Tu NON sei il TUO hotel

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Tu NON sei il TUO hotel

In questo preciso momento sono a Matera.

(Perla CLA-MO-RO-SA).

Passata la sbornia post corso, sono di nuovo nel vortice dei mille impegni quotidiani.

Normale amministrazione.

Così, mentre cerco di raccogliere le idee per progettare il futuro partendo dagli spunti ottenuti in questi giorni, non posso fare a meno di condividere una riflessione.

Tra i tanti temi affrontati al corso, un passaggio in particolare -non strettamente tecnico- ha toccato la coscienza di tanti, che me l’hanno sottolineato a parole o con un messaggio privato.

“Tu NON sei il TUO hotel.”

Per contestualizzare la cosa chiarisco, soprattutto per chi non era presente, che ne abbiamo parlato in relazione ad un problema fortemente diffuso tra gli albergatori italiani, ovverosia un’eccessiva e insana identificazione simmetrica tra l’albergatore e il proprio albergo.

Ora, questo concetto, all’apparenza scontato, è in realtà fondamentale sotto due diversi punti di vista:

1️⃣ Liberazione emotiva e delega: per quanto si sia andati avanti per decenni con questa convinzione, è assolutamente controproducente che l’azienda dipenda dal titolare.

Altrettanto ovviamente per potersi assentare serenamente occorre aver creato delle procedure e averle trasferite allo staff.

Quindi una volta per tutte: l’hotel NON crolla se vi assentate un paio d’ore e, NON ci crederete, NON imparerete MAI a delegare fino a quando non vi assentate e osservate dall’esterno i problemi che genera la vostra assenza.

In questo caso il percorso logico-cronologico è piuttosto lineare:

☑️ Ti assenti
☑️ I tuoi collaboratori/soci/familiari si trovano ad affrontare un problema e sbagliano
☑️ Tu spieghi come avresti anticipato/evitato/affrontato/risolto il problema
☑️ Metti nero su bianco la procedura per la prossima volta.
☑️ Ricominci da capo.

In questo modo scarichi su carta quello che hai in testa e trasformi le tue conoscenze in cultura aziendale.

È semplice? No.

È gratis?

Assolutamente no. Costa tempo, energie e risorse per compensare gli errori.

È necessario? Assolutamente si e costa MOLTO meno dei danni che fate rimanendo IMPRESCINDIBILI per il vostro hotel, soprattutto alla vostra salute mentale e al vostro equilibrio sociale e familiare.

Ricorda: i sacrifici personali che hanno fatto i nostri genitori sono ammirevoli ma NON sono socialmente accettabili nel 2020.

Tradotto: 20 anni fa se lavoravi 16 ore al giorno eri “un eroe che si faceva il mazzo per mantenere la famiglia”, oggi finisci con un divorzio e i figli dallo psicologo. (Se non peggio).

2️⃣ Liberazione economica e aspirazione personale: un altro aspetto spesso sottovaluto ma altrettanto dannoso per il proprietario di un hotel sono i limiti oggettivi.

Per capirci: a differenza di molti business che possono espandersi in verticale, l’hotel, per quanto performante, ha dei precisi limiti economici legati alla capacità produttiva, ovvero sia al numero delle camere.

Tradotto: se hai ereditato un 20 camere che prima era dei tuoi nonni e poi dei tuoi genitori che per due generazioni ci hanno mangiato bene, NON è detto oggi quello stesso hotel sia ”lo strumento giusto” per farti guadagnare quanto meriti.

Il mercato cambia, la competizione aumenta (questo al corso lo abbiamo visto nel dettaglio) e oggi, tolto in rare destinazioni fortunate, 20 camere (o meno), NON bastano più.

Ecco perché, a prescindere dal legame affettivo, dai ricordi legati ai momenti vissuti dentro la struttura, e dal significato che “quel mucchio di mattoni” può avere per la tua famiglia, NON devi rimanere schiavo di un’idea.

Al contrario, la verità è che, con una media nazionale di 32,9 camere, la maggior parte degli hotel NON sono in grado di generare ricavi sufficienti per ricompensare adeguatamente gli sforzi di chi gestisce.

Tradotto: la maggior parte degli albergatori, pur profondendo il massimo dell’impegno col massimo della passione e competenze, NON guadagneranno MAI quanto meritano e quanto potrebbero, a parità di impegno, con uno strumento diverso.

È giusto? No.

È facile accettarlo? Per niente.

È utile prenderne coscienza? È vitale.

Perché è sempre difficile per me affrontare le singole situazioni e smontare i progetti di qualcuno, guardandolo negli occhi.

Ma, DEVO farlo.

Perché se siete qua dentro significa che avete voglia, passione e competenze e NON dovete permettere che un “mucchio di mattoni metta un tetto alla vostra ambizione.”

Soluzione?

A volte è MOLTO più semplice di quello che credete.

Basta “aggiungere una ventina di camere”, dare in gestione il vostro hotel e prenderne uno con il doppio delle camere nella stessa destinazione, o uno appena più grande in una destinazione con maggiore appeal a pochi chilometri di distanza.

Perché ricorda:

Tu NON sei il tuo hotel e il tuo destino deve dipendere da TE, non dall’albergo dentro al quale sei seduto in questo preciso momento.


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