3 famiglie di albergatori su 5 vanno in frantumi a causa dell’hotel

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3 famiglie di albergatori su 5 vanno in frantumi a causa dell’hotel

In questi giorni difesta abbiamo (quasi) tutti avuto un po’ più tempo per noi e, anche chi hal’albergo aperto, spero possa aver trovato almeno a Natale, qualche ora dadedicare alla famiglia, al riposo e altre attività che normalmente trovano pocospazio nella routine quotidiana.

Molti di noileggono.

Io ho deciso di cominciare da un libro (l’ennesimo) sul copywriting, alcuni di voi hanno optato per il mio libro.

Lo so perché storicevendo diversi messaggi privati con le vostre considerazioni e richieste diapprofondimento.

Senza dubbio alcuno, il capitolo più “FORTE”, quello emotivamente più coinvolgente, è...IL PRIMO.

Quello dove raccontola mia storia, la storia della mia famiglia e di tutte le vicissitudini chechiunque sia cresciuto in albergo conosce perfettamente.

Certamente NON è un capitolo facile...perché in molti di noi evoca ricordi di rinunce, sacrifici e conflitti familiari.

Me ne accorgo dallereazioni.

Ma, in tutta onestà,devo dirvi che non posso accettare i complimenti che mi fate.

Perché anche inquesto caso NON ho INVENTATO niente, né enfatizzato la storia per unqualsivoglia effetto narrativo.

Ho solamente, forse,trovato le parole giuste per descrivere qualcosa che ho vissuto.

Niente di più,niente di meno.

Il punto è che, comesempre, la VERITÀ è il più POTENTE degli strumenti che abbiamo a disposizione.

E la verità è che, purtroppo, anche se molti la fuori non lo capiscono e non lo capiranno mai, crescere in un albergo NON è tutto “rose e fiori”.

Nemmeno per noi che abbiamo una PASSIONE ENORME.

Per prima cosa sitratta di un’attività MOLTO impegnativa, alienante, che ti porta a lavorare ”senzaorari”, nel week end e nei giorni di festa e...

Inoltre, peggiore dei mali, l’albergo tende ad ABBATTERE completamente le barriere tra vita professionale e vita personale.

In albergo silavora, SI VIVE, si affrontano le mille peripezie che gestire un’attivitàcomporta e lo si fa, nella maggior parte dei casi, a stretto contatto con lafamiglia e SOTTO I RIFLETTORI (occhi dei clienti) che impongono un autocontrolloche finisce necessariamente per soffocare le proprie emozioni.

Fino al momento dell’ESPLOSIONE.

E a proposito diesplosioni, in questi anni ne ho viste tante da poter scrivere un libro, solosu questo.

“A causa degli hotel” sono SALTATI matrimoni, ci sono fratelli che non si rivolgono più la parola e normali conflitti generazionali tra genitori e figli si sono trasformati in SQUARCI grandi come il Grand Canyon.

Che ti ritrovi omeno in queste parole, sappi che situazioni del genere sono MOLTO più diffusedi quanto puoi immaginare.

A volte la miccia siaccende per l’eccesso di stress dovuto ad una convivenza forzata causata dallamancanza di una corretta suddivisione dei ruoli…

A volte si tratta della classica corsa al “trono”...

Altre volte l’esatto contrario: NESSUNO vuole assumersi le responsabilità che il ruolo di leader comporta.

Ora, quello che hoimparato negli anni, è che i problemi di cui sopra sono MOLTO PIU’ difficili darisolvere di un calo di fatturato.

Certo, quando mancano i soldi è più facile scannarsi per una sciocchezza...

Ma fidati che iproblemi relazionali sono ugualmente diffusi anche in situazioni di abbondanza.

E anzi, spesso sonola CAUSA STESSA dei momenti di difficoltà.

Ora, il punto è che fare l’imprenditore non è roba per tutti.

Specialmente inItalia.

Seguimi un attimo.

Le statistiche Istat dicono che negli ultimi 5 anni in Italia solo il 4% di chi è entrato nel mondo del lavoro ha deciso di avviare un’impresa.

