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Superbonus Alberghi: le informazioni principali che devi conoscere

Questo articolo nasce da un bisogno dichiarato: avere informazioni chiare sul decreto Superbonus 80% dedicato alle:

  • Strutture alberghiere;
  • Strutture agrituristiche;
  • Strutture termali;
  • Aree congressuali e fieristiche;
  • Parchi tematici.

Il decreto è stato emanato il 7 novembre e la pubblicazione del bando tecnico è prevista per il 21 febbraio 2022 con una finestra temporale per il caricamento dei documenti di circa 30 giorni.

Questo articolo ha lo scopo di aiutare gli Albergatori Professionisti ad acquisire le informazioni principali con l’obiettivo di renderli sufficientemente preparati per trasformare i loro progetti in proposte.

Dunque, iniziamo.

Chi puo’ aderire al Superbonus?

Come già detto sopra, l’insieme di attori principali che possono aderire al Superbonus 80% sono:

  • Strutture alberghiere;
  • Strutture agrituristiche;
  • Strutture termali;
  • Aree congressuali e fieristiche;
  • Parchi tematici.

A questo, va aggiunto che è possibile candidarsi e quindi presentare la propria domanda solo ed esclusivamente se i lavori non siano stati conclusi alla data dell’emanazione del decreto, vale a dire il 7 novembre 2021 e che inoltre, nel caso di vincita del bando, i cambiamenti apportati tramite il contributo possono avvenire solo ed esclusivamente dopo 5 anni dalla realizzazione, pena l’annullamento del contributo.

Quindi, se ipotizziamo di aver iniziato e concluso un iter di ristrutturazione entro il 7 novembre 2021, allora non potrò accedere al Superbonus.

In caso contrario, sarà possibile partecipare.

Le aree di intervento comprese nel decreto Superbonus

Principalmente le aree di intervento comprese nel decreto SuperBonus sono tre:

  • Efficientamento e Ottimizzazione del consumo energetico;
  • Abbattimento delle barriere architettoniche;
  • Digitalizzazione della struttura.

Ogni azione che si vuole portare in essere dovrà quindi rientrare tra queste tre aree di intervento principali per un totale non superiore ai 200 mila euro.

Cosa si intende con Digitalizzazione della struttura?

L’ultima area presente nel decreto, merita una menzione a parte.

Quando parliamo di digitalizzazione, intendiamo tutti gli interventi che mirano a migliorare l’implementazione digitale nella nostra struttura e quindi:

  • Impianti Wi-Fi;
  • Ottimizzazione siti web;
  • Software prenotazione;
  • Sistemi informatici per la vendita di servizi.

Questo è solo una lista preliminare delle attività che sono possibili realizzare.

Ti invitiamo a utilizzare il link in fondo all’articolo per scoprire le altre.

Le modalità di presentazione per il Superbonus

La presentazione della documentazione e quindi della domanda, avverrà completamente online, quindi in formato digitale e sarà disponibile una finestra temporale di 30 giorni per il caricamento dei documenti necessari.

La presentazione terrà conto dell’ordine cronologico.

Ciò significa che presentare la domanda al giorno zero, avrà un peso non indifferente.

Inoltre, stando alle informazioni attuali, la presentazione dovrà contenere le percentuali di prezzo delle tre aree di intervento.

Aggiungiamo anche che, il progetto presentato dovrà essere quello completo e che è fortemente sconsigliato modificarlo dopo averlo già caricato all’interno della piattaforma.

Gli scenari d’azione del Superbonus

In questo paragrafo, vogliamo aprire gli occhi alla maggior parte degli albergatori che, leggendo questo articolo, staranno già pensando a come muoversi.

Quindi, prima che tu prenda qualsiasi decisione, leggi queste parole: non ragionare a compartimenti stagni.

Ciò che vogliamo dire è che, quando parliamo di abbattimento delle barriere architettoniche per esempio, non ci stiamo semplicemente riferendo all’aumento delle dimensioni delle porte o degli ascensori ma anche a tutta quella serie di miglioramenti per i non udenti e a tutte quelle attività che possono rendere la tua struttura più godibile a 360 gradi e che non siano fine a sé stesse.

Stessa cosa riguarda il consumo energetico.

Non fermati esclusivamente al pannello fotovoltaico o al cappotto.

Pensa in grande.

Pensa a un sistema per il risparmio dell’acqua, alla sostituzione di tutte le lampade della tua struttura, ai condizionatori e a tutti gli strumenti che utilizzi e che possono rientrare in questa macro area di attività.

Più sarai in grado di accomunare le attività all’interno di una visione globale, più semplice sarà prepararti per inviare la presentazione.
Ciò che non devi dimenticare è che ogni attività, dovrà essere necessariamente subordinata ad una o a tutte le aree di intervento e mai fine a sé stessa.

Conclusioni

Queste sono le informazioni principali che abbiamo tradotto per permettere agli albergatori di iniziare a saperne di più sul tema.

Ciò che è certo è che il Superbonus rappresenta senza ombra di dubbio una grande opportunità.

Una possibilità concreta di colmare un gap strutturale e digitale che ad oggi non è più giustificabile, soprattutto in previsione di riaprire i confini e acquisire nuovamente clienti esteri che, certamente, non si accontenteranno più di standard base.

Se volessi avere maggiori informazioni sul decreto Superbonus, ti invitiamo a guardare il Webinar Pro gratuito, dal quale è tratto e aggiornato questo articolo, cliccando qui.

A presto!

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Il pannello di controllo del tuo hotel

Con la crescita di Albergatore Pro come azienda, sono sempre meno i clienti che seguo personalmente in consulenza.

Ho preso questa decisione, rinunciando a una fetta importante di fatturato e guadagno personale, per dedicare la maggior parte del mio tempo alla selezione e formazione di altri consulenti.

Questo perché il mio obiettivo è sempre stato quello di supportare il maggior numero possibile di hotel, per avere un reale impatto a livello di sistema sul modo di fare hotel in Italia.

La scelta, comporta due conseguenze principali.

  1. Ho più tempo da dedicare ai pochi clienti che seguo, entrando in aspetti sempre più gestionali che vanno dalla selezione dello staff, alla formazione, per arrivare al marketing e controllo di gestione;
  2. Dovendo supportare i consulenti e gli oltre 50 clienti che seguiamo a vario titolo, mi trovo ad analizzare un volume di dati sempre maggiore, con meno tempo per scendere nel dettaglio.

Ciò nonostante, risultati alla mano, le analisi che faccio senza vivere la struttura sono precise e affidabili, a volte più di quelle relative alle strutture che frequento.

Come è possibile?

La risposta è allo stesso tempo ovvia e controintuitiva, ed è frutto dell’esperienza maturata negli ultimi due anni, convivendo con l’impossibilità di viaggiare.

Infatti, per quanto sia fondamentale conoscere l’hotel per comprenderne le dinamiche e definire la strategia, la successiva fase di monitoraggio e gestione è più efficace se svuotata dalle implicazioni emotive e dai “rumori ambientali”.

In pratica nel tempo abbiamo creato un sistema di monitoraggio che è del tutto simile al pannello di controllo di un hotel.

Per farlo ho messo nero su bianco tutti gli indicatori che fino a qualche tempo fa erano solo nella mia testa e mi permettevano di prendere decisioni, sulla base di informazioni acquisite in esperienze pregresse, e parametri misurati con i riferimenti di mercato.

Oggi abbiamo indicatori per tutti i fattori chiave.

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Quanto fattura l’hotel a camera?

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Qual è il gap rispetto al livello medio di destinazione? E rispetto al top performer?

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Qual’è il costo di acquisizione di un cliente?

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Che % di conversione abbiamo sui preventivi via email? E via telefono?

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Qual è il gap tra il prezzo più basso e il prezzo più alto di una camera della stessa tipologia, durante l’anno?

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Quanto incide il costo del canone sul fatturato?

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Quanto incide il costo del personale sul fatturato?

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A quanto ammonta il costo della colazione?

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Quanti ospiti serve un cameriere?

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Qual è lo scontrino medio del ristorante à la carte?

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Qual è il costo pasto giornaliero per un hotel che vende all inclusive?

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Qual è la marginalità % di un hotel che vende B&B? E di un hotel full service?

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A quanto ammonta la durata media del soggiorno?

✅

Qual è la spesa media giornaliera per servizi extra?

Ovviamente tutte queste domande hanno risposte che variano in funzione della destinazione, del tipo di hotel, della classificazione e della storicità.

Ma la cosa bella è che le risposte esistono e sono comprese in una forbice di valori precisa e circoscritta.

In questo modo, una volta ottenute le risposte, è molto semplice capire se i dati rientrano o meno dei parametri.

Lo scopo del gioco è avere sotto gli occhi un sistema a semafori.

🟢

Semaforo verde, parametri nella norma;

🔴

Semaforo rosso, allarme: indagare per comprendere la causa del problema e intervenire per risolvere tempestivamente.

Ovviamente per ottenere le migliori performance è fondamentale un monitoraggio costante che ci permette di affrontare il problema appena si manifesta e correggere la rotta, massimizzando il risultato o riducendo al minimo l’inefficienza.

Per completezza di informazioni è giusto riconoscere che il dato da solo non è sempre sufficiente e l’analisi va correlata con una relazione ambientale che spiega ciò che il numero non dice.

Ma, volete la verità?

Nel 90% dei casi le scuse che vi raccontano, e che fate vostre, per giustificare una performance non all’altezza, sono appunto scuse.

