponde al revenue.

È che proprio NON ha senso di esistere.

Sta lì perché c’era un buco da riempire all’organigramma e perché le università devono piazzare ogni anno un tot di rampolli delle famiglie bene.

Io ve lo dico chiaro a scanso di equivoci perché vi voglio bene, poi fate come vi pare.

Conosco Albergatori MILIONARI in euro, che hanno 8 fasce di prezzo alla vecchia.

E conosco un sacco di fanatici complottisti che hanno 47 fasce di prezzo e traccheggiano da un anno all’altro col fido pos.

Decidete voi da che parte stare.

Ma se volete essere dei nostri, PRIMA studiate il marketing e capite che cos’è davvero.

Poi cambiate le tariffe tutte le volte che volete.

Ci vediamo a novembre:

https://www.albergatorepro.com/corso-albergatore-pro/


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