4 PERSONE SU 100.

E attenzione chequesti sono quelli che ci hanno provato. Quelli che ce la fanno (e dimostranoquindi di essere portati) sono MOLTI meno.

Ora ragioniamo insieme.

Essendo oltre il 70% degli hotel italiani a conduzione familiare alla seconda o TERZA GENERAZIONE, significa che molti albergatori là fuori NON hanno scelto di fare gli imprenditori.

Hanno“semplicemente” ereditato un albergo.

Più precisamente,secondo le statistiche, 96 albergatori su 100 avrebbero fatto ALTRO nella vita.

Certo, essendo natiin albergo, molti di loro conoscono il mestiere tecnicamente, sanno fare uncheck-in, sanno cosa fare quando va in blocco una caldaia e cos’è un modelloUNICO.

Ma se avessero potuto scegliere “liberamente” avrebbero fatto -chennesó- l’imbianchino, l’avvocato o il veterinario...

oppure avrebberomollato tutti e tutto per aprire un chirunguito sulla spiaggia. (Alzi la manochi non ci hai mai pensato).

Perché mai allora si ritrovano a gestire un albergo? Chiederebbe qualcuno appena atterrato da un altro pianeta...

La risposta è piùcomplessa di quello che a prima vista potrebbe sembrare.

Alcuni sono stati“costretti” dalle pressioni familiari a cui non hanno saputo sottrarsi pereccesso di affetto o difetto di personalità.

Altri, i più lontanidal mio modo di pensare, si sono lasciati ATROFIZZARE dalla pigrizia edall’AGIO che avrebbero dovuto abbandonare, ricominciando DA ZERO.

Ora, Albergatore Pro come gruppo nasce come movimento per mettere “sotto lo stesso tetto” albergatori professionisti e professionisti del settore.

Persone animatedalla stessa passione per l’hotel e dall’ambizione di raggiungere RISULTATIFUORI DAL COMUNE.

Il punto è che perottenere risultati fuori dal comune servono COMPETENZE fuori dal comune.

Per questo motivonasce il corso Albergatore Pro.

E mentre là fuoriper molti albergatori il massimo dell’impegno è fare il corso anti-incendio,qua dentro studiamo il marketing, la pianificazione fiscale, il copywriting, ilrevenue e il controllo di gestione.

Ciò detto, il VERO beneficio che ottiene chi studia con noi, NON è la crescita del fatturato o degli utili, come risultato fine a sé stesso.

È la crescita PERSONALE necessaria per ottenere i risultati di cui sopra.

È la sensazione chesi prova nell’apprendere nuove conoscenze e sviluppare nuove capacità che tiportano ad essere PADRONE dei tuoi risultati.

E del tuo destino.

Per concludere,personalmente ho sempre odiato i gruppi che assomigliano a sette dove ipartecipanti sembrano invasati che seguono il guru di turno. (Ovunque decida diportarli).

E il regalo piùgrande che puoi farmi a Natale è rimanere LIBERI di pensiero (tranne iconsulenti sfigati che cercano qui dentro il loro momento di vanagloria, voicontinuate pure a copiare nella penombra della vostra mediocrità).

Ma il “regalo” più grande che puoi ricevere studiando e mettendo IN PRATICA quello che impari -qui dentro, e ai nostri corsi- è ritrovare L’ENTUSIASMO per quello che fai.

E questo, te logarantisco, è il miglior antidoto per impedire che l’hotel possa cannibalizzarela tua famiglia.

Perché imporrà ai tuoicari di fare UNA SCELTA.

Opzione 1

Si fanno a lorovolta coinvolgere da te, si mettono a studiare e abbracciano il cambiamento, (tiassicuro che succede spesso).

Opzione 2

Si rendono conto che QUESTO mondo è TUO più di quanto non sia loro e si lasciano GUIDARE da chi ha dimostrato di sapere qual’ è la rotta da seguire...(e va bene comunque).

P.s. Linda Tonnini mi sono permesso di usare la vostra foto perché è già pubblica e perché il tuo è il messaggio che ho apprezzato di più.

P.P.S. Buone feste a voi e famiglia 😉

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