Quindi, se anche tu vuoi smetterla con le scuse che ti stai raccontando per giustificare risultati non all’altezza, ti do un consiglio.

Iscriviti al corso di novembre e inizia il tuo viaggio per creare un pannello di controllo che ti consenta di gestire il tuo hotel con minor coinvolgimento emotivo, migliore organizzazione, guadagnando di più e liberando il tuo tempo per dedicarti a quello che ti appassiona di più (che sia curare la siepe in hotel o giocare con i tuoi figli).


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Non ci si abbassa MAI al livello dei clienti che si gestiscono.

Siamo ad agosto e come da tradizione, il mondo degli hotel turistici raggiunge il suo massimo in termini di occupazione e la logica conseguenza in termini statistici è: più persone, più casi umani.

Attenzione, questo NON significa che in agosto si ospitano SOLO casi umani come qualcuno sostiene.

Ti ricordo, a scanso di equivoci, che questi ospiti sono, nella maggior parte dei casi, quelli che pagano il prezzo più alto dell’anno e ti garantiscono un’importante percentuale dei tuoi margini.

Semplicemente, se su base 100 esistono 10 “clienti difficili”, essendo che ad agosto il numero complessivo cresce, crescono anche i clienti difficili.

Solo che siamo stanchi e ora ogni episodio pesa di più.

Ma non è tutto.

Infatti, per quanto la letteratura sia piena di episodi assurdi e reali, siamo anche vittima del pregiudizio che ci porta ad osservare tutto con la lente di ingrandimento, rafforzando la nostra credenza.

Posto che i matti esistono e lo so, hai mai sentito parlare del sistema di attivazione reticolare?

Per fartela semplice, il S.A.R. è quel meccanismo del nostro cervello, per il quale quando hai deciso di prendere una macchina nuova, il cervello si focalizza su quella e magicamente da quel momento la vedi dappertutto…

Ora, per distinguerci come sempre dagli altri gruppi, non approveremo i soliti post dove si inveisce contro i clienti brutti e cattivi per scatenare le solite discussioni piene di rancore e frustrazione.

Al contrario, vorrei dare un suggerimento pubblico a tutti coloro che mi stanno scrivendo in privato per avere consigli su come gestire clienti difficili e come rispondere pubblicamente alle inevitabili critiche (che arrivano a tutti).

Per farlo, prendo spunto da una discussione nata sul gruppo Ristoratore Top del nostro amico Lorenzo Ferrari e sviluppo il concetto espresso in un commento.

Punto primo: le critiche che riceve il tuo hotel, il tuo staff, perfino la funzione che tu stesso svolgi nel tuo hotel, NON sono critiche personali (nel 99,9% poi, mi ripeto, i matti esistono).

Punto secondo: anche gli hotel migliori al mondo ricevono critiche pubbliche e private.

La DIFFERENZA la fa come si reagisce alle critiche.

Punto terzo, il più importante di tutti: quando rispondi a una recensione, il destinatario della tua risposta NON è il recensore.

I VERI destinatari della tua risposta sono i clienti che vorresti (altospendenti, educati e capaci di riconoscere la qualità) e non gli amici del bar, i colleghi albergatori, i tuoi familiari, e/o il tuo partner a cui devi dimostrare che “te i piedi in testa non te li fai mettere da nessuno”.

Punto quarto: l’hotel, non è un tribunale, dove bisogna dimostrare di aver ragione o di NON essere colpevoli.

Quindi, con le questioni di principio, ci fai un bel fagotto e te le porti a casa.

Spiego meglio.

Amazon ti ha mai fatto questioni per un reso?

No.

Ti hanno mai detto che non avevi letto la descrizione del prodotto prima di acquistare o che quello che hai restituito non era in perfette condizioni?

No.

Ecco, guarda caso, Bezos è l’uomo più ricco del mondo.

Per vincere la sfida di gestire, di essere Pro bisogna fare di TUTTO per far vivere la miglior esperienza possibile, prima, durante e dopo, ai clienti che ti scelgono.

Concluso questo ciclo (che si conclude DOPO la risposta alla recensione) hai il meraviglioso privilegio di non consentire più al cliente “sgradito” di prenotare il tuo hotel.

Ultima nota infine: non mi interessa se sei d’accordo o meno.

Questo è l’unico modo di gestire la cosa da Pro.

Perché, te lo ricordo, nel momento in cui hai SCELTO di essere un imprenditore, ti sei assunto una RESPONSABILITA’.

Nel contesto della tua azienda TU NON sei come gli altri.

E come sai spesso questo comporta più oneri che privilegi.

Nell’ambito della gestione di un hotel tu sei l’AUTORITA’.

Come il sindaco in un paese, il parroco in una chiesa o l’allenatore in una squadra di calcio, hai la RESPONSABILITA’ di essere una guida, un riferimento e un esempio.

Per questo NON puoi permetterti di fare discussioni da bar.

Non ha senso, non ti conviene né emotivamente, né economicamente.

Per concludere, ti riporto un virgolettato, estremo, un esempio didattico che vuole essere d’ispirazione per tutti coloro la cui pazienza è stata, viene e verrà messa a dura prova in questioni giorni.

La Citazione è di Pietro Grasso, ex presidente del Senato ed ex magistrato con una lunga esperienza di indagini antimafia, oggi senatore.

“Quando arrestammo Bernardo Provenzano, o quando interrogai Giovanni Brusca, mi trovai davanti uomini che avevano commesso le stragi, fatto uccidere colleghi e amici, progettato il mio omicidio e il rapimento di mio figlio.

Potete immaginare il mio stato d’animo.

Ho sempre avuto chiaro però quale fosse il mio ruolo: quello di rappresentante dello Stato.

A Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza, la prima cosa che chiesi fu: “ha bisogno di qualcosa?”; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela.

Gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni”.

Ecco, la prossima volta che ti verrà voglia di rispondere a tono a qualcuno, ripensa a queste parole.

Buon Ferragosto da Pro.

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Chi più spende non vince

Sei sicuro che basti spendere per ottenere risultati?

Lo credeva anche il Real Madrid dei Galacticos

Correva l’anno 2004, il Real Madrid annoverava alcuni tra i giocatori più forti al mondo: Zidane, Beckham, Figo e Ronaldo solo per citarne alcuni, che sommati erano costati la bellezza di 215 milioni di euro.

L’unione di queste stelle ai già presenti campioni del Real Madrid, Raul e Roberto Carlos tanto per fare altri due nomi, diede alla squadra il nome di Galacticos.

La formazione titolare aveva un valore di quasi 400 milioni di euro e vantava ben 4 palloni d’oro che, nel caso non lo sapessi, sono la massima onorificenza per un calciatore.

Sai cos’hanno vinto nel 2004 i GALATTICI da 400 milioni?

Assolutamente niente.

E sai qual è stato il rimedio l’anno successivo?

Comprare un’altra stella: Michael Owen, vincitore del pallone d’oro 3 anni prima.

Sai nel 2005 cos’ha vinto il Real Madrid ULTRA-GALATTICO?

Ancora un bel niente!

Tutta questa introduzione mi serviva solo per farti capire che non basta spendere soldi per ottenere risultati, bisogna sapere quanti e come investirli.

Quando compri un banner su qualche sito, una pagina di giornale o un cartellone pubblicitario, devi assolutamente sapere quanto ti produce ogni singola azione di marketing.

So che non è semplice misurare sempre i risultati, ma devi fare uno sforzo e cercare di tenerli sempre monitorati perchè sono la chiave del successo.

Ti faccio un esempio.

Un banner del tuo hotel su un portale di prenotazioni porta ogni mese 500 visite al tuo sito e lo paghi 1.500 € all’anno.

Vuol dire che in un anno ottieni 6.000 visite al costo di circa 25 centesimi l’una.

Su un altro sito spendi invece 300 € e ti garantisce 50 visite al mese, ovvero 600 visite l’anno a 50 centesimi l’una.

Qual è l’investimento migliore?

Se hai risposto quello da 25 centesimi a click, ti consiglio di bloccare tutte le operazione di marketing a pagamento che hai attive perchè non hai idea di come funzionino.

Solo con questi dati non si può dare una valutazione, perchè quello che devi sapere è quei 1.500 € l’anno quanto fatturato in prenotazioni ti hanno portato.

Perchè il minor numero di viste a costo più alto ti potrebbero aver portato più prenotazioni rispetto ai click più economici e numerosi.

E’ inutile che attiri visite al tuo sito se sono di utenti non interessati o il tuo sito non è orientato alla vendita. E’ come mettere un cartellone pubblicitario in autostrada a Milano di una gelateria a Roma: lo vedranno sicuramente centinaia di persone al giorno, ma in quanti andranno veramente fino a Roma a prendere il gelato?

Meglio mettere un manifesto più piccolo ad un incrocio a 100 metri dalla gelateria, perchè altrimenti faresti solamente venir voglia di gelato a chi passa in autostrada, che al massimo lo andrà a prendere in un’altra gelateria in strada al suo percorso.

Allo stesso modo potresti sì invogliare un potenziale cliente ad andare in vacanza, ma a scegliere un’altra destinazione perchè il tuo annuncio non è pertinente al target di utenti in quel contesto.

Capisci che potresti spendere soldi in pubblicità e far guadagnare un tuo diretto competitor?

Se hai il banner in un portale in target ma il tuo sito è un residuato degli anni 90, farai decidere all’utente di venire in vacanza nella tua città, ma anzichè prenotare da te, sceglierà un hotel con un sito migliore.

