+ marketing - politica nel turismo

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+ marketing - politica nel turismo

Oggi ti parlo di una cosa che mi sta particolarmente a cuore e che rappresenta un’importante lezione di marketing strategico per qualsiasi tipo di attività.

Recentemente a Riccione, città dove vivo, la giunta comunale ha perso la fiducia ed il sindaco è uscito di scena.

Ora, cosa c’entra questo con noi e con il turismo?!

C’entra, c’entra. Un attimo di pazienza.

Faccio per la MILLESIMA volta una premessa per i nuovi: non capisco NIENTE di politica, né mi interessa capirne.

Ma ho sicuramente qualcosa da dire sull’aspetto tecnico legato al marketing di destinazione.

Riccione è un paese di circa 35.000 abitanti che, tra introiti diretti e indotto, di fatto VIVE di turismo.

Ora, verrebbe da chiedersi se facendo funzionare il turismo che può garantire benessere a tutti, serve davvero la politica in un paese di 35.000 abitanti…

Ma questa è un’altra storia.

Detto questo, da sempre, la riviera romagnola in generale e Riccione stessa, basano il proprio marketing sull’industria del divertimento.

Ipersemplificando possiamo parlare di divertimento diurno, con spiagge, manifestazioni sportive e parchi giochi per grandi e bambini e divertimento notturno per giovani in cerca di avventure di vario genere (discoteche, night, ecc…).

Ora, pare ovvio che la parola chiave è comunque DIVERTIMENTO, a prescindere dal destinatario di questo servizio o emozione (chiamala come ti pare).

Detto questo, negli ultimi anni l’industria della notte ha accusato un calo.

Vuoi per un fisiologico fine ciclo dei locali sulla spiaggia, vuoi perché l’offerta locale NON ha saputo rinnovarsi e pensare in GRANDE per competere con IBIZA, Mikonos, Gallipoli e compagnia.

Nel frattempo, i pochi locali rimasti (il Cocoricó su tutti, guarda caso l’unico che ha davvero un Brand riconosciuto nel mondo) hanno incontrato vari problemi di ordine pubblico con incidenti più i meno gravi.

Fino al fatidico morto.

Come spesso capita, il dramma ha generato grande IMPATTO mediatico (ne hanno parlato quasi tutti i tg nazionali) e si è presa la decisione di chiudere il locale. A luglio.

Ora, al di là di come la si vuol pensare sul provvedimento legale (giusto, sbagliato, responsabilità pubblica o privata) l’evento ha rappresentato una SVOLTA.

Infatti, l’emotività causata dalla triste notizia ha legittimato l’assessorato al turismo, già da tempo indirizzato verso il target family, a puntare in maniera ancora più netta sul giorno a dispetto della notte, con ordinanze e leggi varie.

Conseguenze?

Niente più PR in viale Ceccarini che vendevano i biglietti per le disco e spazio a giostre e giochi d’acqua per bambini.

A questo si aggiungano restrizioni rispetto agli orari per la musica e maggiori controlli nei locali.

Giusto? Sbagliato?

È una scelta.

Sai cosa invece è ASSOLUTAMENTE sbagliato?

Che il marketing turistico sia influenzato dalla politica.

E sai perché??

Perché le due cose hanno tempi TOTALMENTE DIVERSI.

In politica una legislatura dura 5 anni che sembrano una vita.

Nel marketing 5 anni sono NIENTE.

E in questo caso, siccome la scelta del target family, giusta o sbagliata, è POLARIZZANTE, ovviamente ha fatto incazzare qualcuno (buon segno dal punto di vista marketing).

E, altrettanto ovviamente, l’opposizione ha cavalcato il moto degli insoddisfatti per guadagnare consensi (molto più facile che fare programmi).

E ora??

Se salirà al governo chi prima era all’opposizione, molto probabilmente invertirà la rotta per compiacere gli elettori.

Risultato?

Decisioni isteriche, campagne di marketing contraddittorie, clienti (turisti) spiazzati.

Si, perché una città è comunque un prodotto e come tale va gestito.

Cosa succederebbe se da domani Ferrari provasse a diventare un’auto sicura per famiglie per poi tornare auto sportiva di lusso??

Un casino.

Ora, vorrei farti un piccolo promemoria.

Quali sono i 5 ingredienti che servono per creare un BRAND?

1. Scelta del cliente target: scegli con che clienti vuoi lavorare e concentrati sui loro bisogni.

2. Idea differenziante: fa qualcosa di diverso dai competitor e prenditi la categoria per primo.

3. Soldi: NON è possibile creare un brand senza soldi. Più sono, meglio é (purché siano spesi rispettando gli altri 4 fattori).

4. Tempo: ci vuole tempo per fare entrare una parola nella testa delle persone e prendersi una categoria. Bic ha impiegato anni per vedere il proprio brand diventare sinonimo di penna.

Cosa significa il tuo brand nella testa delle persone oggi? Cosa potrebbe significare tra 10 anni?

5. Coerenza: rispetta sempre la tua identità e le promesse che fai ai tuoi clienti.

Morale della favola?!

Ogni paese, area o destinazione che basa la propria economia sul turismo dovrebbe avere un responsabile marketing (o destination manager, chiamalo come ti pare) che sia un VERO ESPERTO DI MARKETING e un programma VENTENNALE che resta A PRESCINDERE DALLA POLITICA.

Tanto ti dovevo.

P.S. Che tu voglia risollevare le sorti del tuo hotel o buttarti in politica per rilanciare la tua destinazione, ti aspetto a Settembre all’evento Albergatore Pro.

Ti insegnerò passo-passo come impostare il marketing strategico della tua attività e attirare FIUMI di turisti che spendono felici mentre i politici continuano a scannarsi per una poltrona e uno stipendio.

https://www.albergatorepro.com/evento-albergatore-pro-2017/


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