Pandemia e accelerazione dei processi digital - A che punto sei?

Pandemia e accelerazione dei processi digital - A che punto sei?
In preparazione della diretta di oggi sul breakfast, mentre stavo analizzando cosa potrebbe cambiare nello specifico, mi sono ritrovato a pensare, più in generale, a tutto quello che cambierà, una volta passata questa situazione.
Ovviamente in questo momento su internet va in scena il grande gioco delle ipotesi.
⛔️ Le persone non si abbracceranno più, per paura?
🎉O si abbracceranno più di prima perché hanno rivalutato l’importanza del contatto con gli altri?
⛔️ Le persone non spenderanno più, per paura?
🎉O spenderanno più di prima per perché ci siamo resi conto che “del doman non v’è certezza”?
E ancora più nello specifico.
⛔️ Le persone non andranno in vacanza, per paura?
🎉O non vedono loro di riversarsi in spiagge, laghi e città per riscoprire quella libertà di cui sono state private per mesi?
Difficile prevedere, personalmente penso siano domande da fare più ad un antropologo che a un guru del web.
Detto questo, una certezza ce l’ho.
L’Italia è un paese vecchio.
Lo è sempre stato.
Con tutte le accezioni positive e negative…
Siamo un paese vecchio per storia, per cultura, per diritto, per età media della popolazione e, di conseguenza, siamo vecchi soprattutto da un punto di vista tecnologico.
O meglio lo eravamo.
Perché se c’è un tratto comune a tutti, durante la quarantena è che la distanza sociale è stata prepotentemente colmata dal contatto digitale.
Webinar a tutte le ore, chiamate che diventano call, chiamate multiple, video-chiamate su WhatsApp, su Facebook Messenger, Zoom che passa da essere un app per dirigenti filo-americani, al mezzo per condividere un caffè e un aperitivo tra amici.
Poi ci sono i nonni.
Che fino a un mese fa non volevano vedere nemmeno per scherzo “quegli affari tecnologici” e oggi ti chiamano su Skype.
Perché ai nonni Italiani, toglietegli tutto, ma non i loro nipoti.
Ora, se tutto questo umanamente è un affascinante esempio di adattamento comportamentale di massa, quello che dovresti analizzare da un punto di vista imprenditoriale, è questo:
Sei pronto al nuovo mondo?
Purtroppo, stando a quello che sento e vedo in questi giorni la risposta è NO, nella maggior parte dei casi.
Durante uno degli ultimi appuntamenti della Masterclass, abbiamo sottolineato l’importanza di avere “l’hotel in tasca”, per poter accedere in qualsiasi momento a report, documenti, conti e, più in generale, qualunque cosa fino a dieci anni fa sarebbe finita dentro ad un raccoglitore.
Al contrario, in queste settimane, tantissimi albergatori, scuse a parte, “sono dovuti andare in albergo” a prendere “quel documento richiesto dal commercialista”, o quel report per analizzare le spese del 2019.
Ora, se tutto questo era in qualche modo accettabile, fino a poche settimane fa, oggi non lo è più.
Perché le stesse nonne e mamme che hanno, per necessità, imparato ad usare Skype, una volta finita la quarantena, si troveranno a saper fare cose che prima non immaginavano nemmeno.
Scopriranno di aver imparato a pagare bollette on-line, guardare video su Youtube, acquistare da un sito di e-commerce.
E tu?
Sei pronto per tutto questo?
Il tuo hotel è pronto?
Personalmente, pur avendo lavorato per 12 anni in una software house, non sono un fanatico della tecnologia, ma la trovo assolutamente necessaria per mettere il turbo a qualsiasi tipo di business, albergo compreso.
Detto questo, si da il caso che Daniele Sarti sia uno dei massimi esperti di “roba digital” per hotel e abbia una naturale avversione per “fare a mano cose che un computer può fare per lui”.
Che ne dite? Lo trasciniamo fuori dal suo ecosistema digitale?
Partiamo da un webinar e ragioniamo su un programma formativo per virtualizzare l’hotel?