Fa attenzione, ho detto sito migliore, non hotel migliore, è un concetto molto importante e come prevenirlo te lo spiego più sotto.

Un altro aspetto fondamentale da aver chiaro è quanto spendere in marketing.

Secondo te, è giusto stimare un budget di 2.000/3.000 € per il marketing?

Questa volta, che la risposta sia Sì o No, sbagli in entrambi i casi.

Non esiste una cifra assoluta da investire in pubblicità, devi prima capire quanto ti produce una determinata azione di marketing, ovvero calcolare il ritorno di investimento, il cosiddetto ROI (return of investiment).

Poniamo il caso che una campagna AdWords ti costi 300 € al mese e ti produca in prenotazioni un ricavo netto di 500 €, sarebbe un investimento mensile adeguato?

Assolutamente no.

Finchè il ricavo è superiore all’investimento, devi sempre aumentare la cifra investita, perchè potresti arrivare a spendere 600 € al mese e a guadagnarne 1.000 €, o spenderne 1.000 € e guadagnarne 1.600 €.

Devi continuare ad investire finchè non trovi un equilibrio con la percentuale più alta di guadagno rispetto all’investimento, non contano nulla le visite, i contatti o il budget speso per valutare se stai facendo bene.

Ma come si misurano i risultati?

La teoria è molto semplice, la pratica forse un po’ meno.

Parto ovviamente dal presupposto che tu utilizzi già un software gestionale, se così non fosse, devi SUBITO correre a rimediare.

Bene, adesso che hai un programma gestionale, all’interno di ogni scheda di prenotazione ci dovrebbero essere due campi che ne indicano il canale e l’origine, a seconda dei vari software si potrebbero chiamare in modo diverso, ma se non ci fossero proprio, ti consiglio di cambiare programma.

Ma prima di andare avanti, sai cosa sono il canale e l’origine?

Il canale è il modo in cui un cliente ti contatta per effettuare la prenotazione, ovvero mail, telefono, modulo del tuo sito o di un portale, ecc…

L’origine è invece il modo in cui il cliente è venuto a conoscenza del tuo hotel, ovvero banner, giornali, AdWords, facebook, ecc…

Se il canale è facile da intercettare (quando si riceve una prenotazione si sa per forza come è stata fatta), l’origine non è altrettanto facile da sapere, questo perchè quando ti arriva una mail/telefonata non sai mai se chi l’ha mandata/fatta ha trovato l’indirizzo mail/numero di telefono sul tuo sito, un banner o un cartellone, l’unico modo è chiederlo direttamente al cliente.

Ovviamente va fatto in un certo modo, al telefono si potrebbe dire a fine chiamata “Le posso chiedere come è venuto a conoscenza del nostro hotel?”, ma anche in fase di check-in o durante il soggiorno, oppure come ultima spiaggia, nel questionario di gradimento che mandi via mail qualche giorno dopo la partenza.

Una volta saputa l’origine di ogni prenotazione, dal tuo gestionale ti basterà consultare il report sul fatturato (o produzione) delle camere raggruppate per origine, et voilà, avrai i risultati chiari e concreti di quanto ti ha fruttato ogni singolo canale di marketing, solo in quel momento sarai in grado di decidere quali canali smettere di utilizzare e su quali investire di più.

Chiaro?

Scusami se sono stato molto diretto, ma è un aspetto fondamentale che ho molto a cuore, purtroppo sono ancora tanti i gestori o proprietari di alberghi che non fanno questi calcoli per valutare quanto spendere in marketing, ed è veramente un reato.

Considerando che la maggior parte del marketing ha come perno centrale il sito dell’hotel, ti consiglio di leggere anche il mio articolo Anatomia del tuo sito web prima di andare avanti, io ti aspetto qui 🙂

Bene, adesso che hai capito anche come deve essere strutturato il tuo sito, possiamo concentrarci sullo strumento di web marketing più utilizzato: Google AdWords.

Tranquillo, non voglio farti un corso sul suo utilizzo, ti voglio solo far sapere come evitare gli errori più comuni e far capire come viene calcolato il costo di ogni click, dove ti dimostrerò che chi spende di più è addirittura più in basso rispetto a chi spende meno.

Piccola premessa nel caso fossi proprio a digiuno sull’argomento:
quando fai una ricerca su Google, i primi risultati che vedi con la dicitura Ann. di fianco, sono annunci a pagamento di AdWords, anche chiamati Pay per click, perché paghi solo se l’annuncio viene cliccato, motivo per cui sono molto convenienti.

Bene, adesso che sai cosa sono gli annunci Pay per click (PPC) di Google Adwords, ti metto in guardia sugli errori più comuni.

Il peggiore è quello di non geolocalizzare l’annuncio.

Mi spiego.

Ha senso far vedere l’annuncio del tuo hotel a chi risiede nella tua provincia?

Secondo me no.

Sono abbastanza sicuro che se sei di Udine, non vai in vacanza a Lignano Sabbiadoro, ci vai magari nel weekend, ma non prendi un hotel a 45 minuti da casa.

Chi vede gli annunci del tuo hotel nella tua città, sono solo gli altri albergatori che fanno delle ricerche su Google per vedere quali altri hotel fanno pubblicità e cosa scrivono negli annunci.

E’ vero no? 🙂

Ma il concetto si può ampliare.

Se io ho l’hotel a Riccione, è giusto che l’annuncio non venga visualizzato da chi risiede nella provincie di Rimini, Ravenna, Forlì Cesena e Ferrara o in tutta la regione Marche.

Per esperienza sarebbe bene anche escludere quelle regioni in cui hai pochi clienti, che potrebbero essere semplicemente quelle troppo lontane geograficamente, ma per scoprire quali sono, devi guardare l’ISTAT o fare un report dal tuo programma gestionale in modo da vedere quali sono le provincie o regioni con cui lavori di più e puntare solamente su quelle.

Considera che non sempre la distanza è un deterrente, ad esempio in Romagna a parità di chilometri, ci sono tantissimi turisti della Brianza e solo una manciata dal Molise.

Ecco un esempio di come potrebbe essere targetizzata una campagna AdWords di un hotel della riviera romagnola:

Il secondo errore più grave, sono gli annunci scritti in italiano destinati a utenti stranieri, o ancora peggio, annunci in lingua straniera che rimandano al sito in italiano.

Mi raccomando, fa sempre attenzione a questo particolare, ne va della tua reputazione!

Accertati con il tuo responsabile marketing che questi dettagli siano corretti.

Ultimo consiglio, non per importanza, è qullo di creare una landing page dedicata ad ogni singola offerta.

Ma parto dall’inizio: landing page vuol dire pagina di atterraggio, ovvero dove “atterra” un utente in seguito ad una determinata azione, come il click su un annuncio, un banner o la scansione di un qr code.

Spesso, purtroppo, gli annunci di AdWords vengono reindirizzati all’homepage del sito o addirittura alla pagina del listino prezzi.

E’ fondamentale attirare il potenziale cliente su una pagina creata ad hoc inerente all’inserzione che ha appena cliccato, perchè se pubblicizzo “Offerta di Pasqua” e vengo sbattuto nella homepage senza alcuna indicazione, potrei trovarmi spaesato e chiudere immediatamente il sito.

Se invece vengo rimandato ad una pagina interamente dedicata all’offerta di Pasqua, sarò sicuramente più invogliato a leggerla e a prenotare.

Non dici?

Ma la cosa che sicuramente non sai, è che per decidere se far comparire il tuo annuncio e in che posizione, google fa una vera e propria asta, infatti per ogni annuncio devi impostare il costo massimo per click (CPCMAX) che vuoi spendere.

Un altro fattore che AdWords considera è il punteggio di qualità (PQ), che è semplicemente un “voto” con cui Google valuta se il tuo annuncio è inerente alla pagina a cui viene rimandato, ovvero, se scrivi come annuncio “Hotel 3 stelle a Forte dei Marmi” e il tuo hotel è a Marina di Pietrasanta, Google lo capisce e ti farà pagare caro il click o addirittura non ti accetterà l’annuncio.

Ti potrà essere sembrato un esempio stupido, ma spesso chi ha l’hotel in paesi poco conosciuti, sfrutta il nome della città importante più vicina per attirare visitatori, lo stesso “trucco” vale anche per gli annunci di servizi che non si hanno, come la piscina, la palestra o la spa, perchè erroneamente si pensa di guadagnare una visita sul proprio sito e un’ipotetica prenotazione, ma in realtà non si fa altro che pagare tantissimo il click e far scappare l’utente non appena capisce che l’annuncio non è veritiero.

Ma tornando ai calcoli di Google, moltiplicando i valori del punteggio di qualità e costo massimo per click (PQ*CPCMAX), AdWords calcola l’AD Rank del tuo annuncio.

Esempio: se imposti 0,50 € come spesa massima per un click e il tuo annuncio ha un punteggio qualità di 8, il tuo AD Rank sarà 0,5*8= 4,0.

Sai cosa vuol dire?

Vuol dire che se un altro hotel imposta 1,00 € come costo massimo, che è il doppio della tua offerta, ma ha un basso punteggio di qualità, magari 3 perchè il suo annuncio non è inerente alla pagina di destinazione, avrà un AD Rank di 1,00*3= 3,0.

Pagando la metà avrai più visite di chi spende di più!

Capito?

Con AdWords chi spende di più non guadagna di più!

Questo sottolinea l’importanza di avere una landing page dedicata al tuo annuncio perchè oltre a farti risparmiare, ti farà comparire prima dei tuoi competitor!

