Hotel, Instagram & marketing d'affiliazione

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Hotel, Instagram & marketing d'affiliazione

Premessa: se hai acquistato InstaHotel Pro, leggi attentamente il post FINO IN FONDO.

Da qualche tempo ho un’idea che mi frulla in testa ma, per motivi di tempo e gestione delle priorità, non l’avevo ancora messa nero su bianco.

Cosi, prima che il sole malese mi frigga anche gli ultimi neuroni, ho deciso di condividerla ora.

Uno dei business in maggiore crescita nell’universo on-line è il marketing d’affiliazione.

Che, per capirci, è un sistema in base al quale le persone guadagnano vendendo on-line prodotti di terzi.

Spiego meglio con alcuni esempi:

Ti sei mai chiesto di cosa vivono i blogger di viaggi?

Semplice, quando mettono link a voli, hotel ed escursioni, guadagnano provvigioni ogni volta che un utente PRENOTA dal loro link (Booking e Expedia ne hanno a migliaia a libro paga).

La stessa cosa succede a chi recensisce libri e film, Amazon paga loro provvigioni in seguito ad ogni acquisto dai loro link.

E le modelle che promuovono integratori e cosmetici? Stessa cosa.

Idem per gli sportivi “minori” con i brand di cui sono testimonial.

O per gli influencer che promuovono accessori in target per le loro nicchie.

E questi sono solo esempi.

Perché i soldi veri sono altrove.

Ti basti pensare che ogni anno a Las Vegas, si tiene “The Affiliate Marketing Forum” dove può partecipare, su invito, solo chi dimostra di aver generato un fatturato di almeno MILLE euro AL GIORNO con marketing d’affiliazione.

E considera che quest’anno una ventina di italiani hanno partecipato grazie alle provvigioni fatturate a società che distribuiscono hosting, autorisponditori (Mailchimp, Getresponse), temi per WordPress e, soprattutto, game-app come Candy Crash.

Se stai cercando di immaginarti questi personaggi, ti do una mano io.

Ragazzetti brufolosi che guadagnano centinaia di migliaia di euro l’anno e passano le giornate davanti al computer per realizzare banner e landing page alla ricerca dello strumento che converte di più per vendere on-line giochini per l’Iphone.

In pratica il “nuovo” scenario è questo:

se non sei Di Caprio, Cristiano Ronaldo o (in piccolo) Belen, che vendono A PRESCINDERE, oggi il classico testimonial è stato sostituito dall’influncer che viene pagato A PROVVIGIONI, esattamente come un venditore.

Ti stai chiedendo cosa c’entra tutto questo con il tuo hotel??

Calma, sto arrivando.

Si da il caso che sul Albergatore Pro diamo ospitalità ad una delle persone che “tirano i fili” del nostro social network preferito: Instagram.

Trattasi niente poco di meno che di Ilaria Barbotti, esperta (VERA) di web marketing e presidentessa di Instagramers Italia, la più grande community italiana per i fan del social per foto e video.

Per farla corta, quando dico esperta VERA, intendo che ha come clienti Samsung e Coca-cola.

E mi fermo qui.

Tutto questa fa di lei un autentica “cintura nera” di pubbliche relazioni relative ad Instagram.

Qualcuno ha sbancato di recente?

Lei lo sa.

C’é un tipo che ha fatto il botto pubblicando solo video dell’Algeria o foto di bottiglie per bottiglierie che vogliono promuoversi on-line?

Al 99% ci é andata a pranzo.

E il bello è che con il turismo le viene ancora più facile dato che ha seguito personalmente lo sviluppo on-line di alcune destinazioni italiane e NON.

Ora già ci stiamo avvicinando di più al nostro pane, giusto?

Usiamo insieme l’immaginazione?

Mettiamo che fai le statistiche di Google Analytics e viene fuori che hai parecchie visite da (paesi a caso):

– Norvegia
– Finlandia
– Polonia

Molte visite ma POCHE prenotazioni.

Come fai a monetizzare la domanda?

Ecco la mia idea.

Chiamiamo l’Ilaria, le chiediamo chi “fa muovere le persone” in questo momento su Instagram in quel paese e lo contattiamo.

Paghiamo le spese al tizio, lui viene giù, si fa due (mila) foto e dice ai suoi fan che l’hotel XXX è una figata.

Fermi tutti, già lo so cosa stai pensando:

“Si ma poi se il tipo non porta niente si é scroccato il soggiorno e io ho buttato i miei soldi.”

Chiaro, infatti se NON hai un migliaio di euro per fare un test di marketing, NON sei in target per il test.

Si chiama TEST apposta, perché non l’ha MAI fatto nessuno e non conosciamo i risultati in anticipo.

In compenso ho avuto un’altra idea.

Facciamo che diamo al nostro amico influencer un codice sconto per il booking engine e gli riconosciamo una % (5?) per ogni prenotazione effettuata con il suo codice.

Perché le persone dovrebbero dargli retta e prenotare?

1. Perché è un influencer, cioè uno che ha seguito e influenza sui suoi seguaci. E se ce lo manda l’Ilaria c’é da crederci.

2. Perché riconosceremo uno sconto anche a chi prenota con quel codice (5%?) e la somma di 5 (provvigioni) e 5 (sconto cliente) fa 10, sempre meno di booking.

E a questo punto, se la cosa funziona, lui sarà interessato QUANTO TE a continuare a promuovere nel tempo il tuo hotel.

E ovviamente la stessa cosa vale anche per chi non ha dati di Google Analytics a supporto ma semplicemente l’intenzione di diversificare gli investimenti su paesi dove le agenzie “old-school” faticano sempre di più.

Ora, quanto ti ho appena presentato é assolutamente diffuso, efficace e MISURABILE in tantissimi altri settori.

Ma è anche una strategia ancora completamente inesplorata (in Italia di sicuro) nel turismo.

E siccome a me e Daniele piace fare le cose PER PRIMI, abbiamo deciso di buttarci.

Accettiamo candidature da tutti gli Studenti di InstaHotel Pro.

Ti basta scrivere “mi candido” sotto questo post.

Noi sceglieremo 3 tra quelli più funzionali.

Requisti:

– L’hotel deve avere un booking engine che gestisca i codici sconto (condicio sine qua no).

– Ovviamente più il contesto è “da foto”, più l’hotel è figo, meglio è.

– A parità di requisiti, i numeri saranno una discriminante perché vogliamo una case history attendibile. Per questo motivo, 100 camere sono meglio di 6. Ma tu candidati comunque, poi vediamo.

Bene, per il momento è tutto.

Ripeto: si tratta di un test, non c’é storico, non c’é certezza.

C’è solo un ENORME territorio inesplorato che aspetta gli avventurieri più impavidi.

E come sempre, “chi non risica non rosica”.

O se preferite dirla come gli Yankees:

“Only the brave.”


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