Stefano: «Il Covid è stato un terremoto. Oggi rifarei tutto, ma con più entusiasmo»

case history
case history

Stefano: «Il Covid è stato un terremoto. Oggi rifarei tutto, ma con più entusiasmo»

Da dove comincia la tua storia di albergatore?

«Sono nato e cresciuto dentro un albergo. Mio padre e mia madre hanno avviato la loro attività nel ’75, ma già sette anni prima avevano avuto altre gestioni. Io sono la seconda generazione», racconta Stefano, albergatore romano. L’hotel di famiglia si trova tra via Nazionale, il Quirinale e il Teatro dell’Opera: una posizione invidiabile. «Era una bella location, diciamo che questa può essere considerata una storia fortunata».

Un percorso che sembra lineare, ma che negli ultimi anni ha avuto un brusco scossone.

Che cosa ha significato il Covid per te?

«È stato un grande terremoto. Ho dovuto chiedermi se avessimo addirittura le chiavi per chiudere la struttura, cosa che non era mai successa in quasi cinquant’anni. Per me era sempre stato un flusso continuo di lavoro, una parte naturale della vita».

Stefano non lo nasconde: «Prima non ero mai stato preoccupato economicamente rispetto al raggiungimento di un risultato. Le difficoltà c’erano state, certo, ma erano legate alla crescita: da 9 a 24 camere non è uno scherzo». Il Covid, però, ha imposto una svolta radicale: rivedere priorità, modelli di gestione, perfino il modo di vivere la professione.

Come sei arrivato a confrontarti con altri albergatori?

La crisi diventa anche occasione di incontro. «In quel momento, disorientato, cercavo qualcosa per avere notizie, per cercare di capire anche come i colleghi in qualche modo stessero reagendo a questa situazione. Daniele in una live verificava la correttezza e la competitività dei siti web, io ero convintissimo che il sito fosse totalmente sballato e lui invece me lo approvò e quindi io rimasi stupito: avevo avevo bisogno probabilmente di quella mano sulla spalla per il cambio generazionale che io non avevo avuto».

Una rivelazione: «Ho capito che non esiste un solo modo per fare questo mestiere, il confronto con l’esterno è stato fondamentale».

Quanto contano oggi marketing e reputazione online?

«Per tanti anni ho vissuto di guide turistiche internazionali, eravamo inseriti su pubblicazioni molto importanti. Quello mi ha permesso di non dipendere dalle OTA. Ma non basta più aprire la porta per riempire le camere», ammette.

Poi arrivano le recensioni online. «All’inizio mi arrabbiavo. Mi dicevo: ho scelto i materassi migliori, ho fatto investimenti, e tu mi scrivi che il letto è scomodo? Poi ho capito che le recensioni vanno lette diversamente: sono spunti di riflessione, un’occasione per rimettersi in gioco».

Se dovessi ricominciare, lo rifaresti?

Stefano non ha dubbi. «Lo rifarei con più entusiasmo e con un focus diverso. Oggi ho consapevolezze che prima non avevo. È un mestiere duro, ma è bellissimo. Ogni cliente lascia qualcosa dentro di te: musicisti, pittori, viaggiatori… è una banca di esperienze che ti porti dietro per la vita».

Il senso finale è chiaro: se alla fine di tutto lo rifaresti, significa che ne è valsa la pena.

No items found.

Servizi correlati

Articoli correlati

Siamo qui per offrirti il supporto di cui hai bisogno, contattaci!

Clicca sul link qui sotto per inviarci una richiesta specifica sulle tue necessità.

CONTATTACI

Compila il modulo e sarai ricontattato da un nostro consulente!

INVIA RICHIESTA

Richiesta inviata correttamente!

Sarà nostra premura ricontattarti prima possibile.

È stato riscontrato un errore durante l'invio del messaggio. Riprova di nuovo.