Bene, giunto al termine, non mi resta come al solito, che ricapitolare i punti salienti da seguire per ottenere l’effetto “massima resa, minima spesa”.

  • Tracciare l’origine di ogni prenotazione ricevuta
  • Misurare il fatturato di ogni origine
  • Togliere le origini che rendono di meno
  • Investire su quelle che rendono di più
  • Controllare che gli annunci di AdWords siano geolocalizzati e nella lingua giusta
  • Creare landing page dedicate ad ogni offerta

Questo è tutto, se non sono stato chiaro o hai qualche dubbio e vuoi approfondire l’argomento, scrivi pure nei commenti!

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La singola competenza più importante di un buon Leader

Diversi anni fa, un gruppo di dirigenti Marriot mi stava aspettando nella sala riunioni di uno dei nostri hotel per aggiornarmi sul progetto di una nuova apertura, del quale ero molto entusiasta.

Il gruppo dirigente rappresentava tutti i principali reparti strategici dell’azienda: fattibilità, finanza, design, costruzioni, operatività…

Durante l’attesa, stavano argomentando in ogni modo possibile quanto il progetto fosse un’idea terribile.

Qualche minuto dopo, entrai dalla porta della sala, battendo entusiasticamente le mani e chiesi: “Allora, come vi sembra il mio progetto??

“Beh Bill sembra buono, molto buono, risposero tutti.”

Tutti, eccetto uno, un giovane dirigente che non aveva ancora aperto bocca.

Così, rivolgendomi a lui, chiesi: “Non hai ancora detto niente, cosa ne pensi?”

Al che il giovane cominciò con un elenco di tutte le ragioni per cui il progetto era un disastro, per altro, le stesse ragioni di cui ognuno intorno al tavolo stava discutendo qualche minuto prima che entrassi…

Dopo un attimo di silenzio risposi: “Sai cosa? Credo che tu abbia ragione, blocchiamo tutto.”

Una volta uscito, le mascelle di tutti i presenti caddero sul tavolo e quella fu la fine del progetto.

Oggi, a distanza di anni, racconto quella che ormai è diventata la versione Marriot della favola “i vestiti nuovi dell’imperatore”, per sottolineare ai miei l’importanza di DUE aspetti fondamentali:

1) la maggior parte delle persone farebbe qualunque cosa per non essere portatore di cattive notizie;

2) per fortuna, pochissime persone non hanno problemi a farlo.

La morale della favola è molto semplice.

Ascoltare è la singola la competenza più importante che un buon leader deve coltivare“.

Un leader che non ascolta con attenzione rischia di perdersi informazioni cruciali, di perdere (o peggio non ottenere mai) la confidenza necessaria che permette al suo staff di esprimere la propria opinione.

Ascoltare è anche lo strumento principale attraverso il quale permetti alle persone di crescere nel proprio lavoro e guadagnare fiducia nel prendere decisioni“.

J.W. “Bill” Marriot JR.

P.s. Se lo dice Bill Marriot che fattura 20 MILIARDI, tu chi sei per non ascoltare??

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Estate 2021: Chi l'avrebbe mai detto? IO.

Ci siamo.

Il calendario segna 1 settembre ed è giunto il momento di archiviare uno dei migliori mesi di agosto degli ultimi 20 anni.

Autostrade imballate con file d’altri tempi, hotel al completo dal mare alla montagna, città d’arte che danno un segno di vita registrando le migliori performance da 5 anni a questa parte, determinano un quadro generale sicuramente positivo.

Ovviamente, lo ripeto nel caso atterrassi adesso da Marte con spirito complottistico, un solo mese non basta a salvare una stagione, né tanto meno a recuperare un anno come il 2020.

Ma questo non significa che possiamo dare tutto per scontato.

Anzi, è proprio in questo momento che dobbiamo cercare di analizzare i dati, capire cosa è successo e provare a prevedere cosa succederà.

Punto primo: il turismo domestico è ripartito e il rimbalzo è stato molto potente.

Gli Italiani hanno compensato l’inverno di rinunce, viaggiando, spendendo e sfruttando ogni occasione per dimenticare mesi di chiusure e restrizioni.

Fiducia e voglia di viaggiare sono sicuramente due basi molto importanti da cui ripartire.

Punto secondo: non è tutto oro quel che luccica.

Infatti, anche se per chi ha saputo programmare è stata “un’estate da record”, non tutti meritano lo stesso posto sul carro dei vincitori.

Provo a spiegarmi meglio.

Passata l’ansia per la situazione sanitaria e registrati gli incassi insperati, si annusa nell’aria un clima di euforia generale che rischia di essere MOLTO pericoloso.

Ora, personalmente ritengo che il mio ruolo di divulgatore comporti anche la responsabilità di dire qualcosa di scomodo e impopolare.

Ed eccolo qua: il 2021 è stata un’epifania.

Non fa media con gli anni precedenti e non è indicativo di quello che succederà nei prossimi anni.

Come trattarlo in termini statistici?

Va preso come una stella cometa che capita una volta ogni 76 anni.

Quindi non dobbiamo festeggiare?

Tutto il contrario.

Va festeggiato da TUTTI come un EVENTO che ripaga parzialmente tutte le sofferenze subite negli ultimi 18 mesi.

Ma, se è vero che TUTTI possiamo festeggiare, quello che non può e non DEVE essere uguale per tutti è la REAZIONE, che ognuno deve calibrare in funzione propria condizione attuale.

Da una parte chi stava lavorando bene da anni, nel 2021 ha consolidato i risultati raggiungendo picchi mai toccati prima.

Questi sono gli Albergatori Pro che hanno il diritto e il dovere prendersi un momento per osservare il percorso compiuto, celebrare il risultato e guardare con fiducia al futuro.

Chi invece veniva da anni di stenti e numeri altalenanti, ha capito PER LA PRIMA VOLTA quale potrebbe essere il VERO potenziale del proprio hotel.

Per questi ultimi esistono due strade: vivere altri 76 anni di incertezza e risultati mediocri in attesa della prossima cometa, sperando che non arrivi prima un’altra pandemia a spazzare via tutto…

Oppure, capire come trasformare un episodio, in un sistema replicabile, che possa mantenere stabilmente i risultati del proprio hotel, su standard che fino pochi mesi fa considerava irraggiungibili.

Ora, ovviamente non c’è nemmeno bisogno che ti dica da che parte stare se ambisci a diventare Pro.

Ma ci tengo ad aggiungere un’ulteriore precisazione.

So benissimo che post come questo possono sembrare autocelebrativi e conosco perfettamente le possibili conseguenze.

Per farvi un esempio, quando IL 5 DI GIUGNO, ho rilasciato questa intervista prevedendo un estate da record, la scala degli aggettivi che mi sono stati attribuiti varia da ottimista a illuso, da megalomane a incosciente.

Ora, il bello dei numeri è che sono oggettivi.

Non hanno paura che il proprietario non conceda sconti, che le banche non concedano moratorie o che lo stato non conceda incentivi…

Semplicemente dicono ciò che succede (e succederà), a chi ha la capacità e il coraggio di leggerli.

Ecco perché, come sempre, ho alzato le spalle e ho proseguito il mio percorso.

Non perché io sia particolarmente menfreghista o distaccato (in passato ci soffrivo per queste cose), ma semplicemente perché, sono consapevole che la mia missione di far crescere il maggior numero di albergatori comporta anche, attirarsi critiche di questo genere.

D’altro canto, il fatto che io sia riuscito a prevedere quello che è poi accaduto, non è frutto di un talento naturale o di doti da cartomante.

E’ la normale conseguenza della possibilità di analizzare migliaia di report con dati previsionali analitici che mi consentono di leggere in anticipo gli andamenti di mercato.

Chiaramente anche questa (come tutte), è una competenza che si allena giornalmente e, a parità di dati, anche la capacità di leggerli FA LA DIFFERENZA.

Per concludere, in questi giorni ho letto veramente di tutto…

==> Politici che hanno celebrato un risultato acquisito assumendosene meriti;

==> Professionisti che stilano bilanci sommari frutto di chiacchere da bar;

==> Aspiranti consulenti che si fregiano di aver percorso migliaia di chilometri per seguire da vicino gli hotel, come se i chilometri percorsi fossero indice di competenza o un risultato da celebrare.

Per intenderci, il mio lavoro (e in generale quello di tutti i membri del Team Pro), non è andare a trovare i clienti per “fargli compagnia” (anche se con alcuni di loro mi trovo meglio che con i miei amici di infanzia).

Il nostro lavoro è conoscere il mercato meglio di chiunque altro e sapere suggerire agli albergatori che seguiamo, QUALI azioni compiere e QUANDO compierle per massimizzare i risultati.

Questo è quello che siamo bravi a fare ed è il motivo per cui veniamo pagati.

Questo è il motivo per cui VENTISEI clienti dei quaranta che seguiamo hanno ottenuto il record storico sull’estate appena conclusa.

Quindi, se stai cercando un motivo per iscriverti al prossimo corso a novembre, eccoti servito.

A Riccione non vivrai soltanto un momento di leggerezza e confronto con centinaia di colleghi illuminati che arriveranno da ogni angolo della penisola.

Non avrai soltanto l’occasione di apprendere dai principali esperti Italiani nelle specifiche discipline che affronteremo.

Ho un’altra promessa per te.

Ti prometto personalmente che sfrutterò ogni giorno e ogni momento che ci separa dalla data per cercare, studiare e interpretare OGNI informazione che potrà essere utile per preparare nel miglior modo possibile il 2022.

Ovviamente, in questo momento non so ancora se saremo in stato di emergenza e o se vivremo un nuovo rinascimento del turismo Italiano.

Quello che ti prometto è che metterò a disposizione tutta la mia esperienza, le mie conoscenze e il mio impegno per permetterti di ottenere il massimo risultato possibile per il TUO hotel.

Adesso tocca a te.

Se vuoi conoscere in anticipo il tuo futuro, ti basta iscriverti al corso!

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Case Study: cosa ci fa un Resort Balinese a Santa Caterina dello Ionio, in Calabria?

Oggi voglio raccontarti la storia di Marco Guido, un albergatore calabrese che, quasi 4 anni fa, ha rilevato, insieme ad un socio investitore, 6.000 ettari di lungomare sulla costa di Santa Caterina dello Ionio.

Marco, appassionato di viaggi e di oriente come me, ha un carattere vulcanico e un bel giorno ha trovato l’ispirazione e ha deciso di dar vita ad un villaggio, dove si respirasse un’aria esotica, del tutto lontana dalla realtà geografica in cui si trova.

Ora, a prescindere dal forte rapporto che ci lega da anni e dalla passione condivisa per l’isola di Bali, ormai conoscete il mio rapporto con il marketing strategico.

Per quanto un’idea possa accendere la fantasia, prima di essere trasformata in azione, deve essere validata dai numeri.

Fine.

Il Riva del Sol ha 73 bungalow e due ristoranti.

Marco ha deciso di rivolgersi a noi per liberarsi dai Tour Operator che, per i primi 3 anni di vita della struttura, hanno venduto il resort come un villaggio family oriented.

Ora, data la forte identità, l’obiettivo era vendere direttamente, senza intermediari.

Per farlo avevamo però la necessità di posizionare il resort in modo più mirato ed efficace.

Da un punto di vista esperienziale, avevamo davvero un grande vantaggio competitivo: appena varcate le soglie del villaggio, infatti, accedi ad luogo davvero unico, capace di farti dimenticare di essere in Italia.

Tutto è studiato nei dettagli per ricordare un villaggio balinese: dalla scelta materiali dei bungalow, al personale multietnico, al cibo, fino agli spettacoli.

Lo scopo, raggiunto, è far vivere agli ospiti un viaggio intercontinentale senza prendere un aereo, senza mai uscire dal resort.

Attenzione però.

Questa tipologia di struttura e i servizi offerti richiamano a gran voce il target delle coppie, o in generale quello che in gergo viene definito Adults Only.

Ora la domanda che dovresti farti anche tu è: come verificare se i tuoi attuali clienti, sono effettivamente il target ideale per la tua struttura?

Tutto parte da un’analisi dettagliata delle tue recensioni, in funzione del contesto competitivo.

Anche se può sembrare banale, hai mai fatto questo tipo di analisi?

Vediamo di cosa si tratta.

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Vai sulle diverse piattaforme come Google, Booking, Tripadvisor e ovunque tu possa trovare giudizi.

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Individua i tuoi competitor e procedi ad una lettura attiva delle recensioni (lettura attiva = con carta e penna alla mano).

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Poi leggi le tue per capire cosa stai facendo meglio degli altri e cosa devi migliorare, utilizzando i concorrenti diretti come metro di valutazione.

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In ultimo, prendi le recensioni migliori in termini di giudizio e classificale per tipo di cliente (in questo Booking e Tripadvisor ti danno un grande aiuto incentivando il cliente a definirsi).

Nota bene: aver fatto questa analisi una volta, in fase di apertura, non è sufficiente.

Se non fai questa analisi periodicamente la tua realtà rischia di diventare obsoleta, mentre i tuoi competitor si aggiornano sulla base di queste informazioni.

In quest’ottica è molto utile il supporto di un occhio esterno, qualcuno che non vive ogni giorno, tante, troppe ore al giorno, la tua struttura.

Qualcuno che riesca ad allargare la visuale, mostrandoti tutto quello che c’è intorno e capire, di conseguenza, sei stai andando nella direzione giusta.

Nello specifico, aggiornare l’immagine del resort, cambiare target in modo così radicale non è stato affatto semplice.

La paura principale di Marco e dei suoi collaboratori era come informare le famiglie, ormai fidelizzate, che non era più il luogo più adatto a loro.

La cosa importante era strutturare la corretta comunicazione, che desse ai clienti gli strumenti per capire da soli che quello non era il contesto ideale per le loro esigenze, che non c’erano i servizi adatti, specialmente per bambini piccoli.

❓

Cosa è stato fatto per rivoluzionare l’immagine del resort e diventare indipendenti dai Tour Operator?

  • Impostazione di un nuovo “sistema” di vendita diretta;
  • realizzazione di un nuovo sito internet dedicato al target selezionato in modo inequivocabile, mostrando subito l’unicità del resort;
  • creazione di offerte e pacchetti su misura per il target desiderato;
  • creazione di un listino per tipologie;
  • monitoraggio costante delle vendite;
  • implementazione e monitoraggio del sistema di Advertising per Google e Facebook, impostando le campagne con uno specifico focus sul target Adults Only;
  • gestione dei profili social e funnel di e-mail marketing per veicolare la customer journey.


Un cambio di target così radicale significa ripartire, avere a che fare con una start-up che deve rivedere tutta la sua organizzazione, la sua comunicazione e la vendita.

Non è un passaggio semplice, richiede impegno e la voglia di mettersi in gioco, assecondando le naturali potenzialità emerse dall’analisi della struttura.

Ma non solo.

Emotivamente è pesante da elaborare e affrontare.

Ti sembra un salto verso l’ignoto, di cui non hai ancora in controllo.

L’analisi della struttura, dei servizi offerti e dei competitor diretti, ha portato alla definizione del target ideale per questo tipo di resort, improntato ad uno standard di servizio internazionale.

Ma la paura di Marco, e della fidanzata Luisa, non era legata solo al cambio radicale di target.

L’obiettivo principale era riuscire, per la prima volta, a gestire la vendita diretta, slegandosi dai Tour Operator.

Risultato?

Grazie ad un supporto costante di Cristiana Bonacini, siamo riusciti ad abbandonare la clientela abituale di famiglie e a costruirsi una nuova rete di clienti, composta da coppie e gruppi di amici, arrivando velocemente ad avere, in soli 3 mesi più di 10.000 contatti in target.

Le recensioni sono migliorate e i clienti dimostrano di apprezzare particolarmente i nuovi servizi dedicati, che ogni giorno vengono affinati per essere sempre più in linea con le richieste ricevute.

L’aspettativa, prima dell’inizio della consulenza, era lo sviluppo di un percorso di crescita commerciale ed organizzativa, tale da permetterci di raggiungere il pieno potenziale del resort nel 2023.

Oggi, possiamo dire che le aspettative sono state abbondantemente superate.

Oltre ad avere ottenuto un’occupazione superiore alle previsioni del primo anno, i clienti target hanno incrementato enormemente la spesa per consumi extra.

Il nuovo format di intrattenimento con musica in piscina, complice anche la chiusura dei locali notturni, ha trasformato il resort in una meta ambitissima per la movida locale, generando nel week-end ricavi per consumazioni di bottiglie e drink paragonabili a quelli di una discoteca di grido.

Tutto questo in mezzo alle MILLE vicissitudini organizzative di un anno assolutamente irripetibile per ogni aspetto.

Ora, ovviamente siamo solo all’inizio di un percorso, che mira alla totale indipendenza già dal 2022, con ulteriore incremento di occupazione, retta media e consumi extra.

Ma le fondamenta sono state ristrutturate e il progetto ha un disegno ben definito.

A questo punto non ci resta che proseguire il nostro viaggio facendo a Marco i migliori auguri per il futuro.

Se anche tu hai in programma il rebranding del tuo hotel, prenota ora il tuo posto al corso di novembre prima che il prezzo aumenti!

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Comprare su internet con la partita iva

Ancora non ti fidi di comprare su internet?

Hai paura ad abbandonare i tuoi soliti fornitori?

Non ti preoccupare, ti spiego io come e dove comprare, garantendoti il risparmio, la fattura e soprattutto la stessa garanzia che ti da il tuo fornitore di fiducia.

So che spesso preferisci comprare di persona in un negozio “fisico”, dove puoi toccare con mano i prodotti e dove torni se non sei soddisfatto o se si rompe qualcosa, ma ti assicuro che oggi internet offre questo e molto di più, spendendo meno soldi e soprattutto meno tempo.

Ovviamente ci sono degli accorgimenti da seguire, non puoi andare allo sbando e sperare che vada tutto bene.

Ad ogni modo, quando ti serve qualcosa, ti consiglio sempre di inziare la tua ricerca on-line da Amazon.

Non credo sia necessario sottolineare che sia il più grande negozio del web, ma vorrei soffermarmi sull’account aziendale per poter ricevere la regolare fattura d’acquisto.

Una volta creato l’account su Amazon.it, basta che clicchi su “Il mio account” in alto a destra, poi nella sezione Impostazioni va su Gestisci il tuo numero di Partita IVA, qui potrai inserire tutti i dati della tua azienda e richiedere l’attivazione della tua partita iva per rendere il tuo account aziendale.

A me le mail di conferma richiesta e di accettazione sono addirittura arrivate nel giro di 1 minuto, suppongo che le tempistiche possano anche essere più lunge, ma sarà comunque una procedura molto rapida.

Una volta reso aziendale il tuo account, quando farai un acquisto sarà emessa in automatico la fattura italiana con la tua intestazione, motivo per cui se acquisti qualcosa per tuo uso privato, dovrai creare un altro account Amazon da semplice consumatore.

Per stampare o salvare la fattura in PDF basta andare ne “I tuoi ordini” e cliccare su Fattura in alto a destra.

E questa è l’anteprima di stampa:

Un altro vantaggio determinante degli acquisti su Amazon, è la garanzia.

Fino ad un mese dalla ricezione dell’oggetto, puoi richiedere un reso gratuito con il rimborso totale di quello che hai speso.

Puoi quindi acquistare in tutta tranquillità, provare per un mese la merce e se non è di tuo gradimento, fare una richiesta di reso schiacciando semplicemente il pulsante Restituisci o sostituisci articoli: ti verrà richiesto il motivo e la modalità di spedizione (tramite corriere o poste italiane, entrambi gratuiti) e in che modo vorrai che ti vengano restituiti i soldi (sulla carta di credito o in buoni regalo Amazon).

Io scelgo sempre la spedizione tramite posta perchè così non sono vincolato al passaggio del corriere, vado io all’ufficio postale quando ho altri giri da fare, e il riaccredito sul conto Amazon, perchè dopo qualche ora dall’invio del pacco ti verranno subito riaccreditati i soldi!

Non devi quindi aspettare che il tuo reso gli arrivi e puoi già spendere il credito per ricomprare lo stesso oggetto o qualsiasi altra cosa.

Ma non finisce qui, tutti i prodotti sono coperti inoltre dalla garanzia di due anni, per cui se qualcosa si rompe dopo qualche mese, non ti preoccupare, puoi richiedere ugualmente il rimborso.

Questa però volta non è una procedura automatica, devi fare richiesta telefonicamente o tramite chat dalla sezione Contattaci raggiungibile seguente link.

In questa pagina ti basterà selezionare l’oggetto, l’argomento e la modalità di contatto.

Io ho sempre scelto la Chat nelle due volte che mi è capitato di servirmene, ed in entrambe le volte mi è stato concesso il rimborso immediatamente!

Ti riporto la chat perchè io non ci avrei creduto se me l’avessero raccontato:

03:58 PM CEST (Amazon): piacere Daniele allora, il telecomando non funziona più, giusto? cosa è successo?

03:59 PM CEST Ciao, sì ho comprato poco più di un mese fa questo telecomando, ma non funzionano più i pulsanti di accensione e spegnimento (che comunque erano invertiti), io per urgenza ne ho già acquistato un altro da voi, sarebbe possibile restituire questo?

04:00 PM CEST (Amazon): ok, ho capito, ti faccio una etichetta per restituirlo e ricevi il rimborso quando rientra nel nostro centro, a posto così?

2 minuti netti!

Questo per un telecomando acquistato da poco più di 1 mese, ma è andata esattamente così anche per un lettore mp3 di quasi 2 anni.

Nonostante poi che mi sia stato detto che il rimborso sarebbe avvenuto solo quando l’oggetto fosse arrivato da loro, avendo scelto il riaccredito sul conto Amazon, mi è stato fatto solo dopo 2 ore dalla spedizione del pacco alle poste.

Sfido a trovare un qualsiasi tuo fornitore che ti faccia un servizio lontanamente paragonabile.

Ma oltre a tutto ciò, ti consiglio caldamente di sottoscrivere anche il servizio Amazon Prime, io stesso ce l’ ho su ben 3 account, che ti permette di avere la spedizione gratuita di un giorno sulla maggior parte degli articoli al costo di 19,99 € l’anno.

Avere Amazon Prime significa ordinare il pomeriggio e ricevere la merce la mattina successiva, in meno di 24 ore.

Praticamente spendi 20 € che ammortizzi tranquillamente se in un anno ti capita almeno 3 volte di aver necessità di una spedizione rapida.

Ti lascio immaginare i vantaggi di una spedizione così veloce, come può essere l’urgenza di rimpiazzare un telecomando perso, un forno a microonde rotto improvvisamente, una stampante che non ne vuole più sapere di lavorare o anche un cliente che ha bisogno dell’alimentatore del computer portatile che ha dimenticato a casa, vuoi mettere con pochissimo sforzo che servizio e che figurone fai?

Come sempre ti faccio un esempio concreto di un fatto realmente accaduto a me.

Una coppia anziana mia ospite l’anno scorso, si era portata dietro le cuffie da collegare alla tv, il marito essendo un po’ duro di orecchi non voleva disturbare gli appartamenti confinanti, però si sono accorti che non potevano collegarle al decoder di sky perchè ha due ingressi audio anzichè uno (le classiche prese bianche e rosse di audio destro e sinistro).

La moglie mi ha spiegato il problema e mi ha chiesto se potevo aiutarli in qualche modo.

Certo, avrei potuto dire di no, non rientrava lontanamente nelle mie responsabilità, ma se invece volevo fare quel passo in più che contraddistingue un servizio qualsiasi da uno eccellente?

Facile, ho cercato su AmazonSdoppiatore cavo audio per cuffie tv” et voilà, trovato il rarissimo cavetto, probabilmente reperibile solo in chissà quale negozio di nicchia (di solito si trova l’inverso, ovvero con due prese e uno spinotto), e con 5,99 € (compreso iva) ho fatto felice i due clienti e tutti quelli degli appartamenti limitrofi.

E quanto tempo ci ho impiegato? 5 minuti.

E se fossi dovuto andarlo a cercare di persona? Non oso immaginare quanto tempo/pazienza/benzina avrei potuto sprecare!

E se non l’avessi fatto? Anziani scontenti e clienti adiacenti che si sarebbero lamentati del volume troppo alto.

Il tutto poi con 6 €, neanche stare a pensarci!

Ma non credere che Amazon venda solo elettronica, puoi trovare qualsiasi prodotto immaginabile.

Proprio adesso ho appena fatto una ricerca per un sedile di un sanitario che mi si è rotto e l’ho trovato!

Addirittura a 5 € in meno rispetto al prezzo del negozio specializzato di termoidraulica in cui sono dovuto andare a cercarlo (e neanche ce l’avevano).

Non ti basta come esempio?

Guarda allora questa affettatrice professionale o questo aspiratore della Karcher.

Certo, non puoi trovare proprio tutti i macchinari industriali che ti servono in hotel, ma di sicuro una buona mano Amazon te la da.

Magari è la volta buona che compri una stampante che non fa venire l’easurimento nervoso a chi la usa o un gruppo di continuità che quando salta la luce, non ti fa perdere il report con i costi e i ricavi del 2016 che ti è costato una giornata di lavoro.

Due consigli?

La stampante HP Laserjet P2035 che che grazie al doppio cassetto non rischierai più di stampare il menù sulle ricevute fiscali, o questo gruppo di continuità APC che ti permetterà di salvare tutti i tuoi documenti prima di spegnere il computer quando va via la corrente.

Ma non solo, cercando quello che ti serve su Amazon, grazie alle classifiche dei prodotti più venduti di ogni categoria, alle recensioni e alle domande degli altri utenti, potrai anche sostituire la svogliata consulenza dell’addetto del negozio di turno, che non ha l’interesse di spiegarti cosa è meglio per te, con una “consulenza fai da te” immediata ed esaustiva.

Indeciso su quale tv comprare?

Scegli quella più venduta o quella con il maggior numero di recensioni positive, non puoi sbagliare!

Per non parlare dei prodotti di nicchia che ti fanno dannare l’anima per trovarli, tra telefonate e giri a vuoto in mille negozi, come è successo proprio a me questo weekend, quando il cane di un cliente ha mangiato il telecomando del condizionatore.

Il condizionatore ha parecchi anni, la ditta che lo faceva non esiste neanche più, per scrupolo ho chiamato anche il mio tecnico ma non mi ha saputo aiutare, che fare allora?

Ho cercato “telecomando condizionatore teco” e comprato quello con il maggior numero di recensioni positive, domani mi arriva e vedremo se funziona, ma in caso negativo, lo mando indietro e ne prendo un altro.

Non è una comodità eccezionale?

Se invece proprio non ti va di anticipare i soldi senza avere subito in mano quello che compri, c’è un’altra alternativa, l’Unieuro.

Ebbene sì, sul sito dell’Unieuro è possibile acquistare on-line per poi pagare e ritirare direttamente in uno dei punti vendita che scegli.

Anche altri on-line store lo fanno, ma l’Unieuro è quello con i migliori prezzi e la maggiore diffusione di punti vendita.

Una volta scelto il prodotto, ti basterà cliccare su “Ritira in negozio” per concludere l’acquisto.

Quando il prodotto sarà disponibile al ritiro, ti arriverà la mail di conferma, così ti potrai recare di persona a ritirarlo e pagarlo, ovviamente sempre dietro emissione di fattura.

Se ti stai chiedendo:

Ma allora non conviene andare direttamente al punto vendita senza acquistare prima dal sito?

La risposta è NO.

Questo perchè la quasi totalità dei prezzi che vedi on-line sono scontati rispetto a quelli del negozio.

A me è capitato di vedere esposto lo stesso frigorifero che stavo andando a ritirare, a ben 70 € in più rispetto al prezzo on-line.

Quindi fa pure tutte le ricerche da casa e poi valuta bene dove e come acquistare.

Quando invece ti sentirai un po’ più smaliziato e pronto a comprare anche su siti che non conosci, puoi farlo comunque in tutta tranquillità se accettano il pagamento tramite PayPal.

Avere un account su PayPal è d’obbligo, per un semplicissimo motivo di sicurezza che ti spiego subito.

PayPal funziona come una sorta di intermediario tra te e il negozio on-line, perchè invece di dare i dati della tua carta di credito al sito dove acquisti, vieni reindirizzato sulla pagina di PayPal dove dovrai inserire utente e password del tuo account, PayPal si occuperà della transazione.

In questo modo i vantaggi sono 2:

  1. Non dai in giro i dati della tua carta di credito.
  2. In caso di mancata spedizione, merce danneggiata, errata o se non ne sei soddisfatto, sarà PayPal stesso a rimborsarti con il suo servizio di Protezione acquisti!

Ti assicuro che funziona perchè è successo proprio a me: ho acquistato delle magliette su di un sito, dopo un mese non mi erano ancora arrivate e il venditore non mi rispondeva, ho aperto un reclamo su PayPal e sono stato subito rimborsato.

Bello vero?

Quindi se vuoi, puoi fare una ricerca direttamente su Google o Trovaprezzi.it (un comparatore di siti tipo Trivago) e scegliere uno store on-line che accetti il pagamento tramite PayPal, fa solamente attenzione ai tempi e costi di spedizione che potrebbero essere elevati o troppo lunghi.

Giusto per tua informazione, questi sono alcuni dei negozi on-line più conosciuti ed affidabili:

RedCoon (redcoon.it), ePRICE (eprice.it), OnlineStore (onlinestore.it), ClickForShop (clickforshop.it) e Yeppon (yeppon.it).

Giunti alla fine, tiriamo come sempre le somme:

Vantaggi

  • Spedizione 1 giorno gratuita con Amazon Prime
  • Restituzione gratuita e rimborso totale fino a 2 anni
  • Consulenza fai-da-te” tramite recensioni e classifiche
  • Vastità di prodotti altrimenti introvabili
  • Emissione fattura automatica con account aziendale

Svantaggi

  • non pervenuti…

Vantaggi

  • Ritiro gratuito presso il punto vendita scelto
  • Nessun anticipo o carta di credito richiesti
  • Pagamento al ritiro

Svantaggi

  • Potrebbe richiedere qualche giorno

Vantaggi

Svantaggi

  • Controllare bene i costi e le tempistiche di spedizione

Bene, questo è tutto quello che devi sapere prima di iniziare a comprare su internet, ma se ancora non ti ho convinto o vuoi il mio parere su altri siti, contattami pure o scrivimi nei commenti!

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Le colonnine di ricarica per attirare nuovi clienti, aumentare ricavi e soddisfazione ospiti

Lo ammetto, fino a qualche mese fa non avevo la minima idea di come funzionassero le auto elettriche e di quante tipologie ce ne fossero.

Poi mi è capitato di leggere la biografia di Elon Musk e a quel punto, ovviamente, oltre a essermi convinto a volere una Tesla, mi sono avvicinato al mondo delle auto elettriche, confrontandomi con chi già ne aveva una, e sono sorti diversi problemi riguardanti la ricarica, soprattutto negli hotel, che è ovviamente l’argomento che ci interessa di più.

Proprio poco tempo fa, avevo pubblicato sul nostro gruppo Facebook, il video del proprietario di una Tesla che si lamentava di un grande hotel in Romagna, reo di avergli garantito una stazione di ricarica per la Tesla, ma al suo arrivo, scoprì che non aveva assolutamente una potenza di ricarica sufficiente.

So che ancora non ti è chiaro, vedremo tra poco tutto con ordine, ma avere una potenza di 4kw rispetto a quella standard di 22kw, significa che è il 20% di quello che ci si aspetta.

Vediamo quindi come evitare di fare questi scivoloni e sfruttare le colonnine di ricarica per attirare nuovi clienti, aumentare ricavi e soddisfazione degli ospiti.

Partiamo col definire quante tipologie di auto elettriche, necessario per capire quelle che effettivamente hanno bisogno o meno di una ricarica.

Le tipologie sono tre:

  • ibride mild/full
  • ibride plug-in
  • elettriche

Le ibride mild e full hanno un motorino elettrico a supporto del motore termico.

Non hanno bisogno di ricarica perché recuperano energia in frenata.

Fonte Bmw.com

Discorso leggermente diverso per le ibride plug-in, in cui la batteria lavora insieme al motore, ma può essere anche utilizzata anche in modalità totalmente elettrica per circa 70-80 km

Questa tipologia di motore ha necessità di ricarica ma senza ansia, perchè se finisce la batteria, il motore tradizionale continua a funzionare.

Fonte Bmw.com

Le ibride plug-in e le mild/full ci interessano relativamente perché non necessitano di trattamenti particolari.

Le auto elettriche invece hanno un unico motore elettrico e, ovviamente, hanno bisogno di ricarica per non rimanere a piedi.

Fonte Bmw.com

Fatta questa premessa, vediamo adesso l’impatto che hanno le macchine elettriche sul mercato.

Nel 2021 sono state immatricolate 67.255 auto elettriche (+107% sul 2020) e 69.499 ibride plug-in (+153,75%).

Le auto con la spina raggiungono il 9,35% sul mercato totale, contro il 4,33% del 2020. (fonte ANSA).

Tradotto: 1 auto ogni 10 è elettrica.

Quello che ci interessa capire, è che è un trend in forte aumento e durante il 2021 i punti di ricarica aumentati del +35%, secondo motus-e.org, al 31 dicembre 2021, in Italia ne risultano installati 26.024.

Fonte: motus-e.org

E’ molto importante capire le tipologie di ricarica, perché spesso gli hotel pubblicizzano le colonnine ma senza darne alcuna specifica.

Purtroppo può capitare che l’automobilista arrivi in hotel e si trova di fronte ad una presa industriale o addirittura a una normalissima schuko (presa tedesca).

Facciamo quindi chiarezza sui quattro modi di ricarica.

Il modo uno è una presa schuko, va bene per la bici, monopattini, motorini ed eroga una potenza di ricarica fino a 2,3 kW.

Questo è il modo più semplice non è adatto per le auto elettriche.

Il modo due sono invece le prese industriali monofase e trifase (quelle blu e quelle rosse, per capirci), si possono utilizzare per ricaricare i veicoli, ma non è ancora il modo più ideale.

Veniamo finalmente al modo tre, ovvero wall box e colonnine con ricarica tra 11 e 22 kW, con la classica presa, quella che si vede in qualsiasi pubblicità di auto elettriche.

Questo è l’unico modo che fa felici i clienti.

E non solo, dato che le colonnine e la wall box sono collegate in modo fisso all’impianto elettrico, in caso di malfunzionamento, hanno un sistema di emergenza che evita di far incendiare ed esplodere la macchina del tuo ospite.

Cosa sempre molto gradita.

L’ultimo modo è invece il quattro, la ricarica super veloce fino a 250 kW, ma in questo caso parliamo perlopiù di stazioni pubbliche, e, soprattutto, non tutte le auto elettriche supportano la ricezione di questa potenza.

Facciamo un po’ di luce anche sulle unità di misura, molto importanti per capire i tempi di ricarica.

E’ fondamentale capire chi sono i tuoi clienti, perché se stanno una settimana e non usano l’auto, va benissimo una colonnina a bassa potenza che impiega una notte per la carica completa.

Se invece il tuo albergo è in una zona di passaggio, dove il soggiorno medio è basso, è allora necessario che la colonnina eroghi più potenza per poter ricaricare l’auto in qualche ora.

Ma facciamo un esempio con la 500, che ha una batteria di 42kWh, e una colonnina di ricarica a 11 kW.

Il tempo di ricarica si calcola molto facilmente, dividendo la capienza della batteria per la potenza di ricarica.

Quindi 42:11= 3,8 ore per caricare da 0 a 100, ma è abbastanza raro che un cliente arrivi in albergo con la macchina completamente scarica.

L’importante è sapere che con una colonnina da 11 kW mediamente necessita 3 ore e mezzo per ricaricare dal 20% all’ 80%, che sono le due soglie consigliate per ricaricare le batterie.

Piccolo consiglio: tra il 20 e l’ 80% e la soglia di ricarica consigliata per qualsiasi tipo di batteria, anche per i cellulari.

Altro esempio, la Tesla Model 3, ha la batteria un po’ più capiente, 75kWh, e una colonnina da 7,4kw.

In questo caso saranno necessarie 10 ore, ovvero un’intera notte intera.

Ricapitolando, se hai un albergo con soggiorni medio-lunghi, la potenza di ricarica è abbastanza irrilevante, se invece hai, ad esempio, un ristorante o una SPA aperti agli esterni, che quindi stanno solo qualche ora, ti consiglio di valutare una colonnina con potenza maggiore per avere un tempo di ricarica minore.

Ricordati sempre che chi ha un’auto elettrica, sa benissimo la capienza della propria batteria e i relativi tempi di ricarica.

E, a proposito di questo, è altrettanto importante sapere che una colonnina da 11kw collegata a due auto, non le caricherà contemporaneamente a 11kw, ma alla metà.

Ma parliamo ora dell’aspetto economico, ti riporto qualche cifra di riferimento per darti un ordine di grandezza, ma, ovviamente, ci sono da tutti i prezzi.

  • Colonnina standard, con potenza, 3,7 kW o 7,4 kW, parte da circa 500 €.
  • Colonnina fast, da 11kw a 22kw, può costare fino a 2.000 €.
  • Colonnina superfast, oltre i 50 kW, ha un costo tra i 10.000€ e i 15.000€.

Ti faccio notare però una cosa, non sta scritto da nessuna parte che devi dare la ricarica gratuita.

O meglio, puoi decidere di dare una colonnina standard gratuita e una a carica veloce a pagamento.

Come si può fare col Wi-Fi: quello base senza una velocità garantita è gratuito per tutti, e quello superveloce è invece a pagamento.

Nel caso decidessi di fare questo investimento e di far pagare le ricariche, avrai anche un ROI (ritorno di investimento) facilmente determinabile, perché tracciando con il tuo software gestionale tutti gli addebiti di ricarica, saprai subito quanto hanno speso i tuoi clienti e capire se ti sei ripagato la colonnina.

Ok, una volta fatti questi ragionamenti, quali sono i passaggi per fare l’installazione?

  1. Il primo è verificare col tuo commercialista se ci sono contributi regionali e come fare per ottenerli.
  2. Il secondo è il sopralluogo del tuo elettricista, per capire quale colonnina può reggere il tuo impianto (per evitare di comprarne una da 22kw e scoprire che non passano i cavi).
  3. Il terzo è contattare il tuo fornitore di elettricità, perché prima di andare a cercarne un altro, è meglio sentire chi te la fornisce già, per capire se ha qualche offerta o qualche piano conveniente.

Una volta che sappiamo il nostro fornitore cosa ci offre, possiamo contattare anche altri fornitori, per capire se l’offerta che ci ha fatto è buona.

Non posso darti un fornitore che vada bene per tutti, perché ovviamente ce ne sono tanti e soprattutto la cosa fondamentale, è avere un’assistenza in loco.

Da priorità ai fornitori che hanno la possibilità di intervenire per un guasto anche ad agosto e durante i giorni festivi.

Scommetto che la domanda a cui starai pensando adesso è:

Ma quanto mi costa far caricare un’auto?

Come dicevo prima, le auto si tendono a caricare sempre dal 20% all’80%, di fatto quindi, il 60% della batteria.

Considerando una 500 dovrà ricaricare circa 25kwh (il 60% di 42), per una Tesla circa 45kwh (il 60% di 75).

Assumendo il costo di 0,30 € al kw, otterremo una forbice che va dai 7,5 € ai 13,50 €.

Volendo stare più cauti, considerando che se la ricarica è gratis, la tentazione di fare il 100% è tanta, possiamo assumere un valore medio di 10 € di energia consumata ad auto.

Ecco, adesso che sai quanto costa l’impianto e caricare un’auto, puoi valutare con maggiore serenità e con la calcolatrice in mano, se effettuare l’investimento o meno.

Adesso mi fermo un attimo per fare una piccola parentesi sulla Tesla.

E’ necessario farlo perché Tesla è sinonimo di macchina elettrica tanto quanto l’iPhone lo è di smartphone.

Inoltre, Tesla non è più esclusivamente una macchina elitaria, di conseguenza, i “teslari” sono sempre di più.

Questo perché nel 2021 è uscito un nuovo modello, la Model 3 che abbiamo visto negli esempi, che parte da 50.000 €, come un Q5 o suv simili BMW e Mercedes.

Ma perchè le Tesla devono interessare così tanto a te albergatore?

Molto semplice, perchè esistono i Destination Charger e i Supercharger, ovvero delle colonnine di ricarica dedicate alle Tesla.

La cosa interessante, è che entrambi vanno richiesti sul sito Tesla e forniti gratuitamente, a proprie spese c’è solo l’installazione.

Ma non è questo il vero motivo.

Il vero vantaggio è che i punti di ricarica vengono visualizzati direttamente sul navigatore della Tesla, dando una grande visibilità presso tutti i possessori di quest’auto.

Per fare un esempio, ho creato un ipotetico itinerario da Milano a Taormina: il navigatore mi fa vedere ogni quanto devo fermarmi per ricaricare, e, quasi sempre, i Supercharger sono nei pressi di un centro commerciale o hotel/ristorante.

Praticamente è il navigatore Tesla che ti porta i clienti in casa.

Quindi se hai un albergo con anche ristorante o bar nei pressi di un’uscita autostradale, il Supercharger sicuramente attira, se non tutti, quasi tutti i proprietari di Tesla che sono di passaggio.

Arrivati in Sicilia, a Taormina vediamo che c’è questo hotel in cui mi dice che ci sono ben due Tesla connector fino a 22 kW.

Secondo te, qualsiasi proprietario di Tesla che deve dormire a Taormina, che hotel sceglierà?

Esatto.

Ad oggi, la rete di ricarica pubblica è talmente mal gestita, che chi è in viaggio non guarda più neanche il brand, il posizionamento o le tariffe.

Un elettro-automobilista che sa di poter dormire tranquillo perché il tuo servizio di ricarica è efficiente, verrà da te a prescindere da tutto il resto.

Una volta finito di leggere questo post, per curiosità controlla sul sito Tesla quali sono i destination charger della tua città, e se intorno al tuo albergo non ce ne sono, sarebbe una buona idea far richiesta per averne uno e comparire sulla sul navigatore della Tesla, con tutta la visibilità che ne consegue.

Se sei di Palermo, fallo subito! Sei l’unico!

Oggi avere la colonnina non è ovviamente obbligatorio, è un servizio in più che ancora non è scontato.

Dal 2035 però, dovrebbero addirittura smettere di produrre auto endotermiche, e nei prossimi anni ci saranno sempre più auto elettriche, quindi mettere le colonnine tra 5-6 anni quando ce l’avranno tutti, non sarà più un elemento differenziante, ma sarà semplicemente una cosa scontata.

Invece metterle adesso e, soprattutto, comunicare correttamente, è sicuramente un punto di forza molto apprezzato, perché i possessori di auto elettriche sono disperati quando vanno in albergo e si ritrovano colonnine di ricarica deboli o non disponibili.

Bisogna trasformare una necessità in un punto di forza del tuo albergo.

Come il Wi-Fi qualche anno fa, quando ancora non era così fondamentale e l’importante era solamente avercelo.

Ma vediamo un’altra parte interessante.

Trucchi e suggerimenti.

Innanzitutto la posizione della colonnina, è sempre bene che sia al coperto o all’ombra e vicino al contatore.

Questo perché il sole surriscalda la colonnina e fa scattare l’elettronica di protezione, che legge questo surriscaldamento come un eccesso di corrente e ne diminuisce la potenza.

E proprio questo potrebbe essere successo nel video di prima.

E’ bene poi installare la colonnina vicino al contatore, per avere più stabilità di tensione della corrente.

Altra cosa da non sottovalutare, dato che oggi come oggi, le colonnine non sono molto utilizzate, è importante testarne ogni tanto l’efficienza, per evitare brutte sorprese al cliente che la usa dopo un po’ di inattività.

Ovviamente è fondamentale informare anche la reception di come funziona la ricarica, altrimenti alla prima richiesta telefonica, vanno tutti nel panico.

E non solo, anche nel sito del tuo albergo è importante che le informazioni siano chiare.

Purtroppo mi capita spesso di vedere pagine inutili con informazioni propagandistiche del vivere green, ma se uno l’auto elettrica ce l’ha, quella scelta l’ha già fatta, non gliene frega nulla di quello che pensi te, gli serve solo sapere:

  • la potenza di ricarica
  • il numero di colonnine
  • se è a pagamento o gratuita
  • se è necessaria la prenotazione

Non ho ancora trovato una pagina di un sito in cui siano presenti tutte queste informazioni.

Avere invece una pagina dedicata, seo oriented, che si posizioni su hotel+nome città+colonnine ricarica aumenterebbe notevolmente la visibilità del tuo hotel e l’efficacia della comunicazione.

Da poco anche Booking.com ha inserito la possibilità di segnalare la stazione di ricarica, purtroppo però senza alcun dettaglio di quelli che abbiamo appena visto.

E a tal proposito, segnalo con piacere un nuovo progetto che si chiama “Eviaggio“.

EViaggio è un portale che è stato creato da una persona che ho avuto modo di conoscere, perché è il classico elettro-automobilista, stufo di queste imprecisioni e informazioni inutili sui vari siti, ha così deciso di crearsi da solo il proprio portale: EViaggio.it.

Di proprio pugno ha inserito tutti gli hotel con le colonnine di ricarica presenti nelle varie app, inserendo le informazioni veramente utili ai viaggiatori: il tipo di connettore, la potenza di Kw, il numero di prese, il link a Booking.com.

Se hai già una colonnina, controlla se il tuo hotel è già presente sul portale e rivendicane la proprietà, completando in modo gratuito la scheda con le varie informazioni e foto.

Oltre a questo portale dedicato, puoi segnalare la tua stazione di ricarica anche sulle varie app usate dagli automobilisti elettrici, le più diffuse sono:

NextCharge – PlugShare – Chargemap

Torno a dire, è importante farlo adesso, sia per avere un vantaggio competitivo, sia per dare un buon servizio che ad oggi quasi nessun albergo può garantire.

Oltre a questo, non ti farai cogliere impreparato quando diventerà praticamente obbligatorio avere delle colonnine in hotel.

Bene, siamo giunti alla fine, qui sotto puoi vedere la registrazione del webinar da cui è nato questo articolo:

Se hai qualche domanda o dubbio, ti invito a scrivermi sul nostro gruppo Facebook Albergatore Pro.

Ti aspetto!


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